Una lapide sul DRC

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F.Calabrese
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Una lapide sul DRC

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 19 febbraio 2018, 1:41

Vi ricordate quanti scatenati sostenitori aveva la tecnica del "DRC"... e quanto erano combattivi nei confronti di chi -come me- osasse dubitarne...?

All'epoca io non potevo scendere in dettagli, per evitare scopiazzamenti, ma conoscevo almeno tre diverse tecniche per ottenere risultati simili o migliori, senza le due fondamentali controindicazioni di quella tecnica.

Spieghiamola in due parole: il DRC è un tipo particolare di equalizzazione, che opera nel dominio del tempo producendo (in gamma bassa) emissioni anticipate ed in controfase, che vanno a cancellare le riflessioni prodotte dalle pareti degli ambienti d'ascolto.

Di per sé l'idea sarebbe intrigante, se non fosse per un primo problema: occorre misurare ampiezza e tempo di arrivo delle riflessioni, per poterle cancellare attivamente... ma questo richiede di piazzare il microfono di misura esattamente dove poi si collocherà l'ascoltatore. Ovviamente, una volta misurato ed equalizzato, all'ascoltatore toccherà ascoltare per forza in quel punto (perché in altri punti della stanza la correzione potrebbe funzionare -anzi funziona- alla rovescia...) e soprattutto guai ad aprire porte o finestre o spostare mobili...!!! Cambierebbe il pattern di riflessioni e tutta la correzione andrebbe a farsi benedire.

Basterebbe già questo primo aspetto per riporre nel dimenticatoio questa balzana idea... ma c'è di peggio.

A suo tempo io feci gentilmente notare che occorreva misurare con grande dinamica e nessuna distorsione, per non introdurre artefatti nella convoluzione. Mi risposero che non avevo capito nulla... ma dopo poco tempo la verità venne a galla. Avevo ragione io (che eseguo misure acustiche da appena 40 anni...).

Oggi vi racconterò di un nuovo "pregio" del DRC... uno per il quale varrebbe la pena di chiudere definitivamente il capitolo... con un grande pernacchio.

Vi spiego tutto nel prossimo post.

Segue
F.C.

F.Calabrese
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Re: Una lapide sul DRC

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 19 febbraio 2018, 2:08

Ora fate bene attenzione... Provate ad immaginare un diffusore collocato ad una certa distanza dalla parete di fondo di una stanza: un diffusore che non irradia che in avanti ed indietro (p.es. un dipolo). E' chiaro che la riflessione arriverà all'ascoltatore di poco ritardata rispetto all'emissione diretta dal diffusore, e qualsiasi ritardo comporta differenze di fase tra emissione e riflessione. Ad alcune frequenze la riflessione arriverà in fase con il segnale diretto, per cui avremo un rinforzo, mentre ad altre frequenze la riflessione arriverà in controfase e cancellerà la prima emissione tanto più quanto più la sua ampiezza sarà energeticamente simile a quella dell'emissione diretta.

A questo punto io ho simulato un contesto semplice: appunto quello di una emissione e di una singola riflessione ritardata di cinque millisecondi (vale a dire per un percorso totale di 1,7 metri in aria libera): lo stesso ritardo che si ha collocando un diffusore a circa 85 cm dalla parete di fondo; una collocazione tipica.

Nel grafico qui sotto vediamo in alto gli effetti della riflessione nel caso di una parete perfettamente riflettente e di un ascoltatore ad una certa distanza, tale per cui le due emissioni arrivino con la stessa ampiezza o giù di lì... (curva in blu) Notate le cancellazioni a 100 Hz, a 300 Hz ed a 500 Hz...

Chiariamo subito che questo tipo di cancellazioni NON POSSONO ESSERE EQUALIZZATE, in quanto un normale equalizzatore aggiungerebbe la stessa energia sia all'onda diretta dal diffusore che a quella riflessa dalla parete di fondo, per cui quest'ultima arriverebbe comunque in controfase e cancellerebbe l'altra.

Una possibile soluzione, invocata (ingenuamente) da molti è quella di rendere assorbente la parete alle spalle del diffusore. Beh... se osservate la curva in verde, al centro del grafico qui sotto, vedrete che attenuando la riflessione di 3 dB -cioè dimezzandola- ci ritroviamo sempre i soliti tre buchi nella risposta in frequenza, semplicemente ridotti in profondità ad "appena" 15 (quindici !) deciBel.

Ma attenzione...! Per assorbire il 50 per cento dell'energia che incide su una parete alla frequenza di 100 Hz occorrerebbe uno strato di assorbente di qualche decina di centimetri: impensabile in ambienti domestici...!!! Anche degli assorbitori a pannello o i famigerati "tube traps" potrebbero ben poco,a queste frequenze o, peggio, a frequenze ancora inferiori...!!!

Ora però guardate la curva più in basso... in rosso...

Immagine

SI'... avete visto bene... la curva di risposta si è spianata.

Che cosa è accaduto...? Semplice: ho introdotto un pre-eco, che anticipa l'emissione del diffusore (in realtà è questa ad essere ritardata...) ed è in fase opposta e della stessa ampiezza della riflessione, che appunto cancella abbastanza bene, seppure non integralmente.

Vi anticipo che un pre-eco del genere suona in modo orrendo.. ma il perché ve lo spiego nel prossimo post.

Segue
F.C.

F.Calabrese
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Re: Una lapide sul DRC

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 19 febbraio 2018, 2:23

Ora guardate bene il grafico qui sotto, la cui curva in alto -in blu- ripete la risposta in caso di riflessione non attenuata, da una parete di fondo distante circa 85 cm. dal diffusore (dal woofer, per essere precisi).

La curva al centro -in verde- mostra la riduzione dei "buchi" nella risposta che si consegue assorbendo tre quarti dell'energia che incide a 100 Hz sulla parete di fondo. Una cosa tecnicamente impossibile, con tecniche passive diverse dai prismi lunghi di una camera anecoica.

Ora guardate la curva in basso, in rosso...

Immagine


Ancora una volta l'introduzione di un pre-eco sembra aver risolto tutto, ALLA CONDIZIONE CHE L'AMPIEZZA DEL PRE-ECO SIA LA STESSA RISPETTO A QUELLA DELLA RIFLESSIONE.

E QUI VOLEVAMO ARRIVARE...!!!

Ripetendo infatti la simulazione con due diversi livelli energetici della riflessione, è emersa la regola per cui l pre-eco deve avere appunto lo stesso tempo di arrivo (rovesciato, in anticipo) rispetto a quello della riflessione E DEVE AVERE LA STESSA INTENSITA'.

Ora ragioniamoci pacatamente: secondo voi è udibile un pre-eco ad ampiezza praticamente pari a quella del segnale diretto (nel caso delle normali pareti riflettenti) e con un anticipo di ben 5 (cinque) millisecondi...???

Beh... io non ho ancora condotto prove d'ascolto, ma in base a tutto quel che si legge in materia, un pre-eco di quel genere dovrebbe essere semplicemente DEVASTANTE per la qualità dell'ascolto, in quanto i 5 millisecondi eccedono la soglia individuata da Haas nei suoi celebri esperimenti. Quel che accadrebbe sarebbe semplicemente che l'udito interpreterebbe il pre-eco come la sorgente primaria ed attenuerebbe la sensazione corrispondente all'arrivo diretto dal diffusore, oltre che quella dovuta alla successiva riflessione. Dunque la prevista correzione del "buco" (anzi dei tre buchi, a 100-300-500 Hz) finirebbe per costare un vero e proprio disastro all'ascolto.

Ora è del tutto possibile che si possano contenere le proporzioni di questo disastro tagliando fortemente (con alte pendenze) lo spettro del pre-eco, che però finirebbe ritardato e da ri-sincronizzare... Ma in questo caso si perderebbero le correzioni a 300 e 500 Hz...

In due parole: la tecnica del DRC era una colossale sciocchezza già quando venne proposta... ed oggi... a distanza di anni... si può ben spiegare quello che molti appassionati hanno anche percepito all'ascolto...

Dimentichiamola tutti insieme, con grande piacere.

Il Re è morto... Viva il Re...!!!

Saluti
F.C.

PrandiniFabio
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Re: Una lapide sul DRC

Messaggio da PrandiniFabio » lunedì 19 febbraio 2018, 9:09

Semplicemente fantastico,
Grazie Fabrizio

Daniele Capuano
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Re: Una lapide sul DRC

Messaggio da Daniele Capuano » lunedì 19 febbraio 2018, 10:35

Ma fantastico de che????

Una serie di opinioni personali assolutamente non comprovate e nemmeno lontanamente rispondenti alla letteratura mondiale, ormai corposa e di ben altra autorevolezza.
Consiglio prime di esultare o denigrare di leggere ad esempio la letteratura prodotta dalla DIrac Research, uno dei principali player mondiali della correzione attiva. Poi, se si è capaci, rispondere nel merito. Oppure tacere, per non rendere gli altri sicuri...
...con un diffusore grande si può puntare ad ottenere un suono hi-fi e fermarsi, con quello piccolo si è obbligati all' Hi-end .

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Re: Una lapide sul DRC

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 19 febbraio 2018, 11:15

Daniele Capuano ha scritto:
lunedì 19 febbraio 2018, 10:35
...
Consiglio prima di esultare o denigrare di leggere ad esempio la letteratura prodotta dalla DIrac Research, uno dei principali player mondiali della correzione attiva. Poi, se si è capaci, rispondere nel merito.
Eccoti accontentato: questa qui sotto è la pagina esplicativa, dal sito della Dirac Research, dove si spiega la loro tecnica di correzione, CHE PREVEDE IL PRERINGING, vale a dire l'introduzione di emissioni che precedono temporalmente il primo arrivo di energia. Questo è possibile grazie all'impiego di buffers, che ritardano l'emissione diretta quanto basta ad introdurre il vero e proprio orrore costituito dai pre-echi.

Immagine

Dirac ammette anche l'esistenza di controindicazioni a questa tecnica: esattamente le stesse che ho segnalato io nei post precedenti...

Immagine

Dunque ce n'è abbastanza per mettere una bella pietra tombale anche su questa tecnica di equalizzazione, che -come tutte le tecniche automatiche- non può di certo affrontare le problematiche di progettazione dei diffusori e di interfacciamento con l'ambiente, quando a monte vi sono errori progettuali e configurazioni non interfacciabili...

Ci sono cose che stanno solo nei sogni dei pubblicitari... come queste...
Dirac Live is unique in that it actually corrects the impulse response throughout the listening area, not just at a single point. By focusing on consistent problems across the measurement positions and correcting only these anomalies,
Segue
F.C.

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Re: Una lapide sul DRC

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 19 febbraio 2018, 11:24

Tanto per dare un'idea di quanto siano udibili i pre-echi... ecco il parere di Roger Lagadec, uno degli inventori dell'audio digitale che conosciamo e del CD.

Immagine

Per Lagadec -sulla base di seria sperimentazione- sono udibili dei pre-echi anche di 80 (ottanta) deciBel inferiori rispetto al segnale di prova...

Figuratevi le contro-riflessioni a livello pari a quello delle normali prime riflessioni in ambiente !!!


Saluti
F.C.

P.S.: Che ne dite... il prossimo che dice che i pre-echi non si avvertono... lo possiamo trattare da cretino ed anche un po' sordo...??? :lol: :lol:

F.Calabrese
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Re: Una lapide sul DRC

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 19 febbraio 2018, 11:25

Daniele Capuano ha scritto:
lunedì 19 febbraio 2018, 10:35
Ma fantastico de che????

Una serie di opinioni personali assolutamente non comprovate e nemmeno lontanamente rispondenti alla letteratura mondiale, ormai corposa e di ben altra autorevolezza...
Soddisfatto...???

Comunque grazie per la segnalazione: ci hai fatto scoprire l'ennesima bufala data in pasto agli ignari.

Grazie
F.C.

Daniele Capuano
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Re: Una lapide sul DRC

Messaggio da Daniele Capuano » lunedì 19 febbraio 2018, 11:56

Gli ignari sarebbero coloro che per loro stessa ammissione non lo usano, non ne hanno esperienza, non hanno capito bene come funzioni e lo chiamano equalizzazione digitale?
Il fatto che a seguito dell'elaborazione del segnale il filtro di convoluzione emetta segnali anticipati o posticipati di fase relativa adeguata non significa assolutamente che questi si sentano come artefatti nel punto di ascolto. NON vi è alcuna logica in questo ragionamento semplicistico.
...con un diffusore grande si può puntare ad ottenere un suono hi-fi e fermarsi, con quello piccolo si è obbligati all' Hi-end .

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Re: Una lapide sul DRC

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 19 febbraio 2018, 12:00

Gefrusti ha scritto:Esistono forum in cui si tenta, molto grossolanamente, di acuire i problemi che causa il drc.
È chiaro che nessuna cosa nasce perfetta, anche questo macchingegno crea dei compromessi, però se ben usato (cosa abbastanza ardua visto come viene descritto il problema del "pre-echo" :D) si possono ridurre cosi al minimo da farlo passare per sistema eccezionale.
Ecco, a questo punto perderò qualche oretta di tempo in modo che possa cercare in archivio le misurazioni (reali, non simulazioni errate) tra una correzione a fase minima e una correzione con eccesso di fase e che come finestratura occupi l'intera banda in quanto vengono chiamati in causa un numero elevato di campioni.
Quando il drc viene chiamato a correggere su, pressoché, l'intera banda, la precisione d'intervento può acuire sia il pregio, come altrettanto i difetti. (ad esempio potrebbero sentirsi i segnali non incastrati alterando l'intelligibilità, ma tutto questo è verificabile)
Se un segnale di correzione s'incastra bene ne viene fuori un eccellente correzione in quanto migliorano vistosamente tutti i parametri relativi all'impulso, scompare il pre-echo (nonostante la presenza massiccia nel filtro di convoluzione, e che vedremo.
Una cosa è la simulazione sballata di un pre-echo, ben altra è l'applicazione di un filtro con pre-echo su un responso acustico, come una cosa è correggere un dipolo, e ben altra un diffusore dinamico.
Leggo con molto piacere queste dichiarazioni, finalmente più equilibrate e che accettano il dubbio.

Quanto alla mia simulazione, ci tengo a precisare che essa aveva lo scopo di dimostrare due cose (e le ha dimostrate):

1)- La tecnica del pre-eco è effettivamente in grado di riempire il "buco" nella risposta causato da una riflessione. E' ovvio che -se le riflessioni saranno più di una- allora serviranno più pre-echi...

2)- La verifica più importante è quella di confermare che -come la semplice logica anticipa- per correggere una riflessione di ampiezza prossima a quella dell'onda diretta, occorre un pre-eco esattamente della stessa ampiezza. Provando infatti a simulare con gli stessi ritardi, ma con pre-echi di ampiezze superiori o inferiori, si ottengono sempre risultati peggiori.

A questo punto torna d'attualità l'esito degli esperimenti di Roger Lagadec (che ho personalmente conosciuto in occasione di passate Convention AES), il quale affermava la chiara udibilità (come difetto) di pre-echi di intensità veramente microscopica (-80 dB, vale a dire meno di qualsiasi altro tipo di artefatto o distorsione immaginabile).

Secondo me ce n'è abbastanza da seppellire definitivamente sia il DRC che il nuovo Dirac.

Saluti
F.C.

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