Il "caso JBL 4350"

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Not_Only_Tube
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Re: Il "caso JBL 4350"

#141 Messaggio da Not_Only_Tube » giovedì 17 febbraio 2011, 10:26

Qualcuno mi sa dire se le Jbl 3731 sono importate in italia e il loro costo qui da noi??

http://www.audioheritage.org/vbulletin/ ... d-McIntosh

Grazie!

Gibson
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Re: Il "caso JBL 4350"

#142 Messaggio da Gibson » giovedì 17 febbraio 2011, 11:13

Marcello Croce ha scritto: 375... (CUT)
4350... (CUT)
Come al solito, non avrei saputo dirlo meglio.
La pubblicità unisce sempre l'inutile al dilettevole. (Ennio Flaiano, umorista e sceneggiatore MORTO nel 1972)

wiking
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Re: Il "caso JBL 4350"

#143 Messaggio da wiking » giovedì 17 febbraio 2011, 11:27

Not_Only_Tube ha scritto:...
Mi sembra che anche le D66000 montino un 3 pollici, ma ad un costo leggermente diverso ! :o
Ciao!
Il 476Be, eccellente driver che sulle DD66000 si sciroppa tutto quanto sta sopra i 700Hz (a parte l'ultra-udibile, coperto dal st) non è costosissimo, ed era acquistabile (attualmente non so) come spare component (ci avevo pensato ai tempi, quando ancora utilizzavo un sistema custom JBL che usava per i medio-alti un vecchio complesso JBL 275/2397).

Indigo

Re: Il "caso JBL 4350"

#144 Messaggio da Indigo » giovedì 17 febbraio 2011, 11:56

wiking ha scritto:
Not_Only_Tube ha scritto:...
Mi sembra che anche le D66000 montino un 3 pollici, ma ad un costo leggermente diverso ! :o
Ciao!
Il 476Be, eccellente driver che sulle DD66000 si sciroppa tutto quanto sta sopra i 700Hz (a parte l'ultra-udibile, coperto dal st) non è costosissimo, ed era acquistabile (attualmente non so) come spare component (ci avevo pensato ai tempi, quando ancora utilizzavo un sistema custom JBL che usava per i medio-alti un vecchio complesso JBL 275/2397).
Lo scorso anno ho chiesto informazioni sul prezzo e disponibilità del 476be direttamente a JBL.
Mi è stato risposto che costano circa 6000$ la coppia ma si possono ottenere solo come ricambi e fornendo il numero di serie di una D66000 ;)

wiking
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Re: Il "caso JBL 4350"

#145 Messaggio da wiking » giovedì 17 febbraio 2011, 12:04

Se fai una breve ricerca in rete scoprirai che il 476Be era disponibile come spare part contestualmente all'introduzione delle DD66000 medesime (se ne parlava sui forum di autocostruttori USA). La cifra di cui avevo puntuale notizia è forse un filo più bassa (mi sembra circa 2k e passa a driver), il che può sembrare tanto se paragonato a certa concorrenza, ma appare in linea con le richieste di aziende come Tad, Ale, ecc.. E se pensate che una DD66000 costa (singola) circa 30k, e che il 476Be ne rappresenta il componente centrale (in tutti i sensi... :mrgreen: )... Poi, ognuno faccia i suoi conti.
Nel mio caso non mi sembrava fosse imprescindibile il fatto di fornire il numero seriale del sistema completo, ma è passato parecchio tempo ed evidentemente le cose sono cambiate.
Non vedo difficoltà a cambiare obiettivo nel caso la ricerca si dimostrasse complessa.

ilMarzio
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Re: Il "caso JBL 4350"

#146 Messaggio da ilMarzio » giovedì 17 febbraio 2011, 13:03

F.Calabrese ha scritto:... E mi sono ricordato...

E' stato l'ascolto più gelido, terrificante, emozionante, di quegli anni...

Una Regìa di Tom Hidley, con pareti di roccia e due monitor con -ciascuno- due woofers Gauss 4280 (da 12"/32cm.) ed un driver Gauss HF-4000 (Alnico V) montato sulla famigerata "trombetta" JBL 2311, senza lente acustica.

Il sistema era equalizzato (ma aveva in buco abissale ad 80 Hz...).

Quello che ho sentito dalla somma dei 24 canali del Master di "Profondo Rosso" lo ricorderò finché vivo...
Sembrava che "tirasse vento" nella stanza... ma era un vento gelido, nitidissimo, analitico...

Per cui mi permetto di ridere, se sento definire "nasali" quelle trombe...!!!

Era la fine del mondo...!

(Peccato che l'area d'ascolto ottimale fosse ampia mezzo metro appena...)

Saluti
F.C.
A suo tempo avevo provato anche io a usare il Gauss HF4000 al posto del 375 nella 4350, ma gli avevo lasciato il tweeter in aiuto sugli alti.
Spostandogli il taglio un po' più in alto però.

Splendido driver il Gauss, lo uso ancora nella via dei medi dell'impianto di casa mia.
Ci sarà pure in giro roba più avanzata ma... andiamo talmente d'accordo! ^_^
Ultima modifica di ilMarzio il giovedì 17 febbraio 2011, 13:26, modificato 1 volta in totale.
Ciro Marzio
Liutaio e Progettista Audio

ilMarzio
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Re: Il "caso JBL 4350"

#147 Messaggio da ilMarzio » giovedì 17 febbraio 2011, 13:14

Marcello Croce ha scritto:
wiking ha scritto:Da appassionato "poco tecnico" (o meglio, la fisica acustica, da ex interno in un reparto di Audiologia, la conosco bene, ma qui parlo di mia scarsa conoscenza della elettroacustica, almeno rispetto a chi qui scrive) rimango sempre ammirato dalle altrui spiegazioni tecniche, inserite in un preciso contesto storico, contesto dal quale non possiamo prescindere.

Per quanto riguarda le 4350.... Ho avuto per troppo tempo le 4333A, e ho frequentato troppo tempo la casa di un amico possessore di una coppia di 4350 (inserite in un salone ampio e dotato di ottima acustica, bi-amplificate attivamente senza dispendio di mezzi), per non conoscerne pregi e....limiti (non x nulla smontai le mie 4333A per pilotare direttamente ogni trasduttore in multi attiva, per poi utilizzare sia il 2420 originale che un 275 con una 2345 prima ed una 2397 poi (esterne, ovvio), su consiglio di un noto operatore milanese. Ma a quel punto non erano più JBL 4333; rimontai il tutto e le vendetti, ed intrapresi ex-novo la realizzazione di un sistema custom, cosa che feci).
Nel caso delle 4350, (ma vale anche per le 4333 & Co) direi che uno dei principali problemi è anche la differente sensibilità (derivante dalle intrinseche caratteristiche nonchè dalla diversa tipologia di carico) dei diversi traduttori, con la conseguente "castrazione" del 2440/2331 (ed in minor misura del 2405). Aggiungo l'utilizzo del celebre 375 (che in ambito pro divenne il 2440, driver decisamente superiore, mi dicono, al 2420 delle ex-mie 4333A) con una tromba forse poco adatta. Il 375 è probabilmente superato, non ho dubbi a credere a Fabrizio, rimane il fatto che, a parte il fatto di essere ancora straconsiderato (e straquotato :evil: ), non è probabilmente, in quel sistema, valorizzato dalla 2311 (come ha ben dettagliato Croce). Se non erro all'epoca della sua introduzione (1954, una joint venture JBL/Ampex/Westrex) veniva utilizzato con una tromba Ampex da cui JBL derivò la 2350, qualcosa di diverso dalla 2311. Possiamo ipotizzare (lo chiedo a Marcello,ed a Fabrizio) che, stanti le dimensioni in profondita della 4350 (e quindi l'impossibilità di collocare una 2350, o qualcosa di simile), in JBL abbiano comunque deciso di utilizzare quello che all'epoca era cmq il miglior driver per la gamma medio-alta a disposizione di JBL??? E che abbiano ideato una tromba adatta alle dimensioni, ma non all'altezza delle qualità del driver medesimo? Ciò non toglie le altre problematiche elencate (col senno del 2011, ma forse qualcosa si poteva evidenziare già allora: in JBL hanno spesso inserito eccellenti componenti in progetti perfettibili, dalle piccole 4310 un poi :D ).
Ora, sono passati 56 anni dall'introduzione del 375 (39 anni dall'introduzione della versione 2440 impiegata nelle 4350), e l'obsolescenza ci può stare. Ma quelle (le 4350) restano animali emozionanti. Non come certi sistemi custom multiamplificati "da casa" che ho avuto modo di ascoltare ed anche ospitare, ma certamente lasciano il segno in chi sia abituato a sistemi attuali (commerciali e convenzionali, anche blasonati) poco performanti in termini dinamici, e li apprezzi (anche oggi, 2011) per la prima volta. Quella appena riassunta vuole essere la mia prima considerazione.

La seconda considerazione viene ora, e sono certo di intuire il pensiero che sta alla base del percorso di Jasparro (potrei sbagliare, ma come ho scritto un paio di giorni fa, lo conosco di persona, e di persona conosco ed ho seguito la vicenda delle sue 4350, non a caso mi ha citato nel suo articolo su AR). Così come sono certo di aver capito ciò che sta alla base dell'apertura di qs 3D da parte di Fabrizio. Mi riferisco al recupero di un oggetto cult del passato, e di riportarlo poco per volta alle specifiche di progetto (cosa che Jasparro non ha ancora terminato di fare, ma non è qs il punto). Pochi di voi conoscono la mia seconda ex-passione (se non erro condivisa da uno dei nostri più attivi e quotati forumisti, parlo di un tizio ;) ), che è quella delle auto "scoperte" vintage. Ora, le normative della Regione Lombardia mi hanno costretto a vendere (a meno di non circolare o quasi :evil: ) l'ultima mia "scoperta" non catalitica. Un peccato (simili restrizioni in compenso non riguardano l'utilizzo di elettroniche audio di annata, o in minima parte, almeno in campo home). Per anni mi sono divertito a recuperare (per mio uso personale, non pistaiolo) vecchie auto, l'ultima fu una 944 S2 3.0 nella rara versione cabrio. Poco più di 6000 esemplari prodotti e venduti nel mondo (una la vidi ad Antigua, Guatemala, nel 2005). Ci misi qualche anno a metterla in ordine, dopo averla acquistata per (relativamente all'oggetto) poche lire. Freni, frizione, motore....La fatica ed il divertimento di farla rinascere un po' alla volta non mi fecero mai dimenticare che stavo viaggiando su una vettura per molti versi obsoleta (in un settore dove gli anni passano forse più velocemente che non nel campo della elettronica audio). Un 4 cilindri giunto, sulla S2, per via delle evoluzioni succedutesi, ad una cilindrata di 3000cc (così ogni cilindro diventò di ben 750cc, prima cavolata), che beveva come una spugna, inquinava come un tir della stessa epoca, "saponettava" che era una meraviglia appena si dava gas su asfalto umido (non erano ancora giunti i sistemi di correzione che oggi troviamo anche su vetture da 50cv), spartana nell'abitacolo, e soprattutto molto dura da guidare (un cambio ed una frizione granitici, uno sterzo da cavernicoli :mrgreen: ). Però, che meraviglia viaggiarci, col vento nei capelli. La gente si girava, bimbi anche piccoli che chiedevano affascianti, mai visto nulla del genere, ma non era certo soltanto quello. E poi....Il fascino dell'oggetto raro, sino ad allora apprezzato magari (forse) soltanto in foto. Il piacere di toccare materiali senza tempo, di una ingegnerizzazione decisamente spinta per gli standard dell'epoca (vale per Porsche, e vale per JBL), di utilizzare un oggetto cult (superato, ok, ma ancora "cattivo", ed unico), e soprattutto di averlo portato a nuova vita (è il caso mio, e in qs caso quello di Angelo) avendo speso poco per acquisirlo, e poco per restaurarlo (se non tempo e pazienza). Credo pure io che nessuno si faccia illusioni sulla effettiva qualità "state of the art" di oggetti del genere, nel 2011; tuttavia sono oggetti di indubbio fascino e valore, e di interesse sul piano tecnico (se non altro per i singoli componenti utilizzati, perchè come è stato spiegato precendentemente, il progetto non è esente da pecche, in entrambi i casi).

Io evidenzierei l'aspetto ludico della faccenda, che passa attraverso le fasi che ho descritto, e che culmina evidentemente (che sia giusto o meno non è il tema della discussione, rimane un dato di fatto) nel piacere puro del possesso e soprattutto dell'utilizzo, pur prendendo coscienza dei difetti descritti.
Forse tutta la faccenda può essere così riassunta, e qui ricondotta. Semplicemente ;) .

Bellissimo post, complimenti Marco,
Un post che pone un mucchio di questioni intriganti di natura molto varia.

Tenterò qualche risposta ai tuoi spunti, tenendo a mente il momento storico che per me è sempre molto signficativo.

375
Nel 56, anno di introduzione, la richiesta di sonoro nel cinema era in crescita esponenziale. Più o meno contemporaneamente in tutto il mondo, il cinema era l'attrazione di massa di gran lunga più importante, ed era l' unica sede di socializzazione e di intrattenimento collettivo a contenuto artistico, tolti i teatri dell' opera, i musei ed i siti archeologici, dove nei primi è vietato amplificare la musica, ed i secondi non ne fanno uso alcuno.
La richiesta era alle stelle e c'era da fare i soldi, i soldi alla grande.
Altec era ferma su un disegno assai precedente, piuttosto fragile, il 288, che con il 375 non poteva competere più di tanto, anche perchè quest' ultimo aveva una membrana da 4" ed un magnete molto più potente.
A quel tempo, e per molto tempo dopo, questo pezzo d'antiquariato audio poteva sparare bordate di suono come nessun altro altoparlante, anche se fosse stato montato su un imbuto di rame qualsiasi, o su una tazza da water in porcellana adattata alla meglio.
Ogni città apriva cinematografi in quantità, sale da migliaia di posti di capienza, no multisale da 150 persone, ed il potenziale volume di business era quanto meno clamoroso. E l'oggetto giusto ina mano ce l' avevano solo loro.
Ovvio che un oggetto del genere entra nel mito e quindi nella fantasia di chiunque abbia anche solo sentito parlare di queste cose.
Questo oggetto mitico costuito per il cinema venne montato su un altro progetto divenuto mitico a sua volta, ma anzichè destinato a impolverarsi dietro ad uno schermo all' insaputa di tutti, mirato invece per apparire "al nudo" ed in bella vista nelle più lussuose case dei più facoltosi appassionati: il Paragon. Era usato anche nella Hartsfield, un'altro oggetto mitico dello stesso periodo, ma questa non ebbe mai l' impatto e la notorietà di immagine pubbblica del Paragon, che invece imperversava su qualsiasi settimanale, negli arredamenti luxury delle ville hollywoodiane, e se ne accostavano le fattezze di design ai maestri dell' architettura come Frank Lloyd Wright o Le Corbusier, creando uno status symbol di massa ben oltre qualsiasi limitato ambito audiofilo. Persino le mogli ambivano ad avere quel "bellissimo mobile suonante".
Si parla di oggetti che impattavano sulla società di massa dell' epoca nello stesso modo di certe auto sportive o poco meno.
E' sempre la solita storia dell 'oggetto giusto nel posto giusto nel momento giusto, la regola principe del successo di qualcosa.
Fatto sta che siamo qui a parlarne ancora oggi, a torto o ragione, ed ancora se ne parlerà, come dice giustamente anche Gibson.

4350
Questo è un altro sottoprodotto tecnologico di una rivoluzione culturale pari a quella del cinema: l' avvento del rock'n'roll, ed il conseguente boom della musica registrata.
Woodstock, Jimi Hendrix, Santana, gli Who, i Led Zeppelin, i Pink Floyd: accadimenti epocali nella cultura giovanile di massa. Questo sottoprodotto veniva realizzato da quella che era l'azienda N°1 nel mondo, a quel tempo, nel suono del più alto livello tecnologico disponibile, ansiosa di seppellire Altec, l' odiata antagonista sulla piazza, anche nelle casse da studio.
Salta fuori questo progetto schizofrenico di Walter Dick, con la coperazione di Pat Everidge e Ed May, mirato alle rock star ed ai loro fornitori, caratterizzato da prestazioni impressionanti all'epoca, dal prezzo stratosferico, che comporterà a breve il monopolio JBL negli studi di registrazione, protrattosi fino a metà degli anni '80.
Ovvio che viene utilizzato tutto quanto di meglio fosse disponibile, cost no object, per un progetto dalle prestazioni esorbitanti, di sicuro non pensato per la fruizione di compassati quartetti d'archi negli appartamenti, tantomeno negli appartamenti del "miracolo italiano" dell' epoca, dove una sola delle due casse costava quanto un autovettura.
Chiaro che oggetti così diventano icone nella società: mi sono imbattuto di recente in un forum di DJ's dove ragazzini ne parlano perchè sono a casa di uno zio di uno di loro, non immaginate in quai termini estasiati.
Tuttavia, nel tempo, i problemi tecnici della soluzione architettata non passano inosservati fra i professionsti e questo comporterà la fine del monopolio JBL negli studi, salvo poi resuscitare, come nel film "la mummia", proprio laddove questo genere di eccessi non avevano mai sedotto più di tanto, cioè nel compassato circolo audiofilo elitario.
Il trend parte dal Giappone in tempi non sospetti: alcuni audiofili con orecchie a mandorla ne montano anche due per parte in microstanze che conterrebbero a stento un piccolo bookshelf, sovrapposte in orizzontale, in verticale, ormai è glamour, anche un po' fetish, allo stato puro. Che altro si può dire? Un ex strumento di lavoro professionale specialistico che assurge trent'anni dopo a vero e proprio inarrivabile "masturbofono" per di più trans-generazionale. Un risultato incredibile, e se vogliamo unico: impossibile resistergli, specialmente a "costo zero", come hai opportunamente sottolineato.

Questi sono, secondo me, i termini in cui inquadrare questi oggetti per capirne il successo: sex appeal allo stato puro, in un mondo che non offre da un po' di tempo emozioni paragonabili, almeno in questo campo, tutto sommato anche all' ascolto.
Perchè, incredibile ma vero, suonano alla fine pure bene, ed il "valore aggiunto" è irragiungibile.

Marcello Croce

Wow!
Marcello hai una capacità di sintesi ammirevole,
e - lo confesso - te la invidio un po' :mrgreen:
queledsasol ha scritto: C'è se permette sig.Marcello Croce un altro aspetto NON da poco e fino ad ora non ben menzionato;come lei ha scritto con questi diffusori
è stata editata la grandissima parte della musica Rock anni 70/80,e guarda caso la maggior parte di noi era all'epoca nell'eta' giusta per
ascoltare e apprezzare questa "epopea" musicale.
Quindi oggi per riascoltare quello che noi ancora amiamo (ed è stata editato con le JBL 4350)quale altro miglior modo esiste per sentire bene quello che gli artisti di allora volevano farci sentire se non i diffusori usati allora per fare l'editing ?
SANTANA,PINK FLOYD,LED ZEPPELIN,DEEP PURPLE,TRAFFIC,ecc ecc ecc ecc ecc ecc ecc ecc ecc ecc SENTITAMENTE RINGRAZIANO.

Ciao, ;)
questo è un pregio che mi sembra innegabile ^_^
Ciro Marzio
Liutaio e Progettista Audio

dufay
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Re: Il "caso JBL 4350"

#148 Messaggio da dufay » giovedì 17 febbraio 2011, 16:25

Quindi oggi per riascoltare quello che noi ancora amiamo (ed è stata editato con le JBL 4350)

Piano col "noi"... Voi.

Marcello Croce
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Re: Il "caso JBL 4350"

#149 Messaggio da Marcello Croce » giovedì 17 febbraio 2011, 17:18

Indigo ha scritto:
Gianpiero un tizio ha scritto:Vedo con piacere che finalmente la questione ha preso una piega tecnica, dopo essersi trascinata per pagine e pagine sui "si dice" o sulla base di ascolti in condizioni non-controllate. Non lo dico per polemica, ma solo per chiosare che in acustica (che - vorrei ricordarlo - è la parte più banale della fisica tecnica) tutto è spiegabile senza troppi problemi.
Ciò non toglie che si stia parlando di un diffusore di grandissimo fascino e di altrettanto grande difficoltà di messa a punto. Il che riporta a una considerazione: quello che in hi-fi è ampiamente definito come "condizione accettabile" (la difficoltà di messa a punto di un sistema, per i parametri principali prima e per l'allineamento in ambiente poi: discorso che non vale unicamente per le 4350, che sono pur sempre oggetti vecchi di 40 anni, ma vale anche e soprattutto per costosissimi sistemi attuali), nell'impiego professionale è non solo inaccettabile, ma potenziale fonte di danni. E' questa la ragione per cui Marcello, Fabrizio e io siamo spesso tendenzialmente "tranchant" nei giudizi: normalmente non possiamo permetterci di utilizzare (nel mio caso "far utilizzare al cliente") sistemi che daranno del filo da torcere.
I tecnici siete voi.
noi (utenti normali) siamo capaci di cazzeggiare per pagine e pagine sul nulla, sino a quando non vi sfiniamo e vi obblighiamo ad intervenire :D
Ahahah...molto divertente. :)
Il fatto è che senza di voi che "cazzeggiate", avremmo ben poche cose da dire perchè diamo per scontate ed acquisite troppe cose, molte delle quali sono perfino nel dimenticatoio delle nostre vecchie esperienze professionali e gli spunti che ci offrite sono essenziali per riportarle alla luce anche nelle nostre memorie, e talvolta serve addirittura andare a controllare bene per evitare di dire imprecisioni.
Quindi, per favore continuate pure a "sfinirci", non ne possiamo proprio fare a meno.
Grazie.

Marcello Croce
"Se il suono scadente fosse fatale, l' audio sarebbe la prima causa di morte". Don Davis

queledsasol
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Re: Il "caso JBL 4350"

#150 Messaggio da queledsasol » giovedì 17 febbraio 2011, 18:25

dufay ha scritto:
Quindi oggi per riascoltare quello che noi ancora amiamo (ed è stata editato con le JBL 4350)

Piano col "noi"... Voi.
Va' bene tu ti dissoci,noi senza dufay.

Ciao, ;)

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