Marcello Croce ha scritto:
E' un' ottima domanda, grazie per averla posta, cosa faranno non lo so, chi opera su mercati esteri ha naturalmente ben altre opportunità di chi opera solo sul mercato nazionale. Di queste ultime, molte sono aziende che operano su mercati diversificati e/o trasversali, il che aiuta.
Quelle che in passato hanno perseguito una strategia in questo senso, oggi accuseranno meno di altre, il che ovviamente dipende anche dai tipi di prodotti e dai marchi distribuiti. Ma almeno un po' accuseranno tutti.
Cosa dovrebbero fare invece penso di saperlo...
Serve una forte comunione di intenti fra le principali entità associative di operatori del mondo dello spettacolo musicale, degli strumenti musicali, e delle tecnologie dello spettacolo (mi riferisco principalmente ad ASSOMUSICA, DISMAMUSICA ed APIAS,) su un PROGETTO CONCRETO di rilancio dell' intero comparto musical culturale italiano.
Deve trattarsi di un progetto di grande respiro che sia interessante per la politica, ed affinchè lo possa essere, deve coinvolgere più gente possibile, che deve trovarci qualcosa da guadagnare, od un' opportunità di sviluppo.
Chi?
Chi sta vicino, adiacente al nostro mondo, e se ne possa giovare dall' instaurare un processo di collaborazione che c'è stato solo in rare occasioni e con risultati incostanti.
Guardo al mondo dell' architettura, dell' ingegneria civile, guardo al mondo dell' energia, dell' elettrotecnica.
Ma guardo al mondo del turismo, cui noi siamo correlati, guardo al mondo della formazione, della scuola, insomma al mondo del pubblico, dato che come dice il Dott. Marchionne (FIAT), se devono essere aiuti, lo siano per tutti, nello stesso giorno in cui Gabriele Lavia supplica il Presidente Napolitano di non tagliare ulteriormente risorse allo spettacolo.
Ci vuole un progetto che possa coinvolgere vasti strati della società, che per la politica sono importanti, quindi un progetto con concreti risvolti sociali, altrimenti non troverà mai ne approvazione, ne i fondi per il finanziamento che, a queste condizioni, sono reperibili anche con un coinvolgimento della UE.
Ed un progetto che abbia significativi risvolti sociali non può che essere un progetto basato sulla cultura, visto che viviamo i tempi dell' immigrazione e del multiculturalismo, che da noi ha scelto di manifestarsi in contemporanea con la fuga dei cervelli.
Quale progetto?
Un progetto che risponda a tutti i requisiti solo appena citati, non può altro essere che la realizzazione su scala nazionale di una vasta rete di moderni, efficienti, adeguati luoghi di cultura costruiti in serie, su un modello progettato sulla base di un protocollo guida che le tre grandi associazioni del mondo dello spettacolo dovrebbero concordare e proporre affinchè sia efficace, con l' aiuto e la collaborazione di urbanisti ed architetti, oltre al ruolo essenziale di tutti i tecnici specializzati (SERIEAUDIO) che venga quindi presentato alla politica e debitamente illustrato nelle sue diverse valenze.
Luoghi di cultura intelligenti, economici, sicuri, dotati di servizi, che possano sollevare il ruolo e significato sociale, culturale e turistico dell' intrattenimento e dello spettacolo, e possano far crescere il profilo culturale dell' italiano medio, che oggi non brilla in Europa.
Luoghi che siano collocati in aree urbanisticamente appropriate, lontane dai centri abitati o dai quartieri residenziali per evitare inquinamento acustico e disagio cittadino, ma vicino a decenti linee di comunicazione, magari a margine delle periferie, ed anche a margine di località di provincia, specie quelle ad elevata valenza turistica.
Luoghi dove si possa rappresentare qualsiasi cosa a qualsiasi costo per qualsiasi tipo di pubblico, anche di entità variabile, dove possano operare importanti produzioni ma anche medie e piccole entità in tutta sicurezza e comodità ed a costi di produzione contenuti.
Luoghi in cui si possa mandare i giovani a divertirsi e socializzare e magari capire che gli artisti di valore non sono solo quelli dell hit parade, luoghi che possano avere ruolo di attrazione turistica, luoghi che siano sicuri anche per le famiglie in gita.
L' unico genere di struttura che può essere costruita a basso costo e di capienza ragionevole, (diciamo 5000 persone) è l' arena all' aperto, simil anfiteatro, e l' italia sarebbe piena di aree inutilizzate di modesto valore economico dove possano essere realizzate facilmente strutture del genere.
Se fra anche 5 anni disponessimo di queste strutture pubbliche, anche solo 50 siti, fra 10 anni al massimo il comparto rappresentato dalle sopracitate associazioni triplicherebbe gli addetti e decuplicherebbe il fatturato.
ASSOMUSICA avrebbe interesse a disporre di location di cui oggi non dispone, ed è l 'unica strada che gli permetterebbe di incrementare il numero degli spettacoli ed il fatturato.
DISMAMUSICA avrebbe bisogno di schiere di nuovi musicisti che oggi hanno 5 anni, e che potrebbero essere tentati dal diventarlo se solo avessero la possibilità, oggi, di vedere qualcosa con i loro occhietti che venga fuori da un palcoscenico vero.
APIAS avrebbe bisogno di costruire e vendere molti più prodotti di quelli che si vendono attualmente in Italia, con i cui proventi autofinanziarsi la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti, migliori di quelli attuali e di quelli della concorrenza.
Non ho dubbi che tutti questi obbiettivi sarebbero raggiunti facilmente, oltre agli enormi benefici culturali e sociali per noi ma sopratutto per i nostri figli.
Non si potranno calmierare le tensioni sociali a cui stiamo andando velocemente incontro con un campionato di calcio allargato alle società sportive delle etnie già presenti in Italia, ne si potranno attirare più turisti con la modesta offerta di intrattenimento attuale.
Pensiamoci tutti insieme e cerchiamo di fare qualcosa, se ci teniamo al nostro mestiere, l' Italia può farcela, ma deve volerlo e serve il contributo di tutti.
Marcello Croce
Ho anch'io qualcosa da dire, ma nei prossimi post...
F.C.