T-Amp e monovia, spiegatemi voi...

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Paolo Eugeni

T-Amp e monovia, spiegatemi voi...

Messaggio da Paolo Eugeni » martedì 22 marzo 2011, 19:55

Sul T-amp si è detto ormai tutto, allora perchè aprire ancora un 3AD sul piccoletto?Perchè qualche giorno fa mi è successa una cosa che mi ha leggermente spiazzato.

Premessa-Il T-amp lo avevo già provato,non mi aveva fatto gridare al miracolo, mi era sembrato sì pulito, ma la poca potenza e la leggerezza del basso avevano fatto si che un amico che passasse da casa mia lo volle provare e io glielo diedi volentieri dicendogli di tenerlo pure quanto volesse (per usu capione ormai è suo).

Qualche giorno fa ho conosciuto per lavoro una persona ...mi dice se mi va di provare una schedina col 2024 a bordo che producono loro.
Memore della passata esperienza stavo per rifiutare,ma alla fine accetto...non ho più le vecchie casse e curioso come sono,ho voluto provare come sarebbe andato con le nuove.
Le "nuove" comunque tali non sono, hanno qualche anno sulle spalle,nate per una sfida (lunga storia), sono composte da due hx132 ciare per cassa,molto direttive,lo spot di ascolto è molto limitato,per me non è un problema dato che quando ascolto sto seduto in un preciso punto.Sono nate per una collocazione in angolo,la risposta non l'ho misurata,comunque scendono abbastanza,ma non troppo,per cui ho realizzato un sub in doppio reflex con un 18" per estenderne la risposta fino alle bassissime.Decisamente efficienti.Provate con tanti finali diversi,sostanzialmente il loro comportamento non cambiava,forse grazie al modulo di impedenza non tormentato.

Sballo il "cosetto",lo collego diretto al dac e al suo alimentatorino switching,premo play.
MA PORCAMISERIA,che è successo?
Usciva fuori un basso da quei coni che un attimo ci sono rimasto...frenato,profondo,controllato!!
Media veramente pulitissima,le avevo sentite così solo con un Nakamichi pa7e...con cui però il basso non era altrettanto bello.Le alte frequenze prive di tanti "difettucci" a cui ormai avevo fatto l'abitudine.
La potenza più che sufficiente per un ascolto realistico...

Ma non era leggero di bassi il T-amp???
Ma soprattutto,chi mi spiega quale potrebbe essere il motivo per cui è l'unico ampli che abbia tirato fuori dei veri bassi da quelle casse???
Ah,il sub era ovviamente scollegato...

bepi67
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Re: T-Amp e monovia, spiegatemi voi...

Messaggio da bepi67 » martedì 22 marzo 2011, 20:27

Il T-amp originario era leggero in basso perchè per un motivo progettuale (se non ricordo male, per evitare di saturare i piccoli induttori sull'uscita) era stato volutamente limitato in bassa frequenza mediante un filtro passa alto posto sull'ingresso dell'ampli.
Altre implementazioni dello stesso chip TA2024 (ad esempio il Trends Audio o i vari Fenice e compagnia cantante) sono decisamente più performanti in bassa frequenza del T-amp poichè tale limitazione non è stata imposta per avere le massime prestazioni.

Se il carico non è particolarmente impegnativo quel chip non è da sottovalutare.

Ciao
Sono solo un appassionato......di lavatrici sonore !

Paolo Eugeni

Re: T-Amp e monovia, spiegatemi voi...

Messaggio da Paolo Eugeni » martedì 22 marzo 2011, 20:55

La differenza tra i nuovi e i vecchi mi era giunta all'orecchio...ma più che la differenza tra i vari T-amp, quello che mi chiedevo era il motivo della notevole differenza in gamma bassa tra il T-amp e altri finali che ho provato sui due doppi monovia,sia nel comportamento a livello di controllo che nell'aumento proprio della quantità della stessa.
Hai ragione, non sono proprio da sottovalutare per nulla.Fanno comunque riflettere...
La versione da 90W come si comporta,qualcuno l'ha provata?

EDOARDO
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Re: T-Amp e monovia, spiegatemi voi...

Messaggio da EDOARDO » mercoledì 23 marzo 2011, 7:56

paolo io attualmente uso dei tripath in bi-ampli verticale sulle trombe mdeiobasse-medie e su i tweeter anulari a compressione.i circuiti sono ottimizzati sia nel layout che nell'alimentazione e in uscita con delle induttanze avvolte in aria con rame litz...la trasparenza e la pulizia di questi ampli è incredibile come anche il rendimento rispetto a dei lineari che ho ascoltato.tra l'altro possono essere settati in uscita e ottimizzati in base all'impedenza dell'ap.facendogli pilotare il basso a tromba vanno in crisi forse per via della back fm..ma sul mediobasso-alto vanno una bomba..

bepi67
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Re: T-Amp e monovia, spiegatemi voi...

Messaggio da bepi67 » mercoledì 23 marzo 2011, 9:37

EDOARDO ha scritto:facendogli pilotare il basso a tromba vanno in crisi forse per via della back fm..ma sul mediobasso-alto vanno una bomba..
Potrebbe essere perchè quell'amplificatore li ha dei diodi zener a protezione del chip contro le sovratensioni all'uscita dell'altoparlante, inclusa la Back-Emf.

Bisognerebbe provare a collegare in parallelo all'uscita una resistenza di qualche decina di ohm (20-30 ohm) e vedere cosa succede.

Ciao.
Sono solo un appassionato......di lavatrici sonore !

Carlo Morsiani
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Re: T-Amp e monovia, spiegatemi voi...

Messaggio da Carlo Morsiani » mercoledì 23 marzo 2011, 12:38

Paolo Eugeni ha scritto:Sul T-amp si è detto ormai tutto, allora perchè aprire ancora un 3AD sul piccoletto?Perchè qualche giorno fa mi è successa una cosa che mi ha leggermente spiazzato.


Ma non era leggero di bassi il T-amp???
Ma soprattutto,chi mi spiega quale potrebbe essere il motivo per cui è l'unico ampli che abbia tirato fuori dei veri bassi da quelle casse???
Ah,il sub era ovviamente scollegato...



Ho provato svariate versioni di schede e ampli con il famoso chip Tripath TA 2024,fra cui una scheda Fenice 20 che ho modificato mettendo induttanze in aria al posto di quelle con la ferrite.
So bene di cosa è capace di fare perchè ho provato sia a banda intera che in multiamplificazione.
I chip più potenti della stessa Tripath vanno ancora meglio per pilotare dei woofers , ma non hanno la stessa raffinatezza in gamma alta .
Nel mio impianto in multiamplificazione facendo un confronto fra Tripath 2024 egli UCD 400 ,questi hanno una maggiore rapidità di attacco ed fanno saltare fuori ancor più particolari.
In altri thread ho già spiegato il vantaggio della classe D.
Il circuito di controllo confronta il segnale in uscita con quello di entrata ed elabora un segnale differenza in digitale, che poi viene reso analogico e introdotto all'ingresso.
All'uscita è presente la forza elettromotrice sfasata prodotta dall'altoparlante,il cicuito di correzione perciò la vede come un errore da correggere e lo fa,perciò i Classe D si adattano al carico come nessun circuito feedback passivo dei classico ampli in classse AB può fare.
Allora Fabrizio Calabrese domanda perchè saremmo obbligati ad usare la classe D.
Io ho risposto che non c'è alcun obbligo, è una mia scelta perchè fino ad ora non ho trovato niente che vada meglio.
Se tuttavia dovesse apparire qualcosa che va meglio senza costare di più ben volentirei lo acquisterei.
Carlo Morsiani.

l_pisani_54
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Re: T-Amp e monovia, spiegatemi voi...

Messaggio da l_pisani_54 » mercoledì 23 marzo 2011, 17:50

Provai a suo tempo il T Amp, quello normale, nudo e crudo.
Allora avevo un integrato Yamaha AX 490, che non era proprio da buttare via.
Il poveretto uscì dal confronto con le ossa rotte.
A parte la maggiore potenza, il T Amp lo sovrastava come nettezza e qualità del dettaglio musicale.
Notai anch'io una eccessiva leggerezza del basso con il piccoletto, e quando mi procurai la documentazione tecnica della Tripath, scoprii che l'estremo inferiore della gamma era stata volutamente attenuato per non mettere in crisi i conini dei diffusori da computer, con cui se ne prevedeva l'utilizzo.
Viceversa, la risposta sugli alti era fortemente influenzata dall'impedenza del diffusore, al punto da presentare un picco accentuato o una decisa caduta, a seconda dei casi.
Pertanto, alcune realizzazioni, se sono riuscite a linearizzare la risposta, possono ottenere dei risultati molto interessanti, se bastano i pochi watt a disposizione.
Attualmente uso un T Amp insieme ad una coppia di due vie Telefunken, rimediate a quattro soldi, per l'audio del computer. Diciamo quindi che l'ho messo a fare quello per cui era nato.
Leonardo

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Re: T-Amp e monovia, spiegatemi voi...

Messaggio da EDOARDO » mercoledì 23 marzo 2011, 18:50

ne convengo con carlo sul discorso del controllo back fem,il quale potrebbe rivelarsi UNA soluzione(non la soluzione altrimenti poi sò problemi.. ;) )io prossimamente sulla bobina mobile da 100mm del mio woofer proverò una implementazione in classe d di un chip texas instruments che configurato a ponte di targa dovrebbe dare 600w su 4 ohm e cosa interessante ha l'ingresso bilanciato..
sono curioso..

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Re: T-Amp e monovia, spiegatemi voi...

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 24 marzo 2011, 0:03

Carlo Morsiani ha scritto:...All'uscita è presente la forza elettromotrice sfasata prodotta dall'altoparlante,il cicuito di correzione perciò la vede come un errore da correggere e lo fa,perciò i Classe D si adattano al carico come nessun circuito feedback passivo dei classico ampli in classse AB può fare.
Allora Fabrizio Calabrese domanda perchè saremmo obbligati ad usare la classe D... Carlo Morsiami
Premetto un sentito "Grazie" a Carlo Morsiani per esser qui e per gli spunti spettacolari che lui ci posta.

Però attento...

Quale errore correggono, perfettamente ed in tempo incredibilmente ridotto..., i finali in Classe-D ?

Correggono il valore della Tensione in uscita...

Ma quello che viene trasdotto in suono è la CORRENTE in uscita dall'ampli... non la tensione !!!

E' lo stesso errore in cui cadde Peter Walker con il Quad 405, il primo ampli in feedforward...

Questo spiega il perchè dei finalini cinesi da 300 Euro, privati della controreazione, possano giocare allo stesso tavolo con Air Tight da 50 mila Euro a canale, o con i Mac da 1200 watt monofonici...

Provare per credere...

E noi abbiamo provato... anche più di una volta...!!!


Saluti
F.C.

remix
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Re: T-Amp e monovia, spiegatemi voi...

Messaggio da remix » giovedì 24 marzo 2011, 13:09

F.Calabrese ha scritto:
Carlo Morsiani ha scritto:...All'uscita è presente la forza elettromotrice sfasata prodotta dall'altoparlante,il cicuito di correzione perciò la vede come un errore da correggere e lo fa,perciò i Classe D si adattano al carico come nessun circuito feedback passivo dei classico ampli in classse AB può fare.
Allora Fabrizio Calabrese domanda perchè saremmo obbligati ad usare la classe D... Carlo Morsiami
Questo spiega il perchè dei finalini cinesi da 300 Euro, privati della controreazione, possano giocare allo stesso tavolo con Air Tight da 50 mila Euro a canale, o con i Mac da 1200 watt monofonici...
come si fà a capire o conoscere o individuare quali sono i cinesi " privati della controreazione"?

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