Risoluzione dcx
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Risoluzione dcx
Anche io ho adottato la scelta di tenere il player con volume al massimo ed attenuare il volume attraverso il dcx ,che è collegato al deq che fa da oversampling,in questo modo a quanto capito si sfrutta al massimo il dcx facendo accendere i vu meter al massimo sstando attento a non sforare nelle luci rosse.
Ammetto di non sentire differenze strabilianti e anche niente.... ,probabilmente ho poca pratica di ascolti approfonditi
La domanda è..
Ma se per sfruttare i convertitori si dice che il segnale che entra deve essere alto,
nei brani poco compressi,durante i momenti "piano",si ha meno risoluzione?
Quindi la musica compressa ha una risoluzione migliore
Oppure come spesso ho delle lacune e non ci arrivo?
Andrea
Ammetto di non sentire differenze strabilianti e anche niente.... ,probabilmente ho poca pratica di ascolti approfonditi
La domanda è..
Ma se per sfruttare i convertitori si dice che il segnale che entra deve essere alto,
nei brani poco compressi,durante i momenti "piano",si ha meno risoluzione?
Quindi la musica compressa ha una risoluzione migliore
Oppure come spesso ho delle lacune e non ci arrivo?
Andrea
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Re: Risoluzione dcx
Bellissima ed intelligentissima osservazione, che metto in testa......Quindi la musica compressa ha una risoluzione migliore...
In realtà non è così, ma il motivo ve lo spiego domani, dopo il caffé...
(sperando che qualcuno di voi lo spieghi prima di me)
A domani
Saluti
F.C.
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Re: Risoluzione dcx
La musica compressa sfrutta un range dinamico piccolo, concentrato verso il massimo possibile e non usa tutta la dinamica disponibile, così facendo si utilizzano meno livelli e si perdono dettagli.
Fabio
Fabio
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Re: Risoluzione dcx
Non sono sostenitore della musica compressa....,ma non è proprio l'opposto di quello che hai scritto? Se alzo il livello dei "piano" ,i dettagli ,anche in modo innaturale dovrebbero sentirsi di più sia perche sono più alti di livello sia perche su sfrutta di più il convertitorePrandiniFabio ha scritto: ↑venerdì 9 novembre 2018, 8:18La musica compressa sfrutta un range dinamico piccolo, concentrato verso il massimo possibile e non usa tutta la dinamica disponibile, così facendo si utilizzano meno livelli e si perdono dettagli.
Fabio
Boh non riesco a capire
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Re: Risoluzione dcx
I dettagli non sono i passaggi di livello basso, sono i passaggi in cui il segnale cambia di livello pochissimo e questo accade sia ad alto che a basso livello.
Però ora mi stai facendo riflettere, e potrebbe, per la musica compressa, non esserci perdita di dettaglio poiché tutto si confina in pochi bit, ma quelli di valore più basso sono sempre disponibili e sono loro che definiscono il dettaglio.
È un'osservazione non così semplice come appare.
Fabio
Però ora mi stai facendo riflettere, e potrebbe, per la musica compressa, non esserci perdita di dettaglio poiché tutto si confina in pochi bit, ma quelli di valore più basso sono sempre disponibili e sono loro che definiscono il dettaglio.
È un'osservazione non così semplice come appare.
Fabio
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Re: Risoluzione dcx
Ha fatto riflettere anche me, che ne ho tratto la conclusione che forse non esiste una risposta univoca a questa bellissima domanda.PrandiniFabio ha scritto: ↑venerdì 9 novembre 2018, 9:25...
Però ora mi stai facendo riflettere, e potrebbe, per la musica compressa, non esserci perdita di dettaglio poiché tutto si confina in pochi bit, ma quelli di valore più basso sono sempre disponibili e sono loro che definiscono il dettaglio.
È un'osservazione non così semplice come appare.
In primo luogo è vero che la compressione si attua su registrazioni effettuate con conversioni A/D che non possono superare gli attuali limiti, vale a dire una ventina di Bit scarsi. Comprimendo i picchi ed elevando il livello medio, si eleva dunque anche il rumore di fondo e quello di quantizzazione, per cui al netto non si guadagna risoluzione, anzi.
In secondo luogo la compressione moltiplica letteralmente il livello del campo riverberato e quello dei rumori presenti nell'ambiente durante la registrazione... di fatto coprendo tutti quei dettagli che altrimenti sarebbero udibili tra un transiente e l'altro.
Per tutto questo -ed altro- io non me la sento affatto di affermare che la compressione aumenti la risoluzione ai bassi livelli.
E' tuttavia vero che un fonico che sappia bene quel che fa potrebbe sfruttare un certo livello di "tosatura" dei picchi per assemblare al meglio una registrazione in cui la somma di N canali registrati sia effettuata digitalmente o passivamente... Ma di questo ne riparleremo a giorni, non appena sarà partito il progetto di Studio di Registrazione cui sto lavorando.
Saluti
F.C.
Re: Risoluzione dcx
Faccio un breve rientro da questo periodo di assenza (dovuto a totale mancanza di tempo libero), per dare una mia spiegazione, spero intuitiva.
Partendo dal presupposto che ogni DAC (e successivi componenti) introduce un certo rumore di fondo.
Il rumore di fondo possiamo "assimilarlo" ad una perdita di bit meno significativi (LSB) di risoluzione.
Questo perché, a segnale di uscita nullo, abbiamo a fine catena un rumore che sarà assimilabile ad un rumore digitale che occupa un certo numero di bit di risoluzione digitale (ovvero che fa "spostare a caso" un certo numero di bit meno significativi dell'intera informazione digitale).
(passatemi le semplificazioni...)
Quindi, applicando questo concetto ad un segnale reale, tutto quello che può identificarsi come modifiche minime di livello e forma d'onda è ciò che darà il "dettaglio" e che quindi andremo a perdere se il segnale viene convertito ad un livello tale per cui questo dettaglio va a finire nella zona del nostro rumore di fondo.
Nella musica compressa dinamicamente, quello che viene fatto è abbassare il livello dei picchi (in modo da limitare ad una certa soglia stabilita il segnale), per poi rialzare il livello.
Per fare questo si usano compressori e/o azioni manuali, ma tali macchine hanno dei tempi di intervento (attacco e rilascio) oltre che delle curve di intervento, quindi di fatto sono macchine "lente": non riescono quindi a risaltare il livello di un dettaglio annegato in un segnale, ma "tirano su" le porzioni di brano a livello più basso.
Quindi, per farmi capire meglio con un esempio, se durante un pieno orchestrale il dettaglio è un colpo di tosse di un musicista, la compressione dinamica non risalterà questo dettaglio, perché il livello in quel momento sarà già "al massimo".
Aumenterà invece il livello del successivo "pianissimo", che risulterà più presente.
Il dettaglio, anche in questo caso, sarà il medesimo (per semplificare: stesso effetto di alzare il volume durante i pianissimo ed abbassarlo durante i fortissimo).
Detto questo, è importante "sfruttare i convertitori" non tanto perché si vada a perdere segnale a livelli bassi (parliamo di rapporti segnale/rumore veramente elevati), ma perché si va ad "annegare" i dettagli nel rumore (digitale o analogico che sia).
Nei brani poco compressi, i momenti "piano" hanno tecnicamente meno risoluzione, ma essendo ascoltati, appunto, a livello molto inferiore, l'effetto non è percettibile perché verrebbe comunque annegato dal rumore di fondo (catena e ambiente) e dalla sensibilità "adattiva" del nostro orecchio.
Ciao,
Edo
Partendo dal presupposto che ogni DAC (e successivi componenti) introduce un certo rumore di fondo.
Il rumore di fondo possiamo "assimilarlo" ad una perdita di bit meno significativi (LSB) di risoluzione.
Questo perché, a segnale di uscita nullo, abbiamo a fine catena un rumore che sarà assimilabile ad un rumore digitale che occupa un certo numero di bit di risoluzione digitale (ovvero che fa "spostare a caso" un certo numero di bit meno significativi dell'intera informazione digitale).
(passatemi le semplificazioni...)
Quindi, applicando questo concetto ad un segnale reale, tutto quello che può identificarsi come modifiche minime di livello e forma d'onda è ciò che darà il "dettaglio" e che quindi andremo a perdere se il segnale viene convertito ad un livello tale per cui questo dettaglio va a finire nella zona del nostro rumore di fondo.
Nella musica compressa dinamicamente, quello che viene fatto è abbassare il livello dei picchi (in modo da limitare ad una certa soglia stabilita il segnale), per poi rialzare il livello.
Per fare questo si usano compressori e/o azioni manuali, ma tali macchine hanno dei tempi di intervento (attacco e rilascio) oltre che delle curve di intervento, quindi di fatto sono macchine "lente": non riescono quindi a risaltare il livello di un dettaglio annegato in un segnale, ma "tirano su" le porzioni di brano a livello più basso.
Quindi, per farmi capire meglio con un esempio, se durante un pieno orchestrale il dettaglio è un colpo di tosse di un musicista, la compressione dinamica non risalterà questo dettaglio, perché il livello in quel momento sarà già "al massimo".
Aumenterà invece il livello del successivo "pianissimo", che risulterà più presente.
Il dettaglio, anche in questo caso, sarà il medesimo (per semplificare: stesso effetto di alzare il volume durante i pianissimo ed abbassarlo durante i fortissimo).
Detto questo, è importante "sfruttare i convertitori" non tanto perché si vada a perdere segnale a livelli bassi (parliamo di rapporti segnale/rumore veramente elevati), ma perché si va ad "annegare" i dettagli nel rumore (digitale o analogico che sia).
Nei brani poco compressi, i momenti "piano" hanno tecnicamente meno risoluzione, ma essendo ascoltati, appunto, a livello molto inferiore, l'effetto non è percettibile perché verrebbe comunque annegato dal rumore di fondo (catena e ambiente) e dalla sensibilità "adattiva" del nostro orecchio.
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Re: Risoluzione dcx
Grazie Edo!EdoFede ha scritto: ↑sabato 10 novembre 2018, 19:25Faccio un breve rientro da questo periodo di assenza (dovuto a totale mancanza di tempo libero), per dare una mia spiegazione, spero intuitiva.
Partendo dal presupposto che ogni DAC (e successivi componenti) introduce un certo rumore di fondo.
Il rumore di fondo possiamo "assimilarlo" ad una perdita di bit meno significativi (LSB) di risoluzione.
Questo perché, a segnale di uscita nullo, abbiamo a fine catena un rumore che sarà assimilabile ad un rumore digitale che occupa un certo numero di bit di risoluzione digitale (ovvero che fa "spostare a caso" un certo numero di bit meno significativi dell'intera informazione digitale).
(passatemi le semplificazioni...)
Quindi, applicando questo concetto ad un segnale reale, tutto quello che può identificarsi come modifiche minime di livello e forma d'onda è ciò che darà il "dettaglio" e che quindi andremo a perdere se il segnale viene convertito ad un livello tale per cui questo dettaglio va a finire nella zona del nostro rumore di fondo.
Nella musica compressa dinamicamente, quello che viene fatto è abbassare il livello dei picchi (in modo da limitare ad una certa soglia stabilita il segnale), per poi rialzare il livello.
Per fare questo si usano compressori e/o azioni manuali, ma tali macchine hanno dei tempi di intervento (attacco e rilascio) oltre che delle curve di intervento, quindi di fatto sono macchine "lente": non riescono quindi a risaltare il livello di un dettaglio annegato in un segnale, ma "tirano su" le porzioni di brano a livello più basso.
Quindi, per farmi capire meglio con un esempio, se durante un pieno orchestrale il dettaglio è un colpo di tosse di un musicista, la compressione dinamica non risalterà questo dettaglio, perché il livello in quel momento sarà già "al massimo".
Aumenterà invece il livello del successivo "pianissimo", che risulterà più presente.
Il dettaglio, anche in questo caso, sarà il medesimo (per semplificare: stesso effetto di alzare il volume durante i pianissimo ed abbassarlo durante i fortissimo).
Detto questo, è importante "sfruttare i convertitori" non tanto perché si vada a perdere segnale a livelli bassi (parliamo di rapporti segnale/rumore veramente elevati), ma perché si va ad "annegare" i dettagli nel rumore (digitale o analogico che sia).
Nei brani poco compressi, i momenti "piano" hanno tecnicamente meno risoluzione, ma essendo ascoltati, appunto, a livello molto inferiore, l'effetto non è percettibile perché verrebbe comunque annegato dal rumore di fondo (catena e ambiente) e dalla sensibilità "adattiva" del nostro orecchio.
Ciao,
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Re: Risoluzione dcx
Non ci arrivo....
Esiste un modo per regolare il "volume" che faccia variare contemporaneamente anche le "uscite"sum,
Io ho i due sub che appunto lavorano in sum, ma quando vario il volume di imput, varia solo le uscite A eB e di conseguenza variare il volume diventa scomodo perche devo regolare prima i satelliti e poi i sub dal menu sum
Andrea
Esiste un modo per regolare il "volume" che faccia variare contemporaneamente anche le "uscite"sum,
Io ho i due sub che appunto lavorano in sum, ma quando vario il volume di imput, varia solo le uscite A eB e di conseguenza variare il volume diventa scomodo perche devo regolare prima i satelliti e poi i sub dal menu sum
Andrea
Re: Risoluzione dcx
Vi state perdendo in un bicchiere d’acqua.
La risoluzione del convertitore è la medesima a tutti i livelli. Un brano compresso semplicemente “occuperà” meno livelli, avendo quindi a disposizione una risoluzione “relativa” minore. Un brano non compresso (e non attenuato) occuperà tutti i livelli disponibili, avendo una risoluzione “relativa” pari alla risoluzione del convertitore.
Pensateci domani a mente fresca e vedrete che vi apparirà tutto chiaro.
A presto!
Mattia
La risoluzione del convertitore è la medesima a tutti i livelli. Un brano compresso semplicemente “occuperà” meno livelli, avendo quindi a disposizione una risoluzione “relativa” minore. Un brano non compresso (e non attenuato) occuperà tutti i livelli disponibili, avendo una risoluzione “relativa” pari alla risoluzione del convertitore.
Pensateci domani a mente fresca e vedrete che vi apparirà tutto chiaro.
A presto!
Mattia