mariobon ha scritto: ↑lunedì 2 aprile 2018, 17:36
si parte da questa relazione:
Lp=Lw+ID-20log(r)-11 in dB (1)
Il livello di pressione (Lp) è pari al livello di potenza (Lw) più l’indice di direttività (ID) meno 20 volte il logaritmo in base dieci della distanza di misura r meno 11dB.
Il valore 11 deriva dal calcolo delle costanti (densità aria e velocità di propagazione, p-greco) e, in condizioni standard vale 10.8 ma viene spesso arrotondato.
Ponendo Lw=120dB (corrispondenti ad 1 Watt acustico), ID=0dB (radiazione omnidirezionale Q=1) e la distanza r a un metro si ottiene Lp=109.2 dB (che,volendo, si arrotonda a 109dB).
già meglio, ma mancano ancora delle cose
devo supporre, ad esempio, sorgente ideale puntiforme?
F.Calabrese ha scritto: ↑lunedì 2 aprile 2018, 18:10
Esatto... E' falso ed io l'ho ampiamente dimostrato.
Facci caso... Mario Bon continua a calcolare i rendimenti sul valore teorico di 109 dB, che è valido solo nel caso di emissione perfettamente omnidirezionale.
Applica erroneamente quella formula a diffusori, come i miei, che sono sempre ben appoggiati al pavimento e -spesso- anche alla parete di fondo
no, qui commetti un errore
se sbaglio mi corrigerete (cit.), ma la definizione di rendimento di MB include appositamente un fattore per tenere conto della direzionalità dell'emissione, per cui quello che lui fa è una specie di rinormalizzazione (mi si passi il termine, anche se forse ha poco a che vedere con la rinormalizzazione che si fa nelle teorie quantistiche dei campi) per riportare il rendimento di un diffusore qualsiasi ad un rendimento standard, in modo da poter fare paragoni in termini assoluti
una rinormalizzazione del genere è lecita a prescindere dal fatto che uno possa aver capito o meno cosa sia l'impedenza di radiazione,ed è un tipo di approccio piuttosto comune in fisica
se non tieni conto di questo, c'è poco da discutere: paragonare il rendimento di un diffusore in angolo al rendimento di una sorgente puntiforme omnidirezionale è come paragonare i metri con i Joule
l'ho già scritto prima: voi due non avete una base di riferimento comune a cui riferirvi, per cui se uno dei due dice pere l'altro capisce punteruoli (e viceversa), motivo per cui in ambito scientifico il rigore assoluto nell'uso dei termini è essenziale
perchè sia chiaro e lampante cosa intendo, prendo come esempio questa frase dal famoso articolo di Keele del '91:
"In this paper, all analogous circuits are of the mobility type with all electrical quantities
referred to the electrical side [5]. In the mobility-type analogous circuit (
dual of the impedance-type
analogous circuit), voltage is the analog of velocity (or volume velocity) and current is analogous
to force (or pressure). In this analog, an acoustic or mechanical mass is represented by a capacitor,
and an acoustic or mechanical compliance is represented by an inductor."
Siccome io attribuisco validità scientifica a questo lavoro, se sono uno che ne deve fare la peer review e leggo che l'analogo mobility-type è
duale di quello impedence-type, mi riferisco alla nozione di spazio duale (che è una definizione matematica ben precisa e comporta l'esistenza di tutta una serie di proprietà) e devo assumere che tra i due valga quel tipo di relazione e non una qualche generica somiglianza o parallelo e mi aspetto che tutte le conseguenze vengano rispettate; se scopro che non è vero, l'articolo non passa la mia peer review e lo rispedisco all'autore perchè corregga
adesso l'esempio sopra è un po' tirato per i capelli (nel mare magnum di quel lavoro è un dettaglio piuttosto marginale),ma spero che sia chiaro che se io e keele non ci intendiamo alla perfezione sui termini usati e non li usiamo alla stessa maniera, sarà difficile ci possa essere tra di noi una discussione costruttiva