Una "povera rivista"

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F.Calabrese
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Una "povera rivista"

Messaggio da F.Calabrese » martedì 22 maggio 2018, 0:44

Vi siete mai domandati come facciano a sopravvivere riviste come Suono...?

Beh... leggete qui sotto (verso gli ultimi posti...)

Immagine

Come potete vedere, sopravvive grazie a ben 156790 Euro di fondi pubblici.

Non aggiungo altro... :evil:

Saluti
F.C.

doc elektro
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Re: Una "povera rivista"

Messaggio da doc elektro » martedì 22 maggio 2018, 6:52

l'unica povera rivista che è morta è nuova elettronica. Sepolta dal cinesume in arrivo,sepolta dal fatto che non ha saputo innovarsi ed è andata avanti su scelte sbagliate.

Hanno puntato sui loro esclusivi microprocessori....e hanno sbagliato,hanno puntato sui loro transistor ZTX di emme e hanno sbagliato,hanno puntato sulla grafica frivola da diversamente maschio degli ultimi numeri. E hanno sbagliato.

Ma sopratutto sul fatto che al loro prezzo ,il cinesino offre il prodotto completo.

Certo che se ci togliessimo dai maroni TUTTE queste palle al piedi di sicuro il carico sulla nostra economia diminuisce
A casa mia si usano i controlli di tono,gli equalizzatori e si usano ancora i tubi catodici. A volte un continental ti può fare volare più in alto dello space shuttle. Certa musica finisce nella stufa,non mi dispiace

Audiomat
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Re: Una "povera rivista"

Messaggio da Audiomat » martedì 22 maggio 2018, 17:11

F.Calabrese ha scritto:
martedì 22 maggio 2018, 0:44
Vi siete mai domandati come facciano a sopravvivere riviste come Suono...?

Beh... leggete qui sotto (verso gli ultimi posti...)

Immagine

Come potete vedere, sopravvive grazie a ben 156790 Euro di fondi pubblici.

Non aggiungo altro... :evil:

Saluti
F.C.
Non entro nel merito della qualità editoriale di Suono, rivista che non compro. Attenzione però a scagliarsi contro i finanziamenti all'editoria. Eliminarli significa costringere una testata a vivere di soli sponsor, e questo può portare a due sole conclusioni:
1- la rivista in questione cerca di compiacere gli sponsor, perdendo imparzialità;
2- la rivista in questione cerca di abbracciare il maggior numero di lettori possibili, al fine di vendere meglio i propri spazi pubblicitari (in questo caso dedicati a prodotti di settori differenti da quello trattato dalla rivista), perdendo qualità ed approfondimento (vedasi quanto accade per le tv private).
Eliminare i finanziamenti all'editoria, alla radio/tv, ai partiti, e a tutto il resto, porta ad una inevitabile riduzione dell'imparzialità e/o della qualità.

A presto!
Mattia

F.Calabrese
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Re: Una "povera rivista"

Messaggio da F.Calabrese » martedì 22 maggio 2018, 19:01

E' vero quel che scrivi, Mattia, ma siamo in Italia... dove i contributi vanno alla rivista (non Suono) diretta dal figlio di un onorevole democristiano o ad altre scelte con criteri simili. In questi casi è meglio far tabula rasa e ricominciare sulla base di segnalazioni di merito.

Io il finanziamento lo avrei dato ad AudioReview, se avesse garantito di fare prove strumentali in batteria, con decine di concorrenti.

Quando si provano molti ampli o diffusori -lo so per esperienza- è più difficile fare favoritismi o farsi comperare...

Saluti
F.C.

C7P8
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Re: Una "povera rivista"

Messaggio da C7P8 » martedì 22 maggio 2018, 21:27

Questi guadagnano due volte... dai contributi pubblici e dai redazionali... il costo della rivista serve solo a coprire le spese di tipografia e carta.

Michele
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Re: Una "povera rivista"

Messaggio da Michele » martedì 22 maggio 2018, 21:50

Audiomat ha scritto:
martedì 22 maggio 2018, 17:11


Non entro nel merito della qualità editoriale di Suono, rivista che non compro. Attenzione però a scagliarsi contro i finanziamenti all'editoria. Eliminarli significa costringere una testata a vivere di soli sponsor, e questo può portare a due sole conclusioni:
1- la rivista in questione cerca di compiacere gli sponsor, perdendo imparzialità;
2- la rivista in questione cerca di abbracciare il maggior numero di lettori possibili, al fine di vendere meglio i propri spazi pubblicitari (in questo caso dedicati a prodotti di settori differenti da quello trattato dalla rivista), perdendo qualità ed approfondimento (vedasi quanto accade per le tv private).
Eliminare i finanziamenti all'editoria, alla radio/tv, ai partiti, e a tutto il resto, porta ad una inevitabile riduzione dell'imparzialità e/o della qualità.

A presto!
Mattia
Forse in un mondo perfetto funziona così, anzi, in un mondo perfetto non si dovrebbero fare simili ragionamenti.
La realtà è che la stampa è fatta da chi ha capitali da investire, anche per fare le domande e riuscire a prendere i contributi statali, da una casta di giornalisti pagati e facenti parte di un dispositivo, che come compito non ha quello di garantire l'imparzialità o la libertà o il diritto o altre leggende legate all'informazione, no, il loro compito è quello di sfruttare una marea di persone che sono cresciute credendo a tali sciocchezze ed hanno deciso di fare i giornalisti.

Oggi il giornalista precario, cioè tutti a parte i sopraddetti appartenenti alla casta, di solito il direttore e il caporedattore di tutti i giornali, non hanno stipendio, non hanno contratto, non hanno nulla, solo un rimborso a pezzo, non parlo delle tariffe, che ho visto, perchè mi vergogno io per loro.

Quindi caro mattia, il controllo dell'informazione non passa per avere o meno dei contributi statali, ma per chi paga e dice cosa può o deve essere scritto, gli appartenenti alla casta dei pagati, che sono poi quelli che dicono agli sfruttati cosa scrivere, anzi, manco lo devono dire.
Chi è sveglio e vuole fare carriera scrive quello che chi gli paga il cappuccino desidera, senza chiederlo, chi non sa cosa desidera colui che gli commissiona i pezzi, molto semplicemente non troverà mai i suoi pezzi su carta e per il cappuccino dovrà chiedere i soldi alla mamma.
Mai chiesto perchè tanti figli di papà a fare i giornalisti????

Saluti
Michele

rizzino
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Re: Una "povera rivista"

Messaggio da rizzino » mercoledì 23 maggio 2018, 8:44


aldusmanutius
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Re: Una "povera rivista"

Messaggio da aldusmanutius » mercoledì 23 maggio 2018, 11:34

F.Calabrese ha scritto:
martedì 22 maggio 2018, 19:01
E' vero quel che scrivi, Mattia, ma siamo in Italia... dove i contributi vanno alla rivista (non Suono) diretta dal figlio di un onorevole democristiano o ad altre scelte con criteri simili. In questi casi è meglio far tabula rasa e ricominciare sulla base di segnalazioni di merito.

Io il finanziamento lo avrei dato ad AudioReview, se avesse garantito di fare prove strumentali in batteria, con decine di concorrenti.

Quando si provano molti ampli o diffusori -lo so per esperienza- è più difficile fare favoritismi o farsi comperare...

Saluti
F.C.
gran bel post di Fabrizio, condivisibilissimo a fronte delle equilibrate considerazioni di Mattia, la realtà specifica del settore è chiara e lampante, frutto evidentemente del tuo passato dove hai avuto modo di viverla dal di dentro.
molto valide anche la considerazioni di Michele legate al mondo dell'editoria in generale.
che quadro ragazzi... sconfortante comunque.
Marco

drews
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Re: Una "povera rivista"

Messaggio da drews » mercoledì 23 maggio 2018, 14:19

Audiomat ha scritto:
martedì 22 maggio 2018, 17:11

Eliminare i finanziamenti all'editoria, alla radio/tv, ai partiti, e a tutto il resto, porta ad una inevitabile riduzione dell'imparzialità e/o della qualità.

A presto!
Mattia
Esattamente!

Parafrasando Sciascia, se tutto e' casta, allora niente e' casta.

Si e' parlato e riparlato per anni dei costi della casta, vitalizi, pensioni d'oro, salvo poi scoprire conti alla mano che sommati tutti insieme valgono circa 0.3miliardi di euro. Bruscolini.
Lo stesso dicasi per questi altri tipi di finanziamento pubblico, che e' vero possono essere pilotati verso gli amici degli amici, ma la soluzione non e' cancellarli, abolirli, ma regolamentarli e controllarli.
Facile abolire, piu difficile regolamentare, legiferare.

geeksAgainstLoudness
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Re: Una "povera rivista"

Messaggio da geeksAgainstLoudness » giovedì 24 maggio 2018, 7:47

Ma in passato, intendo pre-web, le riviste erano in grado di stare in piedi sulla banalissima legge ricavi>costi?

Io ricordo che quando ero giovane (parliamo del 1995) di AudioReview ogni edicola ne aveva almeno 2-3, mentre verso il 2010-11 (ultimi anni per me di acquisto della rivista) se non prenotavi quell’unica copia in edicola, addio, la perdevi.

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