RobertoTittarelli ha scritto:Le back EMF vengono prodotte ogni qual volta ci sia un disallineamento tra la posizione della bobina mobile e la posizione associabile al segnale. Indipendentemente dalla frequenza.
Questo è interessante, hai documentazione tecnica a dimostrazione? Io non credo che le cose stiano proprio in questo modo e ho una mia idea ma non ho la stumentazione necessaria per fare indagini più approfondite. Avrei bisogno di un trasduttore di posizione in tempo reale da applicare alla membrana del woofer ma ne sono sprovvisto (per il momento!)
La differenza la fanno i woofer, con le loro grandi masse in gioco, ampi movimenti, e maggiori correnti. Un tweeter in confronto, produce una corrente di ritorno infinitamente più bassa, anche quando lavora nell'intorno della sua fs.
Questo intuitivamente è condivisibile ma mancano sempre i numeri, altrimenti si parla di aria fritta.
Le correnti generate da back EMF nei tweeter sono basse quanto? E quale è il limite sotto al quale si possono considerare trascurabili?
E quelle generate dai woofer sono alte quanto? quale è il limite oltre al quale sono dannose?
I numeri, anche questa volta, non li ho. E tanto meno le formule con tanto di dimostrazione.
Non m'interessa il Nobel in elettroacustica, e non mi vedo affatto costretto a convincere i miei interlocutori circa la fondatezza dei miei enunciati, che possono tranquillamente rimanere aria fritta.
M'interessa solo l'ascolto, ed eventualmente la condivisione delle proprie idee.
Dall'ascolto, da un attento e prolungato ascolto, si possono supporre meccanismi e fenomeni anche molto piccoli, talvolta microscopici, come quelli inerenti alle correnti di ritorno.
Dal mio punto di vista, non è importante poter misurare la corrente di ritorno di un woofer e paragonarla a quella di un tweeter.
E' invece importante capire come la riproduzione del suono può essere migliorata.
Invito i più curiosi a fare una prova, un pochino laboriosa.
Provate ad ascoltare un pieno orchestrale (massima espressione del fenomeno delle correnti di ritorno), attraverso un interruttore che consente di switchare il segnale sulla via alta, in maniera da poter ascoltare in tempo reale l'effetto dell'inserimento di un muro digitale, ossia un tratto del segnale nel dominio digitale, che impedisce al segnale di ritorno del woofer di andare a contaminare quello di andata del tweeter.
Mi spiego meglio: prendete due convertitori D/A, possibilmente uguali (se non lo sono, sarà sufficiente ripetere la prova invertendo l'uso di ciascun convertitore, e poi confrontare le impressioni all'ascolto), gli inviate lo stesso segnale digitale di una meccanica di lettura (magari con due uscite ottiche, o anche una ottica e una coassiale elettrica), e otterrete due segnali analogici separati, divisi cioè da un muro digitale.
Il primo segnale lo inviate alla catena del woofer (nell'ordine filtro analogico attivo, ampli, altoparlante), il secondo lo inviate alla catena del tweeter, ma con la possibilità di poter switchare il segnale a monte sul primo convertitore, eliminando di fatto il muro.
Io ho mantenuto questa configurazione per due o tre anni.
Avevo bisogno di poter tornare a una “monoconversione” per motivi logistici, ad esempio per poter utilizzare l'impianto come home cinema.
L'effetto che percepivo in tempo reale togliendo il muro, consisteva in un aumento del rumore, una specie di riverbero, che tende ad appesantire e offuscare la gamma medio-alta, compromettendo l'ariosità e l'introspezione.
Ora sono con i filtri digitali. E nessuno potrà mai portarmeli via.
Non so di quanti db questo segnale di ritorno sia inferiore a quello di andata, ma so che è prodotto dall'incoerenza dell'altoparlante, immagino che viene attenuato in grossa parte dalla cortocircuitazione offerta dall'impedenza d'uscita dell'ampli (non penso che 100 milliohm sia un valore sufficiente ad abbatterlo oltre ogni ragionevole dubbio), dopodiché contamina tutto ciò che è analogico, e per quanto mi riguarda, la prova che ho fatto me lo conferma.
Il limite sotto il quale tali correnti di ritorno si possono considerare trascurabili è strettamente relazionato all'impedenza d'uscita dell'ampli accoppiato al woofer, e alla sensibilità delle vie superiori, intesa, come spesso ripeto, non come efficienza, ma come capacità di veicolare i dettagli, anche quando si tratta di dettagli “scomodi”.
Con una gamma medio-alta e alta molto imprecisa, il problema non si pone.