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Mentre osservavo e provavo delle cuffiette AKG In-Ear con guida d'onda - che promettono bassi più esuberanti e maggiore efficienza delle concorrenti quando posate, ho avuto un dubbio, ovvero la loro performance è garantita solo quando sono pressate ermeticamente nel padiglione auricolare, allora ho pensato, quando provano e rilevano la massima pressione sonora dei diffusori Home Hi-Fi ed Hi-End - anche il volume dell'ambiente di ascolto è rilevante per dettare la pressione determinata al microfono.??
Gradirei sapere da Fabrizio quanto è rilevante il volume dell'ambiente di ascolto - sia esso risonante o assorbente, come peso numerico al rilevamento dell'Spl..?
Probabilmente, i soliti diffusori vengono salvati da trucchi di scena per potere serigrafare pressioni nell'ordine dei 97/98 dB/1Watt ad un metro..così come in ambiente aperto la pressione sonora ha un decadimento determinato diverso da ambiente chiuso, ci deve essere anche una relazione in ordine alla pressione riprodotta in ambiente controllato.
Riamango in attesa dei commenti.
Relazione tra SPL e volume m3 in ambiente
Moderatore: F.Calabrese
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Re: relazione tra SPL e volume m3 in ambiente
Diciamo che la pressione sonora negli ambienti normali segue le previsioni basate sul livello di sensibilità dei diffusori e sulla potenza degli ampli (espressa in dB) fino a distanza d'ascolto minime: un metro e mezzo al massimo...
Di lì in poi l'ambiente supporta i livelli, risultando più o meno efficace in funzione della durata dei segnali... (spiego meglio)
Se infatti consideriamo un transiente breve, come un colpo di piatti o di rullante... anche a 4-5 metri dai diffusori l'ambiente non farà in tempo ad aggiungere granché...
Viceversa, per una nota di organo o di tastiera elettronica, già a due metri il fonometro segnerà un valore molto più alto in ambiente che all'aperto ed alla stessa distanza.
Spero di essere stato utile, ma possiamo approfondire, se volete. C'è tutta l'equazione di Hopkins-Stryker da spiegare !!!
Saluti
F.C.
Di lì in poi l'ambiente supporta i livelli, risultando più o meno efficace in funzione della durata dei segnali... (spiego meglio)
Se infatti consideriamo un transiente breve, come un colpo di piatti o di rullante... anche a 4-5 metri dai diffusori l'ambiente non farà in tempo ad aggiungere granché...
Viceversa, per una nota di organo o di tastiera elettronica, già a due metri il fonometro segnerà un valore molto più alto in ambiente che all'aperto ed alla stessa distanza.
Spero di essere stato utile, ma possiamo approfondire, se volete. C'è tutta l'equazione di Hopkins-Stryker da spiegare !!!
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Re: relazione tra SPL e volume m3 in ambiente
quello che ho notato è che in ambiente aperto le casse"domestiche" a parità di watt non spingono un tubo. Ma quello è anche riconducibile al rendimento in qualche caso un pò gonfiato
A casa mia si usano i controlli di tono,gli equalizzatori e si usano ancora i tubi catodici. A volte un continental ti può fare volare più in alto dello space shuttle. Certa musica finisce nella stufa,non mi dispiace
Re: relazione tra SPL e volume m3 in ambiente
Vero, se mettiamo due diffusori Home in giardino la pressione percepita risulta minimale...
Re: Relazione tra SPL e volume m3 in ambiente
Forse perché la maggior parte delle casse e concepita tenendo conto dell apporto ambientale? (vedi p.e. casse la cui collocazione consigliata e'a ridosso parete posteriore
Re: Relazione tra SPL e volume m3 in ambiente
Le cuffie in ear lavorano a pressione e sono praticamente dei pistoni idraulici. Il volume d'aria tra il timpano e la membrana della cuffia è talmente piccolo che l'aria all'interno del condotto si comporta come un fluido incomprimibile. Se l'auricolare resta bene ermetico all'orecchio la risposta si estende fino alla dc. In pratica la membrana della cuffia muove direttamente il timpano, questo permette di ottenere spl elevati con escursioni minime. Il fenomeno si chiama cabin gain e per le in-ear inizia già a frequenze nell'intorno del khz.