Ricreare il "palcoscenico"

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Moderatore: F.Calabrese

andreazac
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Ricreare il "palcoscenico"

Messaggio da andreazac » martedì 21 dicembre 2021, 12:57

In una discussione su un forum fb, anche in conseguenza dell'esperienza con il kit pure acoustics ho commentato la foto di un piccolo diffusore con accordo reflex sul retro che non avrebbe permesso di essere collocato in libreria o a filo muro.
In risposta è stato affermato che queste collocazioni non consentirebbero di riprodurre il "palcoscenico" in maniera credibile.
C'è qualcosa di vero?
Andrea, alla ricerca della realtà...

lucaesse
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Re: ricreare il "palcoscenico"

Messaggio da lucaesse » martedì 21 dicembre 2021, 15:32

Ciao Andreazac!

C'è la risposta corta (un monosillabo) e la versione lunga (un trattato sulla stereofonia e sull'interazione tra diffusore e stanza, quattro ponderosi volumi)

Mi limito alla risposta rapida: NO!

Poi, se si apre il dibattito questo 3D si candida a durare tutto il 2022.

A meno che F.C. metta lì subito un bel post di quelli risolutivi!

Luca

Toscanaccio
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Re: ricreare il "palcoscenico"

Messaggio da Toscanaccio » martedì 21 dicembre 2021, 17:48

Dopo la storiella di Dumbo l'elefantino volante questa che le casse funzionano solo in mezzo alla stanza è una delle "favolette" più longeve 😆
Ora con Dumbo siamo messi abbastanza bene ... ma con gli audiofili è dura 😂😂

bobgraw
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Re: ricreare il "palcoscenico"

Messaggio da bobgraw » martedì 21 dicembre 2021, 18:24

.
Dopo hifi-forumlibero giocando con multiamplificazione attiva e le equalizzazioni, ho capito che quel che rende tridimensionale e naturale l'emissione di un diffusore, è per la maggior parte da addebitare alla linearità della sua risposta in ambiente.

D'altra parte basta osservare qualche foto di qualsiasi studio di registrazione di alto livello (quei pochi che ancora esistono, mi verrebbe da aggiungere..), casse ben impiantate nelle pareti, l'immagine 3d per cui gli audiofili sbavano, in fondo arriva da qui..
.
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F.Calabrese
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Re: ricreare il "palcoscenico"

Messaggio da F.Calabrese » martedì 21 dicembre 2021, 18:25

lucaesse ha scritto:
martedì 21 dicembre 2021, 15:32
...
A meno che F.C. metta lì subito un bel post di quelli risolutivi!
...
Non ci penso nemmeno... :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:

Troppo divertente leggere le varie versioni.

Però attenzione... che la verità non sta tutta da una parte !

Per parte mia vi invito ad approfondire la differenza tra diffusori simmetrici (destro/sinistro) e non...


Saluti
F.C.

tola
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Re: Ricreare il "palcoscenico"

Messaggio da tola » martedì 21 dicembre 2021, 21:43

Probabilmente è importante avere i centri d’emissione vicini. Deve centrate la frequenza di taglio delle vie adiacenti, certamente come nel monovia più sub Nessie questo problema è annullato come nei concentrici che però abbiamo imparato avere altri problemi. L’emissione bipolare ad esempio dei sistemi elettrostatici fa molto. Avere i diffusori distanti dalle pareti, molto distanti per non creare buchi in basso, da’ un’altra mano. Qui però spesso ci sono molti compromessi riguardo l’ efficienza. Insomma ogni impianto fa a se. Si tratta di progettarlo e posizionarlo al meglio.

lucaesse
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Re: Ricreare il "palcoscenico"

Messaggio da lucaesse » mercoledì 22 dicembre 2021, 0:52

Fabrizio, ma è quasi natale! :D

OK, vuoi vedere se è vero che il 3D arriva al panettone del prossimo anno. O almeno alla colomba.

Con un perentorio no! non intendevo che le casse staccate dalle pareti non possano dare un'immagine piacevole.

Ma è falso che la posizione a scaffale, annegate tra i volumi, sia penalizzante. In questo caso gli altoparlanti emettono in un semispazio, idealmente non abbiamo riflessioni dalla parete posteriore (manco ha senso parlare di "parete posterire"), se non esistessero altre pareti avremmo un suono "anecoico". Quindi l'immagine che ne esce è tutta prodotta dall'effetto stereo della registrazione. Immagino che sia una delle ragioni per cui viene usata negli studi. Un grosso vantaggio in casa è la mancanza del buco nella risposta in frequenza, in gamma bassa o medio-bassa a seconda della distanza, dovuta alla rifelssione posteriore. Non solo ad una frequenza e non solo buco, ma quello è l'effetto peggiore.

La cassa lontana dalla parete la può sfruttare per arricchire il suono con maggiori riflessioni ambientali. Sfruttandole bene il risultato può essere un palcoscenico piacevole e pure verosimile. Non vero, nel senso che se questa situazione fosse percepita come milgiore sarebbe comunque un effetto creato dall'impianto e non presente nella registrazione. Personalmente non ho nulla in contrario, quello che l'impianto deve riprodurre è il piacere dell'ascolto, non una testimonianza di un preciso evento. Se aggiungendo un po' di riflessioni il suono risulta più "naturale" e godibile, ok aggiudicate.

In fatto di suono fedele o piacevole ci sono notevoli spunti in:

viewtopic.php?f=6&t=9426 un 3D magnifico che merita di essere sviluppato ulteriormente, oltre che riletto.

Se questa collocazione vi piacesse, attenzione: niente viene via in regalo (nemmeno sotto natale). Una cassa a gamma intera su uno stand ben distanziata da pareti e pavimento massimizza gli effetti dannosi delle prime riflessioni. Insomma, siete in balia del "problema delle tre pareti". Dibattuto più volte, chi capitasse ora da queste parti può partire da qui:

viewtopic.php?f=6&t=8042#p132836 e magari fare qualche ricerca nel forum.


Di norma nessuno ha le casse così lontane dalle pareti da minimizzare l'effetto di quest'ultime. Però se avete un grande salone e casse che possano essere ascoltate molto vicine (un sistema monovia con sub sarebbe perfetto.... ;) :D ) è una disposizione sperimentabile. Non è praticamente utilizzata: troppo ingombrante.

In merito alla cassa-sullo-stand (lontana dalla parete) trasformato in dogma:

. di solito viene giustificato con la necessità di ridurre l'effetto delle riflessioni. Come detto, a parer mio è esattamente il contrario;

. i dogmatici sono sovente adoratori del frontale stretto che più stretto non si può. Questo avrebbe il compito di minimizzare le rifrazioni; io credo che a piacere sia il fatto che l'emissione posteriore della cassa si spinge sino a frequenze più alte, favorendo l'utilizzo delle riflessioni ambientali e colorandole meno;

. questa religione prevede il sacrificio della gamma medio-bassa e/o bassa sull'altare di scena e piacevolezza in gamma medioalta. Non è un caso che poi i generi più gettonati siano scarsi di impatto. Una cantante donna, magari viene benino; sinfonica e rock perdono di potenza e pathos se il mediobasso è scadente;

. quando l'adepto è al settimo cielo vuol dire che ha ottenuto una "scena" eccellente. Gli strumenti si stagliano perfettamente sul palcoscenico, l'adepto è in visibilio. Se l'impianto occupa una stanza apposita avrà sembianze di altare audiofilico, allora vedrete l'adepto inginocchiarsi. OK, questa scena - stereo, non quella penosa dell'audiofilo inginocchiato - è assolutamente finta, falsamente iperealistica e fastidiosa perché non presente nell'ascolto dal vivo. Suona di giocattolo in maniera troppo spudorata. Immagino che le casse ci mettano del loro, anche nella progettazione dei filtri cross-over. La scena "audiofila osservante" varca la soglia dell'abbelimento che migliora la fruibilità della musica e entra nella my-fi grossolana, evitare senza remore.

Se queste mie opinioni hanno un senso, mi chiedo perché mai continuare a mettere gli altoparlanti sul frontale e le casse a mezzo metro dalla parete. Voelndo sfruttare al massimo le riflessioni della sala è il caso di provare con diffusori omni direzionali. E' più coerente che usare diffusori che partono omni direzionali in basso per poi restringere frotalmente l'emissione salendo con la frequenza. Cosa che oltretutto colora le riflessioni. Altro che il frontale stretto, bisogna cambiare radicalmente il progetto.


Esperienza personale. Uso Nessie con i satelliti abbastanza vicini alla parete di fondo. Questa collocazione mi preoccupava, tanto che ero inizialmente interessato all'utilizzo con emissione solo frotale (glii altoparlanti post sarebbero stati utilizzati frontalmente, rendendo il satellite a due vie). Pensavo che il dipolo avrebbe funzionato bene con tanto spazio dietro, riducendo con la distanza l'effetto della parete di fondo (e spostato fuori dalla gamma riprodotta il problema della prima riflessione) e con la cancellazione reciproca tra gli altoparlanti l'effetto delle laterali, pavimento e soffitto. Invece dopo alcuni mesi di utilizzo non abbandonerei assolutamente l'emissione anche posteriore. Almeno per come funziona nel caso di Nessie.

Luca

l_pisani_54
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Re: Ricreare il "palcoscenico"

Messaggio da l_pisani_54 » mercoledì 22 dicembre 2021, 9:59

Io non la farei tanto complicata.
Gli audiofili sono spesso persone che ascoltano l'impianto e non la musica.
Oggi vanno molto di moda i diffusori piccoli (quelli che una volta erano definiti bookshelf e quindi venivano inseriti negli scaffali delle librerie), montati su dei trespoli e messi lontani dalle pareti, il che significa piazzati in mezzo ai cabasisi.
La posizione, unitamente all'acquisto di una coppia di trespoli audiofili, permette di apprezzarne meglio le forme e le finiture, visto che spesso si tratta di oggetti di alta ebanisteria. Oltre a ciò, i preziosi cavi, quelli fatti con volgare filo elettrico, rivestito di guaina termosaldata, acquistati a caro prezzo, anche perché vengono forniti in un cofanetto di legno con tanto di certificato, quando scorrono sul pavimento e non sono invece tristemente sistemati dietro i mobili, si notano molto di più.
I trespoli, oltretutto, costano più della differenza tra il diffusore booshelf ed il modello tower corrispondente, che ha gli stessi altoparlanti.
La configurazione diffusori piccoli su trespolo più cavi che si snodano nella stanza, è poi motivo di ricambio frequente degli oggetti, specie in case frequentate da bambini, animali domestici e colf disattente, perché, rievocando ancora Camilleri, è facile che tale disposizione porti spesso queste instabili composizioni e catafottersi in terra, con necessario nuovo acquisto dei diffusori.
Personalmente sono sempre portato a pensare male, perché, come diceva un famoso politico, si fa peccato, ma spesso ci si indovina. Non essendo religioso, sono portato a sottovalutare il rischio del peccato. 8-)
Leonardo

bobgraw
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Re: Ricreare il "palcoscenico"

Messaggio da bobgraw » mercoledì 22 dicembre 2021, 11:40

l_pisani_54 ha scritto:
mercoledì 22 dicembre 2021, 9:59
Oggi vanno molto di moda i diffusori piccoli (quelli che una volta erano definiti bookshelf e quindi venivano inseriti negli scaffali delle librerie), montati su dei trespoli e messi lontani dalle pareti, il che significa piazzati in mezzo ai cabasisi.
La posizione, unitamente all'acquisto di una coppia di trespoli audiofili, permette di apprezzarne meglio le forme e le finiture, visto che spesso si tratta di oggetti di alta ebanisteria. Oltre a ciò, i preziosi cavi, quelli fatti con volgare filo elettrico, rivestito di guaina termosaldata, acquistati a caro prezzo, anche perché vengono forniti in un cofanetto di legno con tanto di certificato, quando scorrono sul pavimento e non sono invece tristemente sistemati dietro i mobili, si notano molto di più.
I trespoli, oltretutto, costano più della differenza tra il diffusore booshelf ed il modello tower corrispondente, che ha gli stessi altoparlanti.
:lol: :lol: :lol:

bobgraw
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Re: ricreare il "palcoscenico"

Messaggio da bobgraw » mercoledì 22 dicembre 2021, 12:01

F.Calabrese ha scritto:
martedì 21 dicembre 2021, 18:25

Troppo divertente leggere le varie versioni.
Eh no, così non vale.
Dopo aver tirato su una intera generazione di (ex)audiofili che ha abbandonato i "ciofegoni asfittici" con il loro corollario di gommoni, cupolette e frontalini, diventati repellenti alle tre pareti e alla distorsione, non puoi sottrarti così spudoratamente al tuo compito di condottiero.
Ora sul più bello....li abbandoni così? ;)

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