vecchi amplificatori & amplificatori vecchi (valvole)

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gigigi
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vecchi amplificatori & amplificatori vecchi (valvole)

Messaggio da gigigi » domenica 23 luglio 2017, 19:23

Accendere un ampli a valvole, rispetto ai transistor, è un'altra storia. Chi invecchia, e può produrre guasti, sono sempre i condensatori elettrolitici. Ma un cond. di filtro in corto può bruciare la valvola raddrizzatrice (danno moderato) e il trasformatore di alimentazione (danno gravissimo)
Se il raddrizzamento è fatto con diodi semiconduttori, è facile provarli con un normale tester. Sempre col tester, controlliamo che non ci siano corti sui collegamenti dell' anodica, placca e G2 delle finali.
Poi diamo tensione, sempre col variac, e con l'oscilloscopio collegato all' anodica, sui cond. di filtro. Ci aspettiamo i soliti 300-400 V con un ripple pari a zero. Perchè zero? Perchè finchè i filamenti non si accendono, non c'è corrente anodica, i cond. di filtro si caricano al valore di picco dell' alternata in ingresso, e non si scaricano.
Se il ripple non c'è, aumentiamo lentamente la tensione col variac guardando bene che non ci siano fili di fumo e che le placche delle finali e del diodo raddrizzatore (se è una valvola) non diventino rosse. L'anodica salirà lentamente, o velocemente se il raddrizzatore è un diodo "solido".
Se il ripple c'è, e ha forma sinusoidale, i cond. di filtro sono completamente aperti. Non è una situazione pericolosa, ma vanno sostituiti.
Se il ripple è a dente di sega, possono essere i cond. parzialmente aperti (vedi sopra) o un sovraccarico/corto da qualche parte. Attenzione!
Si possono sfilare le valvole finali e vedere se il ripple rimane o sparisce. Controlliamo anche l'alimentatore che fornisce la polarizzazione alla G1 delle finali: è una tensione negativa di qualche decina di Volt, prodotta di solito da un secondario apposito del trasformatore di alimentazione, e se viene a mancare le valvole finali assorbono una corrente anodica molto alta, e le placche diventeranno rosse. Anche qui è un condensatore il principale indiziato...
Un altro caso sfortunato è che siano le stesse finali ad essere in corto.
Nel caso di un preamplificatore, non ci sono problemi di finali, basta controllare bene l'alimentatore anodico, ciò per salvare la valvola raddrizzatrice, se c'è, ma soprattutto il trasformatore.
Chi fa queste prove deve sapere come comportarsi con circuiti ad alta tensione: il pericolo di lasciarci le penne è reale. Allora, occhi aperti per vedere i fili di fumo, naso aperto per sentire odori di bruciato, una mano dietro la schiena per non prendere la scossa. Se scoppia un condensatore si sente anche con le orecchie chiuse.
Comunque, tutti i tecnici, per quanto bravi, hanno preso la scossa qualche volta.
Tutti i tecnici, per quanto bravi, sanno che nulla possono contro la legge di Murphy.

gigigi
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Re: vecchi amplificatori & amplificatori vecchi (valvole)

Messaggio da gigigi » sabato 29 luglio 2017, 19:21

Vorrei aggiungere che, mentre ho usato la procedura per gli ampli a transistor molte volte, e non mi ha mai messo nei guai, quella che ho descritto per le valvole l' ho messa in pratica solo poche volte, e in alcuni casi su ampli che avevo costruito io. Mi sembrano comunque dei buoni consigli per salvare quelli che sono i componenti più importanti e costosi, e spesso non più reperibili, di un ampli a valvole: i trasformatori.
Chi non soffre di cuore e vuole semplificare un po' la procedura, può provare a collegare l' ampli a una tensione di rete di circa la metà, per esempio 110 V, facilmente ottenibili con un autotrasformatore. Se nei primi minuti non ci sono crepitii o fili di fumo, si può lasciare acceso il tutto per far rigenerare l' elettrolita dei condensatori. Con tutti i sensi alla massima allerta, un qualsiasi rumore impulsivo e/o odore strano proveniente da chissà dove può innescare l' infarto. :lol: :lol:

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