F.Calabrese ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2017, 19:18Vediamo se ci riesco in modo semplice, con un piccolo espediente. Osservate bene qui sotto... l'induttanza L3F.Calabrese ha scritto: ↑lunedì 23 ottobre 2017, 16:50Se ci saranno altre richieste, approfondirò questa sera.
Ebbene quell'induttanza non è altro che un normale AUTOTRASFORMATORE per Audio, le cui prese intermedie determinano un rapporto di attenuazione diverso tra il segnale in ingresso (che passa attraverso il condensatore a sinistra) e quello in uscita, che va alla sezione successiva del filtro. Per la cronaca si tratta del crossover delle prime Rogers LS 3/5a (quelle che suonavano meglio).
Questo è per dirvi che TUTTI gli autotrasformatori (ed anche i trasformatori) hanno una loro INDUTTANZA DEL PRIMARIO che è correlata al numero di spire ed alla grandezza dell'avvolgimento, oltre che alla permeabilità del nucleo, quando questo esiste.
Ora pensateci per un attimo: come si comportano le induttanze alle frequenze più basse...?
Beh... è semplice... l'impedenza dell'induttanza DIMINUISCE al diminuire della frequenza... fino ad arrivare al semplice valore di resistenza del filo con cui è avvolta.
Dunque il nostro autotrasformatore "caricherà" l'ampli o il pre con una impedenza tanto minore quanto minore sarà la frequenza di lavoro.o
Per questo i trasformatori migliori per le basse frequenze sono quelli con moltissime spire di filo più sottile, mentre per le alte frequenze si possono impiegare molte meno spire e di filo di maggiore sezione.
La soluzione più intelligente la vedete applicata nel filtro delle Rogers, qui sopra: basta anteporre un condensatore in serie. L'impedenza del condensatore -infatti- AUMENTA al diminuire della frequenza... e dunque impedisce che lo stadio di amplificazione a monte del trasformatore (o autotrasformatore) veda un carico troppo basso alle bassissime frequenze. Il condensatore e l'induttanza formano, insieme, un filtro passa-alto a 12 dB/ottava.
La differenza tra un trasformatore ed un autotrasformatore sta nel fatto che il primo ha avvolgimenti isolati tra loro, mentre nel secondo l'avvolgimento è uno solo e con prese intermedie. E' chiaro che nel trasformatore ci saranno più spire e dunque la sezione del filo dovrà essere più ridotta, a parità di numero di spire... Però questo piccolo vantaggio lo si paga con il GRANDE svantaggio di non isolare galvanicamente i due circuiti, a monte ed a valle. Talvolta il gioco vale la candela, talvolta NO.
Saluti
F.C.
Uscita Analogica non convenzionale
Moderatore: F.Calabrese
Re: Uscita Analogica non convenzionale
Re: Uscita Analogica non convenzionale
E quindi, sono stati utilizzati degli autotrasformatori ?
B67
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Re: Uscita Analogica non convenzionale
Se non sbaglio C2 L3 e C4 fanno un filtro a 18 dB/oct, con seguente cella RC serie in parallelo al tweeter per compensare l'impedenza, ma qual'è la funzione di R3 in quel filtro?
Ha lo stesso significato di R1 sul woofer?
Ha lo stesso significato di R1 sul woofer?
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Re: Uscita Analogica non convenzionale
Che sia un trasformatore , un autotrasformatore o un trasformatore isolatore...........sempre un membro della famiglia trasformatori è ; poi puo' cambiare il rapporto di trasformazione,il tipo di nucleo,il materiale in cui è fatto il nucleo ecc ecc.
Anche il modo stesso in cui è collegato; ma dato che non è opera mia,se vuole spiegare al limite lo dovra' fare l'Autore.
Ciao
Anche il modo stesso in cui è collegato; ma dato che non è opera mia,se vuole spiegare al limite lo dovra' fare l'Autore.
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Re: Uscita Analogica non convenzionale
Partendo dal fatto che i diffusori sono a 11 oppure 15hom e che io posso dire delle stupidaggini tanto non mi uccide nessuno, azzardo che R1 assieme a L1 equalizza un po' il woofer e R3 limita l'impedenza del filtro sugli acuti in modo da presentare un facile carico all'amplificatore.
Saluti
Fabio
Saluti
Fabio
Re: Uscita Analogica non convenzionale
L’uso dell’autotrasformatore o trasformatore che sia non è garanzia di risultato universale perché dipende cosa ci attacchi a valle, che si ripercuote sull’impedenza “vista” da quello che c’e’ a monte del trafo.
Inoltre l’induttanza degli avvolgimenti, su un carico capacitivo, può risuonare creando fastidiosi picchi nella risposta in frequenza (R3 penso serva a smorzare tale fenomeno poiché, diversamente avresti in serie l’induttanza dell’autotrafo e la capacità di filtro C4).
La regola, come al solito non è universale.
Inoltre l’induttanza degli avvolgimenti, su un carico capacitivo, può risuonare creando fastidiosi picchi nella risposta in frequenza (R3 penso serva a smorzare tale fenomeno poiché, diversamente avresti in serie l’induttanza dell’autotrafo e la capacità di filtro C4).
La regola, come al solito non è universale.
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Re: Uscita Analogica non convenzionale
Ho trovato la risposta alle mie domande, qui:
http://downloads.bbc.co.uk/rd/pubs/reports/1976-29.pdf
C'è scritto di non pubblicare senza permesso, per cui mi limito al link...
http://downloads.bbc.co.uk/rd/pubs/reports/1976-29.pdf
C'è scritto di non pubblicare senza permesso, per cui mi limito al link...
Re: Uscita Analogica non convenzionale
Pare che R3 serva proprio allo scopo di cui dicevo prima....
The class is not water
Ciao
B67
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B67
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Re: Uscita Analogica non convenzionale
Sì è vero, grazie!
E mi scuso per l'OT prolungato, ma se fà pè parlà...
E mi scuso per l'OT prolungato, ma se fà pè parlà...