piccoli Live con diffusori 2 vie

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Marcello Croce
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Re: piccoli Live con diffusori 2 vie

#11 Messaggio da Marcello Croce » mercoledì 15 maggio 2013, 23:11

elettro ha scritto:Faccio un po di chiarezza....

Per piccoli live, intendo il matrimonio in grande stile con artista solista che fa piano musicale, come la sagra di paese con gruppo live, o l'evento in un Pub con gruppo musicale..con un fornte palco utile che non supera i 15 metri di profondità..il classico 100 mq di area da sonorizzare.
Innanzi tutto, grazie per gli spunti interessanti che mi fornisci.

Vorrei farti notare che, nelle cose che hai elencato, ci possono essere delle differenze importanti in questi aspetti:

-Programma sonoro più o meno impegnativo per il sistema a seconda del genere musicale suonato e degli strumenti musicali presenti;
- Differente livello ottimale d' ascolto in funzione del genere musicale e di pubblico più anziano o più giovane;
- Ambiente aperto o chiuso (non immagino una sagra di paese al chiuso, con la risultante presenza o mancanza del rinforzo della riverberazione) mentre invece, la tipica "festa della birra" è una specie di "sagra di paese" che può essere molto impegnativa, e di sicuro non è un "picolo live".
- Differente rumorosità del pubblico a causa di pubblico che ascolta in silenzio un artista di pregio, o pubblico chiassoso, che balla, e fa casino

Tutto quanto sopra si traduce in richieste drasticamente diverse in termini di pressione e distorsione sull' area di ascolto, sufficienti a mettere completamente fuori gioco i piccoli sistemi a due vie cui accennavo prima, che funzionano adeguatamente solo nelle limitate circostanze che ho illustrato, come quella rappresentata dalla foto qui di seguito, dove i limiti di funzionamento di quel tipo di sistemi non vengono facilmente raggiunti.

Immagine





.nella mia esperinza di ascolto in questo ambito, non ho mai avuto l'occaisone di lodare un sistema a due vie performante al punto da non sentire il bisogno del medio., anzi, anche nelle configurazioni live ove i gruppi musicali erano meglioa attrezzati, ponevano semopre attenzioen ai Sub, alle colonne a terra ca 2 vie con dippio woofer.
Stando così le cose, sono perfettamente d' accordo con te, ma non si può più parlare di piccoli live: certo, sono tutti "piccoli" in confronto ai tour nazionali o alle star del pop, ma fra loro sono troppo diversi perchè possano essere accomunati in un unica categoria.

Ad esempio, questa situazione descritta dall' immagine che segue, che illustra una tipica "sagra", con le cassettine a due vie, ahimè, qui usate dal gruppo che si esibiva, pure corredate di subwoofer, NON può assolutamente funzionare e produce i problemi da te lamentati.

Immagine

Mentre invece, questo spettacolo della foto qui di seguito, che ho fatto un po' di anni fa, non è esattamente un "piccolo live", anche se di sicuro non è certo grosso

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =1&theater


...e per quanto il gruppo fosse composto da batteria, basso, organo elettrico, chitarra, flauto e voce, con un repertorio musiche da film anni '60, è stato perfettamente gestibile con un sistema a 2 vie, senza subwoofer, (all' aperto e con pubblico chiassoso), per quanto si trattasse di un 2 vie che con le cassettine amplificate non ha niente a che vedere.

Entrambi gli scenari sarebbero stati ovviamente gestibili con un sistema come l' RCF 6001 che hai segnalato.
Posso anche prendere in esame il tuo ragionamento, e tenere conto delle performance dei diffusori a 2 vie di fascia alta che mi hai proposto e pensare che le Rcf, alla fine sono dei monumenti da 50kg cadauna e hanno un prezzo stimato elevato.
I sistemi a due vie non sono tutti uguali, e la differenza fra uno che usa una tromba da 2" ed uno che usa una tromba da 1" è quanto meno rilevante, ed infatti anche la differenza di costo è rilevante.

Nella esecuzione Live, non possiamo certo pensare che - il cantato senza playback del cantante - sia da sottovalutare o da considerare non preminente sull'intero contesto sonoro, ma io non la penso in questi termini.

Un diffusore a 3 vie, mantinene - nella esecuzione del cantato - un equilibrio in termini di dinamica, distorsione e armoniche di ordine superiore, che una tromba esponenziale per le vie medioalte non può adottare o garantire..anche nella migliore delle ipotesi in termini di qualità intrinseca del driver.....soprattutto in relazione allo spettro di emissione all'icrocio con la via bassa intesa come il woofer. Quando l'artista esprime un passaggio con fragore vocale, viene a galla in termini di riproduzione quello che ho esposto.
La ragione per la quale in un fortissimo cantato viene fuori all' ascolto quello che hai esposto è nell' ordine:

- sistema di prestazioni inadeguate al contesto tirato per il collo
- mancanza di compressore nel canale della voce

In una situazione del genere, come entra il cantante non adeguatamente compresso, il sistema va immediatamente in saturazione con il risultato che ben conosci, perchè il livello di picco della voce supererà di parecchi dB quello della base, quanto basta per far distorcere il sistema, non essendoci sufficiente headroom.

Se tu avessi anche un midrange nella cassa, (a meno che non si tratti di un midrange a tromba, come nel sistema RCF 6001A e gli altri simili che ho postato io), il problema rimarrebbe immutato, perchè il midrange, un componente da 6" ad esempio, può fare ben poco per risolvere il problema. Un midrange potenzialmente adeguato, anche il migliore che conosco, possiede al massimo 100 dB SPL/1W/1m di sensibilità, che non sono sicuramente sufficienti alla bisogna, in una gamma dove, se affidata ad un opportuno woofer a gamma estesa da 12" (nella mia cassa ce ne sono 4), oppure da 15" (come nella NEXO PS15R), alle stesse frequenze, oltre ad essere più efficiente di qualche dB, è anche in grado di accettare (a causa del maggiore diametro della bobina mobile), anche almeno 3 dB in più di potenza elettrica.
Certo che, se il driver delle medio acute è un giocattolino, come in tutti i sistemi economici, il problema si presenterà, tanto per i limiti del driver, molto distorcente nella parte bassa della gamma che gli è affidata, quanto per i limiti del woofer operante a radiazione diretta.
E se la situazione è questa, l' unica possibilità di spremere anche l' ultimo dB indistorto in gamma media, recuperando qualcosina in termini di headroom, è rappresentata dal togliere le basse frequenze dal woofer, mandandole ad un subwoofer indipendente, ma è molto probabile che si renda necessario cambiare impianto e passare a quello che hai mostrato tu, che ha molta meno distorsione perchè è molto più efficiente, ed ha molti dB di headroom in più, che gli permettono di riprodurre i picchi senza che la distorsione salga a livelli intollerabili.
Se guardi le misure della rivista Audioreview, ove sono testati i diffusori, noterai che negli incroci dei diffusori a 2 vie, siano essi con gamma alta a tromba o senza lo specifico caricamento, una difficoltà di coesione delle emissione , della distorisione armonica e dell'equilibrio della risposta in frequenza.
Quella che posto qui di seguito è la risposta in frequenza, fase e ritardo di gruppo da 199 a 20000 Hz, del sistema a due vie (che usa 4 woofer da 12" a radiazione diretta ed una tromba da 2" con dentro un vecchio JBL 375 con la membrana da 4" in titanio del 2445.
Neppure osservando l' andamento della fase acustica è possibile capire dove sia collocata la frequenza d' incrocio.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =3&theater


Quest' altra curva, invece, illustra la risposta frequenza, fase e ritardo di gruppo di un altro sistema, che utilizza un woofer da 15" ed una tromba da 2".
Anche in questo caso, è impossibile determinare dove sia collocata la frequenza di crossover, dal che io ritengo che queste differenze di equilibrio della risposta di cui parli non esistono nei sistemi che uso io, ma ovviamente potranno esistere in altri.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid ... =3&theater

Quello che ho esposto, dovrebbe essere analizzato nei termini delle prove strumentali come ha sempre fatto Audiorwview, mentre, altri esperti si limitano a valutare le sensazioni di ascolto espresse - spesso - senza perizia in materia.
Sono d' accordo, ma in fatto di prove strumentali permettimi l' immodestia, non penso di essere secondo a nessuno, dato che il primo TEF 12 che è arrivato in Italia negli anni '80 l' ho acquistato io, e dato che sono stato il responsabile del suono dei sistemi Outline dal 1990 al 1996.

Semmai, in driver medioalto a tromba esponeziale può dare in direttività che aiuta ad evitare il fenomeno escusso da Calbrese nel post intitilato : "La Sfida"

Poi, è chiaro che - se sul luogo non è presente un buon fonico - il risultato finale sarà semplicemente sotto insufficiente in temrini di corretta esecuzione.
Su questo ultimo passaggio non ci piove proprio.
.
Per i driver controllati da Dsp, non entor nel emrito, è un'altro capitolo...

La mia è una considerazione personale dettata dal bagaglio tecnico che ho acquisito con Audioreview, poi, ognuno puo valutare la cosa anche in temini diversi.
Acquisire bagaglio tecnico sulle riviste è stato un tempo sicuramente possibile, specie quando su Audioreview ci scrivevo io ( :D ), ma, battute a parte, esistono anche anche altre fonti da non sottovalutare, ad esempio alcuni eccellenti libri, e nel campo dell' amplificazione di spettacoli, è comunque necessario fare molta esperienza nei diversi contesti sul campo, per capire davvero quello che effettivamente succede.

Un cordiale saluto

Marcello Croce
"Se il suono scadente fosse fatale, l' audio sarebbe la prima causa di morte". Don Davis

elettro
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Re: piccoli Live con diffusori 2 vie

#12 Messaggio da elettro » giovedì 16 maggio 2013, 14:14

Ho letto con interesse la tua risposta, e a titolo personale leggo che hai lavorato per Outline, a dire il vero...ho iniziato ad accuparmi di audio professionale leggendo glia articoli di Guido Noselli su Outline web, ove ho imparato l'abc.
Ho letto anche che - prendendo spunto da un articolo di Audioreview -. che i tecnici ingegneri di Outline, sono anche accreditati come massimi esperti nella tecnologia digitale in amplificazione in classe D, o similari tecnologie.
A titolo informativo, prendo come spuinto la filosofia della Californiana JBL - come ad esempio la realizzazione di un diffusore come il JBL 4365, come tre vie ibrido, con supertweter, tromba meio accorada con il woofer singolo, ma queste vengono denominate Studio Monitor, come se fossero dei monitor da studio classici, e costano 16.000 euro...la coppia.
Spero che questo pos sia stato perlomeno interessante ....e abbia consnetito di allargare gli orrizzonti dei concetti di elettroacustica finalizzata alla sonorizzazione professionale.
A dire il vero, penso anche che, il risultato incerto delle riproduzioni sonore che ho enunciato in questo forum, siano la causa correlata alla nuova tecnologia digitale dell'amplificazione, che con i suoi dati di targa -spesso generosi oltre ogni aspettativa - e con riferimenti di potenza da interpretare, abbiano da un lato ridotto i costi di acquisto e l'assorbimento energetico medio richiesto, ma da l'altro lato reso una timbrica meno convincente rispetto alle vecchie tecnologie.
D'altronde, quelle potenze dichiarate che tutti abbiamo avuto modo di leggere, sono plausibili solo per brevi transienti nell'ordine anche dei millisecondi, limite oltre il quale, l'elettronica adotta il soft-clippng e riduce drasticamwnte la potenza.
Su questo argomento potremmo discuterne all'infinito, magari in un altro topic, con il beneficio che poi vi sono ampli pro che dichiarano molto per poche centinaia di Euro, ed altri che per una proporzione di potenza, chiedono un esborso in denaro triplo.
I vecchi ampli, grossi - voluminosi - ingombranti - con potenze limitate alla ragionevolezza tecnica - voraci di corrente elettrica, regalavano un timbro di maggiore pregio, a scapito del classico rumorino di fondo.

Marcello Croce
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Re: piccoli Live con diffusori 2 vie

#13 Messaggio da Marcello Croce » giovedì 16 maggio 2013, 21:47

Ti ringrazio per la risposta, che introduce ulteriori argomenti su cui si possono fare molte altre considerazioni ancora.


Per cercare di dare qualche informazione precisa e spero utile, devo però isolare spezzoni del tuo post.
elettro ha scritto: Ho letto con interesse la tua risposta, e a titolo personale leggo che hai lavorato per Outline, a dire il vero...ho iniziato ad accuparmi di audio professionale leggendo glia articoli di Guido Noselli su Outline web, ove ho imparato l'abc.
Come ho detto, il mio contributo con Outline è circoscritto al periodo 1990 - 1996, con alcuni episodi sporadici che si sono protratti in tempi successivi. Parlarne mi è molto difficile, per la prematura scomparsa di Guido nel 2006, con il quale sono stato molto legato sia professionalmente, sia umanamente, ma naturalmente conservo un eccellente rapporto sia con i suoi familiari, sia con Giorgio Biffi, il suo socio storico, che ha saputo condurre la compagnia verso traguardi di livello mondiale. Detto ciò, mi fermo qui perchè non credo proprio che queste questioni così personali possano essere di qualche interesse.
Ho letto anche che - prendendo spunto da un articolo di Audioreview -. che i tecnici ingegneri di Outline, sono anche accreditati come massimi esperti nella tecnologia digitale in amplificazione in classe D, o similari tecnologie.
Non ho letto l' articolo di cui parli e non posso di conseguenza commentarlo nello specifico.

Posso solo dire che fin da quegli anni, cioè fin dagli anni '90, sono stati sviluppati dei rapporti molto profondi e conseguenti scambi tecnologici con Powersoft e con B&C, in una forma che a mio avviso costituisce uno dei migliori esempi di cooperazione inter aziendale mai attuati in Italia, che hanno condotto le tre aziende ad un meritatissimo successo internazionale nei rispettivi ambiti, e che hanno permesso a tre piccoli "Davide" di battere più di un grande "Golia".
La cooperazione fra Outline, Powersoft e B&C ha costituito davvero un modello straordinario di strategia aziendale, che meriterebbe di essere studiato nelle Università, per come è stato attuato e per i risultati che ha conseguito, e rappresenta, a mio avviso, l' unico modello possibile e perseguibile dalle PMI italiane, probabilmente attuabile o almeno adattabile in molti settori, se non proprio in tutti, anche al di fuori di questo specifico.
A titolo informativo, prendo come spuinto la filosofia della Californiana JBL - come ad esempio la realizzazione di un diffusore come il JBL 4365, come tre vie ibrido, con supertweter, tromba meio accorada con il woofer singolo, ma queste vengono denominate Studio Monitor, come se fossero dei monitor da studio classici, e costano 16.000 euro...la coppia.
Non è sempre possibile capire fino in fondo cosa possa spingere un grande costruttore operante da lustri nel mercato mondiale a creare un certo tipo di prodotto. Ma per quello che capisco io, siamo di fronte ad un ovvio tentativo di JBL di riappropiarsi dei suoi estimatori e del suo pubblico in ambito hi fi, specialmente quelli con ottime disponibilità economiche, con un oggetto, anzi, svariati oggetti, tra cui quello che citi, che costituiscono delle rivisitazioni, debitamente aggiornate, ispirate a ben noti modelli del passato di cui ancora oggi si parla, e che sono consolidatissimi presso gli estimatori di quegli specifici oggetti. Il che, è un operazione commerciale più che lecita, che viene condotta in simultanea in molte parti del mondo, ma dove il mercato di riferimento è certamente quello giapponese.
Sulle specificità di quel modello, non posso però dirti proprio nulla, non avendole mai viste, misurate o ascoltate.
A guardarle sulla carta, mi posso immaginare un certo tipo di risultato, che potrà anche essere molto buono, o eccellente, visto che risultati molto buoni li ho ottenuti anche io da me medesimo, usando materiali molto meno avanzati e parecchio più datati di quelli che la JBL sembra usare in quel modello.
Se possa o meno ottenere un ampio successo commerciale presso il suo pubblico di riferimento, non è comunque relazionato alla qualità complessiva del risultato, e neppure dipendente dal prezzo, perchè i fattori che intervengono sono veramente tanti, tantissimi altri, e terribilmente difficili da prevedere.
La capacità di "collocare" un prodotto nel mercato, più che aspetti qualitativi del prodotto, è l' area su cui ogni azienda di qualsiasi settore tenta di immettere le migliori risorse.
elettro ha scritto: A dire il vero, penso anche che, il risultato incerto delle riproduzioni sonore che ho enunciato in questo forum, siano la causa correlata alla nuova tecnologia digitale dell'amplificazione, che con i suoi dati di targa -spesso generosi oltre ogni aspettativa - e con riferimenti di potenza da interpretare, abbiano da un lato ridotto i costi di acquisto e l'assorbimento energetico medio richiesto, ma da l'altro lato reso una timbrica meno convincente rispetto alle vecchie tecnologie.
E possibile che nei prodotti economici ci siano implementazioni della amplificazione "switch mode" non del tutto soddisfacente, dato che, anche alcuni degli esempi offerti con tanto di Griffe sul frontale, hanno condotto, anni addietro, a dei risultati discutibili.
Ma il discorso è molto complicato da fatto che abbiamo sul mercato dei dispositivi che vengono tutti definiti "amplificatori digitali, o "classe D" o "classe T", che fra loro sono veramente molto, ma molto diversi e non è affatto possibile generalizzare.
Nell' amplificazione professionale vera, quindi non i moduletti o giocattolini, ci sono almeno queste categorie di modelli:
- amplificatori con alimentatore a commutazione stadio d' uscita lineare in classe AB
- amplificatori con alimentatori a commutazione e stadio d' uscita in classe H
- amplificatori con alimentazione a commutazone e stadio d' uscita a commutazione
- amplificatori con alimentazione lineare e stadio d' uscita a commutazione
- ulteriori combinazioni di quanto sopra, variamente assortite, nelle casse acustiche amplificate

Fare di ogni erba un fascio per giudicare la tecnologia a commutazione come cosa astratta, di per se, non credo sia possibile, perchè ho personalmente verificato una troppo ampia varietà di risultati, anche di modelli dalla simile implementazione, se posti in circostanze di funzionamento identiche.
elettro ha scritto: D'altronde, quelle potenze dichiarate che tutti abbiamo avuto modo di leggere, sono plausibili solo per brevi transienti nell'ordine anche dei millisecondi, limite oltre il quale, l'elettronica adotta il soft-clippng e riduce drasticamwnte la potenza.
Certo, l' amplificatore a commutazione, per definizione, eroga o può erogare "quella potenza dichiarata" solo in regime transitorio, e per brevi istanti, ma non tutti lo fanno nello stesso modo: d' altronde, la cosa funziona perchè è la natura stessa della musica ad essere transitoria, fortissimamente transitoria, per via dell' elevato fattore di cresta del segnale musicale.

Intendo dire che non erogano potenza "a singhiozzo", quale che sia, con le stesse figure di distorsione vs potenza o potenza vd impedenza del carico, non tutti presentano la stessa risposta in frequenza al variare del carico, sopratutto alle alte frequenze, non tutti tengono costante l' erogazione della potenza vs tempo, poco o abbastanza che sia, nello stesso modo.
In ultimo, non tutti i circuiti limiter intervengono nello stesso modo e con le stesse conseguenze all' ascolto.
Le differenze che ho potuto rilevare, io ed altri colleghi, da quando esistono questi amplificatori "digitali", sono assai rilevanti e assolutamente significative.

La conclusione è che alcuni suonano nettamente meglio di altri o rovesciando il discorso, alcuni, se preferisci, suonano assai peggio di altri e pure di quelli di vecchia tecnologia, alcuni dei quali in effetti suonano splendidamente bene.

C'è poi un altro aspetto psicologico, che ha a che fare con un certo nozionismo che ci è stato inculcato in anni di letture, che recitava che "la vera potenza è quella RMS", e la potenza di picco, che un tempo si chiamava "musicale", non significa granchè in quanto "falsa". Ma in realtà, la potenza RMS non esiste proprio quale concetto elettrotecnico, può esistere solo la tensione RMS o la corrente RMS, ma moltiplicandole, non si ottiene affatto un valore di Watt che può essere definito RMS, ma casomai "medio".
Questo ha indotto molti a credere che la potenza espressa in Watt, non seguita dalla dizione RMS, sia un valore gonfiato per scopi pubblicitari, un falso storico, ma le cose non stanno affatto in questi termini.
Il fatto che un amplificatore audio non sia in grado di erogare potenza su periodi lunghi con segnali stazionari, sinusoidi o cose del genere, quando nel concreto viene poi messo alle prese con musica, non ha di per se nessun significato negativo implicito.
Su questo argomento potremmo discuterne all'infinito, magari in un altro topic, con il beneficio che poi vi sono ampli pro che dichiarano molto per poche centinaia di Euro, ed altri che per una proporzione di potenza, chiedono un esborso in denaro triplo.
Volentieri.
I vecchi ampli, grossi - voluminosi - ingombranti - con potenze limitate alla ragionevolezza tecnica - voraci di corrente elettrica, regalavano un timbro di maggiore pregio, a scapito del classico rumorino di fondo.

I vecchi ampli possono fare, per molti di noi, molto "romanticismo", questo è innegabile.
Io stesso dopo 35 anni di questo lavoro, non ne sono totalmente immune.
Il fatto è che alcuni vecchi ampli sono stati dei veri portenti sia in assoluto, sia, come fossero pugili, in diversificate "categorie di peso".
Per capire quanto sono stimati e ricercati, occorre andare a vedere quanto sono quotati sul mercato dell' usato, pur avendo 20 anni di lavoro sulle spalle e di norma, come minimo, dei telai segnatissimi dall' uso.
Tra i pesi massimi, il CREST 9001, che è stato il Mike Tyson della situazione per molti anni, oggi viene liquidato dai service sui 1500 EURO o poco meno.
Subito al di sotto, il QSC 3000 viene venduto sui 900 EURO
Tra i pesi medi, il C AUDIO SR 707, è un oggetto ancora oggi molto ricercato e viene venduto sui 700 EURO
Tra i welter, il BGW GTA intorno a 500 EURO.
Tra i piuma, il MACKIE M1400 intorno ai 350 EURO, pur essendo pure assai più recente, e di potenz modesta, è un ottimo amplificatore.
Questi ampli durano sui mercati dell' usato pochissimo tempo, passano di mano in tempi rapidissimi.
Quasi tutto il resto, anche oggetti assolutamente validi, non quotano facilmente oltre i 400 EURO al massimo, oppure se all' origine costavano molti più soldi, permangono in vendita per tempi molto, molto più lunghi.

Poi ci sono dei casi del tutto particolari, che in virtù di qualche fissazione particolare, conservano quotazioni abbastanza elevate anche se sono a dir poco veramente obsoleti, pur conservando un qualche fascino, tipo il Phase Linear 700B, il SAE 2600, il CROWN PSA2 e qualche altro modello che ora mi sfugge: oggetti che non possono in alcun modo essere usati per lavorare, ma solo come arredamento musicale, e questa è un' altra faccenda ancora.

Ma il fatto che i migliori amplificatori a commutazione hanno soppiantato i migliori modelli a tecnologia "lineare", presso utilizzatori molto critici, parlo di service che comprano 100 amplificatori per volta e sono dotati di laboratori e di gente espertissima e molto preparata, deve far capire che alcuni nuovi prodotti sono stati valutati, dopo estensivi test, come minimo non inferiori agli illustri predecessori, ed è quello che è effettivamente accaduto, e che ha causato la massiccia immissione sul mercato dell' usato dei gloriosi Crest Audio del passato.
E no è neppure una questione di nome, una componente che nel mondo professionale ha sempre avuto poco "traino".
La stessa Crest, ad esempio, ha immesso sul mercato, ormai da tempo, la nuova generazione dei suoi ampli top class a tecnologia a commutazione sostituendo i lineari in classe H, di cui mi dicono molto bene, ma essenda giunta un po' in ritardo rispetto ad altri, difficilmente riuscirà ad eguagliare il mito del passato, quando facilmente sbaragliava a destra e manca nella fascia alta del mercato, vista la presenza di concorrenza agguerritissima e con oggetti di gran pregio, fra i quali Powersoft spicca come una realtà di assoluta eccellenza.
elettro ha scritto: Spero che questo pos sia stato perlomeno interessante ....e abbia consnetito di allargare gli orrizzonti dei concetti di elettroacustica finalizzata alla sonorizzazione professionale.
Ma assolutamente si, e ti ringrazio nuovamente.

Marcello Croce
"Se il suono scadente fosse fatale, l' audio sarebbe la prima causa di morte". Don Davis

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Re: piccoli Live con diffusori 2 vie

#14 Messaggio da elettro » venerdì 17 maggio 2013, 1:55

Ringrazio per il commento, in un post precedente, ho richiamato l'attenzione dei commentatori riguardo l'analisi degli impianti audio professionali - intesi come diffusori - che hanno potutto ascoltare e per questo valutare in modo critico, ma ho notato che nessuno di essi, ha di fatto valutato in primis consa c'e' dietro un cluster di diffusori, inteso come filiera sorgente - mixer - processori - ampli -filtri digitali - driver.
Al di là della qualità intrinseca delle sorgenti adottate nei Live, e della fattispecie deleteria rappresentata delle discoteche o club - ove si predispone di tutto, dagli mp3 ad ITunes, dal cd rimasterizzato, al vinile old, con ampli "digitali", spesso tenuti al limite intrinseco delle loro prestazioni, non è facile in questo contesto esprimere dei giudizi di merito sulla riproduzione con il dito puntato solo sui diffusori.
Io di slito prendo in esame gli impainti dei Live nei club o discoteche, poiché sono rare le occasioni in cui vado ad un concerto Live, e quando è accaduto, non ho mai trovato una situazione in cui sono rimasto realmente soddisfatto, poiché credo che in molti service, è preminente il fattore esperienza edotto dalla spiccata passione, ma spesso contraddistinta da una lacunosa preparazione tecnica.
Una volta mi capitò di potere ascoltare un vecchio ampli professionale Sony - con raffreddamento a liquido come le schede video dei PC - che suonava con lustro, a dire il vero non me lo aspettavo...compatto e performante, ai tempi quando la Sony presentava al serie ES in ambito hi-end.
Riporto l'ultimo passaggio, nei Live, medio o grandi che siano, e soprattutto nei piccoli eventi spiccioli, trovo sempre un ingiustificabile dettaglio di squilibrio tra la musica di accompagnamento e il cantato, di fatto, il vocale viene soppresso da un improponibile livello musicale, mentre il vocalist cerca di emergere in questo contesto con la sua traccia, che haimé, provoca una saturazione della catena di amplificazione che si riperquote sui driver, questo sta a significare che - spesso nell'impianto - è il fonico che fa la differenza.
La cosa che mi fa sorridere è che, oggi si trovano finali digitali con potenze di targa ragguardevoli ad un costo commerciale irrilevante, se confrontato con l'Hi-End, una spirale al ribasso...foraggiata dalla produzione Cinese che vanta una forza commerciale dirompente.
Da qualche tempo, percepisco che molti piccoli service, o artisti solisti intesi come live piano bar, quando devono riparare i diffusori - adottano l'omonimo cinese di apri misura - per contenere le spese di gestione, oppure, si affidano a kit di produzione prettamente Cinese, abbandonando i target del mercato.
Probabilente, Guido Noseli affermava che era ragionevole adottare una potenza di ampli pari a 2 volte quella necessaria per sonorizzare, con il raddoppio del superfice sonoraq intesa come diffusori, lasciando un margine di Peak ragionevole per conseguire senza distorsioni i passaggi maggiormente critici.
A riguardo, mi rimane solo una cosa da chiederti, secondo il tuo perosonale parere, gli impianti audio professionali moderni, sono di fatto in grado di garantire un standar di affidabilità adeguato anche in presenza di saturazione perpetua..?? leggevo in un altro forum del fattore affidabilità che sicuramente affligge i progettisti ed i tecnici, soprattutto in discoteca, ove i Dj svirgolano con i fader ed il volume master - fondono le trombe - e senza curia della limitaizone persistono nella loro performance, costringendo i progettisti ad adottare contromisure mirate per limitare la dinamica che ha effeto in questo caso.leggevo di Mixer con limitarori di dinamica, o insert di linea per adottare unità esterne in tal senso per salvaguardare l'impianto.tu cosa ne pensi in merito..?? gli impianti moderni sono intrinsecamente affidabili al punto di lasciare al solo amplificatore la facoltà di limitare l'eccesso di esuberanza con il soft-clipping, o è ancora necessario adottare contromisure elettroniche a favore di ciò; mi riferisco soprattutto nel camopo delle discoteche, nei Live, è rpesente il fonico che dovrebbe correggere in diretta.

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Re: piccoli Live con diffusori 2 vie

#15 Messaggio da F.Calabrese » venerdì 17 maggio 2013, 15:10

Vi leggo...

Interessante davvero !!!

Saluti
F.C.

elettro
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Re: piccoli Live con diffusori 2 vie

#16 Messaggio da elettro » domenica 19 maggio 2013, 11:01

A proposito di qualità, timbrica ed old stile, posto la foto di un produttore Italy che lavora ancora con la nostalgia della vecchia scuola...non tutto è perduto..
Classe A/B, costruzione a mano, affidabilità e razionalità di costruzione...la passione è ancora all'opera.
Allegati
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