Ma il vintage quanto conviene?

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Moderatore: F.Calabrese

joda
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Re: Ma il vintage quanto conviene?

Messaggio da joda » mercoledì 4 luglio 2018, 15:37

Nell'86 mio padre mi regalo' usato un sistema completo B&O 6000; mi sembrava di avere il massimo e fino a 7/8 anni fa avevo solo cambiato diffusori. Poi ho scoperto TNT e ho preso il Dayton 100, per curiosità! Con 100 euri le piccole B&W, anch'esse prese dopo recensione di Cadeddu, si sentivano decisamente meglio, in tutto :o . Il B&O ora e' relegato a tuner, bel pezzo d'arredo, e ricordo di mio padre. Piastra e piatto venduti, anche per l'ingombro del tutto in orizzontale. Per onor di cronaca, il B&O non ha mai avuto un problema, funzionante in tutto.
Un saluto
Fabio

doc elektro
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Re: Ma il vintage quanto conviene?

Messaggio da doc elektro » mercoledì 4 luglio 2018, 19:55

il vintage conviene? Certo! conviene per dare un calcio sui denti a tutto quel made in nonsodove per tutto quello che riguarda i posti dove serve una "DISCRETA" fedeltà per tante ore al giorno perchè comunque benchè si dica se non strapazzati e manutenzionati ogni tanto il materiale vintage sta decisamente davanti a tanta roba che si vanterà pure di essere "all digital" e altre stupidate ma poi alla fine ogni 2 anni gonfiano gli elettrolitici e fanno dei bassi da radiolina .
No,meglio mangiare la pizza col suono della voce del teatro o con le vecchie (anche se riconate) pioneer a woofer quadro
A casa mia si usano i controlli di tono,gli equalizzatori e si usano ancora i tubi catodici. A volte un continental ti può fare volare più in alto dello space shuttle. Certa musica finisce nella stufa,non mi dispiace

l_pisani_54
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Re: Ma il vintage quanto conviene?

Messaggio da l_pisani_54 » giovedì 5 luglio 2018, 8:18

@doc electro
Tu sei un caso particolare, di persona appassionata e competente, ma nel 99% dei casi, parlo di gente come me, che al massimo col saldatore riesce a saldare i fili di un pin jack, il vintage può essere fonte di rogne notevoli.
Ricondizionare un amplificatore vintage, può richiedere diverso tempo già per sostituire i vari condensatori in giro, ma spesso c'è parecchio altro da fare.
Molti ampli e diffusori del periodo d'oro dell'HiFi, ammettiamolo, non erano un granché già da nuovi, figuriamoci ora, poi ci sono le lodevoli eccezioni, dove, sapendo mettere le mani, può valere la pena intervenire.
Concordo con te che fino ad un certo periodo, i prodotti di elettronica "consumer" era fatti per durare e, eventualmente essere riparati.
Oggi non è più così, e lo dimostra il fatto che molto spesso, un guasto durante il periodo di garanzia, comporti la sostituzione dello'apparecchio, cosa che qualcuno interpreta erroneamente come serietà del costruttore, senza però valutare che lo stesso guasto, a garanzia scaduta, significa funerale nel cassonetto.
La durata delle elettroniche di oggi, parlando di quelle economiche, non è certo infinita, ma visto il costo di partenza basso, in molti casi ci si può stare.
Il mio Phonic Max 860, pagato 199 € una decina di anni fa, va ancora bene, unici problemi, sostituito interruttore di accensione, operazione semplicissima in quanto montaggio ad incastro e connettori faston, ogni tanto una spruzzatina di disossidante ai potenziometri del volume che tendono a scricchiolare.
Leonardo

F.Calabrese
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Re: Ma il vintage quanto conviene?

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 5 luglio 2018, 9:22

l_pisani_54 ha scritto:
giovedì 5 luglio 2018, 8:18
...
Concordo con te che fino ad un certo periodo, i prodotti di elettronica "consumer" era fatti per durare e, eventualmente essere riparati.
Oggi non è più così, e lo dimostra il fatto che molto spesso, un guasto durante il periodo di garanzia, comporti la sostituzione dello'apparecchio, cosa che qualcuno interpreta erroneamente come serietà del costruttore, senza però valutare che lo stesso guasto, a garanzia scaduta, significa funerale nel cassonetto...
Vero...!!! :shock:

Certo che provare a dissaldare e sostituire dei componenti SMD, piccolissimi, è davvero un'impresa... ;) ;) ;)

Saluti
F.C.

PrandiniFabio
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Re: Ma il vintage quanto conviene?

Messaggio da PrandiniFabio » giovedì 5 luglio 2018, 17:25

Ok, siamo tutti o quasi d'accordo che il vintage è in generale inferiore rispetto alle soluzioni odierne; ma quantificando o meglio misurando, cosa otteniamo?
Quanto è superiore un altoparlante professionale a due bobine con freno magnetico doppio centratore magnete in neomidio ecc. ecc. rispetto alle soluzioni di 30-40 anni fa.
Ad esempio che distorsioni, escursioni, risposte in frequenza od efficienze otteniamo?comparativamente siamo ordini superiori o solo percentuali superiori?
Poi che un altoparlante vecchio ribordato funzioni peggio è molto probabile visto le tolleranze di centraggio della bobina nel flusso magnetico, anche pochi decimi di mm. oltre alla variazione dei parametri sulle sospensioni e centratori.
Saluti
Fabio

doc elektro
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Re: Ma il vintage quanto conviene?

Messaggio da doc elektro » giovedì 5 luglio 2018, 17:43

il vintage generico sta in mezzo come prestazioni tra il made in non so dove e il PRO puro.
Con il vantaggio che rispetto al made in non si so dove ha una durata anche da riparato almeno 10 volte maggiore
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gigigi
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Re: Ma il vintage quanto conviene?

Messaggio da gigigi » giovedì 5 luglio 2018, 18:52

Considero papabile un vintage ristretto a pre e finali...una piastra a cassette o un cd, chi li vuole più? Io ho regalato la mia piastra già molti anni fa, i lettori cd vanno ancora, ma il rischio di comprarli col laser moribondo è alto, quindi sconsiglio il vintage.
Tolte di mezzo le meccaniche, restano le elettroniche: pre e finali.
I pre di solito hanno problemi sui potenziometri e sui commutatori, guarda caso le parti meccaniche. Se i condensatori sono secchi e da sostituire, ce ne sono tanti, anche se piccoli ed economici.
I finali hanno relativamente pochi condensatori, ma costosi se consideriamo quelli di filtro. Altri problemi possono venire da saldature aperte, cattiva dissipazione del calore dei finali (la pasta termica si secca), e magari la manomissione/tentata riparazione del "cognato che se ne intende" . I pre si guastano molto poco, quindi il rischio che il cognato ci abbia messo le mani è basso. Dimenticavo le saldature dei connettori rca, spesso sono aperte a causa del cava e metti.
Gli amplificatori A/V, multicanale, non li considero nemmeno.
Restano ancora le casse, che non comprerò certamente nel vintage, a dimostrazione che, frequentando questo forum, qualcosina ho imparato anch' io... :D
E i giradischi non mi interessano più, lascio ad altri la valutazione rischi/vantaggi

doc elektro
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Re: Ma il vintage quanto conviene?

Messaggio da doc elektro » giovedì 5 luglio 2018, 19:13

a casa mia vinili e cassette girano ancora ed effettivamente c'è qualche porcata a livello meccanico. A casa mia il suono ospedaliero del cd proprio non lo voglio
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Francescopet
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Re: Ma il vintage quanto conviene?

Messaggio da Francescopet » giovedì 5 luglio 2018, 20:36

Per me un vintage ha un valore più che altro affettivo... Cioè se uno non è più un giovanotto, ci sta che si tenga stretti alcuni apparecchi più che altro per ricordo...ma i giovani che vanno a comprarsi roba vecchia o stra stra vecchia, col made in China che gira oggi o gli altoparlanti pro italiani di ultima generazione che sono semplicemente delle armi da guerra sonora (nel bene, sia chiaro)...è proprio un voler essere a tutti i costi dei polli...ma spesso chi lo fa è semplicemente per pura ignoranza in materia in primis.

doc elektro
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Re: Ma il vintage quanto conviene?

Messaggio da doc elektro » giovedì 5 luglio 2018, 21:38

made in cina che ti lascia a piedi dopo 2 anni? No grazie . Ho conosciuto un "autoscontrista" che ha fritto 3 biema uno dopo l'altro. Stranamente ho messo un altra marca e non si è piu' fritto niente. Stesse casse da 4 ohm (SA4518) ,stessi cavi ovviamente
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