I condensatori elettrolitici per il materiale "vintage" istruzioni per l'uso

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doc elektro
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I condensatori elettrolitici per il materiale "vintage" istruzioni per l'uso

Messaggio da doc elektro » sabato 21 aprile 2018, 6:58

Dopo l'ennesimo nonno con 300 mila ore di lavoro che mi arriva tra le mani e dopo aver sentito su un altro forum alcune cose erronee ecco alcune istruzioni per l'uso.

Supponiamo di avere tra le mani il solito ampli piu' o meno cotto e piu' o meno da riparare. Cosa "non fare" e cosa fare.

-Primo,fondamentale,cercare tutto cosa è "fuori tolleranza".
I progettisti hanno dimensionato i circuiti tenendo conto delle tolleranze e delle ESR dei condensatori in produzione nel periodo della loro progettazione. Mettere un condensatore con armature in oro e dielettrico in polipropilene medico non ha nessun senso in un ampli nel quale una ESR di 1 ohm e una corrente di perdita di 1mA non cambiano nulla.
Per cui indagare con tester e capacimetro ,ci sono condensatori che dopo 20 anni sono ancora buoni e lo resteranno per lungo tempo. Come provare un elettrolitico.

1) caricarlo col caricabatterie della macchina (si quello con le ruotine da officina) rispettando la polarità,dopo averlo fatto misurare la corrente di perdita. Considerare sospetto qualunque condensatore assorbe piu' di una manciata di microamper a 12 o 24 volt. Tenere presente che QUALUNQUE condensatore "buono" dopo 8 ore che è stato caricato perde al massimo il 50% dei volt

2)scaricarlo e misurarlo col capacimetro. BUTTARE immediatamente qualunque condensatore che sia fuori tolleranza del 20 per cento. La capacità AUMENTA nei condensatori costruiti con materiali scadenti e DIMINUISCE in quelli esausti

-secondo ,il sostituto con la massima tensione possibile
I componenti moderni hanno una ESR e una induttanza parassita diverse e non è detto che cambiando completamente questi valori l'ampli vada meglio. I condensatori a tensione piu' alta possibile si avvicineranno di piu' come caratteristiche. Nei vecchi "mac a trasformatori" nel pre conviene mettere addirittura roba da 100V dove ci sono 15 volt,provare per credere

-terzo,se non siamo a capodanno occhio alla polarità.

-Quarto non surriscaldarli col saldatore,specie i 4,7 e 10 micro piccoli.

-Quinto ....non elettrolitici se si puo'
SOLO sul percorso del segnale o sull'alimentazione, i polipropilene posso sostituirli senza problemi. Ora che si trovano modelli molto piccoli

-Sesto,i maledetti orizzontali frako
Se trovate un condensatore orizzontale frako ,specialmente in alcune note marche tedesche misuratelo e ....buttatelo ,ho trovato roba da 1000 micro con ESR di 30 ohm!
Mi chiedo come si possa da altre parti provare roba con 40 anni di servizio in un bar o in una pizzeria e notare solo un "lieve peggioramento"

- Settimo avviate SEMPRE a tensione ridotta
Quando ci capita un nonno sotto mano la prima accensione fatela a 110 volt o tramite una lampadina in serie perchè salverete tanti transistor e qualche raddrizzatrice.

Qualcuno ha qualcosa aggiungere? Ah si come farsi IN CASA un condensatore "audiofilo" Molto semplicemente mettendo un 100 nF o un 220 nF in parallelo all'elettrolitico e scegliendo SOLO elettrolitici per alimentatori industriali swichting

la prossima settimana parliamo di NP nei crossover
A casa mia si usano i controlli di tono,gli equalizzatori e si usano ancora i tubi catodici. A volte un continental ti può fare volare più in alto dello space shuttle. Certa musica finisce nella stufa,non mi dispiace

C7P8
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Re: I condensatori elettrolitici per il materiale "vintage" istruzioni per l'uso

Messaggio da C7P8 » sabato 21 aprile 2018, 11:34

Ottime indicazioni! Complimenti!

gigigi
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Re: I condensatori elettrolitici per il materiale "vintage" istruzioni per l'uso

Messaggio da gigigi » sabato 21 aprile 2018, 14:08

Tutti ottimi consigli quelli di Doc. Solo una cosa non capisco: perché caricarli con un caricabatterie ? Io li carico con un qualsiasi alimentatore, e addirittura limito la corrente con delle resistenze, se ho paura di cortocircuiti o esplosioni. Dopo la carica iniziale, la corrente assorbita non supera pochi mA. Li lascio sotto carica per mezz' ora o più e poi vedo se hanno ripreso vita.
Naturalmente la tensione di carica sarà "tranquillamente proporzionale" alla tensione di lavoro del condensatore: si può partire da metà, o anche meno, se il C è molto vecchio.
I condensatori sotto i 10 V lavoro non li provo mai : li butto subito, perché sono poco affidabili, e li sostituisco con altri da 16 V.
E' bene non stare con la faccia troppo vicina quando si fanno 'sti giochini: una volta, mentre facevo delle misure su un monitor per videogames, è scoppiato un C. da 47 microF, 250V. L' involucro di alluminio è partito come un missile, mi ha sfiorato la fronte e ha colpito il soffitto !

doc elektro
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Re: I condensatori elettrolitici per il materiale "vintage" istruzioni per l'uso

Messaggio da doc elektro » sabato 21 aprile 2018, 20:42

un caricabatterie ha un enorme vantaggio rispetto a un alimentatore,primo NON è filtrato per cui se abbiamo un tester in parallelo alle pinze vediamo subito la tensione se sale. E se sale perchè il condensatore "piu' o meno " qualcosa fa difficilmente farà bum dopo.

Secondo,ha delle comode pinze ,anche se troppo grosse e pesanti e il cavo da 6 mmQ non le aiuta a essere manovrabili. Comunque le pinze le ho nastrate quasi tutte per non fare corti.

Terzo,è selezionabile,io ho due morsetti per avere 12 V 50 A oppure 24 V 25 A tralasciamo i 400-200 A in posizione start .Ha poi il rigeneratore ,ossia una corrente costante stabilizzata induttivamente di una cinquantina di volt con 100 mA.

Quarto,è protetto da un robusto magnetotermico,quindi in caso di corto posso dire un noto detto del ventennio.

Quinto ha l'amperometro sebbene poco leggibile perchè scalato per forti carichi.

Gli alimentatori da laboratorio spesso sono primedonne che al minimo corto defungono (poi il cesso LM317 è famoso per questo,lui defunge anche senza corti ) si salvano quelli della roland e midland,almeno di solito non mollano.

Poi per carità....diciamolo....se capita il condensatore "mangia morti" merita si la brutta fine ,pinze collegate al contrario.
"Avanti con l'uno" e col rigeneratore si prepara la scarica
"possa qualcuno avere pietà della tua anima"
"avanti col 2" START ,si sente CLANK dentro il caricabatterie ,poi ZZZZZZZZZZZZZZZZZZZ e poi POUM e almeno una minima soddisfazione ma se ti ha fatto girare le pelotas non lo farà mai piu'.

Mi ricordo un frako,che su un ampli alimentato in duale "generava ripple" e c'era un misterioso ronzio e 4 volt in meno sul duale. Pero' lo provavi e sembrava buono ....si isolava da caldo
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aldusmanutius
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Re: I condensatori elettrolitici per il materiale "vintage" istruzioni per l'uso

Messaggio da aldusmanutius » domenica 22 aprile 2018, 15:23

Provo a indovinare il famoso detto del ventennio:
"me ne frego!"

doc elektro
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Re: I condensatori elettrolitici per il materiale "vintage" istruzioni per l'uso

Messaggio da doc elektro » mercoledì 25 aprile 2018, 7:26

Veniamo ora agli elettrolitici NP ossia senza polarità. Rari,per fortuna all'interno sono fatti come un elettrolitico normale ma con due armature "chimicamente" positive in modo tale che appunto per elettrolisi a ogni semionda da un lato si aumenta l'elettrolitico e dall'altro si mangia materiale.

Vengono usati sul circuito in qualche amplificatore ,tralaltro non molto robusto benchè bensuonante e spesso nei crossover passivi. Questo perchè sono molto piccoli e poco costosi rispetto a un condensatore non elettrolitico. Ma hanno tantissimi problemi,e come prestazioni fanno quello che possono.

Purtroppo non possono essere provati col sistema carica-scarica in CC perchè genererebbero valori mostruosamente fuori tolleranza,inoltre già di loro hanno una tolleranza bestiale appunto per il principio stesso che utilizzano. Su condensatori vecchi tolleranze del 50% in piu' e in meno sono lo standard.
Non possono sopportare forti correnti (leggi ampli pro) perchè scaldano parecchio se stressati .

Insomma sono quello che sono...

Inoltre appunto perchè si deve invertire un processo chimico all'interno hanno una lentezza e una variazione di capacità anche durante il lavoro e spesso anche durante la semionda stessa. Banali prove di laboratorio ,se volete provare fatelo pure ,con un ampli campione e un carico resistivo se si mette in serie un condensatore NP sul fronte di salita e di inversione si vedranno delle lievi irregolarità della semionda. Che aumentano e cambiano al crescere della corrente.

L'invecchiamento peggiora le cose ,ovviamente . E se poi abbiamo un woofer con massa mobile di mezzo kg in movimento che genera forze contro-elettro motrici bè il risultato si vede e si sente.
Se l'ingombro non è un problema,banali surplus da rifasamento industriale possono sostituirli senza nessuna modifica e con un lieve vantaggio nelle prestazioni perchè a parte la corrente di perdita (sempre relativamente alta nei condensatori industriali) sparisce l'isteresi dovuta al ciclo chimico ,peraltro un goccio compensata dall'induttanza parassita che è sempre parecchio alta dovendo lavorare solo a 50 hz

Qualche costruttore aggiunge un piccolo poliestere o a carta in parallelo all'elettrolitico NP per minimizzare i danni ed è un sistema valido.

Il grosso problema della reperibilità e qualora si reperiscano della bontà dei condensatori NP si puo' risolvere con un circuitino "equivalente ".

LEGENDA PER LO SCHEMA e eventuale rimpiazzo

La capacità di ogni ramo deve essere DOPPIA rispetto a quella del condensatore da sostituire ,se per ipotesi dobbiamo sostituire un 150 microfarad la capacità di ogni RAMO deve essere di 300,fattibile mettendo in parallelo 3 o piu' condensatori anche di valore diverso.

Ovviamente i rami devono avere la stessa capacità. Essendo un lavoro relativamente duro per degli elettrolitici consiglio di tenerli sotto carica tutta la notte con il carica btr della macchina in modo da averli testati al mattino e aver completato l'eventuale ciclo di formazione dell'elettrolita. Leggasi ridurre la tolleranza.

Usare esclusivamente condensatori da 63 o 100 volt in funzione del costo ,reperibilità e utilizzo. Quelli a bassissima tensione dureranno meno. Non dimentichiamoci che picchi di 50 volt sono lo standard nel segnale audio.

Le resistenze di scarica,utili piu' che altro per equalizzare il comportamento e simulare le perdite nell'NP possono essere di qualunque valore da 10K e 1 megaohm,ovviamente uguali tra loro. Sono valori ininfluenti in gamma audio

I condensatori non polarizzati poliestere possono essere di qualunque valore tra 100n e 1 micro e pure essi non è importante purchè siano uguali tra loro. Ovviamente da 63 o 100 volt pure loro.

Diciamo che con questo circuito possiamo sostituire e simulare qualunque condensatore NP vetusto e introvabile
Allegati
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Re: I condensatori elettrolitici per il materiale "vintage" istruzioni per l'uso

Messaggio da doc elektro » mercoledì 25 aprile 2018, 7:47

E che dire dei condensatori che " si gonfiano" e a volte esplodono lasciando in giro per l'apparecchio stangnola conduttiva e porcheria marroncina.

Si,ok non sono piu' i condensatori a olio velenoso che si usavano negli anni 50 ma comunque il problema persiste

I condensatori che si gonfiano sono "fatti per rompersi?" no,semplicemente sono fatti col didietro . Questo perchè a farli bene potrebbe costare anche 5 volte di piu'. Inoltre molti costruttori usano condensatori non adatti a circuiti con maggiore stress appunto per risparmiare.

Una parentesi sui condensatori che a volte si gonfiano pur restando in magazzino. Non hanno dentro nessuna sostanza di "auto distruzione",semplicemente volendo risparmiare e tanto sui materiali si sono usati materiali con impurità bestiali e questi reagendo a lungo termine ne portano al gonfiaggio.

Dentro il fondo di un cassetto avevo un condensatore marchiato "united 10mF 12 VDC" tolto da una vecchia radiolina trovata nel bidone ai miei albori dell'elettronica . Era gonfio sebbene in tutti questi anni fosse stato là dentro.

Torniamo ai condensatori attuali. Un condensatore elettrolitico si gonfia per due motivi,ossia un eccesso di ESR o delle correnti di perdita. In entrambi i casi a lungo andare l'oggetto diventa inservibile.
Mi ricordo dei finali crown che dopo 10 anni esatti di uso gonfiavano i condensatori sull'alimentazione (mi sembra fossero 4 elettrolitici per ramo) . Cio' era dovuto alla carica-scarica nei passaggi di segnale piu' feroci che a causa della ESR che aumentava negli anni li faceva scaldare.

I costruttori,specialmente di apparecchiature economiche ci mettono del loro ,mettendo specie in un certo decoder DTT componenti fatti per 50 hz in un circuito di alimentazione che lavora ben piu' alto.

Un elettrolitico ben fatto e ben dimensionato dura almeno 20 anni .

Per i riparatori di computer consiglio una visita al sito "badcaps" lì si che c'è da ridere
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