iano ha scritto:...
Se però a te il suono dei cavi non ti interessa allora metti resistenze e reti di Zobel e quant'altro a piacere.
E dunque?
Il suono dei cavi non è un problema che ti interessi.Punto.
Io capisco perfettamente il tuo atteggiamento.
Con lo stesso spirito io non ascolterò mai una pietra o un legnetto,di Scardamaglia,con tutta la stima e simpatia che gli porto
Non è neanche proibito ascoltare con un manuale di elettronica invece che con le orecchie.
Non è una battuta...
In questa proposizione c'è un duplice errore, dovuto a confusione...
Vediamo di risolverlo...
Il primo errore sta nel parlare di "suono dei cavi", quando è assolutamente certo che un cavo NON PUO' AVERE UN SUO SUONO. Quel che eventualmente si ascolta è l'effetto dell'interazione tra un certo cavo e le elettroniche (mal progettate) che con esso si collegano... (perché quando le elettroniche sono ben progettate... potete cambiar cavo quanto volete, ma il suono resterà sempre assolutamente lo stesso... Questo è infatti il miglior modo per testare la serietà e la competenza dei progettisti di elettroniche...!!!).
Quel che affermo è facilmente dimostrabile... perché qualsiasi cavo può essere rappresentato in termini di parametri discreti (lumped elements:
http://en.wikipedia.org/wiki/Lumped_element_model ) oppure in forma di parametri distribuiti (
http://en.wikipedia.org/wiki/Distributed_element_model ). Il secondo caso è valido quando le lunghezze d'onda che attraversano il cavo sono comparabili con la lunghezza dello stesso, e questo NON è di certo il caso delle frequenze audio, che, alla velocità della luce o poco meno in cui si propagano nei conduttori, sono lunghe decine di chilometri. Non resta dunque che esaminare il modello a parametri discreti.
Ora accade che qualsiasi elemento a parametri discreti abbia caratteristiche che variano in funzione della lunghezza del conduttore (a differenza che nelle Linee di Trasmissione...).
Dunque se i cavi avessero un "suono", questo cambierebbe in funzione della lunghezza e sarebbe più accentuato e quindi riconoscibile negli spezzoni più lunghi, il che non si è mai udito, in pratica...
Il secondo errore -grave- è quello di pensare che a me la materia "cavi" non interessi... perché io sono tra i pochissimi progettisti di Impianti Pro ad aver incorporato fin nei primi suoi progetti la resistenza dei lunghi collegamenti tipici, anche e soprattutto nei Monitor da Palco, che ho progettato in tempi in cui per quegli oggetti si spendeva sul serio... Non solo, ma io sono tra i pochissimi ad avere esperienza progettuale e concreta in materia di collegamenti con autotrasformatori...
Caro Iano... voi "cavofili" o "cavari" o come si dice, non vi accorgete che i peggiori testimonial sulla reale serietà della "questione cavi" siete proprio voi, quando vi rifiutate di prendere atto che le spiegazioni a quel che asserite di udire esistono e sono tutte facilmente verificabili... In ordine:
1)- La componente suggestiva è facilissimo accertarla, basta organizzare una seduta d'ascolto sperimentale suddivisa in due parti. La cosa si spiega meglio ipotizzando che la prova sia fatta su cavi di potenza, da ampli a diffusori, ma nulla vieta di fare lo stesso con quelli di segnale.
Durante la prima parte si comparerà il suono di una piattina da 2 millimetri quadri con il suono di un cavo realizzato avvolgendo un costoso e "pitonesco" rivestimento ad un'altra piattina, questa volta da un millimetro o anche poco meno.
La gran parte degli appassionati tenderà a preferire il suono di questo secondo cavo, se la suggestione avrà peso nella scelta.
A questo punto si passerà alla
seconda parte dell'esperimento, ripetendo gli ascolti a confronto, ma questa volta sostituendo la "piattina pitonata" con una piattina della stessa sezione e consistenza di quella precedentemente "incartata" nel suo apparentemente costoso e pretenzioso rivestimento. Se la suggestione ha un peso, il risultato del confronto risulterà invertito, nel senso che la massima parte degli appassionati preferirà il suono della piattina da 2 mmq., rispetto a quello della piattina "nuda" e di sezione inferiore... Dunque avremo un risultato inverso per lo stesso confronto tra gli stessi cavi, ma con quello "peggiore" rivestito in modo di imitare un prodotto sofisticato e costoso.
2)- La componente del "suono dei cavi" causata dalle autoscillazioni è la più facile da individuare: basta un normalissimo oscilloscopio ed un generatore di onde quadre (o un CD con delle onde quadre incise). In caso di oscillazione, anche accennata, si vedrà benissimo il fronte di salita della quadra (o quello di discesa) alterati dalla sovraoscillazione.
Banale.
3)- La componente del "suono dei cavi" causata dall'interferenza delle radiofrequenze è anch'essa abbastanza facile da individuare... Basta avvolgere qualche metro di cavo ed appoggiarci sopra un cellulare che squilla, notando se due cavi diversi forniscono una diversa intensità del disturbo. Al posto di un cellulare si può impiegare il vetro anteriore di un forno a microonde o una normale candela da auto, fatta "accendere" con una vecchia bobina trovata in qualche sfascio...
Quando esistono spiegazioni verificabili e qualcuno preferisce parlare di Filosofia... beh... gatta ci cova...!!!
Saluti
F.C.