AES a Roma: anticipazioni sulle conferenze

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Marcello Croce
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Re: AES a Roma: anticipazioni sulle conferenze

Messaggio da Marcello Croce » venerdì 10 maggio 2013, 0:04

F.Calabrese ha scritto:
F.Calabrese ha scritto:La seconda conferenza, tra le più intriganti mai ascoltate, riguardava l'incremento qualitativo all'ascolto introdotto dalla presenza di vibrazioni dell'ascoltatore...

OMISSIS


Questo avviene normalmente nelle chiese quando suonano gli organi, o nei concerti Pop-Rock, ed anche nei migliori Auditori.
Qui i risultati della ricerca sono inequivocabili: la vibrazione fisica contribuisce nettamente alla percezione, e la sua eventuale mancanza viene avvertita come un degrado qualitativo, esattamente come lo sarebbe un buco nella risposta...

Interessantissima soprattutto la comparazione dei livelli vibrazionali con quelli sonori, con tanto di correlazioni spettrali...

Una delle più belle ed interessanti conferenze che io abbia ascoltato... lo confermo !!!

Saluti
F.C.
E' anche la ragione per la quale: (in ordine sparso)

A) l' ascolto in cuffia è, per quanto più accurato (potenzialmente) su alcuni aspetti), molto poco coinvolgente e sostanzialmente lontanissimo dall' esperienza di ascolto dal vivo;

B) i piccoli diffusori (non solo quelli microscopici), con alcuni generi musicali, anzi, appena al di fuori di alcuni generi particolarmente "parchi", presentano un esperienza d' ascolto gravemente limitata e compromessa, particolarmente falsificante rispetto ad una registrazione anche solo appena decente;

C) certi impianti dei sound system jamaicani, emersi già verso la fine degli anni '60 per opera di Clement Dodd e per quanto assolutamente inaccurati, offrivano una esperienza d' ascolto "riprodotto", assolutamente entusiasmante per una società che, in quegli anni, niente altro che la radio AM conosceva.

D) certi altri impianti ideati per le primi club americani, tipo the Loft, Studio 54 e simili, nei primi anni '70, dove la configurazione minima prevedeva 3 woofer da 15" accoppiati ad una tromba delle medie e talvolta qualche tweeter, per quanto probabilemente "non molto raffinati" (oh poveri noi), sono stati capaci di sucitare sensazione sociale di proporzione epocale.

F) nei sistemi di punta, della categoria "cost no object", quando si scende da una configurazione a due vie per la riproduzione delle basse frequenze ad una via sola, lo scadimento prestazionale è di norma "drammatico" (aggettivo che aborro, ma lo uso a ragion veduta), e facilmente avvertibile da chiunque.

G) Le trombe dei bassi, in sistemi professionali, quando operanti all' aperto, quindi su pigreco mezzi, la differenza percepibile e verificabile mettendo a confronto le configurazioni con una e quattro trombe, è assolutamente impressionante, apparentemente oltre quello che si potrebbe intendere con la normale valutazione matematica, anche a livelli di pressione sostanzialmente "modesti", tali da non creare troppe difficoltà alla configurazione con tromba singola.

H) Il miglior amplificatore per basso elettrico, il più emozionante con cui suonare, sarà sempre l' Ampeg SVT originaledei primi '70 con 6 tubi 6550, e la cassa chiusa con 8 coni da 10". :D

Per ora è tutto quello che mi viene in mente.

Marcello Croce
"Se il suono scadente fosse fatale, l' audio sarebbe la prima causa di morte". Don Davis

intrepido
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Re: AES a Roma: anticipazioni sulle conferenze

Messaggio da intrepido » venerdì 10 maggio 2013, 0:45

Caro Marcello,
potrei replicarti che, per motivi diversi, trovo l' ascolto in cuffia emozionante. proprio per la sottile perversione di mentalizzare una sensazione (come avere una percezione fisica del cervello). Capisco quello che intendete tu e Fabrizio, e, da modesto frequentatore di concerti, potrei in parte essere d' accordo. Tuttavia mi chiedo quante persone possano permettersi in casa di far vibrare i mobili (e in quanti casi questo porti un effettivo miglioramento dell' ascolto). In più, scusa se mi permetto, fra un po' dal tuo peana del casotto viene fuori che l' audio dei cinema multicanale con le jbl di ordinanza è "un ascolto appagante" :twisted:

Marcello Croce
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Re: AES a Roma: anticipazioni sulle conferenze

Messaggio da Marcello Croce » venerdì 10 maggio 2013, 2:02

intrepido ha scritto:Caro Marcello,
potrei replicarti che, per motivi diversi, trovo l' ascolto in cuffia emozionante. proprio per la sottile perversione di mentalizzare una sensazione (come avere una percezione fisica del cervello). Capisco quello che intendete tu e Fabrizio, e, da modesto frequentatore di concerti, potrei in parte essere d' accordo. Tuttavia mi chiedo quante persone possano permettersi in casa di far vibrare i mobili (e in quanti casi questo porti un effettivo miglioramento dell' ascolto). In più, scusa se mi permetto, fra un po' dal tuo peana del casotto viene fuori che l' audio dei cinema multicanale con le jbl di ordinanza è "un ascolto appagante" :twisted:
Caro intrepido,
capisco quello di cui parli, ma non si tratta di far tremare la mobilia
Come sai, io sono abituato a lavorare nelle piazze, e neppure li faccio tremare la mobilia. Ma le pance degli spettatori, ovviamente si.
Far tremare le pance degli spettatori non significa alzare il volume "ad minchiam", finche c'è n'è.
Significa presentare l' esecuzione al livello esatto che ne rende la più accurata rappresentazione, il che è molto critico, cioè sta all' intenro di una figura di +/- 2 dB.
Ovviamente, ogni genere musicale ha la sua figura ed ogni quantità e tipologia di pubblico ha la sua.
E' una questione molto critica, veramente.
3 dB in più sono troppi, 3 dB in meno rendono tutto scialbo.
QUesto vale indipendependetemente dal genere musicale, ad anche se si tratta di sola voce, che in gergo chiamiamo "recitato", sia che si tratti di una messa, sia che si tratti di un comizio.
Non so se mi sono spiegato.
L' ascolto in cuffia, come dici tu, è molto "cerebrale", e va benissimo.
Ma in cuffia, certe emozioni te le scordi: ne avrai magari altre, ma non è detto che sia sempre il tempo giusto per quelle, la musica chiede anche altre cose che in cuffia non si possono avere.
E, per fare un esempio, la "silent disco", la discoteca fatta con gli apparecchi ad infrarossi per traduzioni e tutti i presenti con le cuffie in testa, è, come disse un italiano famoso in una circostanza particolare, "UNA CAGATA PAZZESCA".

Marcello Croce
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intrepido
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Re: AES a Roma: anticipazioni sulle conferenze

Messaggio da intrepido » venerdì 10 maggio 2013, 2:08

Caro Marcello,
ma io non parlavo del tuo lavoro (che immagino tu sappia fare benissimo), ma degli impianti (e delle stanze in cui sono contenuti) che la maggio parte delle persone ha presumibilmente in casa.

Marcello Croce
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Re: AES a Roma: anticipazioni sulle conferenze

Messaggio da Marcello Croce » venerdì 10 maggio 2013, 3:42

intrepido ha scritto:Caro Marcello,
ma io non parlavo del tuo lavoro (che immagino tu sappia fare benissimo), ma degli impianti (e delle stanze in cui sono contenuti) che la maggio parte delle persone ha presumibilmente in casa.
Beh, in casa possono succedere tante cose.
E dipende dal contesto, dall' umore, dalla predisposizione, dalla circostanza, dalle aspettative, dagli impedimenti, e dal tipo di casa.
Immaginiamo un condominio.
Nel condominio ci sono i vicini, ma di sicuro alle 22 si richiedono cautele che forse alle 15 non sono esattamente le stesse.
Se i vicini sono anziani, richiederanno cautele che non sono quelle dei trentenni.
Però può capitare l' anziano sordo ed il trentenne incazzoso che ha appena litigato con la fidanzata, quindi il contesto si inverte.
Alcuni hanno mogli che si divertono con queste scemenze musicali dei mariti, altre molto meno.
Poi dipende anche dalla casa, dipende com'è fatta, com'è costruita, e tante, veramente tante altre cose.

Io non faccio mai fracasso in casa, e se lo faccio, dura assai poco e ad orari praticabilissimi, d' altra parte lo faccio già altrove dove mi pagano pure per farlo.

Ma se devo ascoltare qualcosa, pur a volume "tollerabile in condominio", non sempre gradisco lo stesso volume: a volte è un po' di più, se mi serve, a volte è un po' di meno. La differenza può essere poca eppure "sensibile". Questo sensibile, possono essere i 3. i 6, i 10 dB. Dieci sono moltissimi, 6 sono "un bel po", 3 sono apprezzabili.
Se ascolto qualcosa di notte, quando cerco di addormentarmi, le cose sono in proporzione, molto più critiche ancora.
Le differenza di volume che mi cambiano una cosa da gradevole a sgradevole, sono roba persino di frazioni di dB, e penso che per chiunque sia lo stesso.
Quindi è ovvio che, nei confronti del volume di ascolto, a seconda della circostanza, la sensibilità di chiunque, è molto, molto alta.
Di notte c' è assai meno rumore, quindi si sente tutto molto meglio, e, di norma, per mantenre lo stesso livello di attenzione, serve assai meno volume che di giorno. Però, lo stesso programma ascoltato ad un volume anche di poco inferiore, perde sicuramente qualcosa in temini di coinvolgimento.
Si guadagnano emozioni da un lato, per il minor rumore, e se ne perdono altre dall'' altro.
Dipende, ovviamente, anche da cosa si sta ascoltando: alcune cose sono più critiche sulla questione del volume, altre lo sono molto meno.

L' ascolto della musica è anche questo: per quanto lo desideriamo, la stessa canzone, lo stesso brano, potrebbe non suonare sempre uguale, nello stesso modo, e in molti casi basta una piccola differenza di volume, e qualcosa viene, qualcos' altro se ne va.

Marcello Croce
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Re: AES a Roma: anticipazioni sulle conferenze

Messaggio da EDOARDO » venerdì 10 maggio 2013, 7:14

è un discorso artistico più che tecnico..quello del volume di ascolto...un ascolto appassionato secondo mè non può scendere al di sotto di un certo volume...il quale sicuramente non andrà d'accordo con chi conviviamo..o i vicini...dipende anche da come suonano gli artisti nel disco..l'altro giorno ascoltavo il trio di BILL EVANS..è il classico trio jazz che si può ascoltare anche di notte dato che quei musicisti hanno la capacità di suonare come piume su i loro strumenti..parlo di standard jazz..
al contrario una messa all'organo suonata da COCTEAU..nei momenti pieni deve avere un volume dove trasmette tutta l'immanenza dello strumento..

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Re: AES a Roma: anticipazioni sulle conferenze

Messaggio da F.Calabrese » venerdì 10 maggio 2013, 9:05

Marcello Croce ha scritto:...
Far tremare le pance degli spettatori non significa alzare il volume "ad minchiam", finche c'è n'è.
Significa presentare l' esecuzione al livello esatto che ne rende la più accurata rappresentazione, il che è molto critico, cioè sta all' intenro di una figura di +/- 2 dB.
Ovviamente, ogni genere musicale ha la sua figura ed ogni quantità e tipologia di pubblico ha la sua.
E' una questione molto critica, veramente.
3 dB in più sono troppi, 3 dB in meno rendono tutto scialbo.
QUesto vale indipendependetemente dal genere musicale, ad anche se si tratta di sola voce, che in gergo chiamiamo "recitato", sia che si tratti di una messa, sia che si tratti di un comizio...
Questo è straordinariamente vero, al punto che a fine anni '80 Dory Zard (fratello di Davide) mi chiese di fare insieme delle misure fonometriche che spiegassero come mai in occasione di certi concerti il pubblico tendesse ad accalcarsi in avanti, verso l'impianto, più che in altre occasioni... E non sempre si trattava di questioni di "divismo" dei performers...!

Ascoltammo e misurammo molti concerti di seguito, rilevando sempre che il "livello giusto" era appunto uno ed uno soltanto... per cui bastava allontanarsi dall'impianto quel tanto che producesse un'attenuazione di due-tre deciBel, per perdere gran parte dell'emozione...

Grazie Marcello.
Saluti
F.C.

violone 32'
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Re: AES a Roma: anticipazioni sulle conferenze

Messaggio da violone 32' » venerdì 10 maggio 2013, 9:32

nell'ascolto domestico della musica classica, organistica e non, il problema vicini può non esistere....... .Tale tipologia di musica è composta,nella maggior parte dei casi, da continue variazioni dinamiche, ed un FF non dura che una porzione molto minore di MF P o PP......Per quanto riguarda la musica organistica un 32' ad anima a tantissima estensione ma poca energia, più energia un 32' ad ancia ovviamente, ma risaltano più gli armonici che la fondamentale . Con l'ascolto in cuffia si può percepire tutto, ma manca quel coinvolgimento fisico che , per me, è fondamentale, anche a bassi volumi di ascolto. é vero che un organo può arrivare e superare i 120 db (alcuni registri ad alta pressione negli organo Inglesi, le Chamade fatte installare da Cochereau a Notre Dame....) ma questo a pochi metri .....e a pochi metri lo sente solo chi sta suonando ....e nemmeno sempre( a St John the Divine a N.Y.la State Trumpet si trova a oltre 150 metri dalla consolle )#. Quindi il volume reale non lo trovo una questione fondamentale, ma la più completa , per quello che può essere possibile risposta in frequenza una prerogativa irrinunciabile.



# è famoso un'articolo apparso su un quotidiano Francese a riguardo dell' 0rgano di Notre Dame.
La città di New York aveva a suo tempo proibito il sorvolo della stessa da parte del Concorde perchè il rumore del suo passaggio superava i 110 db contro l'emissione dell'organo di Notre -Dame che era di 112 db. Cochereau aveva in programma una serie di concerti in quella città, e il quotidiano uscì con una vignetta che riproduceva Cochereau che pilotava l'aereo, dai cui ugelli di scarico uscivano sciami di note ...con il titolo " L'organo di Cochereau più potente del Concorde........
Aldo Tenca

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