Stavo per rispondere, quando mi è venuto in mente di controllare ed ho trovato il tuo nick anche su quello che io chiamo il "forumino triste", perché è un posto dove non si possono scrivere le cose più ovvie e vere in materia di Elettroacustica e di HiFi.
Quindi ti chiedo di accettare questo dialogo, in cui io risponderò volentieri alle tue domande, ma mi aspetto che anche tu abbia il coraggio di rispondere a quesiti che sono sicuro di non essere il solo a pormi, qui.
Partiamo dalla differenza tra crossover attivi e passivi, che è enorme... anzi totale...
Partiamo da una prima constatazione: i crossover passivi non sono mai questo soltanto, ma sono anche lo strumento che -nelle mani di un bravo progettista- consente di linearizzare la risposta di trasduttori che magari sono eccellenti per ogni altro parametro, ma la cui risposta non è o non può essere lineare. Questo spiega il perché non si sente mai parlare di crossover passivi progettati da autocostruttori che "facciano suonare" veramente i loro diffusori. C'è chi si accontenta... ma di qui a raggiungere quello che può fare anche un progettista abbastanza schiappa (come chi tu puoi immaginare...) ti assicuro che di strada ne passa. A differenza infatti dell'autocostruttore, che impiega celle standard a 6-12-18 dB per ottava, il vero progettista non ha problemi ad aggiungere reti RLC di equalizzazione, che spianano gobbe indesiderate nella risposta... ecc.
Ora però attenzione... perché i filtri attivi (vale a dire quelli posti a monte di tanti ampli quante sono le vie del nostro diffusore) non è assolutamente detto che siano effettivamente utilizzabili diversamente e meglio, se a configurarli e tararli è un autocostruttore (o un progettista ruspante) che non si è mai avventurato oltre le solite celle a 6-12-18 dB per ottava. Il crossover attivo avrà il vantaggio di essere facilmente regolabile, per cui si potranno realizzare molti allineamenti diversi, da misurare ed ascoltare per scegliere quello migliore. Questo costerebbe dieci volte più tempo (e spesa) con un filtro passivo. Non solo, ma i DAC e gli ampli lavorano meglio se si affidano loro bande di frequenza limitate, come appunto accade con i crossover attivi.
Come per l'asino di Buridano -però- la disponibilità di numerose alternative è quasi sempre motivo di confusione e di piccole angosce per chi non è del mestiere... Quanto è però vero che il 99 per cento dei filtri passivi in circolazione (a corredo dei Kit o venduti come parti) sono solo approssimazioni raffazzonate, rispetto a quello che si dovrebbe e potrebbe fare per lo stesso diffusore.
Ora tocca a me fare domande: i filtri di cui chiedi, su quali diffusori intendi utilizzarli...?
Grazie della tua eventuale partecipazione.
Saluti
F.C.