antani ha scritto:L'ascolto musicale domestico è ormai praticamente estinto. La colpa non è degli operatori, ma molto più semplicemente dal fatto che è stato soppiantato da altre forme di intrattenimento, quali internet, i videogame e l'audio/video.
Non c'è nulla da fare, nessuna possibile azione correttiva, è semplicemente una questione di evoluzione culturale.
La "guerra dei poveri" che ne è derivata è solo una conseguenza.
Se facciamo un'attenta analisi di quali sono le tendenze di intrattenimento casalingo possiamo osservare che quello che è in crisi è l'ascolto dello "stereo", non della musica.
La musica si ascolta sempre e in tutti i luoghi, guardate la radio che tutti davano per morta come continua imperterrita a farsi ascoltare.
I programmi musicali sembrano abbastanza seguiti, l'offerta di concerti di ogni tipo non è scemata in questi anni, anzi, anche i videogames hanno le loro belle colonne sonore.
Il punto fondamentale è che non si lega più l'ascolto della musica allo "stereo", la musica si ascolta in cuffia, col computer, col televisore e se esageriamo con l'home theatre, il problema culturale non è legato alla musica, ma alla conoscenza dei mezzi qualitativamente alti per la sua fruizione.
Un punto molto positivo invece è che la ricerca della qualità non è mai venuta meno, il fenomeno audio che si osserva con maggior frequenza è quello delle cuffie, chi ha mai visto tante cuffie di così discreta qualità nei negozi? E per strada? Non ci si fa più problemi a camminare con dei padiglioni belli grossi al posto degli auricolari dati in dotazione ai vari device.
E dimentichiamo come sia cresciuta la qualità degli apparati per computer?
La qualità la si cerca anche dentro casa, i televisori HD si vendono come gli abbonamenti di Ski.
Sulle cause c'è poco da aggiungere a quello che ha già scritto Fabrizio, credo invece sia importante approfondire l'abbozzo di analisi che ho iniziato e pensare quali potrebbero essere delle strategie di rilancio di un settore che, ripeto si è allontanato dalla sua funzione primaria che era di avvicinarci alla musica, sarà un caso che i dischi che si ascoltano alle mostre e che vengono usati dai recensori non sono quasi mai dentro i vari I-Pod dei ragazzi che girano per le città?
Saluti
Michele