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Ancora su DAC e stadi di linea

Inviato: venerdì 31 marzo 2017, 15:05
da Max
Osservando diverse linee di prodotti hi-fi e pro mi stavo ponendo un problema interessante. L'argomento è tangenziale a quelo dei DAC perché alla fine la domanda "cosa serve ad un DAC per suonare bene?" è parzialmente sovrapponibile alla domanda "cosa serve ad uno stadio di linea per suonare bene?" e qui l'argomento diventa potenzialmente incandescente perché si va a toccare il giocattolo preferito dell'audiofilo, il "magico" preamplificatore :twisted:

Ma veniamo al dunque. Sapendo che i chip DAC di fascia medio-alta richiedono uno stadio di uscita esterno (eventuale covertitore I/V + filtro LP) e che questo "da manuale" richiede un'alimentazione bipolare, così come sappiamo che è "buona pratica" la separazione delle alimentazioni analogica e digitale, rispettivamente.

Quindi volendo usare una "rule of thumb" uno potrebbe dire che un DAC con alimentatore esterno unipolare nasce certamente con aspirazioni di raffinatezza inferiori ad un DAC che usa un trasformatore interno con secondari multipli o addirittura un doppio trasformatore interno per il dual mono (come sul TEAC UD-501 e UD-503). Quindi al di là di variabili come l'effettiva bontà della realizzazione complessiva basta un colpo d'occhio per farsi un'idea del livello a cui aspira un apparecchio.

Gli accorgimenti visti finora sono certamente logici e sensati nell'ambito della buona progettazione elettronica, hanno pure un costo giustificato perché passare dal power brick OEM a uno o due trasformatori dentro lo chassis dell'apparecchio e conseguente componentistica richiesta per un alimentatore lineare incide significativamente sui costi industriali di un prodotto. Ciò non toglie che si possano avere ottimi prodotti costruiti da manuale a prezzi tutto sommato ragionevoli (vedasi Asus e TEAC).

La domanda a questo punto è: quanti di questi accorgimenti - che sicuramente sarebbero idonei in ambito di elettronica di precisione e circuiti a bassissimo rumore - sono rilevanti per l'utilizzo audio?

Perché se si guarda al pro più affermato ed escludendo i marchi entry-level un'interfaccia/convertitore digitale (prendo gli RME ADI più piccoli ad esempio, visto che è un produttore ottimamente considerato) si arriva tranquillamente a diverse centinaia di euro senza adottare minimamente alcuna delle soluzioni sopra citate e "accontentandosi" di un'alimentatore esterno single-rail?

Io ne deduco un paio di cose:
(1) che anche nel pro spesso e volentieri ci si fa pagare il marchio più che l'elettronica, certo siamo ben lontani dai livelli patologici dell'hi-end ma che alcune cose siano sovrapprezzate mi pare indubbio;
(2) probabilmente il 90% di certe raffinatezze progettuali ha senso in altri ambiti di elettronica ma è per lo più eccessivo se ci si limita all'audio, contrariamente ai miti per decenni il "circo" hi-fi/hi-end ha propagandato.

Pareri?

Re: Ancora su DAC e stadi di linea

Inviato: venerdì 31 marzo 2017, 17:34
da F.Calabrese
Argomento interessantissimo... che merita la massima attenzione.

A più tardi.
F.C.

Re: Ancora su DAC e stadi di linea

Inviato: venerdì 31 marzo 2017, 17:56
da bepi67
Ci sono sistemi che permettono di creare una alimentazione duale partendo da una singola, direttamente integrati in chip fatti ad hoc, ed usano tecniche abbastanza consolidate da tempo nell'ambito dell'elettronica integrata (ad esempio le charge pump).
Texas Instruments produce amplificatori operazionali che lavorano con tale principio, proprio per uso audio, che pur avendo alimentazione signola, producono uno swing di tensione simmetrico centrato sullo zero.
Pertanto, avere una alimentazione singola piuttosto che duale non è detto che sia una necessità.

Ciao

Re: Ancora su DAC e stadi di linea

Inviato: venerdì 31 marzo 2017, 20:06
da Max
bepi67 ha scritto:Ci sono sistemi che permettono di creare una alimentazione duale partendo da una singola, direttamente integrati in chip fatti ad hoc, ed usano tecniche abbastanza consolidate da tempo nell'ambito dell'elettronica integrata (ad esempio le charge pump).
Texas Instruments produce amplificatori operazionali che lavorano con tale principio, proprio per uso audio, che pur avendo alimentazione signola, producono uno swing di tensione simmetrico centrato sullo zero.
Pertanto, avere una alimentazione singola piuttosto che duale non è detto che sia una necessità.

Ciao
Hai ragione, ne avevo fatto inizialmente menzione ma poi ho rovesciato un paio di paragrafi perché si stava appesantendo troppo. Ci sono anche chip DAC come l'ES9023 (e immagino pure il PCM5102) che avendo lo stadio di uscita integrato usano la charge pump per la tensione negativa (invece se non ricordo male modelli più datati come l'AD1955 escono con un offset DC).

La domanda del mio post rimane: serve davvero trasformatore un con tre secondari per fare i +5/+15/-15 completamente in lineare quando dispositivi di pro rango assolutamente rispettabile (e nemmeno troppo economici rispetto alle controparti hi-fi che costano il giusto) fanno uso della charge-pump e tirano fuori tutte le alimentazioni da una singola rail?

Dove finisce la "buona progettazione" funzionale a creare un buon prodotto e dove iniziano i miglioramenti e che vanno solo ad abbellire la brochure e a compiacere l'acquirente?

Re: Ancora su DAC e stadi di linea

Inviato: sabato 1 aprile 2017, 1:16
da F.Calabrese
Max ha scritto:...
Dove finisce la "buona progettazione" funzionale a creare un buon prodotto e dove iniziano i miglioramenti e che vanno solo ad abbellire la brochure e a compiacere l'acquirente?
Bellissima domanda...!

Diciamoci la verità: la massima parte di quelle differenze che fanno gridare al miracolo gli appassionati (e che spesso sono talmente minute da richiedere grande concentrazione per percepirle) sono dovute semplicemente a problemi di interfacciamento, specie a livelli di potenziali delle terre.

Dunque un bel DAC da 77 Euro, ma alimentato a batterie, potrebbe fare tranquillamente pelo e contropelo ai massimi contendenti in campo.

Nei sistemi alimentati a rete purtroppo i maggiori costi si traducono quasi sempre in migliori prestazioni, o -per meglio dire- in minori problemi di interfacciamento.

Esiste poi il problema degli stadi di uscita... :o

Però vorrei sapere VOI cosa ne pensate...

Saluti
F.C.

Re: Ancora su DAC e stadi di linea

Inviato: sabato 1 aprile 2017, 1:23
da F.Calabrese
Dimenticavo...

Ad oggi sono almeno due le occasioni in cui il vituperato Behringer DCX-2496 ha pareggiato contro contendenti costosissimi o sofisticatissimi. :o

Al massimo il contendente sfoderava una leggerissima maggiore nitidezza in gamma bassa... vale a dire un qualcosa che si ottiene a costo ridicolo semplicemente introducendo un autotrasformatore tra i finali ed i sub (o i bassi), in modo di far lavorare l'ampli su un carico più alto. :shock:

Eppure ci sono ancora tantissimi appassionati che storcono la bocca dinanzi al DCX-2496 e che MAI lo collegherebbero al loro impianto. :D

Questo ci deve far riflettere su quanto sia potente il fascino del pannello frontale spesso e satinato... :oops:

Saluti
F.C.

Re: Ancora su DAC e stadi di linea

Inviato: sabato 1 aprile 2017, 7:59
da ceccus
Salve,
Personalmente penso che a livello di "chip", vi siano ben poche differenze apprezzabili sonicamente dai più ...
A livello di alimentazioni, sicuramente tenere distinte la sezione analogica da quella digitale , fa bene.
A livello di stadio di uscita ... probabilmente è lì che si avvertono differenze ... o si possono avvertire.
Da considerare, secondo me, nel mondo Windows anche i driver di funzionamento del DAC, se si utilizza l' ingresso USB ... e cito proprio quelli di un componente elencato in questo thread, ovvero il Teac ud 501, che possiedo, e che non sono proprio dei mostri di efficienza e che, secondo me, in alcuni PC potrebbero generare problemi, se non altro di affidabilità.
Tantè che lo stesso DAC ascoltato su piattaforma OSX , sempre secondo me, ha altre prestazioni utilizzando sempre l' ingresso USB.

Ciao !!

Re: Ancora su DAC e stadi di linea

Inviato: sabato 1 aprile 2017, 12:09
da christian
Se trovate qualcuno che vi lascia provare il Celsus Companion One potreste avere gradite sorprese

Re: Ancora su DAC e stadi di linea

Inviato: sabato 1 aprile 2017, 12:40
da F.Calabrese
christian ha scritto:Se trovate qualcuno che vi lascia provare il Celsus Companion One potreste avere gradite sorprese
Interessante... ma abbastanza in linea con le migliori realizzazioni sul mercato...

http://www.celsus-sound.com/index.php/p ... panion-one

Saluti
F.C.

Re: Ancora su DAC e stadi di linea

Inviato: sabato 1 aprile 2017, 17:02
da oblomov
BEHRINGER SRC 2496

stadi di uscita...

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http://www.aurionaudio.it/Galleria%20foto%2019%20.htm