Il "caso Di Prinzio"

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F.Calabrese
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Re: Il "caso Di Prinzio"

Messaggio da F.Calabrese » domenica 18 febbraio 2018, 0:54

Alexmaso69 ha scritto:
sabato 17 febbraio 2018, 21:37
...
Detto questo credo si tratti solo di fare un passo indietro di umiltà e sedersi ad un tavolo. Io ritengo che i tempi siano maturi: ci sono molti più appassionati danarosi di quanti tu creda. Soldi in Italia ce ne sono sempre tanti e, non me ne voglia chi ha uno stipendio basso, ma un sacco di gente si può permettere di spendere 10/20 mila euro per un impianto. Andate a sciare e vedrete quante famiglie spendono 600/800 euro al giorno. Hotel sempre full, belle auto, ristoranti top sempre pieni.
E non sono d'accordo che chi spende certe cifre vuole per forza il marchio: quando arrivo a spendere certe cifre, è perché ci sono arrivato dopo un lungo processo partito dalla cassa da 2000€ su a gradi fino ai 20/30000 e ad ogni passaggio rimettendoci un botto. Quindi magari sono anche un po' stanchi di cambiare e cambiare e cambiare, e rimetterci ogni volta 10/15000. Fammi vedere cosa mi proponi, lo posso inserire a casa? Suona davvero molto meglio? Quanto costa? Ok andata,
...
Quindi il ruolo di un ipotetico Di Prinzio non sarebbe quello di dire ai propri clienti che sono dei deficienti se non comprano un FH perché è 10 volte superiore al meglio disponibile che oltretutto costa il quadruplo del FH, ma offrire delle alternative spiegandone la differente filosofia. Ed offrire pari dignità a chi è interessato e compra un sistema da 5000€ commerciale ed a chi invece sceglierà la filosofia del progetto di Fabrizio...
Prima di tutto grazie per il tuo post, che è tra i più interessanti (ed intelligenti) mai letti negli ultimi anni...

Per quanto riguarda la prima parte hai ragione, ma doveva essere Mino di Prinzio a rispondermi con le tue parole... ed invece è rimasto in silenzio, dimostrando che in ogni caso il suo scopo era quello di prendere tempo e tentare lo svuotamento del suo magazzino di catafalchi. Una sua esigenza peraltro rispettabilissima, ma mortale per il proseguimento della collaborazione.

Hai ragione anche sul fatto che di clienti disposti a spendere 10-30 mila Euro per un impianto che stracci letteralmente il loro vecchio impianto (costato assai di più) ve ne sono molti più di quanto crediamo, in Italia. Diceva bene Bebo Moroni quando parlava di interi TIR di ampli Mc Intosh o Audio Research venduti appunto in Italia.

Dove credo di aver ragione io è sul fatto che Mino di Prinzio è divenuto -negli anni- ormai abbastanza ininfluente nelle scelte di questi appassionati, che troppe volte ha illuso e poi disilluso con consigli tecnicamente discutibili. Prendo ad esempio il recente ascolto delle Avantgarde Trio, che -nella sua saletta- suonavano talmente male da far seriamente dubitare delle elettroniche a corredo ed anche della stessa competenza di chi ha messo insieme il tutto. La sua è stata una scelta tra me ed il suo amico ex-nostromo... il quale (vedi gli amici...!!!) lo ha peraltro abbandonato poco tempo dopo.

Di Prinzio sarebbe stato vincente se avesse puntato ai mercati esteri, utilizzando l'enorme quantità di usato di cui disponeva come strumento per creare un punto di acquisto Web del tipo di questo: https://www.higherfi.com/ Lui avrebbe avuto il vantaggio di poter mettere in catalogo oggetti come il Mostro di Stereoplay (che ho ricomperato e dunque l'ho in casa...) e come i miei FulHorn "per Aleandro" ed il sistema Paragon... con i quali avrebbe polverizzato qualsiasi concorrenza, unendo prestazioni stratosferiche a costi ragionevoli, per quanto alti.

In questi anni io ho perfezionato i contatti, e so di poter arrivare a quasi tutti i clienti di Di Prinzio, per cui non vedo alcun motivo di far raddoppiare il prezzo ai miei sistemi, per il semplice disturbo di contattare un cliente. Perché è abbastanza chiaro che il ricarico di Di Prinzio supererebbe in ogni modo il mio attuale utile.

C'è un argomento finale, potentissimo, contro una possibile alleanza con Di Prinzio. Sta nel fatto che io non ho in realtà alcuna difficoltà a farmi costruire dei finali valvolari di potenza moderata (30-35 Watt per canale, in Classe-A), da utilizzare per multiamplificare (in corrente) le vie superiori dei miei FullHorn. Li regalerei ai miei clienti, mettendo dunque sul tavolo qualcosa di prezioso perché non reperibile altrimenti.
E' chiaro che nessun commerciante potrebbe replicare una mossa del genere, perché si metterebbe contro tutti i suoi fornitori attuali...

Grazie ancora per lo spunto e, nel caso: benvenuto !!!

Saluti
F.C.

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Re: Il "caso Di Prinzio"

Messaggio da Telstar » domenica 18 febbraio 2018, 14:43

Ho una domanda riguardo al pilotaggio in corrente che avevi pensato qualche anno fa: perché volevi farlo con delle valvole? Non sono i FET molto più efficienti nell'I/V?
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Alexmaso69
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Re: Il "caso Di Prinzio"

Messaggio da Alexmaso69 » domenica 18 febbraio 2018, 15:18

Da ignorante: che differenza c’è tra pilotaggio in corrente e pilotaggio “normale”? Cioè ne so zero. Che alternativa c’e al pilotaggio in corrente?

F.Calabrese
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Re: Il "caso Di Prinzio"

Messaggio da F.Calabrese » domenica 18 febbraio 2018, 15:21

Telstar ha scritto:
domenica 18 febbraio 2018, 14:43
Ho una domanda riguardo al pilotaggio in corrente che avevi pensato qualche anno fa: perché volevi farlo con delle valvole? Non sono i FET molto più efficienti nell'I/V?
NO... certe valvole (i pentodi) operano normalmente in corrente, senza dover ricorrere ad alcuna controreazione.

I FET sono più difficili da polarizzare ed anche instabili termicamente.

Saluti
F.C.

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Re: Il "caso Di Prinzio"

Messaggio da F.Calabrese » domenica 18 febbraio 2018, 15:28

Alexmaso69 ha scritto:
domenica 18 febbraio 2018, 15:18
Da ignorante: che differenza c’è tra pilotaggio in corrente e pilotaggio “normale”? Cioè ne so zero. Che alternativa c’e al pilotaggio in corrente?
Rispondo molto volentieri.

I normali amplificatori emettono -in uscita- una TENSIONE proporzionale al segnale d'ingresso. Hanno quindi una bassissima impedenza d'uscita, vale a dire un elevatissimo "Fattore di Smorzamento".

Gli ampli in corrente emettono -in uscita- una CORRENTE proporzionale al segnale d'ingresso. Hanno quindi una elevatissima impedenza d'uscita e -quindi- u fattore di smorzamento bassissimo (inferiore a 0,1). Per questo motivo gli ampli in corrente non si impiegano con diffusori i cui trasduttori hanno bisogno dell'aiuto dell'ampli per smorzare le risonanze.

Però gli ampli in corrente suonano incredibilmente meglio di quelli in tensione: peccato che l'unico in vendita (quello di Creazzo) costasse 600 mila dollari di Listino...

Saluti
F.C.

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Re: Il "caso Di Prinzio"

Messaggio da Telstar » domenica 18 febbraio 2018, 16:01

F.Calabrese ha scritto:
domenica 18 febbraio 2018, 15:28
I normali amplificatori emettono -in uscita- una TENSIONE proporzionale al segnale d'ingresso. Hanno quindi una bassissima impedenza d'uscita, vale a dire un elevatissimo "Fattore di Smorzamento".

Gli ampli in corrente emettono -in uscita- una CORRENTE proporzionale al segnale d'ingresso. Hanno quindi una elevatissima impedenza d'uscita e -quindi- u fattore di smorzamento bassissimo (inferiore a 0,1). Per questo motivo gli ampli in corrente non si impiegano con diffusori i cui trasduttori hanno bisogno dell'aiuto dell'ampli per smorzare le risonanze.

Però gli ampli in corrente suonano incredibilmente meglio di quelli in tensione: peccato che l'unico in vendita (quello di Creazzo) costasse 600 mila dollari di Listino...

Saluti
F.C.
Io incuriosito proprio da quell'ultracoso, qualche anno fa, ho cercato di informarmi. Ho preso e letto il seguente testo:
Immagine

Alla fine le conclusioni sono a favore del pilotaggio in corrente, ma appunto servono diffusori progettati in un certo modo. E ho rinunciato all'impresa.

"gli ampli in corrente suonano incredibilmente meglio di quelli in tensione"
Onestamente non lo so, mai potuto provare :( E la prova più giusta sarebbe confrontare un'accoppiata ampli-diffusori in corrente con una tradizionale, ma di qualità paragonabile. Però sulla fiducia ti credo :)
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Re: Il "caso Di Prinzio"

Messaggio da F.Calabrese » domenica 18 febbraio 2018, 16:12

Telstar ha scritto:
domenica 18 febbraio 2018, 16:01
Io incuriosito proprio da quell'ultracoso, qualche anno fa, ho cercato di informarmi. Ho preso e letto il seguente testo:
https://s17.postimg.org/5mhuczufj/B50_F ... 1727_C.jpg

Alla fine le conclusioni sono a favore del pilotaggio in corrente, ma appunto servono diffusori progettati in un certo modo. E ho rinunciato all'impresa.

"gli ampli in corrente suonano incredibilmente meglio di quelli in tensione"
Onestamente non lo so, mai potuto provare :( E la prova più giusta sarebbe confrontare un'accoppiata ampli-diffusori in corrente con una tradizionale, ma di qualità paragonabile. Però sulla fiducia ti credo :)
Credimi... non c'è storia...!!!

Quando io scrivo che OGGI è possibile progettare e realizzare impianti che polverizzano letteralmente qualsiasi impianto commerciale, ALLUDO A QUESTO e ad altre accortezze del tutto ignote ai più (per non raccontarle agli autocostruttori: un bel guaio...!).

Saluti
F.C.

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Re: Il "caso Di Prinzio"

Messaggio da Gios » domenica 18 febbraio 2018, 17:37

Caro Fabrizio,

era un po' che non scrivevo ma questo thread è esemplificativo.

Se tu avessi chiesto la collaborazione invece che al Prinzio" che, siccome è sul mercato da decenni qualche qualità ce la deve pure avere, ad un Venture Capitalist (tu le idee, lui i soldi), costui ti avrebbe risposto così, con una riga:

"Si faccia risentire tra un anno, quando avrà un TEAM valido!"

Senza Team, no business! Tu muori ed il business si ferma!
Ti confesso inoltre che al terzo paragrafo del primo messaggio mi ero già scassato i cabassisi, forse ė meglio che tu ti eserciti anche nell'arte della concisione.

/Giò

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Re: Il "caso Di Prinzio"

Messaggio da F.Calabrese » domenica 18 febbraio 2018, 18:08

Gios ha scritto:
domenica 18 febbraio 2018, 17:37
...
Se tu avessi chiesto la collaborazione invece che al Prinzio" che, siccome è sul mercato da decenni qualche qualità ce la deve pure avere, ad un Venture Capitalist (tu le idee, lui i soldi), costui ti avrebbe risposto così, con una riga:

"Si faccia risentire tra un anno, quando avrà un TEAM valido!"

Senza Team, no business! Tu muori ed il business si ferma!...
Altro bellissimo post... ma che vi succede, in questi giorni...? :o :shock: :D

Andiamo in ordine: Mino di Prinzio è sul mercato da decenni e con un grande successo alle spalle... ma che ne è di lui, oggi...? Beh... metà del suo negozio l'ha affittata a dei cinesi che vendono casalinghi... mentre nell'altra metà ospita impianti che sono ormai da anni sempre gli stessi, senza nessuna novità di rilievo... con catafalchi usati che stanno nel corridoio del seminterrato da cinque anni almeno. Questo sarebbe il successo...?

Uno veramente abile, al suo posto, avrebbe colto al volo l'opportunità di disporre di uno spazio espositivo e d'ascolto anche a Roma come ha fatto Natali con la casa di Bebo Moroni), mettendoci in vetrina le sue elettroniche, abbinate ai miei diffusori.

Inoltre, facendo quel che ha fatto, mi ha messo nelle condizioni di dover cercare e trovare alternative alle sue elettroniche, sia modificando i finalini cinesi che i Thomann...
Ora prova a pensare quale disastro sarebbe stato -per lui e non solo- se l'importatore dei finali Yarland avesse cavalcato mediaticamente il caso dei miei impianti e se avesse dimostrato alle mostre con i suoi finali (modificati) ed un mio FullHorn: le vendite di catafalchi tipo gli Air Tight et similia sarebbero finite travolte da un'ondata di matte risate... Ed in questo Di Prinzio è stato fortunato.

Non dimentichiamo che gran parte della fortuna di Di Prinzio si deve al fatto che la sua zona ERA piena di piccole industrie, i cui titolari si toglievano i loro sfizi giocando a cambiare elettroniche e diffusori a più non posso (*). Roma o Milano sono piazze di ben altra importanza.ì, e poi Roma è collegata splendidamente, sia via treni che aerei: direi molto meglio di Chieti Scalo.


Secondo punto: il TEAM.

La questione è la stessa dei brevetti: in teoria il brevetto dovrebbe proteggere l'inventore, ma nella pratica serve solo e soltanto ad assicurare alle aziende che -nel malaugurato caso in cui il progettista morisse per un incidente- esse potrebbero continuare a produrre e ad evolvere il progetto.

Fati i dovuti scongiuri... io ripropongo -in proposito- le chiare parole di Earl Geddes, quando mi disse che i suoi disegni potevano rimanere nel cassetto anche per sempre, se nessuno glieli pagava per il loro vero valore...

Ora fate bene attenzione: attualmente io posso anche permettermi di vendere uno o più impianti che incorporano soluzioni progettuali d'avanguardia, esattamente come in passato ho utilizzato le trombe di terza generazione in eventi pubblici, con migliaia di spettatori. Nessuno le ha riconosciute, semplicemente perché nessuno sa come sono fatte.

MA SE IO DOVESSI METTERE INSIEME UN TEAM... beh... questi capirebbero... e dunque io dovrei fare a meno di proporre configurazioni innovative, perché -peraltro- proprio la presenza del team diminuirebbe e di molto la mia quota di utile. Avete mai visto un progettista così cretino da dare il meglio quando ci guadagna di meno...???

Se ci pensate... quasi tutte le grandi Case di HiFi sono nate con il progettista come fondatore e socio principale... perlomeno quelle nate nel dopoguerra. Quelle invece che utilizzano progettisti a pagamento non hanno mai brillato per l'originalità dei progetti... ;)

Saluti
F.C.

(*): Lo stesso si può dire di Natali e di Bertini, in toscana.

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Re: Il "caso Di Prinzio"

Messaggio da F.Calabrese » domenica 18 febbraio 2018, 19:25

Ritorno per un attimo ancora sul "caso Di Prinzio"...

Una persona di indubbia e grande intelligenza, come lui, si sarebbe dovuta accorgere sin dall'inizio del fatto che non si trovava davanti il solito traffichino affamato di vendere, ma un professionista appassionatissimo del suo lavoro al punto di dedicare ai forum ed al web migliaia di ore (non di certo retribuite).

A me sarebbe andato benissimo vendere un paio di impianti all'anno, magari tutti implementati con le elettroniche prestigiose che Mino tiene in negozio (ottimizzate come per lui è assolutamente impossibile fare... pensateci...). E non lo avrei di certo tradito, come ha fatto il suo amico "progettista" (l'ex nostromo). Io poi sono un pessimo commerciale, per cui non mi sarei mai azzardato a mettermi in concorrenza con lui, specie una volta avviata una qualche forma di collaborazione.

Non solo, ma collaborando insieme, lui avrebbe ottenuto di smorzare i toni delle mie polemiche... e magari avrebbe ottenuto una bella pace con le riviste, a vantaggio di tutto il settore. E di questo gliene avrebbero dovuto esser grati in tanti davvero.

Poi immaginatevi alle mostre...! Per aver un mio impianto in ascolto, io non avrei di certo negato le mie competenze per ottimizzare il funzionamento di quelli che in tutti questi anni Mino ha presentato, con risultati alterni tra il decente ed il penoso, ma mai memorabili.
E' assolutamente ovvio che -come progettista- io so far "suonare" un DCX-2496 come un MSC Platinum 4... ma se metto le mani su qualcosa di più valido del DCX... sono dolori per tutti...!!!

Decisamente il mondo dell'HiFi italiana ha perso moltissimo, per la sua indisponibilità a sedersi davanti ad un tavolo e ragionare.

Immaginatevi gli impianti che avrebbe venduto all'estero, magari appoggiandosi a qualche costruttore di elettroniche che avesse bisogno di eccellenti diffusori per dimostrare i suoi finali valvolari Single Ended...!

Qui non è il caso di dire che "del senno di poi son piene le fosse", perché sono stati persi TROPPI anni per poter recuperare.

Saluti
F.C.

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