Soluzioni tecniche mal funzionanti
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Soluzioni tecniche mal funzionanti
Mi piacerebbe aprire un argomento su tutte le soluzioni tecniche "sbagliate" . Questo perchè Fabbr mi ha fatto venire in mente con gli "amplificatoroni" pieni di controlli che prima o poi si ossidano. Potenziometri che grattano,wire wrap che si ossida e via così. Il problema è che gli sbagli li fanno sia gli autocostruttori che i grandi nomi.
Sto smontando gradualmente il laboratorio per fare spazio alla cucina e volevo "vuotare il sacco"
Personalmente in tanti anni di riparazione/sperimentazione potrei proporre qualche argomento anche perchè dubito che un autocostruttore voglia copiare gli sbagli. In compenso molti guardando gli schemi potrebbero evitare sbagli clamorosi e acquistare porcate:
-alimentazione ad SCR (e le annesse criticità dei componenti)
-RIAA ad operazionali (un terzo degli ampli commerciali ha degli errori)
-dissipazione insufficiente (scalda chi c'è ha piccolo il....dissipatore)
-pilotaggi sbagliati di griglia schermo (le famose griglie "incrociate")
-gli ampli allo stato solido OP-BASED (casinisti per scelta)
-Il "power brige" energivoro fino al midollo (dagli azionamenti in cc per robot alle casse di casa...comau inside)
-il sottodimensionamento della bobina di basso del crossover
-gli elettrolitici non polarizzati
qualcuno è interessato a parlarne? Specialmente perchè non l'invasione del mercato di prodotti poco costosi molte ciofeche tornano.
Sto smontando gradualmente il laboratorio per fare spazio alla cucina e volevo "vuotare il sacco"
Personalmente in tanti anni di riparazione/sperimentazione potrei proporre qualche argomento anche perchè dubito che un autocostruttore voglia copiare gli sbagli. In compenso molti guardando gli schemi potrebbero evitare sbagli clamorosi e acquistare porcate:
-alimentazione ad SCR (e le annesse criticità dei componenti)
-RIAA ad operazionali (un terzo degli ampli commerciali ha degli errori)
-dissipazione insufficiente (scalda chi c'è ha piccolo il....dissipatore)
-pilotaggi sbagliati di griglia schermo (le famose griglie "incrociate")
-gli ampli allo stato solido OP-BASED (casinisti per scelta)
-Il "power brige" energivoro fino al midollo (dagli azionamenti in cc per robot alle casse di casa...comau inside)
-il sottodimensionamento della bobina di basso del crossover
-gli elettrolitici non polarizzati
qualcuno è interessato a parlarne? Specialmente perchè non l'invasione del mercato di prodotti poco costosi molte ciofeche tornano.
A casa mia si usano i controlli di tono,gli equalizzatori e si usano ancora i tubi catodici. A volte un continental ti può fare volare più in alto dello space shuttle. Certa musica finisce nella stufa,non mi dispiace
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
Interessatissimi... tant'è che ho messo il thread alla massima attenzione.
Grazie !
F.C.
P.S.: Che ne dici di iniziare con un esempio...??? https://www.hifi-forumlibero.it/phpBB3/ ... f=5&t=8648
Grazie !
F.C.
P.S.: Che ne dici di iniziare con un esempio...??? https://www.hifi-forumlibero.it/phpBB3/ ... f=5&t=8648
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
su quel pre ampli si è già detto parecchio . Obbiettivamente mi sono sempre chiesto il perchè con i valvolari ci si divertisse a tenere le impedenze alte anche quando la tecnica per scendere a 600 ohm c'era già a fine anni 50.
più che altro a vedere le circuitazioni del tempo salta fuori quasi che sarebbe stato possibile addirittura semplificando il tutto avere risultati ancora migliori. Paradossalmente sarebbe stato più fascinoso uno stadio di uscita in single endend in stile vecchie radio philips amplitone (800 ohm) e magari come stadio precedente un cascode con due triodi.
Un catode follower personalmente lo avrei fatto con la 6AT7 (accensione c.c.) nonchè 7728 (accensione c.a.) versioni di prima scelta della ecc 81 non 83.
La mostruosa differenza tra la 81 e la 83 sta nel fatto che con la 81 si può benissimo fare un finalino in controfase da un paio di watt con i due triodi.
Personalmente come detto nel topic è inutile usare una valvola ad alto guadagno quando ne basta una a basso e non devi pacioccare per farla girare bene. O almeno entro i suoi naturali limiti.
La magagna delle impedenze è una cosa grossa ed è dai tempi che furono che cui smarona in tanti "accoppiamenti sbagliati".
Durante il periodo dei giradischi amplificati quelli piezo (di fatto il 90% dei BSR tanto usati in quel periodo) avrebbero dovuto avere uno stadio a collettore come primo stadio.
Quanti lo avevano? E non sto parlando solo dello stereorama. Anche altri marchi altisonanti. poi tutti a lamentarsi che il basso era "vuoto"
Geloso lo aveva...https://fronteacustico.forumfree.it/?t=80236454
Gli ampli valvolari di una volta,poco importa se mac o geloso avevano tutti impedenze di ingresso nell'ordine del mezzo mega e quindi i pre amplificatori erano dimensionati per tirarne uno,due metti quattro.
Al giorno d'oggi già con uno allo stato solido "antico" tipo un galactron o uno steg rischi di metterli in crisi perchè girano tra 50 e 100K.
Prendi poi uno "moderno" e la frittata e fatta. Ce ne sono anche da 10K...e il povero mac si trova ad affrontare uno sforzo almeno 5 volte superiore a quello per cui era stato fatto.
I condensatori risultano "piccoli" fanno attenuazione,le valvole non lavorano in modo ottimale e il risultato è poi quello aver speso quanto una grande punto e avere un suono paragonabile al radiolone panasonic comprato all'unieuro.
Paradossalmente una volta migliorato quell'odioso stadio di uscita (e non ci vuole molto ma comunque la ECC83 va alle ortiche) si va contro alla naturale tendenza degli ampli moderni ossia al fatto di non essere più indecentemente sordi come i loro colleghi di 30 e più anni fa.
Per cui è brutto dirlo ma nel camion di barba pino (si quello che raccoglie il ferro....) c'è rischio davvero di trovare qualche mostro sacro che obbiettivamente (ma è brutto dirlo) non serve più a niente!
Certi morti viventi che richiedevano 7/8 volt per suonare oggi li puoi pilotare anche con un mixer pro. E obbiettivamente di un oggetto consumoso,pesante e ingombrante dentro agli appartamenti loculo moderni non se ne sente più la mancanza. anche perchè oggi la musica la leggi a mezzo computer con o senza dac e la radio va in streaming.
Viene quindi a meno il discorso di selezione degli ingressi. può ancora avere senso per il pre fono...ma poi vedremo che anche lì ci sono rogne.
Meglio che i "macchisti" non lo sappiano ma già collegare a quel preamplificatore UN SOLO machintosh come quello che avevo trovato nel cassonetto lo porta già al pelo delle sue possibilità di lavoro. Perchè aveva un impedenza di ingresso di 100K,insomma il pre vedeva 4 ampli valvolari da pilotare.
E (per fortuna) che nessuno pensa di usare del cavo da 300 picofarad al metro e di pilotare il finale delle casse in cucina con il pre in soggiorno perchè se ci si va pesante di capacità parassite è poi la volta che davvero la qualità scende a livello di una cassetta audio .
-CONTINUA STASERA-
più che altro a vedere le circuitazioni del tempo salta fuori quasi che sarebbe stato possibile addirittura semplificando il tutto avere risultati ancora migliori. Paradossalmente sarebbe stato più fascinoso uno stadio di uscita in single endend in stile vecchie radio philips amplitone (800 ohm) e magari come stadio precedente un cascode con due triodi.
Un catode follower personalmente lo avrei fatto con la 6AT7 (accensione c.c.) nonchè 7728 (accensione c.a.) versioni di prima scelta della ecc 81 non 83.
La mostruosa differenza tra la 81 e la 83 sta nel fatto che con la 81 si può benissimo fare un finalino in controfase da un paio di watt con i due triodi.
Personalmente come detto nel topic è inutile usare una valvola ad alto guadagno quando ne basta una a basso e non devi pacioccare per farla girare bene. O almeno entro i suoi naturali limiti.
La magagna delle impedenze è una cosa grossa ed è dai tempi che furono che cui smarona in tanti "accoppiamenti sbagliati".
Durante il periodo dei giradischi amplificati quelli piezo (di fatto il 90% dei BSR tanto usati in quel periodo) avrebbero dovuto avere uno stadio a collettore come primo stadio.
Quanti lo avevano? E non sto parlando solo dello stereorama. Anche altri marchi altisonanti. poi tutti a lamentarsi che il basso era "vuoto"
Geloso lo aveva...https://fronteacustico.forumfree.it/?t=80236454
Gli ampli valvolari di una volta,poco importa se mac o geloso avevano tutti impedenze di ingresso nell'ordine del mezzo mega e quindi i pre amplificatori erano dimensionati per tirarne uno,due metti quattro.
Al giorno d'oggi già con uno allo stato solido "antico" tipo un galactron o uno steg rischi di metterli in crisi perchè girano tra 50 e 100K.
Prendi poi uno "moderno" e la frittata e fatta. Ce ne sono anche da 10K...e il povero mac si trova ad affrontare uno sforzo almeno 5 volte superiore a quello per cui era stato fatto.
I condensatori risultano "piccoli" fanno attenuazione,le valvole non lavorano in modo ottimale e il risultato è poi quello aver speso quanto una grande punto e avere un suono paragonabile al radiolone panasonic comprato all'unieuro.
Paradossalmente una volta migliorato quell'odioso stadio di uscita (e non ci vuole molto ma comunque la ECC83 va alle ortiche) si va contro alla naturale tendenza degli ampli moderni ossia al fatto di non essere più indecentemente sordi come i loro colleghi di 30 e più anni fa.
Per cui è brutto dirlo ma nel camion di barba pino (si quello che raccoglie il ferro....) c'è rischio davvero di trovare qualche mostro sacro che obbiettivamente (ma è brutto dirlo) non serve più a niente!
Certi morti viventi che richiedevano 7/8 volt per suonare oggi li puoi pilotare anche con un mixer pro. E obbiettivamente di un oggetto consumoso,pesante e ingombrante dentro agli appartamenti loculo moderni non se ne sente più la mancanza. anche perchè oggi la musica la leggi a mezzo computer con o senza dac e la radio va in streaming.
Viene quindi a meno il discorso di selezione degli ingressi. può ancora avere senso per il pre fono...ma poi vedremo che anche lì ci sono rogne.
Meglio che i "macchisti" non lo sappiano ma già collegare a quel preamplificatore UN SOLO machintosh come quello che avevo trovato nel cassonetto lo porta già al pelo delle sue possibilità di lavoro. Perchè aveva un impedenza di ingresso di 100K,insomma il pre vedeva 4 ampli valvolari da pilotare.
E (per fortuna) che nessuno pensa di usare del cavo da 300 picofarad al metro e di pilotare il finale delle casse in cucina con il pre in soggiorno perchè se ci si va pesante di capacità parassite è poi la volta che davvero la qualità scende a livello di una cassetta audio .
-CONTINUA STASERA-
Ultima modifica di doc elektro il sabato 12 ottobre 2024, 6:04, modificato 1 volta in totale.
A casa mia si usano i controlli di tono,gli equalizzatori e si usano ancora i tubi catodici. A volte un continental ti può fare volare più in alto dello space shuttle. Certa musica finisce nella stufa,non mi dispiace
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
Nell'attesa che Fabbr trovi altri argomenti su quel pre della mac io inizio con il primo degli argomenti "miei"
Nei secoli la tecnica è andata avanti. il tiristore o SCR rappresenta forse il PRIMO PASSO verso una elettronica meno elettromeccanica e più godibile.
L'SCR era quello che il transistor di potenza non poteva fare cioè muscoli e possibilità di "giocare" con picchi di corrente elevati,alte tensioni ma con un "piccolo difetto (anzi due)". Il primo è che una volta "agganciato" ossia dopo che è avvenuto l'impulso di firing lui non sgancia fino alla fine della semionda. Il secondo è una generazione MOSTRUOSA di armoniche e disturbi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tiristore
Con gli SCR all'inizio si faceva di tutto e di più perchè la scelta era tra transistor (molto più limitati in corrente e tensione,c'erano solo gli sfiatoni al germanio ) o i valvoloni che in tanti cominciavano a vederli con il fumo negli occhi. Nessuna possibilità di usare ignitroni a vapori di mercurio o mutatori a griglie di controllo per il loro ingombro.
Vennero pure fatti dei televisori con l'alimentatore a SCR che faceva anche la deflessione orizzontale e si lasciava ai primi integrati il verticale. Nei tubi delta ( A66 140X e derivati) si creavano dei pendolamenti di corrente sull'oscillatore orizzontale con botte fino a 15 A continue che stressavano in particolare i condensatori di smorzamento e di pilotaggio.
Si...proprio le extracorrenti di apertura o forze contro motrici inverse che nel nostro campo audio accendono a fatica una lampadina da pochi volt là avevano la forza di "mangiare" letteralmente il dielettrico dei condensatori.
In qualche caso uno degli SCR (o peggio la bobina del verticale) si apriva e l'EAT saliva a valori 6/7 volte maggiori e se andava bene si bucava il tubo (rarissimamente implodeva) sul collo.
Oppure buttava fuori una dose bella forte di raggi X prima di friggere l'elettronica.
Gli SCR se la cavavano invece moooolto meglio a controllare motori elettrici,stufe e similari. Venivano ovviamente usati anche in impighi difficili come la ferrovia o gli skilift.
Anzi forse era meglio se si usavano solo per quello.
- ALIMENTAZIONE A SCR. Criticità a buon mercato.
Devo dire che pure io ci sono caduto come i vecchietti dei bond parmalat . Avevo visto l'SCR come la manna dal cielo per l'alimentazione degli ampli che avevo progettato,più per il loro basso prezzo e le elevate correnti trattabili.
Sia per la possibilità di partire gradualmente in avviamento ,spegnere se qualcosa andava storto o regolare la tensione (peraltro con limiti strettini).
Ci credeva anche d'Aloia con lo steg che sul 400 watt aveva fatto un soft start a SCR con un minimo di regolazione.
E tutti ci siamo ricreduti...a differenza di coloro che dopo il crak parmalat continuavano a comprare il latte da questi qui.
Nel mio "KAOS" (che era un corollario di difetti ma non moriva mai a differenza di tanti altri) che ha fatto dormire tante notti insonni a quelli che si affacciavano sull'onda okkupata di torino l'alimentazione era fatta da un ponte regolato che semplicemente regolava in modo di avere 16 amper massimi di uscita e 55 volt . Tutto qui,nessuna protezione moderna.
Con partenza graduale e....RUMORE DI FRIGGITORIA!
Si,perchè la commutazione degli SCR è RUMOROSISSIMA e benchè ci siano fior di bobine di smorzamento e condensatori nel finale arriva SEMPRE E COMUNQUE del rumore e non solo...quando l'impianto elettrico è fatto col didietro il rumre si irradia nei mixer e negli ampli delle chitarre/bassi.
Ricordo ancora oggi che quando nella cover dei gang "la lotta continua" c'è l'assolo di chitarra per un qualche decimo di secondo si sentiva una "modulazione" a 50 hz che il chitarrista sicuramente non faceva ma che derivava dall'oscillazione della tensione e dai 16 2N3055 che si stavano facendo un didietro così a gestire forze contro elettro motrici e armoniche dell'alimentatore insieme.
https://www.youtube.com/watch?v=ERfcSUODd44
Perchè un altro problema dei ponti regolati a SCR è la loro LENTEZZA alla risposta. Totalmente inadatta a passaggi musicali che se anche smorzata da capacità da trazione tramviaria resta comunque poco stabile. Perchè comunque se diamo un colpo secco di batteria continua un Ummmm nello spegnersi del suono.
PER FORTUNA con l'arrivo degli amplificatori con tensione duale il ponte a SCR è caduto in disuso.
Lo avevo usato anche per il valvolare sull'anodica e dei 5 ampli che sono usciti da casa mia NESSUNO ha ancora quell'alimentatore ma sono passati a ponti normali e chi l'ha voluta raddrizzatrice. Gli SCR duravano si e no 6 mesi ...
E' andata un pò meglio in casa Technics con la creazione della classe A dinamica ossia un ampli con altissima corrente di riposo e l'alimentazione a 220volt regolata da TRIAC con continuità da 180 a 220 volt.
Ogni tanto però qualche trasfo di alimentazione passa a miglior vita.
FORTUNATAMENTE nessuno ha mai pensato a usare gli SCR sulla linea del segnale perchè per la loro caratteristica di restare agganciati e per la relativamente bassa velocità che posseggono al massimo potevano servire per un subwoofer
Nei secoli la tecnica è andata avanti. il tiristore o SCR rappresenta forse il PRIMO PASSO verso una elettronica meno elettromeccanica e più godibile.
L'SCR era quello che il transistor di potenza non poteva fare cioè muscoli e possibilità di "giocare" con picchi di corrente elevati,alte tensioni ma con un "piccolo difetto (anzi due)". Il primo è che una volta "agganciato" ossia dopo che è avvenuto l'impulso di firing lui non sgancia fino alla fine della semionda. Il secondo è una generazione MOSTRUOSA di armoniche e disturbi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Tiristore
Con gli SCR all'inizio si faceva di tutto e di più perchè la scelta era tra transistor (molto più limitati in corrente e tensione,c'erano solo gli sfiatoni al germanio ) o i valvoloni che in tanti cominciavano a vederli con il fumo negli occhi. Nessuna possibilità di usare ignitroni a vapori di mercurio o mutatori a griglie di controllo per il loro ingombro.
Vennero pure fatti dei televisori con l'alimentatore a SCR che faceva anche la deflessione orizzontale e si lasciava ai primi integrati il verticale. Nei tubi delta ( A66 140X e derivati) si creavano dei pendolamenti di corrente sull'oscillatore orizzontale con botte fino a 15 A continue che stressavano in particolare i condensatori di smorzamento e di pilotaggio.
Si...proprio le extracorrenti di apertura o forze contro motrici inverse che nel nostro campo audio accendono a fatica una lampadina da pochi volt là avevano la forza di "mangiare" letteralmente il dielettrico dei condensatori.
In qualche caso uno degli SCR (o peggio la bobina del verticale) si apriva e l'EAT saliva a valori 6/7 volte maggiori e se andava bene si bucava il tubo (rarissimamente implodeva) sul collo.
Oppure buttava fuori una dose bella forte di raggi X prima di friggere l'elettronica.
Gli SCR se la cavavano invece moooolto meglio a controllare motori elettrici,stufe e similari. Venivano ovviamente usati anche in impighi difficili come la ferrovia o gli skilift.
Anzi forse era meglio se si usavano solo per quello.
- ALIMENTAZIONE A SCR. Criticità a buon mercato.
Devo dire che pure io ci sono caduto come i vecchietti dei bond parmalat . Avevo visto l'SCR come la manna dal cielo per l'alimentazione degli ampli che avevo progettato,più per il loro basso prezzo e le elevate correnti trattabili.
Sia per la possibilità di partire gradualmente in avviamento ,spegnere se qualcosa andava storto o regolare la tensione (peraltro con limiti strettini).
Ci credeva anche d'Aloia con lo steg che sul 400 watt aveva fatto un soft start a SCR con un minimo di regolazione.
E tutti ci siamo ricreduti...a differenza di coloro che dopo il crak parmalat continuavano a comprare il latte da questi qui.
Nel mio "KAOS" (che era un corollario di difetti ma non moriva mai a differenza di tanti altri) che ha fatto dormire tante notti insonni a quelli che si affacciavano sull'onda okkupata di torino l'alimentazione era fatta da un ponte regolato che semplicemente regolava in modo di avere 16 amper massimi di uscita e 55 volt . Tutto qui,nessuna protezione moderna.
Con partenza graduale e....RUMORE DI FRIGGITORIA!
Si,perchè la commutazione degli SCR è RUMOROSISSIMA e benchè ci siano fior di bobine di smorzamento e condensatori nel finale arriva SEMPRE E COMUNQUE del rumore e non solo...quando l'impianto elettrico è fatto col didietro il rumre si irradia nei mixer e negli ampli delle chitarre/bassi.
Ricordo ancora oggi che quando nella cover dei gang "la lotta continua" c'è l'assolo di chitarra per un qualche decimo di secondo si sentiva una "modulazione" a 50 hz che il chitarrista sicuramente non faceva ma che derivava dall'oscillazione della tensione e dai 16 2N3055 che si stavano facendo un didietro così a gestire forze contro elettro motrici e armoniche dell'alimentatore insieme.
https://www.youtube.com/watch?v=ERfcSUODd44
Perchè un altro problema dei ponti regolati a SCR è la loro LENTEZZA alla risposta. Totalmente inadatta a passaggi musicali che se anche smorzata da capacità da trazione tramviaria resta comunque poco stabile. Perchè comunque se diamo un colpo secco di batteria continua un Ummmm nello spegnersi del suono.
PER FORTUNA con l'arrivo degli amplificatori con tensione duale il ponte a SCR è caduto in disuso.
Lo avevo usato anche per il valvolare sull'anodica e dei 5 ampli che sono usciti da casa mia NESSUNO ha ancora quell'alimentatore ma sono passati a ponti normali e chi l'ha voluta raddrizzatrice. Gli SCR duravano si e no 6 mesi ...
E' andata un pò meglio in casa Technics con la creazione della classe A dinamica ossia un ampli con altissima corrente di riposo e l'alimentazione a 220volt regolata da TRIAC con continuità da 180 a 220 volt.
Ogni tanto però qualche trasfo di alimentazione passa a miglior vita.
FORTUNATAMENTE nessuno ha mai pensato a usare gli SCR sulla linea del segnale perchè per la loro caratteristica di restare agganciati e per la relativamente bassa velocità che posseggono al massimo potevano servire per un subwoofer
A casa mia si usano i controlli di tono,gli equalizzatori e si usano ancora i tubi catodici. A volte un continental ti può fare volare più in alto dello space shuttle. Certa musica finisce nella stufa,non mi dispiace
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
Veniamo alla RIAA.
Negli amplificatori di normale commercio può essere fatta nei seguenti modi ossia:
-variando per commutazione il guadagno dello stadio inserendo al posto di una resistenza singola una rete RIAA
Sistema molto anziano derivato principalmente da chi studia l'elettronica e poi la pratica solo su carta. Normalmente gli stadi primari fatti da uno-due transistor (raramente tre) sono controreazionati a seconda del guadagno necessario e della risposta di frequenza necessaria.
Sulla carta è perfetto. Nella pratica un pò meno.
Commutare a ampli acceso una controreazione inserendo magari condensatori scarichi su stadi che magari possono anche nel momento che c'è l'apertura dare un colpo di autoscillazione (si spera ultrasonica) non va bene.
Come non va bene affidarsi alla commutazione per valori dove ci sono sensibilità nell'ordine dei 5mV. Se poi mettiamo connessioni lunghe che passano magari vicino a un cavo della 220 volt è perchè non siamo tanto furbi.
E se poi le commutazioni fanno i loro comodi giù di scariche e disturbo o peggio variazioni di guadagno.
In qualche caso i transistor/integrati sottoposi a questo trattamento possono anche durare meno. e le botte vengono amplificate. Anche se al tempo gli stadi finali erogavano al massimo una ventina di watt e quindi non era un grande stress
E' da ricordare il compattone che avevo presentato qui sopra che aveva la permutazione sul guadagno dell'operazionale e faceva microfono e giradischi.
- con due/tre transitor dedicati
E' la configurazione preferita da quasi tutti gli ampli integrati un gradino più su dei compatti,normalmente ci sono due trnsistor pnp o npn di cui si cerca di mettere il primo a basso rumore perchè è quello che fa la differenza. La RIAA solitamente è in contro-reazione.
Gli ampli più belli hanno la rete RIAA di tipo passivo e se vogliono fare i fini anche un ampli cascode subito dopo.
- con un OP
Voglio trattare per primo l'ultimo caso
Sembra ieri che la panasonic (se non ricordo male) aveva fatto nascere l'RC4558 il primo operazionale a basso rumore e utilizzato subito in tantissimi compattoni e ampli dell'epoca.
Sopratutto con parecchio rumore in meno dei 741 (o MC1458 che sia)
Lo schema lo potete trovare sul datasheet della panasonic di quell'integrato. Era il top ?
NO.... sicuramente ma quello che ROVINAVA e ancora oggi rovina TUTTE le RIAA fatte con qualunque tecnica è il non avere alla fine della catena di pre amplificazione e di eliminazione della riaa uno stadio a guadagno unitario o comunque basso che
SEPARASSE totalmente il prima dal dopo. Il vantaggio di uno stadio così era anche l'avere il giradischi un goccio pià alto della radio o delle cassette allo scopo di compensare un certo classicume noioso da tagliarsi le vene che continua imperterrito a -20db (occhio alla saturazione però).
Tuttavia tale e tanto il risparmio in temini di tempo nella costruzione di un amplificatore che le ditte si sono buttate a capofitto nell'integrato.Anche perchè in un solo colpo tutta la parte delle tolleranze e delle difformità di componenti uguali
cade come un tizio che ha messo un piede su uno skateboard!
Non era più necessario selezionare o fare selezionare i transistor per l'uso perchè gli operazionali fanno da se sia lo zero che la corrente di riposo.
Inoltre si poteva passare da un alimentazione singola degli stadi pre a una duale.
Come stava avvendendo con l'avvento di alcuni dei famosi moduli STK.
Era quindi soltanto necessario ridurre la trentina /cinquantina di volt e l'alimentazione era fatta e il danno pure perchè solitamente al peratro tanto rumore dell'integrato si aggiungeva il rumore dell'alimentazione con i diodi zener.
Analizziamo ora la sitazione di "come" lavorava quell'integrato.
In teoria con QUALUNQUE OP si può fare una RIAA ma il problema peraltro già detto riguarda le prestazioni che si ottengono. Se qualcuno vuole costruire una RIAA con OP non lo fa per le prestazioni ma perchè vuole che duri da qui all'eternità e ritorno. Perchè TUTTI i preamplificatori fono prestanti NON sono ad OP.
PRIMO...avere un alimentazione di +5 o + 12 o + 15 cambia MOLTISSIMO perchè l'integrato può fornire solo ed esclusivamente un segnale pari all'alimentazione meno la caduta interna.
Difatti non si riesce a capire perchè avendo a disposizione i validi 7815 e 7915 si preferisca andare su tensioni più basse che riducono drasticamente la possibilità di avere in uscita un segnale più alto.
Anche qui,fondamentale avere i condensatori poliestere da 100n o più per evitare autoscillazioni. Non tutti li hanno.
Veniamo all'ingresso che è forse la cosa più semplice perchè normalmente si utilizza una resistenza di chiusura da 47K,in realtà il costruttore della testina prevede 100K oppure 47K ,la maggioranza è per i 47K
Sull'uscita invece saltano fuori i problemi: Possibile che nessuno si sia accorto che la bassa impedenza di uscita tipica degli OP varia anche a seconda del guadagno?
Perchè sui toni bassi la RIAA ha un guadagno 100 volte superiore agli acuti.
inoltre,ciliegina sulla torta io posso avere sull'uscita della RIAA anche l'ingresso del registratore o un finale da 10K di ingresso. O peggio commutarli mentre sto ascoltando.
Inoltre abbiamo la certezza che nulla risalga la rete di controreazione? perchè la minima ercata a 20 Hz trova una sensibilità di 5 mV . E ci guasta l'ascolto.
-----COSA ROVINA L'ASCOLTO DI UN INGRESSO RIAA -----
Prima cosa...chi prolunga i cavi dalla testina all'amplificatore. L'ingresso fono normalmente è molto sensibile alle variazioni di capacità e un carico capacitivo di 1000pf in più o in meno cambia moltissimo. E usando dei cavi schermati pessimi i 300 picofard per metro sono lo standard.
Usando cavo schermato solo decente ma non tanti più....quello normale per microfono da 50 picofard al metro la cosa cambia.
Seconda cosa,la massa del fono non collegata. Dietro a ogni amplificatore c'è un morsetto che serve per collegarla. lasciandola aperta tutti i disturbi vengono giosamente raccolti e arrivano alle nostre orecchie.
Terza cosa: apparecchi elettrici schifosi. Scagli la prima pietra contro chi ha il macinacaffè del vicino che genera disturbi più potenti di un trasmettitore ad onde medie. O come avevo io la nonna rinco che quando va a spegnere la luce del bagno fa scattare l'interruttore in modo così incerto con la mano tremolina che lo fa scintillare più volte e ogni volta è una botta nell'audio (che poi lo facevo pure io intenzionalmente a scuola per usurare i neon) . In ogni caso per queste cose esistono i filtri di rete.
Quarta cosa: i disturbi tra gli oggetti dell'impianto. Qui ci vado giù pesante. Certi giradischi giapponesi amplificavano in modo terrificate i disturbi meccanici presenti in zona. Da quando toglievi la pausa al registratore al gatto che saltava sul tavolo a quando alzavi troppo il volume che le vibrazioni si irradiavano in ogni dove e il fono cominciava a rombare.
O quando sentivi tra una canzone e l'altra il tump tump tump se camminavi nella stanza.
Quinta cosa gli odiosi telefonini...si proprio quelli che lavorano sulla banda GSM da 900 mhz e che in un modo o nell'altro riescono ad irradiare l'odioso rumore ritmato fin dentro il nostro amplificatore.
-CONTINUA-
Negli amplificatori di normale commercio può essere fatta nei seguenti modi ossia:
-variando per commutazione il guadagno dello stadio inserendo al posto di una resistenza singola una rete RIAA
Sistema molto anziano derivato principalmente da chi studia l'elettronica e poi la pratica solo su carta. Normalmente gli stadi primari fatti da uno-due transistor (raramente tre) sono controreazionati a seconda del guadagno necessario e della risposta di frequenza necessaria.
Sulla carta è perfetto. Nella pratica un pò meno.
Commutare a ampli acceso una controreazione inserendo magari condensatori scarichi su stadi che magari possono anche nel momento che c'è l'apertura dare un colpo di autoscillazione (si spera ultrasonica) non va bene.
Come non va bene affidarsi alla commutazione per valori dove ci sono sensibilità nell'ordine dei 5mV. Se poi mettiamo connessioni lunghe che passano magari vicino a un cavo della 220 volt è perchè non siamo tanto furbi.
E se poi le commutazioni fanno i loro comodi giù di scariche e disturbo o peggio variazioni di guadagno.
In qualche caso i transistor/integrati sottoposi a questo trattamento possono anche durare meno. e le botte vengono amplificate. Anche se al tempo gli stadi finali erogavano al massimo una ventina di watt e quindi non era un grande stress
E' da ricordare il compattone che avevo presentato qui sopra che aveva la permutazione sul guadagno dell'operazionale e faceva microfono e giradischi.
- con due/tre transitor dedicati
E' la configurazione preferita da quasi tutti gli ampli integrati un gradino più su dei compatti,normalmente ci sono due trnsistor pnp o npn di cui si cerca di mettere il primo a basso rumore perchè è quello che fa la differenza. La RIAA solitamente è in contro-reazione.
Gli ampli più belli hanno la rete RIAA di tipo passivo e se vogliono fare i fini anche un ampli cascode subito dopo.
- con un OP
Voglio trattare per primo l'ultimo caso
Sembra ieri che la panasonic (se non ricordo male) aveva fatto nascere l'RC4558 il primo operazionale a basso rumore e utilizzato subito in tantissimi compattoni e ampli dell'epoca.
Sopratutto con parecchio rumore in meno dei 741 (o MC1458 che sia)
Lo schema lo potete trovare sul datasheet della panasonic di quell'integrato. Era il top ?
NO.... sicuramente ma quello che ROVINAVA e ancora oggi rovina TUTTE le RIAA fatte con qualunque tecnica è il non avere alla fine della catena di pre amplificazione e di eliminazione della riaa uno stadio a guadagno unitario o comunque basso che
SEPARASSE totalmente il prima dal dopo. Il vantaggio di uno stadio così era anche l'avere il giradischi un goccio pià alto della radio o delle cassette allo scopo di compensare un certo classicume noioso da tagliarsi le vene che continua imperterrito a -20db (occhio alla saturazione però).
Tuttavia tale e tanto il risparmio in temini di tempo nella costruzione di un amplificatore che le ditte si sono buttate a capofitto nell'integrato.Anche perchè in un solo colpo tutta la parte delle tolleranze e delle difformità di componenti uguali
cade come un tizio che ha messo un piede su uno skateboard!
Non era più necessario selezionare o fare selezionare i transistor per l'uso perchè gli operazionali fanno da se sia lo zero che la corrente di riposo.
Inoltre si poteva passare da un alimentazione singola degli stadi pre a una duale.
Come stava avvendendo con l'avvento di alcuni dei famosi moduli STK.
Era quindi soltanto necessario ridurre la trentina /cinquantina di volt e l'alimentazione era fatta e il danno pure perchè solitamente al peratro tanto rumore dell'integrato si aggiungeva il rumore dell'alimentazione con i diodi zener.
Analizziamo ora la sitazione di "come" lavorava quell'integrato.
In teoria con QUALUNQUE OP si può fare una RIAA ma il problema peraltro già detto riguarda le prestazioni che si ottengono. Se qualcuno vuole costruire una RIAA con OP non lo fa per le prestazioni ma perchè vuole che duri da qui all'eternità e ritorno. Perchè TUTTI i preamplificatori fono prestanti NON sono ad OP.
PRIMO...avere un alimentazione di +5 o + 12 o + 15 cambia MOLTISSIMO perchè l'integrato può fornire solo ed esclusivamente un segnale pari all'alimentazione meno la caduta interna.
Difatti non si riesce a capire perchè avendo a disposizione i validi 7815 e 7915 si preferisca andare su tensioni più basse che riducono drasticamente la possibilità di avere in uscita un segnale più alto.
Anche qui,fondamentale avere i condensatori poliestere da 100n o più per evitare autoscillazioni. Non tutti li hanno.
Veniamo all'ingresso che è forse la cosa più semplice perchè normalmente si utilizza una resistenza di chiusura da 47K,in realtà il costruttore della testina prevede 100K oppure 47K ,la maggioranza è per i 47K
Sull'uscita invece saltano fuori i problemi: Possibile che nessuno si sia accorto che la bassa impedenza di uscita tipica degli OP varia anche a seconda del guadagno?
Perchè sui toni bassi la RIAA ha un guadagno 100 volte superiore agli acuti.
inoltre,ciliegina sulla torta io posso avere sull'uscita della RIAA anche l'ingresso del registratore o un finale da 10K di ingresso. O peggio commutarli mentre sto ascoltando.
Inoltre abbiamo la certezza che nulla risalga la rete di controreazione? perchè la minima ercata a 20 Hz trova una sensibilità di 5 mV . E ci guasta l'ascolto.
-----COSA ROVINA L'ASCOLTO DI UN INGRESSO RIAA -----
Prima cosa...chi prolunga i cavi dalla testina all'amplificatore. L'ingresso fono normalmente è molto sensibile alle variazioni di capacità e un carico capacitivo di 1000pf in più o in meno cambia moltissimo. E usando dei cavi schermati pessimi i 300 picofard per metro sono lo standard.
Usando cavo schermato solo decente ma non tanti più....quello normale per microfono da 50 picofard al metro la cosa cambia.
Seconda cosa,la massa del fono non collegata. Dietro a ogni amplificatore c'è un morsetto che serve per collegarla. lasciandola aperta tutti i disturbi vengono giosamente raccolti e arrivano alle nostre orecchie.
Terza cosa: apparecchi elettrici schifosi. Scagli la prima pietra contro chi ha il macinacaffè del vicino che genera disturbi più potenti di un trasmettitore ad onde medie. O come avevo io la nonna rinco che quando va a spegnere la luce del bagno fa scattare l'interruttore in modo così incerto con la mano tremolina che lo fa scintillare più volte e ogni volta è una botta nell'audio (che poi lo facevo pure io intenzionalmente a scuola per usurare i neon) . In ogni caso per queste cose esistono i filtri di rete.
Quarta cosa: i disturbi tra gli oggetti dell'impianto. Qui ci vado giù pesante. Certi giradischi giapponesi amplificavano in modo terrificate i disturbi meccanici presenti in zona. Da quando toglievi la pausa al registratore al gatto che saltava sul tavolo a quando alzavi troppo il volume che le vibrazioni si irradiavano in ogni dove e il fono cominciava a rombare.
O quando sentivi tra una canzone e l'altra il tump tump tump se camminavi nella stanza.
Quinta cosa gli odiosi telefonini...si proprio quelli che lavorano sulla banda GSM da 900 mhz e che in un modo o nell'altro riescono ad irradiare l'odioso rumore ritmato fin dentro il nostro amplificatore.
-CONTINUA-
A casa mia si usano i controlli di tono,gli equalizzatori e si usano ancora i tubi catodici. A volte un continental ti può fare volare più in alto dello space shuttle. Certa musica finisce nella stufa,non mi dispiace
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
DISSIPATORI PICCOLI:
Questa è un altra delle magagne di molti amplificatori. Nello stato solido a differenza del valvolarume (che comunque sprecano) la dissipazione varia moltissimo a seconda delle condizioni di lavoro.
Il rendimento di un amplificatore allo stato solido varia di solito dal 50 all'80 %.
Fanno eccezione gli stadi in classe D che possono girare intorno al 90% ma hanno problemi di altra natura (tipo l'estrema criticità del filtro di uscita.)
Il problema si rivolge ancora peggio sugli stadi pilota dove spesso viene fatto un sottodimensionamento indegno. E un sacco di transistor pilota o addirittura di integrati pilota quando c'erano erano montati senza nessun dissipatore.
Confidando anche che spesso l'amplificatore non verrà tirato al massimo per lunghi periodi . Complice il fatto che in certi appartamenti luculo c'è subito il vicino che appena alzi un pò batte alla parete.
E allora via libera a certi amplificatori che magari possono suonare bene ma che non hanno assolutamente dissipazione sufficiente per disperdere tutto il calore prodotto per lunghi periodi di impiego a volume elevato.
E l'elenco è lunghissimo e anche alcuni mostri sacri dell'alta fedeltà in qualche caso avevano addirittura dovuto inventarsi soluzioni per aumentare la dissipazione. L'unica maniera per fare questo è fare grossi dissipatori e metterli sui fianchi o dietro. Si potrebbe anche usare la soluzione "hell's kitchen" ossia dissipare sul sopra come se fosse una piastra di cottura o sul sotto e usare tutti componenti dell'ampli per fare inerzia termica.
Soluzioni che NON vanno bene per conservare a lungo gli apparecchi perchè ben pochi componenti sono fatti per stare a 60/80 gradi sempre.Eppure guardate un pò quasi tutti gli ampli domestici non posseggono altro che un dissipatore interno.
Per migliorare le cose si usava la cosiddetta "ventola intelligente" che di fatto girava quando l'ampli era sotto sforzo. AIWA è stata la progenitrice nei suoi compatti seguita da tanti altri. Una ventola che sentiva quanto l'ampli stava spingendo e tramite un transistor che faceva da reostato elettronica accellerava con precisione a ogni colpo di batteria e pertanto era virtualmente sileziosa perchè se davi volume lei girava e se abbassavi si fermava.
Non era un cattivo sistema perchè le ventole pilotate da termocontatti facevano l'effetto "127 al semaforo" con il ventolone che si metteva in moto e girava per un tempo relativamente lungo.
Il problema non era comunque solo quello di fare carbonella per il barbecue con l'apparire di "rossume" sotto le griglie di uno stato solido. Un amplificatore allo stato solido con grosse differenze di temperatura dei suoi componenti non potrà suonare bene manco volendolo.
Nessun progettista dà per scontato una diversa temperatura delle parti. E ne calcola di conseguenza il comportamento.
E avere gli staadi pilota freddi e i finali bollenti non porta nulla di buono.Il contrario invece porterebbe distorsione se la regolazione della corrente di riposo viene fatta sui prefinali.
Veniamo ora a uan conseguenza dei dissipatori piccoli ossia la bruciatura dei finali con annessa corrente distruttrice in uscita.
E' assurdo vedere che ci sono anche amplificatori pro (quelli più soggetti a fusione che non posseggono assolutamente nessuna protezione e tutto si affida a dei miseri fusibilini in vetro che in corrente continua fanno quello che possono.
Stamattina ho buttato nel ferro due phlips a cestello ovale defunti per una corrente distruttrice mandata da un ampli andato.
Perchè? perchè i fusibili che erano stati messi più grandi per girare "con 4 casse" non sono saltati....
CONTINUA
Questa è un altra delle magagne di molti amplificatori. Nello stato solido a differenza del valvolarume (che comunque sprecano) la dissipazione varia moltissimo a seconda delle condizioni di lavoro.
Il rendimento di un amplificatore allo stato solido varia di solito dal 50 all'80 %.
Fanno eccezione gli stadi in classe D che possono girare intorno al 90% ma hanno problemi di altra natura (tipo l'estrema criticità del filtro di uscita.)
Il problema si rivolge ancora peggio sugli stadi pilota dove spesso viene fatto un sottodimensionamento indegno. E un sacco di transistor pilota o addirittura di integrati pilota quando c'erano erano montati senza nessun dissipatore.
Confidando anche che spesso l'amplificatore non verrà tirato al massimo per lunghi periodi . Complice il fatto che in certi appartamenti luculo c'è subito il vicino che appena alzi un pò batte alla parete.
E allora via libera a certi amplificatori che magari possono suonare bene ma che non hanno assolutamente dissipazione sufficiente per disperdere tutto il calore prodotto per lunghi periodi di impiego a volume elevato.
E l'elenco è lunghissimo e anche alcuni mostri sacri dell'alta fedeltà in qualche caso avevano addirittura dovuto inventarsi soluzioni per aumentare la dissipazione. L'unica maniera per fare questo è fare grossi dissipatori e metterli sui fianchi o dietro. Si potrebbe anche usare la soluzione "hell's kitchen" ossia dissipare sul sopra come se fosse una piastra di cottura o sul sotto e usare tutti componenti dell'ampli per fare inerzia termica.
Soluzioni che NON vanno bene per conservare a lungo gli apparecchi perchè ben pochi componenti sono fatti per stare a 60/80 gradi sempre.Eppure guardate un pò quasi tutti gli ampli domestici non posseggono altro che un dissipatore interno.
Per migliorare le cose si usava la cosiddetta "ventola intelligente" che di fatto girava quando l'ampli era sotto sforzo. AIWA è stata la progenitrice nei suoi compatti seguita da tanti altri. Una ventola che sentiva quanto l'ampli stava spingendo e tramite un transistor che faceva da reostato elettronica accellerava con precisione a ogni colpo di batteria e pertanto era virtualmente sileziosa perchè se davi volume lei girava e se abbassavi si fermava.
Non era un cattivo sistema perchè le ventole pilotate da termocontatti facevano l'effetto "127 al semaforo" con il ventolone che si metteva in moto e girava per un tempo relativamente lungo.
Il problema non era comunque solo quello di fare carbonella per il barbecue con l'apparire di "rossume" sotto le griglie di uno stato solido. Un amplificatore allo stato solido con grosse differenze di temperatura dei suoi componenti non potrà suonare bene manco volendolo.
Nessun progettista dà per scontato una diversa temperatura delle parti. E ne calcola di conseguenza il comportamento.
E avere gli staadi pilota freddi e i finali bollenti non porta nulla di buono.Il contrario invece porterebbe distorsione se la regolazione della corrente di riposo viene fatta sui prefinali.
Veniamo ora a uan conseguenza dei dissipatori piccoli ossia la bruciatura dei finali con annessa corrente distruttrice in uscita.
E' assurdo vedere che ci sono anche amplificatori pro (quelli più soggetti a fusione che non posseggono assolutamente nessuna protezione e tutto si affida a dei miseri fusibilini in vetro che in corrente continua fanno quello che possono.
Stamattina ho buttato nel ferro due phlips a cestello ovale defunti per una corrente distruttrice mandata da un ampli andato.
Perchè? perchè i fusibili che erano stati messi più grandi per girare "con 4 casse" non sono saltati....
CONTINUA
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
-la PORCATA delle griglie incrociate
Se guardiamo un qulaunque amplificatore in push pull a valvole vedremo che ogni griglia di accellerazione è collegata sul trasfo di uscita DAL LATO della propria sezione.
Questo impone di avere il trasformatore di uscita previsto "giusto" per impedenza e potenza in base alle valvole prescelte.
ma c'è un altra opzione ossia incrocire e pilotare una valvola con il lato del trasformatore dell'altra valvola Questa è una delle configurazioni classiche e se vediamo il trasformatore di uscita lavora nel modo corretto
Supponiamo ora di collegare la linea colorata di rosso e blu in maniera opposta alle valvole finali. All'inizio potremmo essere stupiti per la potenza esagerata che tira fuori perchè di fatto la valvola si mette a erogare una corrente ....dicimolo pure ben superiore alle sue caratteristiche e il rischio di fondere il nocciolo è veramente concreto.
E' una soluzione utilizzata anche da qualche "grande" dell'audio (mi sembra di ricordare marc levinson) ma se da un lato ripartisce lo sforzo su più valvole dall'altro sono amplificatori che oltre a consumare uno sproposito spetto richiedo sostituzioni di valvole perchè arrivate alla fine.
Se guardiamo un qulaunque amplificatore in push pull a valvole vedremo che ogni griglia di accellerazione è collegata sul trasfo di uscita DAL LATO della propria sezione.
Questo impone di avere il trasformatore di uscita previsto "giusto" per impedenza e potenza in base alle valvole prescelte.
ma c'è un altra opzione ossia incrocire e pilotare una valvola con il lato del trasformatore dell'altra valvola Questa è una delle configurazioni classiche e se vediamo il trasformatore di uscita lavora nel modo corretto
Supponiamo ora di collegare la linea colorata di rosso e blu in maniera opposta alle valvole finali. All'inizio potremmo essere stupiti per la potenza esagerata che tira fuori perchè di fatto la valvola si mette a erogare una corrente ....dicimolo pure ben superiore alle sue caratteristiche e il rischio di fondere il nocciolo è veramente concreto.
E' una soluzione utilizzata anche da qualche "grande" dell'audio (mi sembra di ricordare marc levinson) ma se da un lato ripartisce lo sforzo su più valvole dall'altro sono amplificatori che oltre a consumare uno sproposito spetto richiedo sostituzioni di valvole perchè arrivate alla fine.
Ultima modifica di doc elektro il sabato 19 ottobre 2024, 19:28, modificato 1 volta in totale.
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
Doc... hai postato due volte la stessa immagine...!
Saluti
F.C.
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
ops provvedo subito
Ecco qui il collegamento incriminato. Indubbiamente a vederlo suona stranissimo. Questo perchè è totalmente illogico da farsi. Ne parlava molto dettagliatamente un noto riparatore (credo veneto) di amplificatori a valvole SB-LAB. Ora non se ne trova più traccia ma occorrerebbe girarsi tutto il suo sito per trovarlo.
Personalmente sono soluzioni che sia in campo pro (quando si usavano le valvole) che nei jukebox costretti a lavorare ore ed ore nei bar o addirittura sotto il sole sulla spiaggia non sono mai state utilizzate.
https://www.sb-lab.eu/category/amplific ... lari-hifi/
Io stesso nei 5 valvolari che ho prodotto in tutta la mia vita per le EL84 ho utilizzato la configurazione classica ultra lineare "ispirandomi" a stadi finali di jukebox aggiungendo solo un alimentatore con scr (che si guastava ogni 3 mesi) .
per cui chiudo questo triste argomento che causa una usura maggiore ai tubi finali chidendo a chiunque voglia comprare/progettare/ copiare un qualcosa che sia il meno sofisticato possibile.
Ricordo inoltre che le valvole moderne sono un goccio meno robuste di quelle di 50 anni fa e certi circuiti dove spingono le EL34 fino a 1000V sono un pelo fuori luogo.
ATTENZIONE....normalmente per ogni valvola esiste un rimpiazzo con un altra sigla e tutte le valvole EUROPEE (ECC,EL,PL,UL) hanno solitamente un rimpiazzo con sigla americana in qualche caso ancora in produzione
PARENTESI PER I CHITARRISTI:
Se vi muore una valvola del vostro ampli (che sono poi sempre le stesse) qui ci sono i rimpiazzi
ECC83 si sostiuisce con 12AX7 o con 7025 (valvola da jukebox)
https://www.radiomuseum.org/tubes/tube_ecc83.html
EL34 si sostituisce con 6CA7 (ma per questo tubo non ci sono problemi di reperibilità)
https://www.radiomuseum.org/tubes/tube_el34.html
EL84 si sostituisce con 6BQ5
https://www.radiomuseum.org/tubes/tube_el84.html
Le sostituzioni in qualche caso sono addirittura indicate sul vetro della valvola per esempio "6BQ5 replaces EL84"
Ecco qui il collegamento incriminato. Indubbiamente a vederlo suona stranissimo. Questo perchè è totalmente illogico da farsi. Ne parlava molto dettagliatamente un noto riparatore (credo veneto) di amplificatori a valvole SB-LAB. Ora non se ne trova più traccia ma occorrerebbe girarsi tutto il suo sito per trovarlo.
Personalmente sono soluzioni che sia in campo pro (quando si usavano le valvole) che nei jukebox costretti a lavorare ore ed ore nei bar o addirittura sotto il sole sulla spiaggia non sono mai state utilizzate.
https://www.sb-lab.eu/category/amplific ... lari-hifi/
Io stesso nei 5 valvolari che ho prodotto in tutta la mia vita per le EL84 ho utilizzato la configurazione classica ultra lineare "ispirandomi" a stadi finali di jukebox aggiungendo solo un alimentatore con scr (che si guastava ogni 3 mesi) .
per cui chiudo questo triste argomento che causa una usura maggiore ai tubi finali chidendo a chiunque voglia comprare/progettare/ copiare un qualcosa che sia il meno sofisticato possibile.
Ricordo inoltre che le valvole moderne sono un goccio meno robuste di quelle di 50 anni fa e certi circuiti dove spingono le EL34 fino a 1000V sono un pelo fuori luogo.
ATTENZIONE....normalmente per ogni valvola esiste un rimpiazzo con un altra sigla e tutte le valvole EUROPEE (ECC,EL,PL,UL) hanno solitamente un rimpiazzo con sigla americana in qualche caso ancora in produzione
PARENTESI PER I CHITARRISTI:
Se vi muore una valvola del vostro ampli (che sono poi sempre le stesse) qui ci sono i rimpiazzi
ECC83 si sostiuisce con 12AX7 o con 7025 (valvola da jukebox)
https://www.radiomuseum.org/tubes/tube_ecc83.html
EL34 si sostituisce con 6CA7 (ma per questo tubo non ci sono problemi di reperibilità)
https://www.radiomuseum.org/tubes/tube_el34.html
EL84 si sostituisce con 6BQ5
https://www.radiomuseum.org/tubes/tube_el84.html
Le sostituzioni in qualche caso sono addirittura indicate sul vetro della valvola per esempio "6BQ5 replaces EL84"
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Re: Soluzioni tecniche mal funzionanti
Il collegamento incrociato è stato analizzato e spiegato da Menno Van Der Veen in un suo intervento alla Convention AES a Berlino, nel 2004.
Spero di aver tempo domani di ritrovare il Preprint e raccontarvi qualcosa.
Ricordo il fatto che lui lo considerava un collegamento assai vantaggioso.
Saluti
F.C.
Spero di aver tempo domani di ritrovare il Preprint e raccontarvi qualcosa.
Ricordo il fatto che lui lo considerava un collegamento assai vantaggioso.
Saluti
F.C.