Il parere dei fonici di oggi...

Moderatore: Marcello Croce

Rispondi
Messaggio
Autore
F.Calabrese
Messaggi: 41590
Iscritto il: giovedì 23 settembre 2010, 16:18
Località: Roma
Contatta:

Il parere dei fonici di oggi...

#1 Messaggio da F.Calabrese » martedì 7 luglio 2015, 18:31

Vi segnalo questo interessantissimo Link: http://www.backstagenews.it/2015/07/07/ ... llartista/
di Gian Luca Cavallini e Lorenzo Ortolani

Per la buona riuscita di uno spettacolo è importante, anche da parte di artisti e loro accompagnatori, una certa attenzione ad alcuni fattori prettamente tecnici. Ecco, con un pizzico di ironia, una “letterina” buona per tutte le occasioni.

Caro Artista,
sono stato contattato per lavorare al tuo spettacolo.

Sarò il tuo orecchio: farò in modo che il pubblico ascolti bene. Come al solito, farò del mio meglio perché tutto si svolga nel migliore dei modi; partendo da questo presupposto, vorrei richiamare la tua attenzione su alcuni fattori, per lo più tecnici, in cui avrò bisogno della tua collaborazione. Ti scrivo queste cose prima che si cominci a lavorare insieme, pertanto ti prego di non offenderti se dirò cose in certi casi banali e ovvie; purtroppo tutto quanto riportato deriva da fatti realmente accaduti. Prendi la cosa con ironia ma senza sottovalutarla, discutine con i tuoi collaboratori abituali e sappi che il fine è assolutamente costruttivo, per la buona riuscita dell’evento.

Come saprai, tutte le richieste da fare alla produzione locale devono essere riassunte in un documento chiamato “rider di produzione” o “rider tecnico”. All’interno del rider si espongono le varie esigenze di produzione (cioè le tue): dai posti parcheggio per le auto alla frutta in camerino, passando per le esigenze tecniche. Approfondiremo qui la parte tecnica audio.

La scheda tecnica audio

La scheda tecnica audio è il documento che riassume le necessità tecniche; se hai un tecnico di fiducia, dai a lui il compito di redigerla. Deve esser scritto in forma chiara, sintetica, esaustiva, possibilmente divisa in tre parti e in doppia lingua IT-EN:

stage plot – disposizione sul palco, con chiara indicazione non solo della posizione di strumenti, musicisti, scenografie, ma anche di prese elettriche, monitor, eventuali pedane, supporti rialzati per ampli, regia di palco ecc.
channel list – tabella con elenco dei canali (pdf). Importante specificare le attrezzature personali (microfoni, preamp ecc.), almeno due/tre alternative per i microfoni, la necessità di DI o semplice linea XLR. Nel caso sia necessario, si può indicare il tipo di asta (long, short, clamp).
indicazioni generali – Caratteristiche del PA (impianto audio), del mixer, dei monitor, particolarità varie (batterista mancino, prese elettriche ecc.); indicazioni sul personale tecnico richiesto, orari, eventuale materiale aggiuntivo richiesto (backline, leggii, ecc.) e, importantissimo, contatti email e telefonici diretti del responsabile tecnico. Mi raccomando, verifica che non sia inviata una versione inadeguata, ad esempio del tour precedente, e sigla le pagine con numero progressivo (es: 1/3, 2/3, 3/3).
Le tue cose

Qualsiasi attrezzatura personale al seguito (strumenti, pedaliere, custodie, cavi ecc) dovrebbe essere opportunamente marcata con un’etichetta riportante il nome del proprietario e della produzione, soprattutto quando si partecipa ad un festival con molte esibizioni. Errare è umano, non vorrai mica dopo il concerto trovarti la chitarra nella custodia di un altro?

Pedalini sfusi sono sempre un problema su un palco, soprattutto se sono previste più esibizioni con band diverse. L’ideale ovviamente sarebbe una pedaliera ordinata e precablata, con un unico frustino fascettato che porta alimentazione e segnale. Questo non solo minimizza i tempi di setup, ma riduce grandemente le possibilità di errore durante un cambio palco. Meglio che nulla, sarebbe opportuno almeno usare una tavoletta moquettata dove fissare con il velcro i pedalini precablati… ma, per favore, non presentarti con una dozzina di pedalini buttati alla rinfusa nel vecchio trolley riciclato!

Porta almeno un cavo di ricambio per segnali, alimentazioni ecc… (non ci sarà mai tempo di acquistarlo, soprattutto la domenica pomeriggio nel paesino di montagna).

Batteristi o altri musicisti che vogliano usare cuffie personali, dovrebbero utilizzare modelli di buona qualità e bassa impedenza. Gli auricolari da telefonino potrebbero non avere volume sufficiente per garantire un buon ascolto su un palco e potrebbero cadervi mentre ballate. Importante anche la disponibilità di un adattatore (i sistemi IEM – In Ear Monitor hanno la spina mini jack, gli ampli cuffia di solito hanno jack standard). Sarebbe opportuno un sistema con calco personalizzato o quantomeno una clip per fissare il cavo ai capelli dietro l’orecchio, altrimenti rischi di passare metà del concerto a sistemarti l’auricolare!

Avrei portato una base…

Nel caso si debbano usare delle basi su CD (intro, playback, musica di sottofondo et simila) ricordarsi sempre di: inserire i brani nell’ordine corretto di esecuzione, marcare con nome artista e nome tracce sia CD che custodia, segnalare se si tratta di Playback Half o Full (voce dal vivo o base e voce in playback), utilizzare formati standard (CD audio, WAV, evitare MP3 o altri formati compressi). Evitare spazi bianchi ad inizio traccia e, nel caso si sia concordato il playback da chiavetta USB, nominare sempre in maniera chiara i file da utilizzare, magari con un numero progressivo (esempio: 01 intro, 02 Something, 03 Thiller ecc.). “Please, please, please” non consegnare in regia telefonini e/o lettori mp3 e, se proprio non se ne può fare a meno, togliere almeno il blocco della tastiera!

Aspetta che accordo la chitarra

Accordarsi sempre prima di salire su un palco, possibilmente dopo aver fatto assestare lo strumento per qualche decina di minuti alla temperatura ambiente. Nel caso si utilizzino strumenti preaccordati (pianoforti, organi ecc.) verificare sempre lo standard di riferimento (440, 442, 432 Hz o altro?). Attenzione agli organi Hammond, l’accordatura varia con la frequenza di rete; Enel fornisce regolarmente corrente alternata a 50 Hz, ma i generatori elettrici (frequenti nei palchi all’aperto) non sempre sono così precisi!

Usare sempre cavi di alimentazione dotati di terra, con collegamenti ben saldi. In particolare: non forzare MAI spine shuko (tedesche) su prese italiane (la Terra non fa contatto). Solo le apparecchiature a doppio isolamento sono esentate dal collegamento a terra, ma nel dubbio usa sempre un cavo dotato di terra. Mi raccomando, anche in presenza di ronzii e disturbi vari non prendere l’iniziativa di staccare la terra, segnalalo e chiedi l’intervento di un tecnico, una banale chitarra elettrica può diventare molto pericolosa e c’è il rischio di shock elettrico!

Henry Rollins è un artista molto noto, è musicista, attore, scrittore, attivista. Ha scritto due righe per i musicisti sul palco, copiate spesso, che è doveroso tradurre: Ascolta il direttore di palco e sali sul palco solo quando te lo dicono. Nessuno ha tempo per le tue stronzate da rockstar. Non importa a nessuno dei tecnici di backstage se sei David Bowie o il lattaio. Quando ti comporti come un coglione, sono completamente disinteressati dal tuo atteggiamento infantile che tu pensi sia giustificato dal tuo “essere artista”. Loro erano lì molte ore prima di te per costruire il palco, e saranno lì ore dopo che lo avrai lasciato per smontarlo. Loro dovrebbero avere il tuo stipendio, e tu dovresti avere il loro loro.
Henry Rollins è un artista molto noto, è musicista, attore, scrittore, attivista. Ha scritto due righe per i musicisti sul palco, copiate in molte venue, che è doveroso tradurre: “Ascolta il direttore di palco e sali sul palco solo quando te lo dicono. Nessuno ha tempo per le tue stronzate da rockstar. Non importa a nessuno dei tecnici di backstage se sei David Bowie o il lattaio. Quando ti comporti come un coglione, sono completamente disinteressati dal tuo atteggiamento infantile che tu pensi sia giustificato dal tuo “essere artista”. Loro erano lì molte ore prima di te per costruire il palco, e saranno lì ore dopo che lo avrai lasciato per smontarlo. Loro dovrebbero avere il tuo stipendio, e tu dovresti avere il loro loro.”
Dove mi metto?

Mai posizionare amplificatori da chitarra puntati verso i polpacci del chitarrista. Tutti gli altoparlanti emettono le alte frequenze in modo piuttosto direttivo – cioè frontalmente – il chitarrista stesso non avrebbe in questo modo percezione della reale brillantezza del suo suono e sarebbe quindi portato ad enfatizzare gli alti in maniera eccessiva. Se la location non è particolarmente grande (club, teatri) cerca anche di evitare di puntarli direttamente sul pubblico. Una soluzione è inclinare l’ampli verso l’alto (alcuni hanno dei bracci appositi), puntare gli amplificatori verso zone del palco non sensibili ma comunque dietro l’approvazione del tecnico responsabile di palco.

fender twin
Il Fender Twin Reverb è dotato di bracci per la posizione “monitor”. Nei sistemi Combo, è bene dotarsi di soluzioni simili o di posizionamenti rialzati. Se l’ampli è microfonato, meglio non rivolgerlo verso il pubblico, potrebbe essere fastidioso.
Musicisti che si portano sistemi radio personali dovrebbero sempre concordarne l’utilizzo con il responsabile tecnico della location, per evitare accavallamenti di frequenze con eventuali sistemi radio già in uso (radiomicrofoni e IEM usati da presentatori o musicisti di altri gruppi). Sistemi senza diversity (con una sola antenna) possono funzionare decentemente in sala prove, ma non danno sufficienti garanzie su un palco vero.

Se conoscete le frequenze del vostro sistema senza fili, scrivetele nella scheda tecnica.

Evitare di salire sul palco prima dell’orario concordato per il soundcheck, almeno senza aver chiesto il permesso allo stage manager. Durante le prove, offrire la massima collaborazione ai fonici, suonando solo gli strumenti richiesti e, per quanto possibile, con la giusta dinamica. Il soundcheck è uno dei momenti più delicati e serve a farti sentire a tuo agio durante l’esibizione, quindi suona come suoneresti con un pubblico e ricorda sempre che il palco non è una sala prove!

Parlo nel microfono e sento dal monitor. Serve altro?

I microfoni non andrebbero impugnati per la palla (la griglia). Certo, lo spettacolo ha le sue esigenze ed è difficile cambiare cattive abitudini ormai acquisite… però è importante sapere che l’occlusione delle feritoie laterali cambia le caratteristiche direttive del microfono, peggiorandone le prestazioni e aumentando i rischi di feedback (fischi, effetto larsen).

Per provare i microfoni evitare di: battere con la mano sulla capsula, soffiarci dentro, sbracciare o urlare monosillabi come scimmie (ooh ooh! Ah si, è acceso…). Un metodo efficace ed elegante è un semplice schiocco di lingua (naturalmente, con il microfono vicino alla bocca e non allo sterno!).

Mai appoggiare giacche o altri oggetti sopra i monitor: le alte frequenze ne risulterebbero fortemente attenuate; evita anche di appoggiare vicino ai monitor strumenti con microfoni a clip (fisarmonica, tromba ecc).

Quando non si lavora con il proprio staff tecnico, è sempre utile mettersi d’accordo sul tipo di comunicazione da adottare, soprattutto riguardo il monitoraggio (pollice in su… significa “alza” o “ok”?). Assicurarsi che il campo visivo con il fonico di palco sia libero (e non ostruito da quinte, strumenti, scenografie ecc.). Se non se ne può fare a meno, meglio una richiesta gentile e simpatica attraverso il microfono tra un brano e l’altro piuttosto che una serie di gesti nervosi e poco chiari, che possono portare a fraintendimenti e peggiorare la situazione!

È bene avere sempre lo sguardo libero verso il fonico di palco. In questo caso, tutta la band (Elio e le storie tese) vede con chiarezza il fonico di palco (Gianluca Cavallini)
È bene avere sempre lo sguardo libero verso il fonico di palco. In questo caso, tutta la band (Elio e le storie tese) vede con chiarezza il fonico di palco (Gianluca Cavallini)
Tutti i musicisti che necessitano di cambiare strumento durante lo spettacolo dovrebbero dotarsi di switch on/off a pedale o, quantomeno, di jack silent plug, in modo da evitare fastidiosi rumori. Certo, i fonici dovrebbero accendere/spegnere i canali all’occorrenza, ma potrebbero essere distratti da altre incombenze o non avere una buona visibilità del palco, o non essere a conoscenza del cambio strumento…

Controllare sempre le batterie dell’equipaggiamento personale (chitarre acustiche, sistemi radio, pedalini ecc.), per la legge di Murphy abbandonano sempre sul più bello! E attenzione alle batterie ricaricabili, possono funzionare bene ma… le hai caricate correttamente? Quanti cicli di ricarica hanno già fatto?

Portarsi sempre dietro accessori e ricambi per il proprio strumento: chiave per accordare la batteria, bacchette, corde di ricambio, cinghia, batterie, leggii, mollette per il vento ecc (sempre per la legge di Murphy, se li hai non ti servono, ma se non li hai…)



Soundcheck

Cosa vuoi sentire dal monitor puoi saperlo solo tu, ma alcuni musicisti ci insegnano regole d’oro. Nel jazz, come nella classica, i musicisti si posizionano per avere la migliore resa “acustica” sul palco, prima ancora di usare i monitor. Se i monitor non serviranno, tanto vale non usarli o usarli al minimo. Non è sbagliato usare la stessa tecnica anche per il pop o l’heavy metal. Alzare troppo il volume dei monitor o dell’IEM è pericoloso per l’udito, quindi è bene trovare una soluzione di volume che sia confortevole e non forzata. Spesso basta abbassare il volume di uno o più strumenti, invece di far alzare il proprio.

Molti musicisti usano il trucco “ora suono piano e il fonico fa i livelli, così dopo mi sentirò a maggior volume”. I fonici fanno numerose regolazioni, dal livello di ingresso all’equalizzazione fino al controllo delle dinamiche. Se cambia la dinamica tra soundcheck e concerto, gran parte del lavoro fatto in precedenza sarà stato inutile e andrà rifatto durante il concerto. La regola, in gergo, è: “pestare come se ci fosse il pubblico”.





Ti lascio la telecamera sopra al mixer!

Avvisare sempre con il dovuto anticipo la necessità di effettuare registrazioni audio/video, in modo che si possa provvedere a predisporre tutto quanto serve. Anche nel caso abbiate incaricato una o più persone con autonomia di materiali, avranno comunque bisogno di spazio, corrente, segnali audio ecc. A proposito: istruisci amici fotografi e videomaker a non spostare nessun materiale tecnico per le proprie esigenze (proiettori, aste, casse audio) e a non attaccarsi alla prima presa elettrica disponibile, per la sicurezza anche delle sue apparecchiature. Sui palchi ci possono essere prese dimmerate o prese a 110 volt.

Stasera suoniamo a braccio

Copioni e scalette della serata andrebbero fatte con criterio e, nei casi più complicati, specificatamente per i vari reparti tecnici. Limitare le informazioni inutili e adottare un’impaginazione chiara e leggibile, lasciando spazio per eventuali note aggiunte a mano. In particolare, cerca di usare vari tipi di caratteri in maniera coerente (grassetto per titolo del brano, colorato o sottolineato per azioni tecniche, corsivo per parti cantate ecc…).

Yamaha MMS-1: è uno scherzo, ma sarebbe uno strumento desiderato da ogni fonico/produttore/arrangiatore
Yamaha MMS-1: è uno scherzo, ma sarebbe idealmente lo strumento desiderato da ogni fonico/produttore/arrangiatore

Applausi!

Se si deve suonare in un festival è importante snellire, per quanto possibile, le attrezzature e i cambi strumento. Non andare nel panico se qualcosa non va ma farlo presente, senza scomporsi, al tecnico. Il problema tecnico, se affrontato con il sorriso, è perdonato dal pubblico. Anche se la gentilezza è sempre gradita, sopra e sotto il palco; la collaborazione, anche in caso di attriti, è invece fondamentale per godersi pienamente l’applauso a fine brano.

Anche la luce serve al tuo suono
Concordare sempre con il datore luci esigenze e posizioni dei puntamenti, in modo da non trovarsi in ombra in un momento importante (assolo, ringraziamenti ecc). Una prova veloce pima dello spettacolo eviterà problematiche comuni (impossibilità di leggere gli spartiti, luce negli occhi troppo forte ecc.). Durante lo spettacolo può essere difficile rimediare e solo gli attori e artisti d’esperienza sanno cercare la luce.

Marcello Croce
Messaggi: 662
Iscritto il: sabato 23 ottobre 2010, 1:32

Re: Il parere dei fonici di oggi...

#2 Messaggio da Marcello Croce » mercoledì 15 luglio 2015, 1:08

E' tutto terribilmente vero, e Gian Luca e Lorenzo hanno illustrato ottimamente una buona parte di quelle che sono le problematiche più frequenti che capita di incontrare, e neppure con band da centro sociale.

Ce ne sarebbero, per la verità, molte, moltissime altre, sia nello stesso tipo di contesto, cioè musicale rock'n'roll, cui il grosso di queste questioni riferisce, sia al variare del contesto, anche al variare del semplice genere musicale, dove le problematiche cambiano e si moltiplicano n volte quando si va verso territori inusuali ed inconsueti come la world music, con la sua enorme vastità di formazioni, strumenti e repertorio, oppure verso il jazz (ce ne sono molti tipi assai diversi), oppure la musica antica, la lirica, la classica, il teatro, ahahah, davvero un panorama sconfinato, che solo anni ed anni di esperienza permettono di valutare in forma compiuta e completa.
Poi c'è il POP con tutto quello che rappresenta, ma almeno li le cose sono più definite, date le risorse economiche disponbili e la cura nella produzione, date le esigenze del tutto inalienabili.

Queste sono davvero delle cose basilari ed essenziali, che neppure entrano in aspetti che hanno diretta conseguenza sul suono che si ascolta, ma sono fondamentali per il "quieto vivere" e per la opportuna riuscita della prestazione artistica, prima ancora di affrontare qualsiasi aspetto che abbia a che vedere con qualche nuance di tipo sonoro.

Ma al contempo costituiscono giustamente il necessario preludio affinché il tecnico possa davvero dedicarsi a queste ultime, nell' interesso stesso dell' Artista in primis, e nell' interesse stesso del tecnico in secundis, che vuole fare il suo lavoro nelle migliori condizioni possibili.

Condizione che purtoppo, non obbligatoriamente accadono, ne sono garantite da alcun contratto pper default, perchè l' ovvio non lo controlla nessuno.

In quest' ottica va compreso il senso della lettera.

Marcello Croce
"Se il suono scadente fosse fatale, l' audio sarebbe la prima causa di morte". Don Davis

Michele
Messaggi: 5491
Iscritto il: sabato 16 ottobre 2010, 20:36
Località: ROMA

Re: Il parere dei fonici di oggi...

#3 Messaggio da Michele » mercoledì 15 luglio 2015, 10:13

Domanda cretina.
L'artista dove impara queste cose? Sono nozioni che si acquisiscono solo in modo empirico con l'esperienza? Ci sono artisti che invece hanno una buona conoscenza delle problematiche e fanno richieste molto precise ai fonici?

Saluti
Michele

F.Calabrese
Messaggi: 41590
Iscritto il: giovedì 23 settembre 2010, 16:18
Località: Roma
Contatta:

Re: Il parere dei fonici di oggi...

#4 Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 15 luglio 2015, 11:01

Michele ha scritto:Domanda cretina.
L'artista dove impara queste cose? Sono nozioni che si acquisiscono solo in modo empirico con l'esperienza? Ci sono artisti che invece hanno una buona conoscenza delle problematiche e fanno richieste molto precise ai fonici?

Saluti
Michele
L'artista apprende dell'esistenza di problemi come quelli citati dai fonici che frequenta, anche in Studio, quando registra.

E poi ogni spettacolo viene lungamente provato, magari in un grande capannone, prima della partenza.

Saluti
F.C.

Rispondi