Titolo abbastanza lungo da rendere omaggio ad una signora recentemente scomparsa. O anche a Totò (scusi, ma noio cosa ascoltiamo quando ascoltiamo quello che ascoltiamo?)
Troppa grazia, il discorso è molto più banale: generalmente abbiamo un'idea di quali problemi tecnici/fisici stanno dietro alle caratteristiche che attribuiamo al suono riprodotto?
Il quesito dovrebbe essere scontato per l'appassionato di tecnica, pane quotidiano per un progettista.
Però mi incuriosisce l'uso, per descrivere le sensazioni soggettive, di termini riferibili sia ad aspetti oggetivi/tecnici che alla descrizione del suono. Ho l'impressione che ci sia della confusione, che spesso si diano per scontate delle relazioni tra caratteristiche fisiche del suono (o degli apparecchi) e qualità soggettiva dell'ascolto, senza che ci sia alcuna vera giustificazione. Se dei distinguo lessicali vi frega (giustamente!) nulla, resta il problema: abbiamo idea di quali prestazioni delle apparecchiature audio generano determinate senzazioni?
OK, esempio:
Bobgraw, in viewtopic.php?f=6&t=9426#p159093
Il ragionamento è limpido: se il suono è veloce il diffusore deve essere veloce a sufficienza, altrimenti lo "rallenta". Se il suono è lento non c'è problema (o il diffusore è una chiavica agile come un macigno).thread bello e ricco di spunti interessanti anche se non tutti condivisibili.
Ad esempio personalmente non condivido le criticità dei diffusori dal tipo di suono "troppo" veloce, per il semplice fatto che un diffusore non può velocizzare un suono ma imho solo (eventualmente) rallentarlo..
Ma la velocità di un diffusore che roba sarebbe? Il fattore di accellerazione degli altoparlanti? Forse, ma non ne sarei sicuro. Il responso temporale dei filtri? Ma allora tutti col 6dB/oct. che però trovo scadente! Caricamento del WF che abbia una buona risposta ai transienti? Ma è limitato ad un pezzo di gamma bassa; le sospensioni pneumatiche dovrebbero essere tutte "veloci", al mio orecchio alcune sono "lentissime". In questo forum c'è un intervento di Fabrizio in cui descrive la velocità dei monitor da palco usati con Pino Daniele. E di come abbassando la frequenza di accordo questa si perdesse (spero di ricordare giusto, non riesco a rintacciarlo) Chi non penserebbe che un accordo più in basso debba risultare più smorzato e quindi veloce? Se avviene il contrario una ragione fisica ci sarà, che però non ha a direttamente che fare con i grafichetti del reponso impulsivo dell'allineamento. Troppo facile!
Ha senso cercare la spiegazione della sensazione di velocità in un parametro fisico assimilabile? E se invece l'eventuale lentezza fosse, per esempio, dovuta al fatto che il diffusore non riescie a riprodurre i picchi? Cioè un problema di ampiezze, mica di velocità. O forse di restituzione spettrale?
Infatti Sandrelli:
evidentemente questo ampli colora il suono ottenendo una senzazione soggettiva di maggior impatto dei bassi. Potrebbe dare una senzazione di maggior "velocità"? Potrebbe farlo una cassa?...con ampli autocostruito a HEXFETS ho provato a tenere basso il bias, praticamente in classe B, riscontrando un grande aumento effettivo della botta sul basso rispetto con bias da classe AB o A. Ma il problema CON CASSE A GAMMA INTERA c'è sulle medie e alte, alquanto frizzantemente sgraziate
Vedete che casino?
Se poi la velocità la riferiamo agli ampli, che ci sia della confusione è chiarissimo. Hdemico:
eLa cosa stupefacente dello Spectral, al di là della "solita" velocità...
cito Hdemico e spectral perché sono post recenti, ma se ci pensate l'abbinata è un classico: chi decanta la "velocità" dell'ampli XXX (di cui non ci sia ragione di dubitare) prima o poi vi racconta del suo strepitoso slew-rate; che è una velocità, in un certo senso.Al di là della eventuale udibilità ...
Se un finale Spectral ha 1000v di slew rate....
Corrisponde al vero che mettendolo in mono, a ponte (su alcuni modelli vecchi si può) si raggiungerebbe lo stratosferico valore di 2000v di slew rate ? E si dimezzerebbe pure il "settling time"?
L'analogia tra velocità soggettiva e pendenza massima è apparentemente ovvia, ma ha un senso reale?
Chi ha fatto misure di slew-rate sul segnale musicale ha sempre riferito di valori bassi, con poche decine di V per microsecondo si sta sicuri anche per potenze di svariate centinaia di W. Quindi che miglioramento ci può essere passando da 50 a 1000 V per microsec.? Nessuno! E se lo spectral da un'impressione di velocità non è certo perché gli ampli con 100 V/microsec. stondano i picchi per l'incapacità di seguirli.
Suono veloce e slew-rate non hanno nulla da spartire. O almeno non c'è una ragione fisica per pensarlo.
Parlando di velocità mi viene in mente il fattore di smorzamento. Quoto un intervento in altro forum:
è così entusiastica che mi era rimasta in mente, la cito solo per questo. Avrete sicuramente sentito attribuire scarso controllo del basso ad insufficiente damping-factor, o paventato temibili ondulazioni della risposta in frequenza. Se state valutando la sostituzione di un ampli a transistor ad alta retroazione con un valvolare a triodi zero-feedback, che ha 4 Ohm di impedenza di uscita, sono considerazioni sensate. Ma nell'ambito di soli ampli retroazionati, in cui il più scarso avrà 100 di DF, può avere un significato fisico?Se mi passate il lessico credo di non sbagliare dicendo che il 99% delle differenze facilmente percepibili tra un ampli e l’altro sono da ricondursi proprio al fattore di smorzamento.
Un'impedenza di uscita di 0,16 Ohm (DF 50) genera una perdita su un carico di 3 (tre) Ohm di mezzo dB scarso. Quindi assumendo che la cassa abbia impedenza con minimi da 3 Ohm e massimi tendenti all'infinito, il divario massimo non arriva al mezzo dibbì. Lo stesso risultato otterrete considerando l'effetto sullo smorzamento degli altoparlanti: insignificante, anche senza considerare cavi ed eventuale filtro.
A DF=50 ci arrivano gli ampli dei primi anni '70, se avete il problema di pilotare puramente in tensione, beh è risolto da allora. Ma perchè quando un ampli ha DF di 500 gli audiofili riferiscono grandissimo controllo, smorzamento e rigore timbrico? Perché percepiscono il mezzo dB in + o in - in zone limitate dello spettro? La variazione del fattore di merito del WF da 0,48 a 0,5? I miei complimenti.
Quante volte avete sentito definire "caldo" il suono di un ampli in classe A e quante volte "freddo"? Eh si, lo sanno tutti che la classe A scalda... suono e soggiorno!
Cambiamo. Trovo in Videohifi, citata in un 3D recente:
l'autore parla delle jbl4771 adattate all'uso casalingo, e considera le differenze soggettive tra diffusori a bassa e alta efficienza. Tutti quelli che si accostano all'alta efficienza con casse adeguate riferiscono sensazioni simili, facilità di emissione in primis. Sarebbe bello capire il perché. La sua opinione:Tutte le percussioni sono riprodotte con un realismo disarmante: la “botta” del rullante è spaventosa per impatto e articolazione.
La presenza e possenza della cassa della batteria ha un realismo impressionante.
Facilissimo seguire il fraseggio del contrabbasso e del basso elettrico.
Tutto avviene con una naturalezza e facilità disarmante, cosa sconosciuta ai diffusori home a bassa efficienza.
Non è solamente il massimo livello riproducibile a fare la differenza, ma la facilità di convertire il segnale elettrico in segnale acustico, in musica.
L’efficienza di trasduzione fa la differenza…
E' esattamente quello che ho sempre pensato: perché cercare la fedeltà in un altoparlante per il quale il suono non è che un sottoprodotto e il cui compito principale è scaldare l'ambiente?Un altoparlante home ha quasi sempre un rendimento di trasduzione bassissimo, intorno allo 0,5 %.
Una combinazione driver più tromba arriva tranquillamente al 25 %.
Immaginate un altoparlante che assorbe 100 watt e ne rilascia sotto forma di suono solamente 0.5 watt…
E un altro altoparlante che ne assorbe sempre 100 ma ne immette nell’ambiente ben 25.
Questa è l’estrema differenza fra gli altoparlanti PRO e quelli home…
La facilità di convertire in musica anche i segnali più flebili e deboli, con una vera e propria efficienza e naturalezza di trasduzione sconosciuta agli inefficienti altoparlanti home.
Infatti non è esclusivamente la macro dinamica a fare la differenza, ma soprattutto quella micro.
Quando si ascolta la grande orchestra, composta da tanti elementi, la capacità di gestire enormi masse orchestrali rende questi diffusori eccellenti per la musica classica e sinfonica, a discapito delle false convinzioni dell’audiofilo medio.
Se è vero che il ragionamento è sufficiente per interessarsi all'alta efficienza, nulla vieterebbe ad un altoparlante dal rendimento deprimente di essere fedele e nulla impedisce che uno ad alta efficienza suoni male. Anzi, ce n'è tanti!
Quindi, perché i migliori diffusori efficienti hanno qualche cosa che manca hai migliori diffusori a bassa efficienza? Perché anche disponendo di tenute in potenza adeguate, 500W su 85dB/W non valgono lontanamente 5W su 105/dB/W?
In HI-Fi ForumLibero se ne è parlato più volte, qualche indizio lo si è trovato; ma quale appassionato saprebbe dare una risposta esaustiva?
Nuovamente Bobgraw, ancora sugli spectral:
Non è che abbia antipatie verso 'sti ampli, è solo che pesco da 3d recenti. Questa è una senzazione fastidiosissima: tutto è a posto, ma niente funziona. Avete voglia a ragionare, se manco si capisce qual è esattamente, a livello soggettivo, il problema. Figuriamoci arrivare all'inghippo tecnico/fisico che ci sta dietro. Nemmeno arriviamo a discutere delle cause di un cattivo suono; il suono sembra pure buono, ma l'impianto resta spento.Ebbene, probabilmente la "magrezza" della gamma medio bassa dava effettivamente impressione di grande velocità, la cosiddetta immagine 3d spaccava il capello ed era spettacolare, la "raffinatezza" c'era tutta.
Insomma i parametri con i quali gli appassionati sono soliti giudicare i componenti hi end erano al massimo livello ma....l'impianto dopo l'inserimento della coppia Spectral a mio parere mancava totalmente di musicalità, il piacere di mettere su un disco per me era diventato inesistente, letteralmente scomparso
Sono solo alcuni esempi, il tema spero sia ormai evidente: Abbiamo qualche cognizione del rapporto tra suono percepito e caratteristiche degli apparecchi? Sottotema sfizioso: non è che il gergo audiofilo ci condiziona, al punto di attribuire proprietà del tutto immaginarie a certe caratteristiche tecniche?
Dite la vostra se vi pare.
Il 3D nasce dalla lettura del già citato
viewtopic.php?f=6&t=9426#p159093
che è un 3D notevolissimo e interessantissimo. Ma se al posto di una conversazione a due fosse stato un triangolare, con la partecipazione di un progettista di impianti di monitoraggio, sarebbe diventato leggendario! Non trovate?
Luca