I paladini della mediocrità

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F.Calabrese
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Re: I paladini della mediocrità

Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 23 ottobre 2019, 11:45

Ho davanti a me la pag.100 di "Valve & Transistor Audio Amplifiers" di John Linsley Hood: uno dei massimi esperti di ampli HiFi del "periodo d'oro".

In alto lui scrive che lo schema del finale Quad risale al 1945, per cui è antecedente rispetto allo schema Mc Intosh-Gow (e JLH è vissuto in quegli anni).

Non solo, ma dalla spiegazione del circuito Quad se ne comprende l'incredibile raffinatezza e, soprattutto, ORIGINALITA'.

Da allora non è esistito altro ampli a valvole così semplice e geniale insieme.

Ora compariamo il suo schema a quello dei Mc Intosh, pochissimo originale e ridondante.
Il Quad ha solo due stadi: un differenziale in ingresso (lo so che dallo schema pubblicato non si capisce, ma basta ridisegnarlo, come ha fatto JLH) e le valvole finali, operate con solo il 10% di controreazione sui catodi. Questo significa che il Quad ha ottime prestazioni in regime di sovraccarico e non richiede uno swing eccessivo di tensione allo stadio che lo precede (e che quindi può essere appunto uno solo).

Diversamente, il Mc Intosh ha molta più controreazione nello stadio finale, il che ne rende più duro il clipping e richiede uno swing di tensione allo stadio che precede che è talmente ampio da mettere in crisi praticamente qualsiasi schema che non impieghi trasformatori (*). Ma il Mc intosh ha troppi stadi in cascata -richiusi dall'anello di controreazione principale- per poter tollerare gli sfasamenti aggiunti da un trasformatore interstadio...! E poi, pensateci, quanto rumore fanno (ed amplificano) tutti quegli stadi in cascata...?

In due parole: per progettare un Quad c'è voluto un genio... mentre il circuito Mc Intosh è solo il frutto dell'evoluzione dello schema di Williamson con l'introduzione della controreazione catodica. Nulla di rivoluzionario, dunque...

Saluti
F.C.

(*): Non dimenticate che le valvole finali sui 50 W hanno una tensione di alimentazione tipica di circa 500 Volt ed un guadagno di 2, nello schema Mc Intosh. Le valvole pilota della stessa epoca tolleravano a malapena i 300-350 V di alimentazione e non erano certo lineari per uno swing di tensione di questo stesso ordine o poco meno...!

enne.effe
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Re: I paladini della mediocrità

Messaggio da enne.effe » mercoledì 23 ottobre 2019, 21:12

F.Calabrese ha scritto:
mercoledì 23 ottobre 2019, 11:45
Ho davanti a me la pag.100 di "Valve & Transistor Audio Amplifiers" di John Linsley Hood: uno dei massimi esperti di ampli HiFi del "periodo d'oro".

In alto lui scrive che lo schema del finale Quad risale al 1945, per cui è antecedente rispetto allo schema Mc Intosh-Gow (e JLH è vissuto in quegli anni).

Non solo, ma dalla spiegazione del circuito Quad se ne comprende l'incredibile raffinatezza e, soprattutto, ORIGINALITA'.

Da allora non è esistito altro ampli a valvole così semplice e geniale insieme.

Ora compariamo il suo schema a quello dei Mc Intosh, pochissimo originale e ridondante.
Il Quad ha solo due stadi: un differenziale in ingresso (lo so che dallo schema pubblicato non si capisce, ma basta ridisegnarlo, come ha fatto JLH) e le valvole finali, operate con solo il 10% di controreazione sui catodi. Questo significa che il Quad ha ottime prestazioni in regime di sovraccarico e non richiede uno swing eccessivo di tensione allo stadio che lo precede (e che quindi può essere appunto uno solo).

Diversamente, il Mc Intosh ha molta più controreazione nello stadio finale, il che ne rende più duro il clipping e richiede uno swing di tensione allo stadio che precede che è talmente ampio da mettere in crisi praticamente qualsiasi schema che non impieghi trasformatori (*). Ma il Mc intosh ha troppi stadi in cascata -richiusi dall'anello di controreazione principale- per poter tollerare gli sfasamenti aggiunti da un trasformatore interstadio...! E poi, pensateci, quanto rumore fanno (ed amplificano) tutti quegli stadi in cascata...?

In due parole: per progettare un Quad c'è voluto un genio... mentre il circuito Mc Intosh è solo il frutto dell'evoluzione dello schema di Williamson con l'introduzione della controreazione catodica. Nulla di rivoluzionario, dunque...

Saluti
F.C.

(*): Non dimenticate che le valvole finali sui 50 W hanno una tensione di alimentazione tipica di circa 500 Volt ed un guadagno di 2, nello schema Mc Intosh. Le valvole pilota della stessa epoca tolleravano a malapena i 300-350 V di alimentazione e non erano certo lineari per uno swing di tensione di questo stesso ordine o poco meno...!
Sbagliato: Il Quad 1 fu prodotto da '51 al '53.

In ogni caso l'analisi circuitale di quel testo riporta: (Pag. 93) "Nonostante il numero apparentemente elevato di diversi layout di design che queste scelte consentivano, in pratica, quando si guardavano i design offerti in quel momento essi non sembravano differire molto l'uno dall'altro...".

A pagina 100 del libro indicato, in alto si legge: "...circuito del Quad 12 watt: l'amplificatore di potenza è mostrata nella Figura 6.6. Dal momento che questo design è stato offerto commercialmente nel 1945, ha la particolarità di essere uno dei primi veri amplificatori di potenza Hi-Fi, con il loop NFB incluso il trasformatore di uscita e l'intero segnale che amplifica catena."
Si riferisce comunque al Quad II e non I.
Poi prosegue, dopo aver elencato i benefici "...Tuttavia, ci sono complicazioni nel fatto che il segnale NFB, da una presa sul trasformatore di uscita secondario, viene applicato a entrambi i circuiti catodici della valvola di ingresso, e mentre questo apparirà come feedback negativo su V 1, sarà un feedback positivo quando applicato a V2. PFB ha l'effetto di aumentare sia il guadagno dello stadio sia la distorsione dello stadio a cui viene applicato, e il suo uso, all'interno del loop NFB, per aumentare il guadagno del loop ecosì per ridurre il livello di distorsione generale è stato impiegato molte volte...".
McIntosh: (Pag94) "In un momento in cui si pensava che le potenze di uscita dell'amplificatore nell'intervallo 7-15 watt e le cifre THD nell'intervallo 0,5-1%, fossero del tutto adeguate per scopi audio domestici, McIntosh offriva il circuito mostrato nella Figura 6.1, che aveva una potenza di uscita di 50 watt e una cifra THD dello 0,2% da 50Hz a 10kHz.
In questa applicazione c'erano tre problemi di progettazione di base da risolvere. Il primo di questi è stato che ottenere livelli di potenza di uscita così elevati, anche con polarizzazione fissa, comporta il pilotaggio delle valvole di uscita in classe AB 1. Questa è una condizione in cui viene scelto il livello di polarizzazione della griglia negativa in modo che l'una o l'altra delle valvole di uscita verrà interrotto in alcune parti del ciclo operativo. In circostanze normali ciò comporterà una distorsione incrociata, dovuta, in parte, all'accoppiamento imperfetto tra le due metà del primario del trasformatore di uscita e a escremento nel livello di polarizzazione dell'ingresso a causa dell'elevata impedenza di uscita dello stadio del driver.
Mclntosh ha risolto entrambi questi problemi utilizzando un trasformatore di uscita a ferita triplo, in cui vi era un accoppiamento induttivo molto stretto tra gli avvolgimenti e i catodi e gli anodi delle valvole di uscita erano accoppiati al carico. Il problema finale, quello di ottenere una stabilità del circuito soddisfacente con due trasformatori di accoppiamento all'interno del circuito, è stato risolto in parte prestando molta attenzione alla progettazione dei trasformatori di accoppiamento per ottenere un'elevata induttanza di avvolgimento contemporaneamente a preservare bassi livelli di reattanza di dispersione - anche il trasformatore del driver è avvolto in modo tripolare (ovvero gli avvolgimenti sono realizzati posizionando i tre fili degli avvolgimenti separati uno accanto all'altro e allo stesso tempo). L'altro metodo utilizzato per preservare la stabilità del circuito NFB era quello di derivare le linee NFB dal catodo di ciascuna valvola di uscita a quello di ciascuna valvola di ingresso piuttosto che dall'uscita verso l'altoparlante. Quest'ultima disposizione è preferibile per motivi tecnici.
Un ulteriore contributo all'accoppiamento stretto delle due metà dello stadio di uscita è fornito collegando le griglie di schermatura della valvola di uscita (G2) agli anodi delle valvole sul lato opposto del trasformatore." Ho usato il traduttore per fare prima.

Tralascio sul Williamson che era diverso e molto ben considerato (se serve faccio il Copia&Incolla)

In sostanza il giudizio tranchant su Mc in confronto a Quad non è appropriato anche perché hai confuso il Quad I con il II, perché i design sono simili e perché il design Quad porta alcune problematiche (vedi sopra). Poi quello che scrive l'autore è ben diverso da quello che hai inteso comunicarci.

F.Calabrese
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Re: I paladini della mediocrità

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 24 ottobre 2019, 0:43

enne.effe ha scritto:
mercoledì 23 ottobre 2019, 21:12
...
In sostanza il giudizio tranchant su Mc in confronto a Quad non è appropriato anche perché hai confuso il Quad I con il II, perché i design sono simili e perché il design Quad porta alcune problematiche (vedi sopra). Poi quello che scrive l'autore è ben diverso da quello che hai inteso comunicarci.
Il caso vuole che oggi pomeriggio io abbia simulato lo schema del Quad II, scoprendo che le obiezioni di JLH in realtà non erano assolutamente valide. Alla sua epoca, vale a dire senza SPICE, il suo errore è un peccato veniale.

Quanto al resto, stai citando le parole scritte sui depliant della Mc Intosh... :lol:

Non sarai mica così ingenuo da pensare che loro stessi parlassero dei difetti del loro ampli...! :lol: :mrgreen: :D

Infine ti comunico che la versione priva di controreazione generale del Quad II ( e I) funziona perfettamente e davvero con poca distorsione.

Magari ne parliamo domani... (*)

Saluti
F.C.

(*): Ci pensi...? Stai su un Forum dove si possono fare approfondimenti sinora MAI VISTI altrove. :roll: 8-) :D

enne.effe
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Re: I paladini della mediocrità

Messaggio da enne.effe » giovedì 24 ottobre 2019, 6:44

F.Calabrese ha scritto:
giovedì 24 ottobre 2019, 0:43
enne.effe ha scritto:
mercoledì 23 ottobre 2019, 21:12
...
In sostanza il giudizio tranchant su Mc in confronto a Quad non è appropriato anche perché hai confuso il Quad I con il II, perché i design sono simili e perché il design Quad porta alcune problematiche (vedi sopra). Poi quello che scrive l'autore è ben diverso da quello che hai inteso comunicarci.
Il caso vuole che oggi pomeriggio io abbia simulato lo schema del Quad II, scoprendo che le obiezioni di JLH in realtà non erano assolutamente valide. Alla sua epoca, vale a dire senza SPICE, il suo errore è un peccato veniale.

Quanto al resto, stai citando le parole scritte sui depliant della Mc Intosh... :lol:

Non sarai mica così ingenuo da pensare che loro stessi parlassero dei difetti del loro ampli...! :lol: :mrgreen: :D

Infine ti comunico che la versione priva di controreazione generale del Quad II ( e I) funziona perfettamente e davvero con poca distorsione.

Magari ne parliamo domani... (*)

Saluti
F.C.

(*): Ci pensi...? Stai su un Forum dove si possono fare approfondimenti sinora MAI VISTI altrove. :roll: 8-) :D
No caro Fabrizio, ho citato il testo da te indicato “ Valve & Transistor Audio Amplifiers" di John Linsley Hood”. Guarda caso ne ho anch’io una copia. Ma hai visto che ho citato anche i numeri di pagina? Hai capito quello che c’è scritto nel testo? Perché dalle tue conclusioni sballate sembra che tu abbia citato frasi senza capirne il senso.
Poi non scrivevi che uno dei massimi esperti di ampli HiFi del "periodo d'oro" era proprio JLH per poi concludere (dopo che ti ho riportato esattamente il testo citato) che “le obiezioni di JLH in realtà non erano assolutamente valide”. Ma non vedi che non sei credibile?

F.Calabrese
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Re: I paladini della mediocrità

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 24 ottobre 2019, 9:55

enne.effe ha scritto:
giovedì 24 ottobre 2019, 6:44
No caro Fabrizio, ho citato il testo da te indicato “ Valve & Transistor Audio Amplifiers" di John Linsley Hood”. Guarda caso ne ho anch’io una copia. Ma hai visto che ho citato anche i numeri di pagina? Hai capito quello che c’è scritto nel testo? Perché dalle tue conclusioni sballate sembra che tu abbia citato frasi senza capirne il senso.
Poi non scrivevi che uno dei massimi esperti di ampli HiFi del "periodo d'oro" era proprio JLH per poi concludere (dopo che ti ho riportato esattamente il testo citato) che “le obiezioni di JLH in realtà non erano assolutamente valide”. Ma non vedi che non sei credibile?
Io ho scritto che certe sue deduzioni, ed in particolare quella sul feedback positivo, non trovano riscontro effettivo quando si va ad esaminare come effettivamente funziona quel circuito, con SPICE.

JLH è comunque uno dei massimi esperti della sua epoca -e lo confermo- ma alla sua epoca SPICE era usato solo da pochissimi, nelle università, e non c'erano ancora i modelli che descrivessero il comportamento delle valvole, che ora ci sono e sono anche assai affidabili.

Ora però ti faccio una domanda: in quanti forum hai letto di simulazioni che esaminano circuiti particolari, come quello del Quad II...???

Saluti
F.C.

drews
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Re: I paladini della mediocrità

Messaggio da drews » giovedì 24 ottobre 2019, 10:15

enne.effe ha scritto:
giovedì 24 ottobre 2019, 6:44

No caro Fabrizio, ho citato il testo da te indicato “ Valve & Transistor Audio Amplifiers" di John Linsley Hood”. Guarda caso ne ho anch’io una copia. Ma hai visto che ho citato anche i numeri di pagina? Hai capito quello che c’è scritto nel testo? Perché dalle tue conclusioni sballate sembra che tu abbia citato frasi senza capirne il senso.
Poi non scrivevi che uno dei massimi esperti di ampli HiFi del "periodo d'oro" era proprio JLH per poi concludere (dopo che ti ho riportato esattamente il testo citato) che “le obiezioni di JLH in realtà non erano assolutamente valide”. Ma non vedi che non sei credibile?
Questo succede ogni qual volta si estraggono frasi di un testo, decontestualizzando, cosi da attribuirgli un significato di comodo.

Comunque continua a sfuggirmi il senso di questo 3d.

Fabrizio, ci aiuti a capire?

Ciao
Andrea

F.Calabrese
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Re: I paladini della mediocrità

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 24 ottobre 2019, 11:02

drews ha scritto:
giovedì 24 ottobre 2019, 10:15
...
Comunque continua a sfuggirmi il senso di questo 3d.

Fabrizio, ci aiuti a capire?
Molto volentieri !

Il caso vuole che io sia appassionato di Fotografia da ancor prima di quando ho iniziato ad interessarmi di Alta Fedeltà. Le mie prime foto con la Zeiss Super Ikonta 533/16 di mio padre sono di quando avevo meno di 13 anni.

A me è sempre piaciuto studiare, approfondire... per cui sono arrivato prestissimo ad occuparmi di Ottica e di Chimica Fotografica. A 16 anni preparavo io stesso gli sviluppi ed impiegavo pellicole da microfilm (anche perché mi costavano e di meno... e non avevo paghette).

Negli anni sono rimasto appassionato, e mi sono potuto permettere testi sempre più avanzati, compresi alcuni sulla progettazione degli obbiettivi. Leggendoli, ho scoperto che gli schemi utilizzati sono incredibilmente pochi, perlomeno per i decenni che precedono il dilagare degli obbiettivi zoom e dei grandangolari retrofocus.

Ebbene... gli interessi industriali in materia di progettazione di obbiettivi erano cospicui e le aziende che lavoravano ad alti livelli erano comunque assai poche: un mix che favorì l'assunzione di personaggi assolutamente geniali, come appunto Max Berek ed altri...

Due occasioni mi hanno dato occasione di riflettere assai.

La prima è stata l'osservazione della qualità delle diapositive 6x7 scattate dalla mia compagna -per lavoro- con un obiettivo Apo-Lanthar 150mm f:4,5 prestatole dal padre, anziano collezionista. Erano davvero incredibili... eppure si trattava di un obiettivo a cinque lenti in tre gruppi, progettato nel 1949 sulla base di uno schema del 1903...! Chi ha un Micro Nikkor 105mm f:4 (un epigono...) sa bene di cosa parlo.

La seconda occasione l'ho raccontata anche qui sul Forum: ero andato al solito concerto in abbonamento, al Parco della Musica, quando io e la mia compagna abbiamo visto che erano in mostra delle coppie di stampe grandissime (larghe due metri ed alte mezzo) che mostravano i maggiori ghiacciai come erano alla fine dell'800 (o ai primi del '900) e come sono oggi. Le foto odierne erano scattate con una Linhof 10x12 con obbiettivo apocromatico da 90 mm... e facevano impressione per l'incredibile nitidezza.
Il bello però era che anche un bel numero delle foto d'epoca non erano affatto inferiori, dal punto di vista della nitidezza...!

In poche parole mi appuntai le date e scoprii che erano tutte successive alla introduzione di un obiettivo: il Goerz Dagor, di cui trovate qualcosa qui: https://www.nocsensei.com/camera/tecnic ... e-formato/

In sintesi... a volte basta l'intuizione di un singolo (poi sviluppata anche da altri, ovviamente) per creare un salto qualitativo altrimenti magari rinviato di decenni...

Segue
F.C.

Gdg
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Re: I paladini della mediocrità

Messaggio da Gdg » giovedì 24 ottobre 2019, 11:24

Credo che il concetto generale che si è voluto esprimere è che, per le grandi scoperte scientifiche, tecniche ed artistiche, si è sempre partiti dall'intuizione o dal lavoro di una unica mente geniale, che poi è stata perfezionato da tante menti grandi.
Saluti

Giovanni

F.Calabrese
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Re: I paladini della mediocrità

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 24 ottobre 2019, 11:49

Si può pervenire a conclusioni simili anche esaminando il caso inverso, vale a dire quello di cosa accade dei progetti proposti e realizzati da personaggi assolutamente mediocri.

Proprio ieri un amico mi ha raccontato di un episodio di cui vi riferirò evitando di fare nomi: tanto indovinerete comunque.

Il caso è di diversi anni fa, quando un tizio che si dà le arie di grande progettista ma nella realtà è una nullità assoluta strombazzò per mari e per monti di aver scoperto la configurazione del secolo... (senza però produrre UNA sola misura a conferma, ma solo chiacchiere.)

Trovò i primi due pollacchioni giocando sul fatto che lui parlava di un prezzo di 50 mila Euro la coppia, ma in pratica vendeva a 15 mila...

Un terzo cliente, meno pollacchione, si fece vendere i soli trasduttori e (forse) i cabinet... a prezzo di costo... E fu il più fortunato, perché un mese o due dopo si sbarazzò di tutto, mettendo i pezzi sul mercatino.

Al quarto pollacchione è andata molto peggio, anche se pure lui se l'è cavata con 15 mila Euro (per un diffusore a radiazione diretta sui bassi, non dimentichiamolo). Ebbene... sono anni che il tapino tenta di far suonare quell'anatra zoppa, cambiando elettroniche sin dai primi mesi (ma non poteva ascoltarle casa del progettista...???).

Alla fine, stanco dei troppi tentativi di miglioramento andati (inevitabilmente) a male... ha provato a dar via i due catafalchi... scoprendo che nessuno se li prende nemmeno ad un ventesimo del loro "prezzo di listino".

Ho impiegato il termine "pollacchione" perché in questi casi è davvero l'unico che rende l'idea. Ma come si fa a credere ad un "progettista" nel cui curriculum non c'è traccia di alcuna idea innovativa o di successo...?

Suvvìa... i progettisti veri hanno iniziato e proseguito migliorando le loro creazioni ed introducendo innovazioni, anno dopo anno.

Chi crede che qualcuno possa improvvisare, senza una solidissima cultura alle spalle, alla fine raccoglie i risultati che si è lui stesso cercato.

Lo stesso ragionamento vale per l'acquirente delle Focal Grand Utopia: se avesse avuto l'accortezza di osservare con attenzione le due precedenti versioni delle Utopia, si sarebbe accorto che erano il progetto di un semplice autocostruttore di grandi pretese ma nessuna originalità. Insomma una coppia di bellissimi mobili laccati.

Saluti
F.C.

JandB
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Re: I paladini della mediocrità

Messaggio da JandB » giovedì 24 ottobre 2019, 14:22

Gdg ha scritto:
giovedì 24 ottobre 2019, 11:24
Credo che il concetto generale che si è voluto esprimere è che, per le grandi scoperte scientifiche, tecniche ed artistiche, si è sempre partiti dall'intuizione o dal lavoro di una unica mente geniale, che poi è stata perfezionato da tante menti grandi.
L'esatto contrario di quanto si legge su queste pagine da 9 anni.
Quanto al potenziale furto di idee, torniamo coi piedi per terra: stiamo parlando di 4 assi di multistrato del Leroy Merlin, un po' di vinavil, un altoparlante a catalogo. Fossi interessante o rivoluzionario ne compro uno, lo smonto, guardo com'è fatto e lo replico: i cinesi inizialmente hanno basato la loro industria su questo metodo. Ma hai voglia a copiare... che so il sistema HSD di Toyota! Lì sì che ci sono brevetti (circa 200 - duecento) e manco sai da dove iniziare a togliere il primo bullone per tentare un reverse-engineering!

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