Registrazioni in HD ?

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Moderatore: F.Calabrese

l_pisani_54
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Registrazioni in HD ?

Messaggio da l_pisani_54 » martedì 30 ottobre 2018, 8:15

http://www.homerecording.it/articoli/mo ... utili.html

Curiosando, ho trovato questo.
Che ne pensate?
Leonardo

danco
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Re: Registrazioni in HD ?

Messaggio da danco » martedì 30 ottobre 2018, 8:53

Le mie esperienze tra ascolti normali, ascolti di master presi in diretta a concerti a cui ero presente, ascolti di materiale d'epoca rimasterizzato etc.. mi hanno portato alle seguenti conclusioni: i 192KHz non servono a niente, al massimo 96KHz ma anche su quello si può discutere, i 24 bit servono solo se può accedere ai master non elaborati in post produzione, altrimenti sono inutili. Il sovracampionamento ottuplo risale alla fine degli anni 80 ed in effetti ci sono player e convertitori di quell'epoca che suonano alla grande ancora oggi, spesso meglio di roba di produzione attuale.
Approfondendo il discorso poi ci si accorge che in realtà, cosa che vale in qualsiasi campo, alla fine è sempre e solo il progetto nella sua globalità che fa la differenza. I chip di conversione D/A alla fine degli anni 80 avevano già raggiunti delle prestazioni tali che da quel momento si è iniziato a parlare di differenze tra -120 Db e -130 Db, o distorsioni che sono passate dallo 0.001 allo 0.0005. Tutto ciò all'ascolto è assolutamente ininfluente. La differenza la fanno le implementazioni (alimentazioni, stadi di uscita etc..), ed infatti se di ascoltano registrazioni 16/44 ben fatte con macchine ben progettate, ci si accorge di quanto buono possa essere il cosiddetto formato CD.
Poi si possono fare tutti i discorsi di liquida, solida, gassosa, al punto triplo etc.. ma la realtà dei fatti porta, almeno da parte mia, alla conclusione che o si ha per le mani il master non processato oppure parliamo di marketing e aria fritta.

Saluti
Danilo

Max
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Re: Registrazioni in HD ?

Messaggio da Max » martedì 30 ottobre 2018, 9:27

Credo se ne sia parlato molto, la conclusione è:
- lavorare in "HD" ha senso in fase di produzione;
- la distribuzione del prodotto finito ha senso in 16/44.1 e non c'è motivo tecnico di andare oltre;
- in fase di riproduzione ha senso fare la conversione D/A a 24 bit per poter beneficiare di un controllo volume digitale sostanzialmente trasparente.

Questo vale in ambito commerciale dove alla produzione lavora un team di professionisti con procedure collaudate, in ambito "artigianale" le considerazioni possono essere diverse.

Chiaramente sono verità non compatibili con la narrativa che si è costruita in ambito hi-fi, a partire dal SACD passando per l'hi-res, la riscoperta del DSD, i miti sull'ottimizzazione dei PC etc. etc. se inizialmente a guadagnarci erano per lo più grossi produttori e discografici (SACD), ora si è aperta la strada ai cantinari, complice il fatto che un PC lo sanno assemblare tutti e bastano i contatti giusti per venderlo come "music server" e il fatto che non serve chissà che R&D per prototipare un DAC di qualsivoglia costo.

F.Calabrese
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Re: Registrazioni in HD ?

Messaggio da F.Calabrese » martedì 30 ottobre 2018, 9:53

Max ha scritto:
martedì 30 ottobre 2018, 9:27
Credo se ne sia parlato molto, la conclusione è:
- lavorare in "HD" ha senso in fase di produzione;
- la distribuzione del prodotto finito ha senso in 16/44.1 e non c'è motivo tecnico di andare oltre;
- in fase di riproduzione ha senso fare la conversione D/A a 24 bit per poter beneficiare di un controllo volume digitale sostanzialmente trasparente.
...
Concordo pienamente.

Presto disporremo di materiale per le prove, visto che sto progettando un nuovo Studio di Registrazione e quindi potrò chiedere di utilizzare i loro apparati per qualche File di prova da condividere con voi.

Saluti
F.C.

F.Calabrese
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Re: Registrazioni in HD ?

Messaggio da F.Calabrese » martedì 30 ottobre 2018, 9:56

Dal Link indicato nel primo post ( http://www.homerecording.it/articoli/mo ... utili.html )
Andrea Basagni ha scritto:I formati audio ad alta risoluzione sono, da tempo, argomento di discussione per gli appassionati. Archiviati (o almeno ridotti a minuscole nicchie) i tentativi di nuovi supporti fisici quali SACD e DVD Audio, che non sono mai riusciti a sostituire il buon vecchio Compact Disc, si stanno moltiplicando sul web i servizi di download di musica liquida in formati ad alta risoluzione, così come si diffonde l'hardware (che si tratti di singole unità DAC, di amplificatori dotati di ingressi digitali, o anche semplicemente di schede e interfacce audio) per la riproduzione degli stessi.
Ma, prendendo a termine di paragone la classica qualità CD (44.1 kHz e 16 bit), la differenza qualitativa promessa dai cosidetti formati HD (fino a 192 kHz e 24 bit) è realmente tale? E' percepita dall'ascoltatore medio? O, al contrario, si tratta soprattutto di marketing?

La questione è stata affrontata in un interessante articolo di Christopher Montgomery, apparso tempo fa su Xiph.org, articolo in cui si discute nei dettagli l'effettiva utilità dei formati audio ad alta risoluzione, tipicamente a 192 kHz e 24 bit: 24/192 Music Downloads ...and why they make no sense (Download musicale a 24/192 ...perché non ha senso).
Le conclusioni dell'autore sono decisamente critiche riguardo certo marketing musicale: a suo avviso, non solo i formati ad alta risoluzione sono sostanzialmente inutili sul piano qualitativo, ma talvolta possono essere addirittura peggiori di quelli a risoluzione standard.
Proviamo a riassumere brevemente alcuni dei concetti chiave affrontati nell'articolo (di cui, ad ogni modo, consiglio vivamente la lettura).

- La prima questione posta da Montgomery riguarda le capacita uditive dell'uomo. L'udito umano, nelle condizioni migliori (ovvero nel caso di una persona giovane e possibilmente allenata all'ascolto), percepisce suoni dai 20 Hz ai 20 kHz; pur tenendo conto del teorema di Nyquist/Shannon (secondo il quale il limite superiore di frequenza di una registrazione, è pari alla metà della frequenza di campionamento), ascoltare un file audio a 192 kHz sarebbe un po' come pensare di poter vedere i raggi X, o gli infrarossi...


Segue
F.C.

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Re: Registrazioni in HD ?

Messaggio da F.Calabrese » martedì 30 ottobre 2018, 9:57

Continua
- L'audio a 192 kHz non suona meglio; anzi, può suonare peggio.
Poiché qualsiasi DAC e qualsiasi amplificatore audio introducono una piccola quantità di distorsione, che tende ad aumentare significativamente alle frequenze molto basse e molto alte, secondo Montgomery, la presenza di frequenze elevate non udibili nel materiale riprodotto, può causare un leggero aumento della distorsione - che si può spostare - anche nella gamma sonora udibile, con un peggioramento generale della qualità audio.
L'autore precisa come esistano varie soluzioni tecniche per eliminare il problema, ma si tratta di approcci che comportano una spesa aggiuntiva superflua, quando è molto più semplice risolvere la questione alla base evitando la riproduzione di materiale contenente frequenze così elevate, comunque non udibili.

- Secondo l'autore, il campionamento audio oltre i 44 o anche i 48 kHz, e in particolare quello a frequenze elevatissime (come i 192 kHz), non comporta nella pratica miglioramenti qualitativi udibili in fase di riproduzione. La frequenza di campionamento influisce soprattutto sulla risposta alle alte frequenze del materiale audio; ma se è vero che, sul piano teorico, un campionamento a 44.01 kHz garantisce una gamma di frequenze adeguata in fase di riproduzione, ci sono alcune motivazioni tecniche che (per la presenza del filtro anti-aliasing) suggerirebbero comunque di campionare a frequenze più elevate in fase di digitalizzazione.
Per spiegare le argomentazioni di Montgomery, facciamo un passo indietro e torniamo al teorema di Nyquist/Shannon: come accennato sopra, il teorema afferma che un suono può essere ricostruito fedelmente dal campionamento digitale, se il campionamento stesso avviene ad una frequenza doppia di quella più alta contenuta nel suono originale. Ad esempio, poiché il CD adotta un campionamento di 44.1 kHz, la sua risposta in frequenza arriva fino a 22.05 kHz. La frequenza di Nyquist è la metà della frequenza di campionamento, in questo caso dunque 22.05 kHz.
Prima di essere digitalizzato però, il segnale analogico, passa attraverso un filtro passa basso (detto filtro anti-aliasing) per rimuovere le frequenze superiori a quella di Nyquist: se ciò non avvenisse, le frequenze ultrasoniche non udibili sarebbero convertite in toni udibili, "inquinando" così l'audio originale.
In base a questo, si comprende come campionare a frequenze elevate, abbia il vantaggio di lasciare più spazio fra i 20 kHz (limite udibile superiore) e la frequenza di Nyquist (che, ad esempio, nel caso di un campionamento a 96 kHz, sarà di 48 kHz): questo spazio può essere utilizzato per adottare un filtro anti-aliasing più morbido, con pendenza più lieve, e in generale più affidabile.
In realtà, i moderni convertitori analogico/digitale, superano il problema adottando di default il sovracampionamento (oversampling): in pratica, il segnale da digitalizzare è campionato in automatico a una frequenza più elevata, per poi passare attraverso un filtro anti-aliasing digitale, che può rimuovere con precisione le frequenze indesiderate (i filtri anti-aliasing digitali sono molto più semplici da implementare, precisi e affidabili degli omonimi filtri analogici); il segnale sovracampionato viene quindi ricampionato alla frequenza desiderata.
Ciò significa, suggerisce Montgomery, che con la tecnologia attuale che utilizza il sovracampionamento e i filtri anti-aliasing digitali, è possibile digitalizzare l'audio a 44 o 48 kHz senza nessuna problematica qualitativa.


Segue
F.C.

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Re: Registrazioni in HD ?

Messaggio da F.Calabrese » martedì 30 ottobre 2018, 9:57

Continua
- Effetto placebo: come suggerisce Montgomery, la superiorità qualitativa percepita da molti appassionati nell'ascolto di materiale musicale audio in formati ad alta risoluzione, è fondamentalmente un effetto placebo o, se vogliamo essere più franchi, una suggestione.
Un test serio al riguardo, come ogni esperimento scientifico, dovrebbe essere condotto (come quello citato sopra) in un ambiente controllato e con strumentazione adeguata, con un gruppo di soggetti rappresentativo della popolazione a cui si fa riferimento, in doppio cieco (ove né lo sperimentatore, né i soggetti conoscono la natura del materiale oggetto di test): condizioni sostanzialmente irrealizzabili in ambito domestico, e raramente adottate anche in contesti professionali.
Nel caso dell'audio, è necessario inoltre fare molta attenzione a differenze anche molto piccole di livello (nell'ordine degli 0.2 dB), da correggersi con rilevazioni e apparecchiature specifiche (e non a mano, agendo sul volume): un audio che suona anche leggermente più forte è in genere percepito come "migliore" dalla maggioranza degli ascoltatori.
Ancora, è necessaria attenzione a potenziali problemi di clipping, nel caso non si adottino procedure di ricampionamento adeguate.
Queste ed altre problematiche si possono presentare ad esempio, confrontando le stesse musiche prodotte in formato SACD e CD: infatti, spesso, le fonti master originali sono diverse (o meglio, sono frutto di alcuni passaggi differenti nel percorso di produzione), fatto che rende la comparazione potenzialmente falsata.

Le conclusioni di Montgomery sono chiare: l'audio ad alta risoluzione è fondamentalmente un'esigenza di mercato e di marketing, ma non sussistono assolutamente dati scientifici a prova di una superiorità qualitativa percepibile.
Non mi resta altro da aggiungere se non che, personalmente, condivido sostanzialmente gran parte delle opinioni espresse da Montgomery.


Saluti
F.C.

aldusmanutius
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Re: Registrazioni in HD ?

Messaggio da aldusmanutius » martedì 30 ottobre 2018, 10:58

per quello che posso dire sono convinto che il vero nodo centrale sia il manico del fonico.

non è tanto questione di HD o non. E' palese che ci troviamo davanti a un'operazione di marketing fortissima che spinge per l'HD con campionamenti assurdi, oltre che talvolta farlocchi; il carrozzone dell'audio business deve in qualche modo creare sempre nuove prospettive, altrimenti ci si ferma.

Analoghi interessi occulti li troviamo da coloro che ce la menano sulla completezza e validità del 44Khz per difendere i loro vecchi DAC e lettori... la storiella che tanto l'orecchio umano non ci sente oltre i 15-20Khz è fuorviante.

La realtà è che non è facile trovare una quadra perchè le ottime registrazioni esistono in tutti i formati. Abbiamo persino vinili dell'epoca d'oro con registrazioni superlative per qualità complessiva; ci sono etichette e interpreti che ci restituiscono performances davvero emozionanti (quelli che il sempreverde audiofilofine definiva "i dischi veri").
Ma è altrettanto vero che ci sono registrazioni recenti, sopratutto di musica classica (in particolare native per sacd o dvd-audio), nelle quali la verosimiglianza timbrica, la capacità di restituire una presentazione omogenea, un dettaglio naturale e non forzato sono senz'altro più convincenti.

Io mi fermerei a metà strada, per una volta sarei addirittura d'accordo con Lincetto, che se non sbaglio tempo fa quando ancora girava sui forum affermava nel contempo la superiorità di un campionamento più alto dei 44Khz/16 bit ma l'inutilità di salire oltre i campionamenti a 88/96 Khz.

A voi la replica!

F.Calabrese
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Re: Registrazioni in HD ?

Messaggio da F.Calabrese » martedì 30 ottobre 2018, 11:07

aldusmanutius ha scritto:
martedì 30 ottobre 2018, 10:58
per quello che posso dire sono convinto che il vero nodo centrale sia il manico del fonico.
(...)
Io mi fermerei a metà strada, per una volta sarei addirittura d'accordo con Lincetto, che se non sbaglio tempo fa quando ancora girava sui forum affermava nel contempo la superiorità di un campionamento più alto dei 44Khz/16 bit ma l'inutilità di salire oltre i campionamenti a 88/96 Khz.
In questo Lincetto aveva del tutto ragione !

Purtroppo lui -come moltissimi altri- è cresciuto con una "scuola" che insegnava che "si fa così", senza che in realtà venisse spiegato il perché di certe scelte tecniche, che in tal modo venivano adottate (e difese) bovinamente.

Io con lui mi sono scontrato sulla necessità della compressione dei picchi, che inizialmente lui adottava persino a monte della registrazione digitale !

Eppure era considerato un purista...!

Nel tempo lui ha compreso molte cose, ma è ancora fermo alle riprese multimicrofoniche (magari con coppie di microfoni), quando ci sarebbero possibilità incredibili ancora inesplorate.

Qui a Roma ho trovato ragazzi intelligenti e volonterosi di apprendere e sperimentare: se son rose, fioriranno !

Saluti
F.C.

bepi67
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Re: Registrazioni in HD ?

Messaggio da bepi67 » martedì 30 ottobre 2018, 13:00

Io mi faccio bastare il CD ! Voglio vedere quanti over 50 sono in grado di sentire oltre 13-15 kHz..
Combattiamo lo spreco inutile di banda ;)

Bye
Sono solo un appassionato......di lavatrici sonore !

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