“Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La rana la trova piuttosto gradevole e continua a nuotare. La temperatura sale. Adesso l’acqua è calda. Un po’ più di quanto la rana non apprezzi. Si stanca un po’, tuttavia non si spaventa. L’acqua adesso è davvero troppo calda. La rana la trova molto sgradevole, ma si è indebolita, non ha la forza di reagire. Allora sopporta e non fa nulla. Intanto la temperatura sale ancora, fino al momento in cui la rana finisce – semplicemente – morta bollita. Se la stessa rana fosse stata immersa direttamente nell’acqua a 50° avrebbe dato un forte colpo di zampa, sarebbe balzata subito fuori dal pentolone.” Tratto dal libro “Media e Potere” di Noam Chomsky
Ora proviamo ad applicare questa simpatica (ma triste) analogia al campo dell'Audio.
Partiamo raccontando che negli anni '50/'60 esistevano ottime elettroniche professionali -a valvole- grazie alle quali sono stati registrati brani la cui qualità è ancor oggi eccellente. La compressione dei picchi era affidata al naturale funzionamento delle valvole, che "segano" i picchi con una velocità e gradualità tali che l'orecchio a malapena se ne accorge, e solo quanto la compressione è davvero massiccia (15-18 dB ed oltre).
Negli anni '70 le valvole sono scomparse sia dagli studi di registrazione che dagli impianti domestici, sostituite da transistor che nei picchi producono distorsioni elevate quanto spiacevoli all'ascolto. MA SOLO IN POCHI SE NE SONO ACCORTI ed in meno ancora hanno capito il perché.
Non solo, ma i compressori a transistor -impiegati negli studi- distorcevano anch'essi spiacevolmente, eppure erano comunque utilizzati, magari per rendere ascoltabili gli impianti da auto o i conini dei televisori.
Negli anni '80 è arrivato l'Audio Digitale (i CD e non solo), che inizialmente soffriva di un difetto aggiuntivo: l'assenza di Dither, che provocava prestazioni all'ascolto orribili ai livelli più bassi. Ennesimo incoraggiamento a comprimere sempre di più, per spostare in alto il livello medio e rendere meno avvertibili gli artefatti del digitale. E con il digitale si può comprimere moltissimo di più, perché le memorie di buffer permettono di analizzare i picchi PRIMA che entrino nel compressore, facendolo intervenire appena prima...
A questo punto siamo arrivati agli anni '90 e via via ad oggi, quando la compressione si sarebbe potuta tranquillamente evitare, perlomeno nelle registrazioni professionali. Sarebbe infatti stato possibile incorporare dei limitatori e dei compressori nelle singole elettroniche, sia delle autoradio che dei televisori, ed anche negli integrati HiFi di piccola potenza.
Ed infatti per un certo tempo sono esistiti master di studio di elevatissima qualità e -soprattutto- colonne sonore dalla dinamica travolgente (adatte però al solo ascolto nelle sale bene attrezzate e non certo nelle abitazioni). Ma stiamo parlando di rare eccezioni, perlomeno in campo musicale. Nel cinema -invece- la dinamica è sopravvissuta in quanto parte dell'esperienza emotiva fruibile nelle sole sale cinema.
A questo punto mi chiederete: "cosa c'entra la rana bollita...???"
Pensateci... in tutti gli anni dai '70 in poi NESSUNO in grado di influire efficacemente ha proposto né combattuto per mantenere la dinamica e la qualità delle esecuzioni originali. Non lo hanno fatto i fonici che lavoravano negli studi, e che ne avrebbero di certo beneficiato professionalmente. Non lo hanno fatto i fabbricanti di HiFi e le riviste da loro foraggiate, che ne avrebbero tratto il beneficio di spingere gli acquirenti verso l'acquisto di impianti sempre più emozionanti... MA SOPRATTUTTO NON LO HANNO FATTO GLI ARTISTI, ai quali è sembrato preferibile far ascoltare alla meno peggio ad automobilisti e TV-dipendenti... tanto si sarebbero rifatti con l'incasso dei concerti dal vivo (questi sì... con tanta dinamica...!).
Ma proprio gli artisti sono le vere "rane bollite", perché ormai il loro repertorio è composto da master ultracompressi, di faticoso ascolto... che prima o poi faranno la fine che hanno fatto i dischi a 78 giri con il loro bel fruscio...
Pensate al danno di veder morire, nella memoria collettiva, i brani di U2 o di Bruce Springsteen (mentre quelli dei Beatles, registrati con le valvole, si salveranno... e come...!!!).
Bene così, naturalmente: se un artista di calibro internazionale ha il cervello così piccolino da non preoccuparsi lui per primo della sopravvivenza nel tempo delle sue esecuzioni... perché mai dovremmo preoccuparsene gli altri...??? E se l'artista in questione preferisce avere come fonico il suo spacciatore più fedele e fornito... beh... cosa volete che conti la qualità di quel che incide, per lui...???
Mi fermo qui, ma il paragone con la "rana bollita" potrebbe proseguire parlando di diffusori tower o di audio digitale in streaming, ma anche ben oltre... per esempio alla graduale assuefazione alla corruzione ed alla imbecillità in chi ci governa.
Saluti
F.C.