RIAA digitale
Moderatore: F.Calabrese
Re: RIAA digitale
secondo me bisognerebbe fare una discussione proprio sui falsi miti! ad esempio il considerare l'hifi esoterica una sorta di religione pura dove ogni manipolazione peggiora la qualità, quando la più grande manipolazione esistente è la scarsa qualità degli impianti proposti e posizionati in modo assurdo in ambiente... poi si scandalizzano per 2 db di equalizzazione.... un esempio fra i tanti
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Re: RIAA digitale
Apro subito il thread !
Saluti
F.C.
Saluti
F.C.
Re: RIAA digitale
Mah, nutro dei dubbi. I 40 dB ci sono anche per il convertitore AD, e per sfruttare adeguatamente i bit bisogna amplificare linearmente il segnale (la puntina esce a 5 mV), introducendo inevitabilmente rumore che poi viene convertito. Supponendo di non avere clipping, possiamo solo augurarci di avere una adeguata risoluzione. Certo possiamo introdurre dither e tutto quello che vogliamo, ma stiamo peggiorando il segnale.F.Calabrese ha scritto: ↑giovedì 19 ottobre 2023, 15:51Certo che le riviste (ed i depliant) ne hanno fatti di danni, gravi, alla lucidità ed alla logica...!
Digitalizzando il vinile (acquisito linearmente, vale a dire senza curva RIAA) si conservano PIU' INFORMAZIONI di quante ne possano passare attraverso uno stadio analogico che ha una differenza di quasi 40 dB di guadagno tra 20 Hz e 20 KHz.
La successiva applicazione della curva RIAA ma in dominio puramente numerico, non aggiunge sicuramente né rumore né distorsione.
Quindi è assolutamente logico che la soluzione mista sia superiore, sotto qualsiasi punto di vista.
Saluti
F.C.
Come ultima osservazione c'è l'aspetto economico, se voglio un segnale pulito devo avere un frontend pulito, cioè devo spendere parecchi soldi per poi passare il tutto nel dominio digitale. Boh.
Non fraintendetemi, io ritengo che il vinile sia il peggiore supporto analogico esistente, anche oggi che lo sto riutilizzando dopo trent'anni. Ma credo che in assoluto il gioco non valga la candela.
Danilo
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Re: RIAA digitale
Giusto quello che scrivi, ma dopo la conversione viene applicata la curva RIAA, che attenua le altissime di quasi 40 dB, rispetto alle frequenze più basse. Ed il rumore fa la stessa fine, specialmente quello più fastidioso: il fruscìo.
Il problema è che è più facile progettare uno stadio di ingresso lineare con rumore e distorsione bassissimi, piuttosto che progettare uno stadio analogico con la deenfasi RIAA. Provare per credere.
Saluti
F.C.
Re: RIAA digitale
Ciao amici,
Quando l' LP era praticamente l'unica fonte hi-fi il tema "come fare la RIAA" venne dibattuto in lungo e in largo. La prima distinzione è tra eq. attiva o passiva (ammesse forme ibride); la seconda riguarda tecnica e tecnologia degli stadi di guadagno.
I grandi marchi giapponesi erano poco inclini alla filosofia (op-amp a discreti, RIAA in controreazione; la ricetta per i pre "belli" era questa a larghissima maggioranza). In compenso gareggiarono strenuamente per ottenere le migliori prestazioni tecniche. Semiconduttori all'avanguardia e tensioni di alimentazione elevate consentivano rumore e accettazione al top.
Ora la RIAA digitale è tecnicamente interessante e regala curve precisissime, però ammettiamolo: i pre fono ben fatti non peggiorano il suono del vinile. Aggiungono rumore e distorsione in quantità modestissima rispetto a quelle del disco. Probabilmente a modificare il suono è principalmente l'interfaccia con la testina.
Possibilissimo che lo stadio fono sia la rivincita del vintage: negli anni '80 un fono a integrati alimentati a 30V complessivi era la scelta per gli apparecchi economici. Ora pare quasi un lusso.
Alla fine la diatriba tecnica è poco rilevante. Chi ha grandi discoteche ascolterà tranquillamente le sue incisioni ante loudness-war in analogico (concordo con Danco), passerà dal digitale se vuole salvaguardarle rippandole. Il filosofo dell'analogico non si pone manco il problema. Chi non è patitissimo del vinile e ha un impianto "digitale" deciderà in base a costi e praticità senza grandi affanni.
Ormai frequento poco il vinile, ma non ne vado fiero. Un po' perché le versioni digitali delle vecchie incisioni sono quasi sempre peggiori, in barba alle maggiori possibilità tecniche; un po' perché il rito di mettere su il disco vale come cerimonia del tè, e anche se c'è qualche clic di troppo la musica me la godo con la dovuta concentrazione.
Se avete efficienza e volume a disposizione, allora non avete scelta: un giradischi è notoriamente un microfono. Rippare tutto per non diventar matti a posizionare il piatto, un bel vantaggio.
Luca
Quando l' LP era praticamente l'unica fonte hi-fi il tema "come fare la RIAA" venne dibattuto in lungo e in largo. La prima distinzione è tra eq. attiva o passiva (ammesse forme ibride); la seconda riguarda tecnica e tecnologia degli stadi di guadagno.
I grandi marchi giapponesi erano poco inclini alla filosofia (op-amp a discreti, RIAA in controreazione; la ricetta per i pre "belli" era questa a larghissima maggioranza). In compenso gareggiarono strenuamente per ottenere le migliori prestazioni tecniche. Semiconduttori all'avanguardia e tensioni di alimentazione elevate consentivano rumore e accettazione al top.
Ora la RIAA digitale è tecnicamente interessante e regala curve precisissime, però ammettiamolo: i pre fono ben fatti non peggiorano il suono del vinile. Aggiungono rumore e distorsione in quantità modestissima rispetto a quelle del disco. Probabilmente a modificare il suono è principalmente l'interfaccia con la testina.
Possibilissimo che lo stadio fono sia la rivincita del vintage: negli anni '80 un fono a integrati alimentati a 30V complessivi era la scelta per gli apparecchi economici. Ora pare quasi un lusso.
Alla fine la diatriba tecnica è poco rilevante. Chi ha grandi discoteche ascolterà tranquillamente le sue incisioni ante loudness-war in analogico (concordo con Danco), passerà dal digitale se vuole salvaguardarle rippandole. Il filosofo dell'analogico non si pone manco il problema. Chi non è patitissimo del vinile e ha un impianto "digitale" deciderà in base a costi e praticità senza grandi affanni.
Ormai frequento poco il vinile, ma non ne vado fiero. Un po' perché le versioni digitali delle vecchie incisioni sono quasi sempre peggiori, in barba alle maggiori possibilità tecniche; un po' perché il rito di mettere su il disco vale come cerimonia del tè, e anche se c'è qualche clic di troppo la musica me la godo con la dovuta concentrazione.
Se avete efficienza e volume a disposizione, allora non avete scelta: un giradischi è notoriamente un microfono. Rippare tutto per non diventar matti a posizionare il piatto, un bel vantaggio.
Luca
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Re: RIAA digitale
Domani mattina ricordatemi di raccontarvi di un pre phono davvero rivoluzionario !
Ma solo dopo il caffé...
Saluti
F.C.
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Saluti
F.C.
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Re: RIAA digitale
Oppure c'e' questo e si risolve il problema una volta per tutte. Ci si entra con il computer, con il vinile, si esce in digitale al DCX o qualunque altro crossover digitale, e si ascolta in cuffia quando si vuole tenere spente le trombe.
https://www.rme-audio.de/adi-2-4-pro-se.html
OK che e' solo MM e non MC, ma per il resto... lo vedo come l'anello di congiunzione definitivo per far suonare un qualunque impianto di Fabrizio assieme ad un vinile in maniera egregia.
(da non dimenticare il clock, che poi viene applicato al DCX...)
https://www.rme-audio.de/adi-2-4-pro-se.html
OK che e' solo MM e non MC, ma per il resto... lo vedo come l'anello di congiunzione definitivo per far suonare un qualunque impianto di Fabrizio assieme ad un vinile in maniera egregia.
(da non dimenticare il clock, che poi viene applicato al DCX...)