Questo è un bello spunto sul quale riflettere.Vi pongo un quesito che e' diventato centrale per capire come far evolvere l'impianto.
Come dicevo il mio impianto si sta muovendo da una monoamplificazione passiva con diffusori tower completi (configurazione classica dell'hifi....ma col pre che io non ho) ad una multiamplificazione in parte attiva con sub staccato e con dsp. Il dac che e' un multidac con n uscite a gamma intera e controllo volume in simultanea gia si presta a questa evoluzione.......naturalmente tenendo ferma la scelta no dsp sulla gamma delle evidence e no crossover elettronico dopo il dac che aggiungerebbe operazionali e circuiti sul segnale.
Quindi metteremo delle schedine coi componenti del taglio facili da togliere e mettere e sostituire tra chip dac e stadio di uscita del dac che lo ricordo e' a operazionali. Tutto per avere uscite tagliate del dac.
La cornice e' questa ma dobbiamo scegliere come far evolvere la cosa e quali tagli mettere prima degli ampli e quali lasciare dopo e quanti ampli mettere chiaramente. Il diffusore essendo un 5 vie non si presta assolutamente ad una facile conversione in tal senso. Quindi e' pacifico che alcuni tagli andranno in ingresso e altri resteranno in uscita. Per questo chiedo ad XY ed YZ di chiarirmi le differenze tecniche i vantaggi e svantaggi di un taglio in ingresso rispetto allo stesso in uscita. Fino a che punto si possono spostare i tagli in ingresso senza apportare stravolgimenti al progetto. Insomma mi serve una bussola per muovermi. Soprattutto considerando rotazioni di fase che introdurrebbero peggioramenti non augurabili.
Innanzitutto notiamo una grande differenza rispetto ai "tempi passati". Una volta, infatti, ci si complicava la vita per far suonare trasduttori prestigiosi, come gli Electrovoice, i JBL, gli Altec... i Decca Kelly...
Oggi invece si tenta -come in questo caso- di cavar sangue da fragili rape, come sono i soliti trasduttorini nordeuropei (Seas, Scan, Vifa...). E questo significa già partire con la barca bucata...
Poi c'è da riflettere sul fatto che stiamo parlando di diffusori il cui filtro di crossover passivo è decisamente ben progettato, come si evince dal fatto che la risposta in frequenza misurata in ambiente è letteralmente una riga, perlomeno in gamma media ed alta. Questo vuol dire -logicamente- che qualsiasi filtraggio attivo aggiunto a quello passivo non potrà fare altro che introdurre inevitabili sfasamenti aggiuntivi, dai quali deriveranno buchi nella risposta o lobi di irradiazione fuori asse: insomma un disastro.
Il modo corretto di procedere sarebbe quello di lasciar perdere completamente i filtri di crossover originali, iniziando con una multiamplificazione ottenuta grazie ad un crossover digitale, con il quale sarà impresa difficile -ma non impossibile- quella di replicare la risposta ottenuta con il crossover passivo originale. Il tutto aggiungendo però i pregi della multiamplificazione.
Ne varrebbe la pena...? Come ho accennato, con altri e migliori trasduttori potrebbe essere una bellissima idea... Con questi probabilmente no, nel senso che i possibili miglioramenti finirebbero per essere appena udibili, peraltro con serissimi rischi di sbagliare, peggiorando il risultato.
Il problema vero, in questi casi, è chi fa cosa...
Spiego meglio: per un progettista professionista basta un pomeriggio di misure, trasduttore per trasduttore, per fare il "reverse engineering" e capire quali sono state le motivazioni delle scelte progettuali del primo progettista di quel diffusore. Una volta capito questo, ed una volta individuati gli eventuali problemi del diffusore, solo allora il progettista potrà implementare un nuovo filtraggio, attivo, passivo o misto, ma che non combini disastri.
Ora proviamo ad essere brutalmente sinceri con il nostro coraggioso amico: è lui proprio sicuro che un semplice autocostruttore possa districarsi in un'impresa che farebbe perdere tempo a iosa anche ad un professionista ai massimi livelli...? Sarebbe in grado di farlo vivendo a centinaia di chilometri di distanza, per cui non potrebbe confrontare al volo le eventuali modifiche e variazioni...?
Se a me qualcuno chiedesse di fare una cosa del genere, la prima cosa che gli risponderei è che mi sarebbe necessario avere i diffusori qui, in casa mia, in modo di misurare con calma, via per via, valutando non solo sulla base delle misure di risposta, ma anche e soprattutto sulla base di quelle di distorsione, prese a vari livelli e su ciascun trasduttore non filtrato !!! Insomma un lavoro lungo, che varrebbe la pena appunto se i trasduttori fossero di livello veramente elevato, vale a dire tali da giustificare impegno e spesa. Ma questo non è il caso.
Eccovi dunque spiegato il titolo di questo thread: a volte si parte con le migliori intenzioni, ma ignorando o sottovalutando le reali difficoltà si rischia di perdere moltissimo tempo e risorse, che devolute in altre direzioni porterebbero a risultati incredibilmente superiori.
Proprio nel caso in oggetto, dando via quei due catafalchi poco efficienti ed acquistando tre coppie di trasduttori seri (woofer da 15"/38cm., mid a cono da 6"/17cm ed un tweeter tra i migliori)... Beh... ci sarebbero molte più possibilità di sfangarla, ottenendo risultati dieci volte superiori al massimo che sia possibile spremere da quei poveri conini. E l'impresa sarebbe assai più facile proprio perché i trasduttori sarebbero in partenza migliori !
Sarei curioso di sapere cosa ne pensate.
Saluti
F.C.