L'importanza del fonico

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Michele
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L'importanza del fonico

#1 Messaggio da Michele » martedì 21 dicembre 2010, 0:05

Giovedi scorso, al Qube di Roma, sala grande 2 gruppi, carucci, uno fa rock italiano con una formazione bella granda e qualche fiato, l'altro reggae formazione un pò più piccola anche qui qualche fiato.
ascoltando il primo gruppo rimango colpito dalla bassissima qualità dell'ascolto, il cantante cantava col microfono attaccato alla bocca ma quello che veniva emesso non era minimamente intelleggibile, uno strazio non capivo una parola, il suono del gruppo era impastato e non si distingueva uno strumento da un'altro, gli alti sembravano tagliati, non c'era estenzione, i bassi erano,per citare Fabrizio, muggenti.
Ho pensato i soliti impianti a baanana, ma mi sono ricreduto dopo aver ascoltato il secondo gruppo, voce molto buona, c'erano pure due coriste e le loro voci erano perfettamente distinguibili, ben estese in alto come in alto arrivavano in modo chiarissimo i fiati, il basso non era bellissimo ma era ascoltabile.
Quindi non si trattava dell'impianto ma del lavoro del fonico, ma è mai possibile che si debba rovinare così il lavoro di un artista? E' possibile che mi devo incazzare come una bestia perchè non riesco a seguire un cantante e mi sento un andicappato?
Perchè questo? con chi mi devo arrabbiare?

saluti
Michele

Gianpiero Majandi

Re: L'importanza del fonico

#2 Messaggio da Gianpiero Majandi » martedì 21 dicembre 2010, 16:19

...
Ultima modifica di Gianpiero Majandi il giovedì 27 ottobre 2011, 17:58, modificato 1 volta in totale.

Michele
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Re: L'importanza del fonico

#3 Messaggio da Michele » martedì 21 dicembre 2010, 17:36

Gianpiero un tizio ha scritto:Secondo te come dovrei arrabbiarmi io, quando progetto qualche impianto per discoteca (che non è una cosa propriamente facile, soprattutto se devi coniugare la qualità di ascolto, la pressione elevata e la necessità di lasciar dormire i vicini) e una volta che l'ho messo a punto arriva un subnormale di DJ (pippato come una scimmia) di 20 anni (che mixa col PC) e mi dice che l'impianto non va bene? Ovviamente parliamo di gente che non sa nemmeno impostare i livelli, tutto su a manetta toni compresi e limitatori che non ne possono più...
Chi fa live ha i fonici.
Chi fa disco ha i DJ.
Chi progetta acustiche ha gli architetti.
Come dire? Unicuique suum... :lol:
Ma esistono delle isole felici? Ci sono delle città, anche fuori dall'Italia, dove non bisogna girare 30 locali per trovarne uno ben suonante?
Qui a Roma forse lentamente qualcosa si muove, oggi ho parlato con un fonico che mi parlava con cognizione di causa di un sistema Funktion One che il fratello ha comprato e porta in giro per club, verso la fine di gennaio dovrebbe aprire un locale con un impianto fisso sempre Funktion One, ti saprò dire se saranno usati decentemente.

Saluti
Michele

Marcello Croce
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Re: L'importanza del fonico

#4 Messaggio da Marcello Croce » martedì 21 dicembre 2010, 19:53

Michele ha scritto:Giovedi scorso, al Qube di Roma, sala grande 2 gruppi, carucci, uno fa rock italiano con una formazione bella granda e qualche fiato, l'altro reggae formazione un pò più piccola anche qui qualche fiato.
ascoltando il primo gruppo rimango colpito dalla bassissima qualità dell'ascolto, il cantante cantava col microfono attaccato alla bocca ma quello che veniva emesso non era minimamente intelleggibile, uno strazio non capivo una parola, il suono del gruppo era impastato e non si distingueva uno strumento da un'altro, gli alti sembravano tagliati, non c'era estenzione, i bassi erano,per citare Fabrizio, muggenti.
Ho pensato i soliti impianti a baanana, ma mi sono ricreduto dopo aver ascoltato il secondo gruppo, voce molto buona, c'erano pure due coriste e le loro voci erano perfettamente distinguibili, ben estese in alto come in alto arrivavano in modo chiarissimo i fiati, il basso non era bellissimo ma era ascoltabile.
Quindi non si trattava dell'impianto ma del lavoro del fonico, ma è mai possibile che si debba rovinare così il lavoro di un artista? E' possibile che mi devo incazzare come una bestia perchè non riesco a seguire un cantante e mi sento un andicappato?
Perchè questo? con chi mi devo arrabbiare?

saluti
Michele

Caro Michele,
ti citerò due verità assodate e ben note nel mondo dell' amplificazione musicale, su cui sono tutti d' accordo:

La prima dice "un impianto è buono tanto quanto le mani di chi lo usa."

La seconda dice "un impianto scadente non riesce a fermare la buona musica."

Naturalmente la seconda è comunque assogettata alla prima, cioè intende che, se in buone mani, anche un impianto scadente o mediocre non riuscirà a danneggiare il risultato in modo inascoltabile, naturalmente a meno che non sia guasto.

Quindi, alla fine, e sempre e comunque una responsabilità dell' operatore.

Queste due verità erano già valide nella metà degli '70, quando l' amplificazione dei concerti diede il massimo impulso alla ricerca di soluzioni nuove ed adeguate anche a folle oceaniche, fino al punto che, i migliori impianti attuali, suonano più o meno tutti nello stesso modo, anche perchè usano le stesse tecnologie.

Cosa possa essere successo durante la serata cui hai assistito non sono in grado di dirtelo. Andando per ovvietà, presumo che fra il primo ed il secondo "act", il fonico sia cambiato, e quello che hai sentito nell' impianto è semplicemente il risultato della differenza fra mani meno buone ed altre evidentemente assai migliori ed è abbastanza normlae che con il reggae si senta meglio, perchè quel genere musicale pone in grandissima responsabilità e rilievo il contributo del tecnico, che non può essere uno preso a caso.

Quello che si combina dietro a un mixer ha normalmente un enorme effetto su quello che esce dalle casse e raggiunge il pubblico.
Ma non è solo questione di missaggio od equalizzazione dei singoli canali in sala.
Tutto ha una grande influenza a partire da come è stato eseguito i check, ed il cambio stesso dei musicisti e della formazione sul palco, con gli stessi livelli nei monitor, senza prendere opportune precauzioni, può essere fonte di notevoli complicazioni.

Che tu sappia, c'era anche un fonico di palco con un mixer indipendente o livelli di palco erano fatti dal fonico di sala sul mixer di sala?
Te lo chiedo perchè sono due contesti di lavoro particolarmente differenti, dove il secondo rende le cose assai più complicate da gestire al fonico di sala, che deve fare, oltre al missaggio di sala, altrettanti missaggi tanti quanti sono i monitor sul palco, e quindi i musicisti e o vocalists, e di ognuno in funzione dello strumento che suona.
Se un gruppo ha un missaggio sul palco deludente, finirà per suonare in modo deludente, ed è impossibile che ciò non appaia nel suono di sala, anche se le regolazioni dei livelli sono comunque diverse.

Marcello Croce
"Se il suono scadente fosse fatale, l' audio sarebbe la prima causa di morte". Don Davis

bepi67
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Re: L'importanza del fonico

#5 Messaggio da bepi67 » mercoledì 22 dicembre 2010, 0:10

Qualche anno fa andai a vedere un concerto della Kool & The Gang.
Il concerto cominciò spaventosamente in ritardo perchè la band era stata bloccata nel traffico di Roma (ehehehe...tanto per cambiare.....).
Cominciarono a suonare senza il sound-check e l'audio era pietoso: alla fine del primo brano l'audio era eccellente.
Il fonico (un ragazzone di colore che pesava circa 180 chili) aveva evidentemente "il manico" giusto !

Il fonico è "il musicista fuori scena".

Ciao
Sono solo un appassionato......di lavatrici sonore !

Gianpiero Majandi

Re: L'importanza del fonico

#6 Messaggio da Gianpiero Majandi » mercoledì 22 dicembre 2010, 1:48

...
Ultima modifica di Gianpiero Majandi il giovedì 27 ottobre 2011, 17:57, modificato 1 volta in totale.

Michele
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Re: L'importanza del fonico

#7 Messaggio da Michele » mercoledì 22 dicembre 2010, 10:19

Caro Michele,
ti citerò due verità assodate e ben note nel mondo dell' amplificazione musicale, su cui sono tutti d' accordo:

La prima dice "un impianto è buono tanto quanto le mani di chi lo usa."

La seconda dice "un impianto scadente non riesce a fermare la buona musica."

Naturalmente la seconda è comunque assogettata alla prima, cioè intende che, se in buone mani, anche un impianto scadente o mediocre non riuscirà a danneggiare il risultato in modo inascoltabile, naturalmente a meno che non sia guasto.

Quindi, alla fine, e sempre e comunque una responsabilità dell' operatore.

Queste due verità erano già valide nella metà degli '70, quando l' amplificazione dei concerti diede il massimo impulso alla ricerca di soluzioni nuove ed adeguate anche a folle oceaniche, fino al punto che, i migliori impianti attuali, suonano più o meno tutti nello stesso modo, anche perchè usano le stesse tecnologie.

Cosa possa essere successo durante la serata cui hai assistito non sono in grado di dirtelo. Andando per ovvietà, presumo che fra il primo ed il secondo "act", il fonico sia cambiato, e quello che hai sentito nell' impianto è semplicemente il risultato della differenza fra mani meno buone ed altre evidentemente assai migliori ed è abbastanza normlae che con il reggae si senta meglio, perchè quel genere musicale pone in grandissima responsabilità e rilievo il contributo del tecnico, che non può essere uno preso a caso.

Quello che si combina dietro a un mixer ha normalmente un enorme effetto su quello che esce dalle casse e raggiunge il pubblico.
Ma non è solo questione di missaggio od equalizzazione dei singoli canali in sala.
Tutto ha una grande influenza a partire da come è stato eseguito i check, ed il cambio stesso dei musicisti e della formazione sul palco, con gli stessi livelli nei monitor, senza prendere opportune precauzioni, può essere fonte di notevoli complicazioni.

Che tu sappia, c'era anche un fonico di palco con un mixer indipendente o livelli di palco erano fatti dal fonico di sala sul mixer di sala?
Te lo chiedo perchè sono due contesti di lavoro particolarmente differenti, dove il secondo rende le cose assai più complicate da gestire al fonico di sala, che deve fare, oltre al missaggio di sala, altrettanti missaggi tanti quanti sono i monitor sul palco, e quindi i musicisti e o vocalists, e di ognuno in funzione dello strumento che suona.
Se un gruppo ha un missaggio sul palco deludente, finirà per suonare in modo deludente, ed è impossibile che ciò non appaia nel suono di sala, anche se le regolazioni dei livelli sono comunque diverse.

Marcello Croce

Interessante, non immagginavo che il reggae avesse necessità tecniche importanti, avrei detto il contrario.ù
Non mi sono acorto del secondo mixer perchè non ho avuto tempo a gironzolare, e non so cosa succedesse dietro il palco, al Circolo degli Artisti infatti ho visto il secondo fonico con un doppione del mixer sistemato in una saletta laterale al palco e non sopra come si vede nelle strutture grosse, comunque la differenza era abissale, il primo concerto era inascoltabile il secondo godibile.
Penso che molti appassionati di hi fi dovrebbero fare queste esperienze, qui non c'erano sfumature ma cambiamenti radicali, era come ascoltare un altro impianto e sicuramente non avevano cambiato i cavi.

Saluti
Michele

Michele
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Re: L'importanza del fonico

#8 Messaggio da Michele » mercoledì 22 dicembre 2010, 10:29

Funktion One, ovvero Turbosound remixed. Ho sentito fonici con un gran manico far suonare bene dei Lombardi con 4 biconici da 12" per canale, ho sentito fonici scaccioni far suonar male i Meyer Sound Mylo. La marca dell'impianto conta si e no, nell'installazione fissa conta soprattutto il lavoro di progettazione che fai e la scelta dei materiali adatti (adatti funzionalmente, al di là del marchio che portano).
Insomma: se dai una GT3 in mano a mia zia non fa dei gran tempi sul giro, se dai la Panda ad Alonso sul misto stretto ti fa piangere in cinese...
Sono d'accordo che il lavoro dell'operatore è il più importante, ma quello che intendevo segnalare è il fatto che ci sono degli operatori che decidono di informarsi e comprare, a caro prezzo, uno dei due marchi considerati di riferimento, gli stessi mi parlavano di Nexo, quindi non è che la gente non sente, magari il tutto suonerà da schifo ma intanto ci stanno provando e si spera che quando si accorgeranno che la qualità che si aspettavano non arriva inizieranno un percorso di ricerca per capire cosa succede, e questo il momento importante, se tutti sono convinti di star ascoltanto il meglio difficilmente si muoveranno, ma qui una tendenza a qualche cosa di migliore c'è.
Io sono fiducioso.

Saluti
michele

Gianpiero Majandi

Re: L'importanza del fonico

#9 Messaggio da Gianpiero Majandi » giovedì 23 dicembre 2010, 10:35

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