Una frase come questa denota che il "nostro" è rimasto fermo a prima degli anni '90...Grisulea ha scritto:Soprattutto non ha una camera anecoica con cui verificare se la matematica funziona. Quasi quasi lo invito nella nostra. Resterebbero i problemi lessicali ma almeno curve, se parallele, tali sarebbero.
All'epoca si impiegavano le camere anecoiche per misurare la risposta dei diffusori con i tracciacurve a pennino, precisi, ma inesorabilmente influenzati da qualsiasi riflessione.
Dalla fine degli anni '60 Richard Heyser propose la sua Time Delay Spectrometry ed altri studiosi suggerirono l'impiego di impulsi analizzati via FFT. Poi venne la scheda MLSSA con il suo strepitoso software, ancor oggi imbattuto per versatilità (mentre per la precisione resta imbattuta la Time Delay Spectrometry).
Da allora le camere anecoiche si sono rivelate non solo inutili, ma spesso fuorvianti nel tipo di risultati che producono. Vediamo il perché.
Un primo problema delle camere anecoiche è che sono tipicamente piccole, perlomeno rispetto alla grandezza dei diffusori ed alle lunghezze d'onda delle basse frequenze che vi si vorrebbero misurare. Questo spinge a misurare a brevi distanze (il solito metro, che non a caso era tanto popolare all'epoca...).
Ma alle brevi distanze risultano falsati sia i diagrammi polari che la misura degli effetti della diffrazione !!!
Passiamo quindi alle basse frequenze, ricordando che pochissime camere anecoiche permettono di scendere sotto 40-50 Hz... Beh... la soluzione di rilevare in campo ravvicinato ha dei grossi problemi di precisione già con i diffusori reflex (specie quelli con i condotti rastremati), ma è con le trombe che diventa quasi impossibile dedurre la vera risposta del diffusore a partire da una misura in campo ravvicinato, il cui risultato sarà diverso se si misura al centro della bocca o alla sua periferia, e questo in misura variabile in funzione della frequenza !
Per i diffusori-cagatina -solitamente a radiazione diretta- la misura della risposta alle basse frequenze ed in campo ravvicinato correla diversamente rispetto alla vera misura in ambiente in funzione della dimensione del pannello frontale del diffusore e della presenza o meno di pareti riflettenti nelle immediate vicinanze. QUALCUNO NE TIENE CONTO...??? Diciamo nessuno o quasi.
Quindi, caro Grisulea, quando -come te- ci si presenta come "esperto", è meglio essere più prudenti nel dare lezioni a chi di misure diagnostiche ne ha fatte cento volte più di te e con qualsiasi tipo di analizzatore esistente. Ci avresti fatto migliore figura.
Ora, visto che ti dai tante arie... ci spieghi gentilmente dove piazzi il microfono nel caso della bocca di una tromba da un metro quadro di superficie...???
Grazie
F.C.