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F.Calabrese
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#1 Messaggio da F.Calabrese » martedì 17 maggio 2011, 16:24

A distanza di un paio di anni, vi quoto quello che a suo tempo scrissi sul maggiore Forum di Audio Professionale, e che uno dei moderatori separò, crendo un thread intitolato "Convegno - di Fabrizio Calabrese".
Come premessa, per capire, tenete presente che io ero intervenuto in un thread in cui ci si lamentava delle paghe da fame dei tecnici audio: 70 Euro al giorno, comprensivi del necessario facchinaggio dei diffusori ed ampli...!
Fabrizio Calabrese ha scritto: lun 29 dic 2008, 1:23
Confesso che fa una certa impressione leggere quello che tutti abbiamo letto, qui sopra...!

Cifre di quel genere sarebbero giustificate a fatica nel solo ed unico caso in cui vi fosse una contropartita culturale, di esperienza e conoscenza acquisita... Ma come si fa a pensarlo, con le configurazioni impiegate oggi...?

Il discorso è lungo, e mi riprometto di proporlo nel modo che ritengo più opportuno, cioè "alla rovescia".

Tante volte ed in tanti ci siamo accalorati per non far cadere immeritatamente in basso il nostro ambito lavorativo, abbiamo scritto e parlato... a vuoto !

Ora proviamo insieme a spiegare quello che è accaduto, osservandolo dalla prospettiva opposta, che è però quella che ci consente di capire meglio...

Proviamo dunque ad immaginare insieme il migliore percorso che potrebbe portare al massimo livello di degrado nel nostro campo di lavoro...

Anzi... proviamo ad immaginare il percorso che si sarebbe potuto già percorrere, negli anni addietro, per ottenere i PEGGIORI RISULTATI SIA TECNICI CHE ECONOMICI CHE SI POTESSERO IMMAGINARE...

E confrontiamolo con quanto è accaduto realmente...

Per ora Cordiali Saluti
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#2 Messaggio da F.Calabrese » martedì 17 maggio 2011, 16:25

Fabrizio Calabrese ha scritto:lun 29 dic 2008, 16:01
Ogni volta che si parla di fenomeni econonomici si cade spesso nella eccessiva semplificazione...

Si dice: "dovrebbe essere così... oppure..." e magari la reale prospettiva è completamente diversa.

In questi casi è più facile partire dal risultato, che è noto con precisione, e risalire indietro fino a trovare quale evento è più probabile che lo abbia causato.

Abbiamo visto come i compensi per i tecnici audio siano talmente bassi, nella realtà pratica, da far concorrenza a quelli di un manovale in cantiere (con il massimo rispetto per entrambi). Questa è la realtà, inutile negarlo, anche se fortunate eccezioni possono aprire squarci di ottimismo, purtroppo di breve durata.

Ebbene, a mio modesto parere, l'EVENTO che ha in qualche modo cambiato la storia del P.A., non solo in Italia, è stata la diffusione dei sistemi "compatti", cioè quegli impianti audio i cui diffusori alloggiavano in una stessa scocca sia i bassi che i medi e gli alti, mentre un "processore" si incaricava di fare da crossover, equalizzatore e compressore.

Prima di allora i diversi Service utilizzavano impianti progettati su specifiche, più o meno bene, ma con la concreta possibilità di eccellenti prestazioni (ricordatevi che si sonorizzava uno stadio con meno di 20 KWatt...).

Dall'introduzione dei sistemi "compatti" (prima) a quella dei "Line Array" (diversi anni dopo), il risultato "eccellente" è stato reso impossibile dai limiti fisici della configurazione. Questo lo sapevano perfettamente sia i commerciali, sia gli artisti, cioè le due categorie che ne hanno tratto il maggiore beneficio economico. Se infatti il limite qualitativo è fissato dall'impianto, e se tutti gli impianti sono simili, allora nessuna competenza tecnica da parte degli operatori merita di essere pagata un centesimo in più del costo di movimentazione (specie se vi provvedono gli stessi...).

Se vi fosse stata una minima coesione ed altrettanta lucidità, la categoria dei tecnici audio avrebbe dovuto insorgere, limitando la diffusione dei sistemi "compatti" e "Line Array" alle sole implementazioni economiche, in modo di porre gli artisti nella condizione di poter scegliere tra due alternative: basso costo e bassa qualità, oppure costi appena superiori ma qualità estrema e ripetibile. Evidentemente non è andata così.

Il discorso potrebbe, e dovrebbe, essere approfondito: nulla di meglio che in queste pagine !

Per ora cordialissimi saluti
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#3 Messaggio da F.Calabrese » martedì 17 maggio 2011, 16:26

Fabrizio Calabrese ha scritto: lun 29 dic 2008, 22:41
Il fatto di lavorare con esperti di chiara fama è stato per tanti anni -e giustificatamente- il titolo maggiormente qualificante, ma questo ha avuto un senso fino a che l'esperto ha potuto dispiegare soluzioni efficaci, innovative o comunque "intelligenti".

Ora proviamo ad immaginare il caso di due Service, di cui il primo utilizza solo diffusori amplificati (p.es. JBL EON e simili) di media levatura,per eventi piccoli e medi, mentre l'altro ha un sistema Line Array, anch'esso con diffusori attivi, ed opera in spazi più vasti. In entrambi i casi il "tecnico" dovrà collegare i diffusori alla rete ed al mixer, per cui la competenza richiesta sarà esattamente la stessa... per la cronaca, non molto diversa dalla competenza di qualsiasi appassionato di musica Rock-Pop, specie di quelli che suonano strumenti amplificati. Alla sospensione del Line Array provvederà un "rigger", cioé un esperto di tutt'altro ramo.

Siete arrivati anche voi alla conclusione che, con certe configurazioni d'impianto non vale la pena di interpellare un tecnico più esperto ? . Ecco... molti diranno che non è affatto così... e certo -tra esperti- non è difficile trovare decine di buoni motivi per preferire un tecnico più navigato... Il problema è che questi motivi li conosce chi è esperto, e non certo il cliente !

Quanto poi al "cliente": provate per un attimo a mettervi nei suoi panni... Provate a trovare un buon motivo per accettare un preventivo maggiore, quando per anni ed anni vi si è ripetuto fino alla noia che il costo era determinato dalla qualità dei materiali e degli impianti... che dovevano essere ammortizzati... Bene... e se ora ci sono da ammortizzare solo diffusori in plastica Made in China, che costano 100 Euro... quanto volete chiedere per "ammortizzarli" e per collegarvi due cavi ?

Diagnosticato il problema, vorremmo tutti passare alle possibili soluzioni: occore però indagare prima se ve ne sono e se siano praticabili in tempo, mentre cioè la nave affonda !

Preoccupati saluti
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#4 Messaggio da F.Calabrese » martedì 17 maggio 2011, 16:28

Keepsound ha scritto:keepsound ha scritto:
...Ma cosa c'entra il tipo di impianto che ha il service con la paga al tecnico/fonico che sia????
E' come dire che se una impresa edile ha anche una gru allora deve pagare di piu' i suoi operai!
Ed e' anche come dire che visto che deve ammortizzare solo 100 euro di impianto tanto vale pagare 20 euro il suo tecnico.
Ma dico, stiamo scherzando???????? Allora a rigor di logica dovrebbe essere tutto al contrario: visto che devo ammortizzare poco il PA allora ti do' un po' di soldi in piu'!!!!...
Fabrizio Calabrese ha scritto:mer 31 dic 2008, 3:03
Mi raccomando... non attribuite a me le nefandezze altrui...!

Però il tipo di impianto c'entra, e come !

Partiamo da una premessa: all'incirca alla metà degli anni '80 i grandi Service hanno smesso di pensare al materiale come una semplice passività inevitabile, ma hanno conteggiato nella tariffa di noleggio il "valore del P.A.". A parità di prestazioni, un impianto "griffato" e quindi costoso, meritava una tariffa più alta, che peraltro lo rendeva ammortizzabile nello stesso tempo in cui si ammortizzava l'impianto migliore, ma più economico. Naturalmente chi pagava era l'artista, ma dinanzi al rischio (concreto... davvero concreto...!) di fare figuracce col pubblico...meglio spendere qualcosa in più.

Una volta partito, questo meccanismo è divenuto inarrestabile: ma è mai possibile che nessuno di voi si sia accorto che esistono "prodotti" (p.es. i crossover elettronici) che sono commercializzati in versioni che costano dai 200 agli 8000 Euro, con prestazioni del tutto identiche ? Ovvio che la logica d'impiego sia diversa, per cui l'installatore che lavora a percentuale preferirà il modello più costoso, mentre il progettista che persegue un obiettivo tecnico potrà scegliere diversamente.

Tutto questo castello di carte crolla con l'avvento delle produzioni cinesi: ricordo bene di un pre microfonico venduto a 170 Euro (+IVA) al professionista quando era marcato USA, salvo poi diventare disponibile a 70 Euro (IVA compresa) in negozio, cioè al pubblico,con la sua vera provenienza, cinese... Solo un esempio, naturalmente. A questo aggiungiamo il calo di costi normale quando si passa alle tecnologie digitali...

Molti di quelli che si lamentano delle retribuzioni dovrebbero rispolverare le pagine di Marx sul "plusvalore"...

Se un tecnico preparato riesce a sonorizzare uno stadio con 20.000 Watt, il suo plusvalore è esattamente pari alla differenza di costo (cioè di ammortamento...) rispetto al caso del tecnico meno preparato ma più "alla moda", che per lo stesso concerto avrà bisogno di un impianto da due milioni di Euro, rigorosamente Line Array...

Non riesco a dimenticare la frase che mi disse un mio ex socio, quando divenne organizzatore di concerti: "Sai, Fabrizio, a me costa meno noleggiare impianto e tecnici, di quanto costi il trasporto ed il facchinaggio del mio impianto, dal magazzino a qui...". Ebbene quella stessa frase me l'ha ripetuta, dieci anni dopo, uno degli organizzatori di una delle manifestazioni più popolari dell'Estate Romana...: "Il Service costa meno del trasporto e della movimentazione...".

Questo è il vero problema... un serissimo problema !

Cordiali Saluti
Fabrizio Calabrese
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Re: ZioForum

#5 Messaggio da F.Calabrese » martedì 17 maggio 2011, 16:30

Keepsound ha scritto:... pero' continuo a non capire cosa c'entri il plusvalore di un PA con il plusvalore di un tecnico....
Fabrizio Calabrese ha scritto:gio 1 gen 2009, 16:35
Tento di spiegare seguendo un percorso logico e citando un esempio.

Chiunque organizzi un evento musicale considera l'impianto audio come una voce di spesa, alla quale si affiancano e si uniscono, necessariamente, quella relativa ai compensi per i tecnici e quella relativa ai costi di movimentazione, di sospensione, delle strutture di sostegno, ecc.

La normale logica e la presenza di soggetti in concorrenza sullo stesso mercato conducono entrambe a preferire senz'altro la soluzione di COSTO COMPLESSIVO MINORE, ovviamente salvaguardati i requisiti minimi di qualità (per evitare le proteste del pubblico e la sua successiva disaffezione) e quelli di sicurezza e rispetto delle normative.

Ora prendiamo un esempio concreto, che forse non conoscete.

Il tour Baglioni del 1992 poteva avvalersi, in anteprima mondiale, di un impianto basato sull'impiego di grandi paraboloidi (molto prima di Meyer...) e di bassi direttivi (idem...). La direttività di questo impianto avrebbe permesso di lasciarlo in terra, in gran parte nascosto sotto gli spigoli del palco centrale, sospendendo solo i grandi e leggerissimi pannelli riflettenti in policarbonato (meno di 2 Kg per metro quadro...).

Se immaginate di porre una lampada a terra e di puntarla verso uno specchio sospeso a 7-8 metri di quota, allora il suo fascio luminoso verrà riflesso verso l'area dove è puntato... Ma attenzione, il pubblico in quell'area vedrà una "lampada" distante non 7-8 metri, ma il doppio, cioè come se fosse sospesa ad un'altezza circa doppia...(dalla quale si opera meglio)!!! Idem per il suono, da qualche centinaio di Hz in sù. I bassi direttivi potevano anche loro restare a terra, visto che la loro energia si addiziona a distanza, cioè senza torturare gli spettatori più vicini (o rientrare nei microfoni, come il sub attuali...).

Un impianto come questo ha suonato nell'Aula Paolo VI (6000 posti) con meno di 2 KWatt, parecchi anni fa, oppure quest'estate, all'aperto, con 121 dB di picco a 12 metri ma con due soli ampli a valvole, uno da 35+35 W ed uno da 11+11 Watt (e 280 + 280 Watt di Sub...). In un Palasport non occorre coprire distanze superiori a 40-50 metri, per cui fate voi i conti, considerando che per ogni raddoppio di distanza occorrono 6 dB di potenza in più (= 4 volte).

Il citato tour del 1992 comportò la delirante necessità di sospendere persino undici tonnellate di finali di potenza (poichè il "tecnico" non sapeva nemmeno dell'esistenza degli autotrasformatori...) e, purtroppo, finì tragicamente, con un crollo costato una vita. QUESTA FU LA RAGIONE PER CUI NON NE HO MAI PARLATO PRIMA DI OGGI !

In termini di brutali costi proviamo però a conteggiare: riggers, certificazioni, scelta di spazi adatti, trasporto di tonnellate di diffusori ed amplificatori non proprio regalati, e poi, per le date all'aperto (di altri tour simili) QUELLE ORRENDE STRUTTURE IN TUBI DI FERRO... che ormai rendono abbastanza inutili gli sforzi di scenografi e tecnici luci.... Ma sì, continuiamo a farci del male !

Ed infine, l'ultimo ma proprio l'ultimo parametro: la qualità del suono... Ma quando vi stancherete (sia voi che il pubblico) di andare a concerto per sentire il solito brodo (di riverbero), con verdure varie (leggi: "feedback e comb filtering")...!

Naturalmente l'esempio sarebbe stato seguito da altri artisti, da 16 anni in poi... Ora fate voi i conti di quale fiumana di soldi il "tecnico del suono" ha dirottato su rigging, impalcature e trasporti, invece di presentare all'artista un piccolo conteggio con la voce: "progetto impianto P.A.", che si sarebbe ammortizzata già risparmiando i teloni drappeggiati (senza alcuna utilità) alla primissima data...!

Mi raccomando: nessuna polemica, ma solo la dolente constatazione del fatto che altre categorie professionali riescono ad attuare un minimo non dico di tutela, ma almeno di protezione, anzi direi di "non mortificazione" della propria eventuale professionalità. Nell'audio PRO non se ne parla nemmeno.

Questo è solo un esempio !

Cordialissimi Saluti
Fabrizio Calabrese
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Re: ZioForum

#6 Messaggio da F.Calabrese » martedì 17 maggio 2011, 16:32

Keepsound ha scritto:Caro Fabrizio,
mi sa tanto che stai sbagliando a rispondere ai post: questo e' il thread sulla paga dei tecnici audio.
Fabrizio Calabrese ha scritto:ven 2 gen 2009, 12:55
E' sicuramente possibile che l'indirizzo sia in parte sbagliato, ma il problema dei compensi troppo bassi per tutte le figure professionali dell'Audio Pro esiste e va affrontato, a mio modesto parere, non tanto e non solo lamentandosi o scandalizzandosi, quanto individuando i meccanismi che hanno portato alle quotazioni di oggi (problemi che spesso facciamo finta di ignorare).

Una volta comprese le radici del problema si potrà pensare di proporre soluzioni...

Questo, naturalmente, se al problema si vuol veramente porre rimedio...

E' anche possibile che possa andar bene così !

Mi verrebbe in mente di fare un paragone con la constatazione che nel settore Inquinamento Acustico tutti i tecnici più esperti hanno abbandonato le insonorizzazioni o comunque le consulenze per i "disturbatori", preferendo il maggior carico di lavoro ed il ritorno economico assai più sicuro che si ha lavorando per conto dei "disturbati"... Con i risultati che vi potete immaginare.

Resto dell'opinione che la "mancanza di pensiero" su qualsiasi aspetto della propria ed altrui vita non sia affatto una conquista dell'era della TV commerciale e dei cellulari all'impazzata... "Ma sì... continuiamo a farci del male...!"

Cordialissimi Saluti
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#7 Messaggio da F.Calabrese » martedì 17 maggio 2011, 16:34

Keepsound/Minardi ha scritto:La morte a cui ti riferisci c'entra veramente poco con quello che dici:

http://archiviostorico.corriere.it/1992 ... 1756.shtml
http://archiviostorico.corriere.it/1992 ... 3320.shtml

Eviterei di citare, direi anche "ad effetto", questo tipo di eventi per difendere le proprie idee, giuste o sbagliate che siano.
Fabrizio Calabrese ha scritto:ven 2 gen 2009, 17:26
Grazie per la segnalazione: la versione raccontatami era alquanto differente, ma non tanto lontana.

Il fatto che abbia taciuto per 16 anni dovrebbe essermi riconosciuto a merito, in un ambiente professionale, come il nostro, in cui ogni minimo errore viene sempre cavalcato per subentrare allo sfortunato concorrente.

Baglioni può confermare che, una volta visto l'elenco degli impianti in concorso, io uscii dalla porta di casa di D. Zard, incrociandolo proprio sulla porta, assolutamente sorridente e senza fare commenti, nemmeno facendomi retribuire alcunchè...

Qui non è tanto questione di difendere idee, ma di fare un bilancio: di tutto il fiume di soldi speso per acquistare scatole di legno Made un USA con trasduttori Ciare o B&C, forse oggi qualcuno rimpiange qualcosa... Personalmente non molto, anche se inevitabilmente associo il ricordo di quel periodo a tanti momenti belli, da ventenne o poco più che ero, quando iniziai.

Il vero motivo per cui ho deciso (con grande ritardo) di mettere a punto un mio Sito e di ritornare a dibattere non più solo tra "esperti" (AES/ATIC ecc.), è che ho un piccolo Auditorium da 700 posti, che è possibile possa essere riattivato.
Sarebbe un'occasione per riaprire un dibattito quasi oscurato, cioé quello sulle vere frontiere della riproduzione audio, che è, in fondo, il lavoro di tutti noi, in un modo o nell'altro.

In un momento di crisi generale non ci sono interessi commerciali soverchianti... e forse si può ritornare a considerare ogni cosa nelle sue normali proporzioni. (vedi lo spunto scaturito dalla foto del vecchio impianto nel PalaEur...).

Mi farebbe piacere parlare di persona con qualcuno dei "capi" di Zio Giorgio sulle prospettive che tanti potenzialmente ignorano, e che invece potrebbero rimettere in movimento tutto questo piccolo mondo: se ne potrebbe fare qualcosa, per esempio un piccolo Convegno...

Cordialissimi Saluti
Fabrizio Calabrese
Naturalmente la cosa è finita lì.

La crisi nel mondo dell'Audio Pro si è -ovviamente- aggravata, nonostante la stagione 2010 abbia visto un vero e proprio "boom" nel settore dei concerti dal vivo. Chi ci lavora non ne ha beneficiato che delle briciole.

Saluti
F.C.

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Re: ZioForum

#8 Messaggio da SuperFunk » giovedì 30 giugno 2011, 14:36

Mi permetto di formulare una ipotesi: in che misura la "industrial music" ha bisogno di qualità audio? e in che misura ne hanno bisogno i loro fruitori e/o il target a cui si rivolge?
Per "industrial music" mi riferisco ad un comunissimo (leggi volgarissimo) bene di consumo, paragonabile ad un paio di scarpe o ad una lettiera per gatti... non sto necessariamente parlando di "arte".
Non penso che alla mia vicina di casa importi qualcosa di qualità audio durante un concerto di Fabri Fibra o dell'ultimo vincitore di X Factor, chiunque esso sia.
Probabilmente il problema parte dal fatto che la musica non è più un prodotto per appassionati, o meglio, non si rivolge più principalmente all'appassionato. E già il definirla "prodotto" mi fa rabbrividire.
I soldi girano intorno all' industrial music, non alla Musica... Chic Corea suona al Blue Note, la Pausini riempie gli stadi..
Che fine hanno fatto i grossi concerti metal??? Che senso ha il festival di San Remo? La Musica non abita in Italia, questo è il vero problema, e la cosa triste è che nemmeno all'estero se la passano bene (ma certamente meglio)
Francesco
You can walk a mile on my shoes, but you can't dance a step on my feet

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Re: ZioForum

#9 Messaggio da F.Calabrese » lunedì 18 luglio 2011, 1:19

SuperFunk ha scritto:Mi permetto di formulare una ipotesi:...
...
...La Musica non abita in Italia, questo è il vero problema, e la cosa triste è che nemmeno all'estero se la passano bene (ma certamente meglio)
Hai ragione, ma la questione è appena più complessa...

Diciamo che 30-40 anni fa la sonorizzazione di uno stadio per un concerto Rock era cosa da veri esperti, nel senso che un non-esperto avrebbe incontrato difficoltà insormontabili già solo nel contenere il ronzìo di tutte le linee...

Quindi gli organizzatori degli eventi dovevano fare attenzione a chi rivolgersi, pena la possibilità di veder anche saltare l'evento, per guasti o proteste del pubblico.

Da metà ani '80, con i sistemi compatti, si è limitata l'area di manovra per i competenti e nel frattempo si è creato spazio per "tecnici" a basso costo...

Il resto è cronaca... E per fortuna che la produzione in Cina ha abbassato il costo degli ampli, per cui si può largheggiare con le potenze e tentare di compensare le corbellerie progettuali...

Saluti
F.C.

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