Il suono che vorrei

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Moderatore: F.Calabrese

F.Calabrese
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Re: Il suono che vorrei

Messaggio da F.Calabrese » domenica 8 luglio 2018, 23:32

leonida ha scritto:
domenica 8 luglio 2018, 22:30
...
Ti è mai capitato di ascoltare un sistema che ti abbia soddisfatto su tutti i parametri elencati?
Se si, la tonalità coincideva esattamente, vedi punto 11, con la tipologia di suono plasmata nella tua mente?
Domanda subdola ma incredibilmente intelligente...

(grazie a nome di tutti, qui)

Aspetto con interesse la risposta.

Saluti
F.C.

Giu-no
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Re: Il suono che vorrei

Messaggio da Giu-no » domenica 8 luglio 2018, 23:41

A volte mi è capitato, all'improvviso ed inaspettatamente, ma solo per poco.
Per me il suono plasmato nella mente non è in una forma stabile e per questo a volte lo riconosciamo ma poi non ci si puó fermare

lincegialla
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Re: Il suono che vorrei

Messaggio da lincegialla » lunedì 9 luglio 2018, 8:18

Quoto Leonida
Ti risulta sia teoricamente e tecnicamente possibile ottenere un eccellente risultato per tutti gli undici punti?
Ritieni alcuni parametri prioritari e/o più difficili da ottenere rispetto ad altri?
Ti è mai capitato di ascoltare un sistema che ti abbia soddisfatto su tutti i parametri elencati?
Se si, la tonalità coincideva esattamente, vedi punto 11, con la tipologia di suono plasmata nella tua mente?

Me la sono cercata! Vi darò la mia risposta quanto prima dopo le necessarie riflessioni. Paolo

leonida
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Re: Il suono che vorrei

Messaggio da leonida » lunedì 9 luglio 2018, 9:25

F.Calabrese ha scritto:
domenica 8 luglio 2018, 23:32
leonida ha scritto:
domenica 8 luglio 2018, 22:30
...
Ti è mai capitato di ascoltare un sistema che ti abbia soddisfatto su tutti i parametri elencati?
Se si, la tonalità coincideva esattamente, vedi punto 11, con la tipologia di suono plasmata nella tua mente?
Domanda subdola ma incredibilmente intelligente...

(grazie a nome di tutti, qui)

Aspetto con interesse la risposta.

Saluti
F.C.
1- che sia presente ma discreto
2- che sia grande ma non troppo invadente
3- che il palcoscenico sia ampio in orizzontale e profondo in proporzione
4- che i singoli strumenti nella scena sonora abbiano la loro grandezza, il loro peso e la loro precisa localizzazione
5- che la massa orchestrale nei fortissimi mantenga sempre la focalizzazione dei piani strumentali
6- che gli alti e gli altissimi possano arrivare fino a stridere ma siano anche setosi, dolci e delicati
7- che le percussioni abbiano una propria vita emergente in modo distinto dal contesto strumentale
8- che i bassi siano profondi immanenti e pronti a chiudersi di colpo senza code e rimbombi
9- che le voci mantengano la loro presenza al centro del palco e siano giustamente grandi e naturali senza sibillanti.
10- che la dinamica non abbia teoricamente limiti nella velocità di esecuzione ma che di colpo sappia tramutasi in silenzio
11- che la tonalità di come il suono si esprime coincida con quello che io già ho formato nella mia mente.

_______________________________________________________________________________________________

L'acquisizione di uno standard implica necessariamente che ci sia stata un'esperienza, diversamente potremmo desiderare ciò che non conosciamo e ne soffriremmo per la sua mancanza.
E' invece possibile l'acquisizione frazionata di particolari parametri d'ascolto, in particolare quelli che, per la loro realizzazione, non presumono necessariamente la presenza di altri.
Solo il parametro 10 , fra quelli elencati, potrebbe essere valutato indipendentemente, tutti gli altri sono interdipendenti, l'assenza o il deterioramento di uno determina automaticamente il degrado o la perdita di tutti gli altri.
La qualità musicale non può essere valutata a compartimenti stagni, nessun parametro musicale può risultare eccellente in presenza di deficienze in altri aspetti.

joda
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Re: Il suono che vorrei

Messaggio da joda » lunedì 9 luglio 2018, 10:49

Io credo che i punti elencati quali necessari, siano frutto in primis da una registrazione fatta da personale estremamente competente, anche con materiale di indubbia qualità, anche in post produzione; perfino con un impianto come il mio si sente benissimo la differenza tra una buona e una cattiva registrazione (io sentendo poca classica, me ne accorgo per quelle eseguite in studio), poi se l'impianto è di notevole qualità il risultato forse si accentua ancor più.
Facendo il mio solito esempio stupido, è come se il bello di un viaggio fosse sola responsabilità dell'auto; puoi avere anche una Rolls, ma se stai su via Boccea (nota via di Roma con l'ingorgo da progetto :( ) il viaggio è comunque una me...da!
Diversamente se sto tra le colline Toscane o la costa Amalfitana in solitaria (o infinite altre situazioni italiane al limite della magia), il discorso cambia anche su una Panda dell'80 o su un Ciao!

buona settimana
F

F.Calabrese
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Re: Il suono che vorrei

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 9 luglio 2018, 11:32

joda ha scritto:
lunedì 9 luglio 2018, 10:49
Io credo che i punti elencati quali necessari, siano frutto in primis da una registrazione fatta da personale estremamente competente, anche con materiale di indubbia qualità, anche in post produzione; perfino con un impianto come il mio si sente benissimo la differenza tra una buona e una cattiva registrazione (io sentendo poca classica, me ne accorgo per quelle eseguite in studio), poi se l'impianto è di notevole qualità il risultato forse si accentua ancor più.
Facendo il mio solito esempio stupido, è come se il bello di un viaggio fosse sola responsabilità dell'auto; puoi avere anche una Rolls, ma se stai su via Boccea (nota via di Roma con l'ingorgo da progetto :( ) il viaggio è comunque una me...da!
Diversamente se sto tra le colline Toscane o la costa Amalfitana in solitaria (o infinite altre situazioni italiane al limite della magia), il discorso cambia anche su una Panda dell'80 o su un Ciao!
Quoto e sottoscrivo: è proprio come tu scrivi.

Saluti
F.C.

joda
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Re: Il suono che vorrei

Messaggio da joda » lunedì 9 luglio 2018, 11:57

A parte che mi incornicio l'approvazione di Fabrizio :D ,
il problema quindi non è risolvibile, o sbaglio, se non irrompere in un concerto, o in studio, e piazzare a forza strumenti adeguati da tecnici preparati (leggasi FC ;) )? Poi quello che abbiamo a casa si comporterà di conseguenza! Già una dinamica fatta come Cristo comanda sarebbe un bel passo avanti, e non tutto a palla!
Saluti
F

PrandiniFabio
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Re: Il suono che vorrei

Messaggio da PrandiniFabio » lunedì 9 luglio 2018, 14:09

Vorrei che le registrazioni fossero fatte con soli due microfoni piazzati tra il pubblico così da simulare il più possibile le mie orecchie e poi togliere la compressione perché non ha più senso in un mercato che rende possibili dinamiche di registrazione attorno ai 120-130db e DSP economicissimi che comprimono senza problemi per chi problemi ha.
Ci si ostina a registrare con maree di microfoni appiattendo il fronte sonoro che sarà riprodotto solo da due diffusori, teoricamente per ogni microfono dovrebbe esserci un diffusore, posizionato in modo da ricreare il palcoscenico, ne servirebbero tantissimi, improponibile!
Fabio

leonida
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Re: Il suono che vorrei

Messaggio da leonida » lunedì 9 luglio 2018, 14:55

F.Calabrese ha scritto:
lunedì 9 luglio 2018, 11:32
joda ha scritto:
lunedì 9 luglio 2018, 10:49
Io credo che i punti elencati quali necessari, siano frutto in primis da una registrazione fatta da personale estremamente competente, anche con materiale di indubbia qualità, anche in post produzione; perfino con un impianto come il mio si sente benissimo la differenza tra una buona e una cattiva registrazione (io sentendo poca classica, me ne accorgo per quelle eseguite in studio), poi se l'impianto è di notevole qualità il risultato forse si accentua ancor più.
Facendo il mio solito esempio stupido, è come se il bello di un viaggio fosse sola responsabilità dell'auto; puoi avere anche una Rolls, ma se stai su via Boccea (nota via di Roma con l'ingorgo da progetto :( ) il viaggio è comunque una me...da!
Diversamente se sto tra le colline Toscane o la costa Amalfitana in solitaria (o infinite altre situazioni italiane al limite della magia), il discorso cambia anche su una Panda dell'80 o su un Ciao!
Quoto e sottoscrivo: è proprio come tu scrivi.

Saluti
F.C.
Ad una prima osservazione sembrerebbe una considerazione esatta ed incontestabile.
La realtà è però un po più complessa.
Proviamo a pensare all'illimitata riduzione di qualità sonora provocata dalla necessaria presenza di un complesso sistema di riproduzione.
La limitazione qualitativa prodotta dalle apparecchiature e da quant'altro concorra alla riproduzione è di fatto la colonna portante dell'esistenza dell'hi-fi.
Se non esistesse un'elevata riduzione della potenzialità qualitativa di una registrazione, cesserebbe di fatto la materia audio tutte le sue millanta tecnologie e metodologie volte al recupero delle informazioni perdute o malriprodotte e con essa ogni elemento del contendere.
Diversamente da quanto si creda, infatti, ciò che abitualmente viene rivelato anche da un sistema ritenuto eccellente è soltanto una limitatissima parte della potenzialità musicale.
Il non accorgersene è dovuto esclusivamente ad una mancata esperienza di un livello superiore.
Quali caratteristiche musicali avrebbe quella che allo stato attuale viene ritenuta una mediocre registrazione se ipoteticamente cessassero di agire tutti indistintamente gli elementi limitanti la sua reale potenzialità?
Certamente verrebbe fuori un risultato del tutto inaspettato ed assolutamente non prevedibile.
Se riproducessimo accuratamente, rispettandone la piena potenzialità, una registrazione ritenuta in precedenza limitata, questa apparirebbe n volte più gradevole e realistica di una ritenuta eccellente ma malamente riprodotta.
Basta osservare nelle demo pubbliche, il dispendio qualitativo ed i risibili risultati in relazione; se si volesse chiarire il concetto della montagna che partorisce un topolino, la riproduzione audio "di qualità" rappresenterebbe un perfetto e probante esempio.
Una perfetto ritratto in bianco e nero dovrebbe essere considerato qualitativamente ben superiore ad uno a colori ed ad altissima risoluzione, ma con i lineamenti del viso alterati e deformati.
Ai più, identificando essenzialmente nel colore e nella risoluzione l'aspetto qualitativo dell'immagine, appare con estrema evidenza esattamente il contrario.
Differenti priorità e differenti esperienze pregresse riguardo particolari aspetti qualitativi, apparentemente secondari, della riproduzione musicale, rendono di fatto estremamente ardua la possibilità di un linguaggio comune.

F.Calabrese
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Re: Il suono che vorrei

Messaggio da F.Calabrese » lunedì 9 luglio 2018, 15:10

leonida ha scritto:
lunedì 9 luglio 2018, 14:55
...
La realtà è però un po più complessa.
Proviamo a pensare all'illimitata riduzione di qualità sonora provocata dalla necessaria presenza di un complesso sistema di riproduzione.
La limitazione qualitativa prodotta dalle apparecchiature e da quant'altro concorra alla riproduzione è di fatto la colonna portante dell'esistenza dell'hi-fi.
Se non esistesse un'elevata riduzione della potenzialità qualitativa di una registrazione, cesserebbe di fatto la materia audio tutte le sue millanta tecnologie e metodologie volte al recupero delle informazioni perdute o malriprodotte e con essa ogni elemento del contendere.
Diversamente da quanto si creda, infatti, ciò che abitualmente viene rivelato anche da un sistema ritenuto eccellente è soltanto una limitatissima parte della potenzialità musicale.
Il non accorgersene è dovuto esclusivamente ad una mancata esperienza di un livello superiore...
Vero... verissimo...!

Però alcuni aspetti di questa riduzione qualitativa ci sono noti solo in parte e spesso in modo fuorviante.

Faccio un esempio: ieri -in treno- leggevo delle caratteristiche di un piccolo mixer Ampex, impiegato in incisioni celeberrime. Ebbene, si parlava di un rapporto S/N di 80-90 dB, che non è poco nemmeno per gli standard di oggi... Ma era un errore... perché era riferito ad un livello di uscita di 0 (zero) dB... mentre quel mixer poteva uscire anche a +20/+30 dB... E dunque la sua vera dinamica era di almeno 110...!

Un esempio al contrario è quello dei diffusori a sospensione pneumatica, che riescono a comprimere le basse frequenze in un modo apparentemente innocuo, specie se l'ascoltatore è un novizio.

Hai straordinariamente ragione sul fatto che occorrano esperienze di ascolto superiori per tarare correttamente l'asticella...!

Segue
F.C.

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