F.Calabrese ha scritto:Diciamoci la verità...
I PRE suonano diversi perché comprimono e tagliano i picchi in modo diverso...
(a parte i problemi di di interfacciamento...)
Tutto qui.
Saluti
F.C.
esatto ecco perché mi piace discutere con te... a parte certe tue scelte discutibili sul funzionamento del forum!
Sulla base della tua esperienza professionale, sai benissimo che i compressori sono dispositivi veramente difficili. Qualsiasi master ha bisogno di compressione, seppure come semplice sottoprodotto delle operazioni di aggiustamento dei livelli relativi tra i brani. Quindi quanto bene suona un mastering dipende molto da quanto bene è stato compresso (leggetevi il libro di Katz), e quanto suona un impianto dipende, ceteris paribus, da quanto "meno peggio" si comporta nella regione dove comprime.
In generale noi pensiamo ad un compressore come un semplice dispositivo con due soli parametri: "Threshold" e "Compression Ratio", ma in realtà il suono di un certo tipo di compressione dipende, ceteris paribus, da altri tre parametri fondamentali "attack phase" e "release phase" (vedete sempre articoli di Katz), ed ancora più importante la forma della funzione di compressione nell'intorno del threshold, cioè il discorso dell'hard vs soft "knee".
Ad esempio si scopre che i compressori analogici a valvole (da tutti considerati i migliori) hanno un comportamento "smooth" nell'intorno del threshold level che nessun dispositivo a transistor è capace di emulare... a dire il vero nemmeno i migliori compressori digitali ci riescono... guardate come gente del calibro di Steve Hoffman usano ancora compressori a tubi, ed si suoi remaster DCC ed Audio Fidelity in alcuni casi suonano dannatamente meglio delle altre ristampe digitali!
Ecco perché i buoni pre a valvole sono ineguagliabili, perché con le valvole si comprime sempre meglio e l'oputput finale dell'intera catena è compresso sempre meno peggio.
E a chi si sconvolge del fatto che si parli della qualità di un "compressore" nella propria catena hifi io gli riporto la seguente semplice evidenza: sebbene un sistema hifi debba mirare al minimo livello di compressione e distorsione, esiste un limite fisico nel livello di dinamica riproducibile. Ora si da il caso che l'effetto "live" lo si riproduce quando i transienti sono riprodotti nella giusta proporzione, ma i transienti sono quelli dove la compressione totale del sistema interviene per cause ben note, quindi quando si è fatto il possibile per avere tutta la dinamica a disposizione resta in ogni caso da garantirsi che laddove è necessario comprimere, tale compressione sia di buona qualità.
Certo il pre linea si puo' eliminare del tutto quando si suona a livelli lontani dal punto in cui il proprio sistema entra in crisi. Si puo' eliminare quando si hanno sistemi di capacità dinamiche fuori dal comune (quelli di cui si parla in questo forum), ma per chi non ha tutta questa dinamica a disposizione un buon pre fa la differenza.
In realtà un modo flessibile per evitare tutto questo ci sarebbe. Ritorniamo sempre alla stessa proposta: musica registrata a piena dinamica, e poi data la capacità dinamica massima del sistema lasciare ad un unico processore digitale nella catena comprimere nel modo e nel livello giusto quanto basta per il sistema in questione. Questa strategia spingerebbe i colossi del DSP a fare molta più ricerca su metodi congiunti di eq-compressione dinamica che permetterebbero ai sistemi di diffusori stellari di suonare al loro vero limite fisico, i sistemi meno dotati di fare molto meglio sia a basso che ad alto volume... magari se si decidessero a creare un formato a 32bit (44.1Khz vanno più che bene).... anche se il DSP si mangiasse 12bit (che sono circa una 70ina di dBFS), ci sarebbero ancora i famosi 20Bit ben suonanti (cioè circa 120dBFS)... vi ricordate la storia del limite dei 20Bit (reali) di si discuteva alla JVC ai tempi
d'oro?
PdN