Teo Marini ha scritto:
Sergio!
Mi interessano davvero i motti popolari!
Che vuol dire "Bo' a la ser a que' ca n'o' etar da di'" e che dialetto è?
Ciao!
E' ravennate, quando e' stretto non e' proprio facile da capire ma NON E' ASSOLUTAMENTE una lingua, tende a troncare le parole, pronuncia molto chiusa. A volte i termini derivano dal latino, ex capitale dell' Impero Romano, si apre la pronucia quando invece i termini sono di derivazione francese, occupazione del 1500 che ci ha lasciato in eredita' moltissime persone con cognome Francia, qualche traccia del veneto considerando che siamo stati a loro assoggettati. Poi e' pieno di irregolarita' e storpiature dell' italiano, in pratica e' un mix. E' gia' molto piu' comprensibile il bolognese, il riminese e il ferrarese. Poi l'intercalare tipico di bestemmie e imprecazioni deriva dalla dominazione durissima della Chiesa.
Difficile, almeno per me', individuare tracce dello sfioramento etrusco che abbiamo avuto e anche di quello gallico e mi sembra di ricordare dei tessali...anche perche' sono lingue morte.
Comunque l'area che occupa il comune di Ravenna era letteralmente una palude, ampi bacini creati dal delta del Po' in epoca pre romana, a 15 km di distanza nell'entroterra si sviluppo' la civilta' Etrusca della citta' di Spina, tipicamente lacustre, curioso esempio di citta' nomade in quanto mano a mano che la pianura si interrava spostavano le loro palafitte verso l'acqua, questo per continuare a gestire i loro traffici commerciali via mare, arrivarono a lambire l' attuale Comacchio circa 25 km piu' a nord. A sud si sviluppava la romana Ariminum, Rimini, porto e inizio della Consolare Via Emilia, a nord Ferrara. Tra le due l'ampio bacino paludoso di Ravenna, conobbe sviluppo economico nel momento in cui i Romani piantarono una vasta pineta per costruire imbarcazioni presso la cittadina di Classe che in pratica era un grande cantiere navale. Il vantaggio era costituito dal fatto che l'entroterra non esisteva in quanto paludoso per cui i lembi di sabbia in cui venne piantumata la pineta erano raggiungibili solo dal mare e quindi ben protetti. E comunque nell' espensione spesso illuminata dei Romani era un modo per valorizzare e/o sfruttare un territorio altrimenti non produttivo.
Ravenna divenne capitale dell' Impero in decadenza in virtu' della difficolta' di prenderla per via delle barriere naturali, paludi e mare
E' interessante notare l'impianto stradale, fino a circa 15 km ad ovest ci sono chiarissime ed evidenti le direttrici della centuriazione, era gia' terraferma, poi improvvisamente piu' nulla se non alcune strade tortuosissime che seguivano le poche lingue di terra emersa dalle paludi, nel 1500 la costa distava 12 km dall'attuale linea, le mura di Cludio erano bagnate dall' acqua ...poi in pochi secoli il Po' e le bonifiche hanno fatto il resto.
Per trovare un collegamento con il Lazio basti pensare alle bonifiche della Pontina con la nascita di Latina e le altre cittadine satellite, fu eseguita da manovalanza ed esperienza idraulica ravennate, veneta e ferrarese che in quanto a lotta con il fiume Po' ne sapevano molta.
Poi...la finisco qui' perche' sto facendo un pippone,
Tornando al dialetto ravennate, tracce di latino, francese, veneto troncature delle parole e pronuncia chiusa, storpiature dell 'italiano dell' 800-900. E irregolarita' da fare spavento, mia moglie Elena da Roma dopo 14 anni ancora fatica a capirlo...pensa solo in quella piccola frase che ho scritto, il termine "chiudere" e' l'attualmente desueto "serrare", "sre'" che diventa "a' ser", io chiudo, "a la ser", la chiudo...ma attenzione, quella "a" non sta' per "io" che si pronuncia "me' ", e' un...mannaggia non saprei come definirlo grammaticalmente! Potrebbe somigliare al "got" inglese
Io " me' "
tu " te' "
lui "lo' "
lei " li' "
noi " no "
voi " vo "
essi " lo "
Verbo essere
me a' so'
te t' chi'
lo' l' e'
li' l'e'
no a' se'
vo a si'
lo j'e'
Verbo avere
me' a' io'
te t' e
lo l' a'
li l' a'
no ave'
vo avi'
lo ja'
fragola fregla
ciliegia zriza
cocomero gombar o comar
melone mlo'
pera pera
mela mela
pesca pesga
Calabrese, a sit sicur d' ave' sempar
raso'
e chietar tot
cuaio?
dal volt um pe' che t'at divirta a fel a posta...
dam met a me' ca so' un cuajo' un e pataca
a ciape' sempar pre cul
tant' impines la bisaca
la traduzione solo a richiesta ma si perdono le rime...
Sergio