Certo che permetto, ci mancherebbe pure.....queledsasol ha scritto:C'è se permette sig.Marcello Croce un altro aspetto NON da poco e fino ad ora non ben menzionato;come lei ha scritto con questi diffusoriMarcello Croce ha scritto:
Questi sono, secondo me, i termini in cui inquadrare questi oggetti per capirne il successo: sex appeal allo stato puro, in un mondo che non offre da un po' di tempo emozioni paragonabili, almeno in questo campo, tutto sommato anche all' ascolto.
Perchè, incredibile ma vero, suonano alla fine pure bene, ed il "valore aggiunto" è irragiungibile.
Marcello Croce
è stata editata la grandissima parte della musica Rock anni 70/80,e guarda caso la maggior parte di noi era all'epoca nell'eta' giusta per
ascoltare e apprezzare questa "epopea" musicale.
Quindi oggi per riascoltare quello che noi ancora amiamo (ed è stata editato con le JBL 4350)quale altro miglior modo esiste per sentire bene quello che gli artisti di allora volevano farci sentire se non i diffusori usati allora per fare l'editing ?
SANTANA,PINK FLOYD,LED ZEPPELIN,DEEP PURPLE,TRAFFIC,ecc ecc ecc ecc ecc ecc ecc ecc ecc ecc SENTITAMENTE RINGRAZIANO.
Ciao,
Un tema di grande interesse sul quale gli audiofili si prendevano a schiaffoni che ero ancora....garzonetto apprendista.
Quello cui lei accenna è in effetti un concetto molto rassicurante: usare per l' ascolto a casa le stesse casse che sono state usate per registrare, in modo da avere costanza di risultato.
Sulla carta dovrebbe "garantire" che l' ascolto del riprodotto sia "uguale" o "più conforme possibile" al' ascolto del registrato.
Metto tutte queste parole fra virgolette perchè il significato può essere subdolo...assai, e questo concetto può rivelarsi dimostrabilmente fondato....come no.
Il concetto è' talmente rassicurante che JBL ne fece, già verso la fine degli anni '60, un potentissimo ed efficacissimo argomento di marketing (sotto la gestione di Sydney Harman, quello della Harman/Kardon), per inondare i negozi hi fi con la L 100 Century, sostanzialmente identica alla 4310, un monitor estremamente diffuso, anzi, il più diffuso di tutti in assoluto. Un monitor che per anni stava sui bordi delle consolle al posto delle Yamaha NS10, (che arrivarono solo 20 anni dopo), ma anche negli uffici delle case discografiche per ascoltare provini, nonchè in molti studi radiofonici, dato anche il costo contenuto.
Da un certo punto di vista, e cioè da quello ove prevalgono gli effetti delle prestazioni elettroacustiche dell oggetto, la corrispondenza esiste sicuramente, ed i concetto può dirsi totalmente veritiero.
CIo che però mina questa veridicità, è che un monitor da studio si comporta in modo un po' troppo diversamente quando viene tolto dalla regia dello studio e portato in casa, ed a questo punto, a causa delle dffrenti condizoni acustiche, del differente posizonamento, si possono avere tali e tante modificazioni nel suo funzionamento, dove questa veridicità può perdere una buona parte del suo valore originale.
Di conseguenza, some sappiamo si sono avute opinioni diametralmente opposte sulla veridicità di questa corrispondenza, molto scomoda, perfino assurdamente delegittimante direi, per qualsiasi altro costruttore di altoparlanti che non fosse proprio JBL.
Teniamo però presente che nel '69, quando questo slogan fu coniato, non c'era molto in giro le cui prestazioni elettroacustiche fossero simili a JBL, anzi, non c'era proprio niente.
Il concetto è in assoluto buono e storicamente (scusate, è una mia fissazione) si tratta dello stesso concetto usato da Tomlinson Holman per imporre a livello internazionale il sistema THX Lucasfilm per l' ascolto nei cinema, che per anni, a partire dall' 85, ha visto obbligatoriamente l' impiego di un ben preciso sistema di altoparlanti della JBL nel suo progetto, che per funzionare davvero, includeva anche la replica delle esatte condizioni di montaggio e sopratutto delle caratteristiche acustiche dell' intera sala.!!!!!
Prima di lui, Tom Hidley della Westlake/Eastlake aveva proposto una cosa analoga per un tentativo di "standardizzazione" degli studi di registrazione dove si replicava sia l' acustica della sala (quelle con le pareti di roccia di cui parlava Fabrizio), sia del sistema di ascolti con altoparlanti Gauss. Principio che è ancora alla base delle più moderne realizzazioni di Hidley con Shozo Kinoshita della Rey Audio.
Purtroppo, in hi fi, cioè nella fruizione domestica, questo aspetto fondamentale curato sia da Holman nel progetto THX e da Hidley in quello Westlake/Eastlake, è stato ahimè completamente ignorato, e questo ha influito parecchio nel vanificare quanto di vero potesse esserci nel concetto esposto. Gli appassionati non furono messi al corrente di questo aspetto tecnico, ne allora, ne in tempi pure molto più recenti. L' unico che ne ha parlato estensivamente sui forum in tempi recenti è stato Fabrizio Calabrese.
Inoltre, quello che JBL dimenticava di dire (oh che sbadati, ) era che il concetto sarebbe stato ritenuto vero e comprovato anche per sistemi di altoparlanti dalle caratteristiche elettroacustiche "equivalenti" o "comparabili" o "analoghe" nella maggior parte degli aspetti eletroacustici, a quelle dei suoi modelli.
E qui si apre un abisso.
Cosa vorrà dire "equivalenti"?
Cosa vorrà dire "comparabili"?
Cosa vorrà dire "analoghe"?
Marcello Croce
(CONTINUA)