Teo Marini:
.....NON POSSONO ESISTERE DIFFUSORI "UNIVERSALI" !
Ogni ambiente domestico, con le relative suppelletili, ha le proprie peculiarità....
....o si trova un Professionista ... ...oppure si deve ricorrere al "do it yourself".
ciao Teo, commento il tuo intervento con un post inutile, in effetti ho da dire solo che sono d'accordo con Fabrizio. L'unico piccolo contributo che porto è l'esperienza personale.
il professionista:
Alcuni anni fa mi trovai nella necessità di mettere insieme un impianto hi-fi per un amico. Aveva finalmente deciso di pensionare l'esausto impiantino messo insieme poco più che ventenne. Non bazzicavo negozi hi-fi da svariati anni, con notevole scorno constatai che erano praticamente scomparsi; un paio che pretendevano di avere audio di qualità trattavano robe carissime e spesso astruse, tutti articoli assolutamente impresentabili a chi non fosse obnubilato da audiofilite acuta. Sto parlando di Milano e dintorni. Se era difficilissimo trovare un rivenditore soddisfacente, figuriamoci trovarne uno che potesse fornire l'assistenza a installazione ed eventuale taratura! E chi manderebbe, il commesso?
Per ritrovarti un tecnico "de livello" intento a far misure in casa occorre: contrattare caparbiamente questo servizio nel caso di acquisto di diffusori dal costo esagerato (svariate decine di mila euro); commissionare un impianto su misura ad un progettista. Nel primo caso beati voi per la disponibilità, ma il tecnico si potrà dedicare solo ad una messa a punto, essendo diffusori e ambiente dati. Quindi fattispecie limitata a pochissimi casi e costretta non poter incidere molto: irrilevante dal punto di vista del mercato. Il secondo caso è evidentemente migliore, con il progettista in grado di controllare l'intera catena (o almeno la collaborazione ampli/diffusori), oltre all'enorme vantaggio del diffusore cucito addosso all'ambiente. Dovrebbe essere la via maestra per impianti di alto livello, ma anche questa fattispecie risulta così marginale da essere irrilevante. Due motivi: per varie ragioni non piace agli audiofili (rivendibilità, marchio che sia nei sogni degli amici, suggestioni pubblicitarie contrarie, incapacità di capirne i vantaggi...) ed è costosa: se l'idea è che ogni ambiente richiede il SUO diffusore, il committente si accolla le spese di un progetto ex novo. Il che è verosimile solo per impianti di livello elevatissimo.
autocostruzione:
sono sempre stato appassionato di tecnica audio, da giovane mi dedicavo anche a un po' di sperimentazione (più elettroniche che diffusori, ammetto). Son passati svariati decenni
e non si può che constatare quello che sostiene Fabrizio: nulla di nuovo all'orizzonte. Oggi è molto più facile avere qualche misura su cui basarsi; ci si può affidare ai simulatori sperando che il risultato abbia un'affidabilità accettabile, ma alla fine proposte nuove nisba. Il che è prevedibile: la divulgazione è messa molto peggio di quando io ero un ragazzo. Se l'autocostruzione sembra una scelta praticabile e qualche autocostruttore impegnandosi riesce a inventarsi professionista è solo per la stagnazione che domina il mercato.
l'assunto iniziale:
Mentre d'istinto mi direi d'accordo con:
NON POSSONO ESISTERE DIFFUSORI "UNIVERSALI" !
in realtà l'affermazione è in larga parte sbagliata. E' chiaro che, se non per impianti di alto/altissimo livello, non è pensabile rinunciare alle economie della produzione industriale. L'impianto hi-fi dovrà necessariamente essere composto da componenti standard, "universali", che possano essere prodotti in quantità minime adeguate. Impossibile venirne a capo? Non credo, ma serve evitare due errori:
. attualmente i diffusori sono concepiti come due monoliti, se c'è un sub questo integra le bassissime ad un diffusore comunque completo. Magari non estesissimo ma completo, le basse sono a carico suo. Per me questa concezione è una masochistica castrazione dannosissima. Sommamente nei diffusori RD!
. i diffusori DEVONO essere progettati per funzionare in ambiente. Una cassa è ben giudicata se ha una risposta anecoica il più possibile piatta. Ma se lo è realmente, e la cassa ha una delle foggie solite (tower o da stand e avete il 99% dei modelli) già sapete che in ambiente avrete un ottovolante. E' mai possibile che la quasi totalità dei diffusori sembri progettata per essere bilanciata all'aperto, quando la totalità di essi suonerà in una stanza? E' pure una malattia pericolosa e contagiosa! Si sta diffondendo nell'automobile: si vedono sempre più numerose auto che si dichiarano progettate per il fuoristrada destinate a utenti di centri commerciali e autostrade. Mah!
Il diffusore deve essere universale, diversamente gli unici a poter ascoltare decentemente sarebbero pochi facoltosi in grado di commissionare un impianto su misura all'ambiente. O farsi un ambiente su misura all'impianto. Sbagliato, con le casse attuali la seconda ipotesi non funziona! Per moltissime non c'è ambiente che funzioni.
Rendere il risultato più stabile al cambiare della stanza è possibile. Esistono sistemi di radiazione e altoparlanti più o meno sensibili all'ambiente, bisogna privilegiare i secondi. Si può pensare al diffusore come elemento decorativo o concepirne la struttura per minimizzare la formazione di prime riflessioni; se scegliete la prima strada poi non lamentatevi se scoprite che suona diverso a seconda del tipo di tappezzeria.
La cassa
non deve essere progettata in funzione dei modi di risonanza di un preciso ambiente (e possibilmente preciso punto di ascolto); invece sarebbe un enorme passo avanti se fosse progettata considerando che starà in un ambiente, che ha i suoi bravi modi di risonanza. Sicuro che suonerebbe meglio in qualsivoglia stanza. Magari se cubica o un lungo corridoio proprio bene no, ma in generale suonerebbero sicuramente meglio. Daltra parte, come farebbe il diffusore a modellarsi sulle risonanze della stanza? Tante e strette, manco fosse un equalizzatore; che pure magari aiuta ma non risolve, non funziona.
Buone notizie per i più fortunati che possono investire: c'è modo di togliersi di torno le odiose code in gamma bassa! Ci va qualche sub in più, tocca usare il digitale, ma si può: al diavolo i modi di risonanza. O almeno, c'è uno che scrive assiduamente qui che sa come si fa
Lo ha fatto in pubblico in passato, mi pare. E gente, altro che multi-sub e simili, tutt'altra storia!
Luca