Triodi, Pentodi, collettori ed emettitori comuni
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Re: Triodi, Pentodi, collettori ed emettitori comuni
Le conclusioni di Aczel & Rich sono queste:
In pratica il loro ragionamento è che: "se ci fosse UNA topologia circuitale che dà consistentemente migliori risultati all'ascolto, allora TUTTI l'adotterebbero..."
Quanti di voi sono d'accordo con questo ragionamento...???
Saluti
F.C.
In pratica il loro ragionamento è che: "se ci fosse UNA topologia circuitale che dà consistentemente migliori risultati all'ascolto, allora TUTTI l'adotterebbero..."
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Re: Triodi, Pentodi, collettori ed emettitori comuni
"Le Back-EMF contengono anche le riflessioni dell'ambiente, captate con estrema efficienza da qualsiasi altoparlante e da questo rinviate all'ampli.
Quando il loro segnale arriva allo stadio di ingresso dell'ampli sono passati ormai almeno una trentina di millisecondi, per cui si può assumere che il segnale musicale sia completamente cambiato, nel frattempo. Dunque si comparano mele con pere e si amplifica (di 70-80 dB, come tu dici) un segnale di errore che è praticamente la Back-EMF invertita di segno... Io la vedo una pessima situazione."
Le back EMF, qualunque origine abbiano, smorzamento dell'altoparlante, riflessioni dell'ambiente, ma anche riflessioni all'interno della cassa o della tromba (quelle fatte male), verranno inevitabilmente cortocircuitate a massa dall'amplificatore retroazionato e verranno attenuate di un fattore pari al fattore di controreazione.
Basta fare un semplice esperimento: si prende un amplificatore retroazionato (uno dei tanti) con ingresso cortocircuitato, una cassa acustica la si collega all'amplificatore, un'altra cassa acustica la si affaccia frontalmente alla prima ad una distanza per esempio 10 cm, si pilota la seconda cassa con un segnale di potenza noto e si verifica all'oscilloscopio (si può fare anche la FFT) cosa esce dai morsetti della prima cassa quando non collegata all'ampli controreazionato sotto test, quando collegata all'ampli, oppure collegata all'ampli con in serie una resistenza in modo da simulare il comportamento di un amplificatore con resistenza di uscita qualsiasi.
Io l'ho fatto e posso assicurare che le back EMF vengono prontamente cortocircuitate a massa senza generare armoniche che diano alcuna preoccupazione.
"Quanto agli altri punti, è vero che i migliori progettisti moderni hanno preso molte precauzioni, ma bisogna sempre ricordare che i loro ragionamenti filano perfettamente lisci solo e soltanto con carichi resistivi ed oltre un certo valore, che spesso non è quello effettivo dei diffusori."
Questo è uno dei veri problemi, sarebbe interessante analizzare cosa succede all'interno del circuito dell'amplificatore.
Io ovviamente qualche sperimentazione in merito l'ho fatta.
Quando il loro segnale arriva allo stadio di ingresso dell'ampli sono passati ormai almeno una trentina di millisecondi, per cui si può assumere che il segnale musicale sia completamente cambiato, nel frattempo. Dunque si comparano mele con pere e si amplifica (di 70-80 dB, come tu dici) un segnale di errore che è praticamente la Back-EMF invertita di segno... Io la vedo una pessima situazione."
Le back EMF, qualunque origine abbiano, smorzamento dell'altoparlante, riflessioni dell'ambiente, ma anche riflessioni all'interno della cassa o della tromba (quelle fatte male), verranno inevitabilmente cortocircuitate a massa dall'amplificatore retroazionato e verranno attenuate di un fattore pari al fattore di controreazione.
Basta fare un semplice esperimento: si prende un amplificatore retroazionato (uno dei tanti) con ingresso cortocircuitato, una cassa acustica la si collega all'amplificatore, un'altra cassa acustica la si affaccia frontalmente alla prima ad una distanza per esempio 10 cm, si pilota la seconda cassa con un segnale di potenza noto e si verifica all'oscilloscopio (si può fare anche la FFT) cosa esce dai morsetti della prima cassa quando non collegata all'ampli controreazionato sotto test, quando collegata all'ampli, oppure collegata all'ampli con in serie una resistenza in modo da simulare il comportamento di un amplificatore con resistenza di uscita qualsiasi.
Io l'ho fatto e posso assicurare che le back EMF vengono prontamente cortocircuitate a massa senza generare armoniche che diano alcuna preoccupazione.
"Quanto agli altri punti, è vero che i migliori progettisti moderni hanno preso molte precauzioni, ma bisogna sempre ricordare che i loro ragionamenti filano perfettamente lisci solo e soltanto con carichi resistivi ed oltre un certo valore, che spesso non è quello effettivo dei diffusori."
Questo è uno dei veri problemi, sarebbe interessante analizzare cosa succede all'interno del circuito dell'amplificatore.
Io ovviamente qualche sperimentazione in merito l'ho fatta.
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Re: Triodi, Pentodi, collettori ed emettitori comuni
E' sempre una questione di "quantità".RobertoTittarelli ha scritto:...
Basta fare un semplice esperimento: si prende un amplificatore retroazionato (uno dei tanti) con ingresso cortocircuitato, una cassa acustica la si collega all'amplificatore, un'altra cassa acustica la si affaccia frontalmente alla prima ad una distanza per esempio 10 cm, si pilota la seconda cassa con un segnale di potenza noto e si verifica all'oscilloscopio (si può fare anche la FFT) cosa esce dai morsetti della prima cassa quando non collegata all'ampli controreazionato sotto test, quando collegata all'ampli, oppure collegata all'ampli con in serie una resistenza in modo da simulare il comportamento di un amplificatore con resistenza di uscita qualsiasi.
Io l'ho fatto e posso assicurare che le back EMF vengono prontamente cortocircuitate a massa senza generare armoniche che diano alcuna preoccupazione.
"Quanto agli altri punti, è vero che i migliori progettisti moderni hanno preso molte precauzioni, ma bisogna sempre ricordare che i loro ragionamenti filano perfettamente lisci solo e soltanto con carichi resistivi ed oltre un certo valore, che spesso non è quello effettivo dei diffusori."
Questo è uno dei veri problemi, sarebbe interessante analizzare cosa succede all'interno del circuito dell'amplificatore.
Io ovviamente qualche sperimentazione in merito l'ho fatta.
Se infatti provi a cortocircuitare il segnale di un trasduttore che ha un'impedenza interna di qualche ohm sull'uscita di un ampli che ha un fattore di smorzamento di cento, otterrai una riduzione di una quarantina di deciBel, per cui ti sembrerà che quel segnale sia annullato. (*)
Se però quel segnale a -40 dB entra nei circuiti di protezione o nella stessa controreazione, e viene amplificato... Beh... alla fine il suo danno lo fa !
Stiamo parlando di sfumature consistenti, che fanno la differenza tra un ampli mediocre ed uno "super".
Io la differenza all'ascolto l'avverto bene, nei dettagli, ed ogni altra spiegazione mi risulta meno convincente o verificabile.
E' un campo in evoluzione, in cui pochi o nessuno hanno di già la Soluzione Funzionante, ma io ti assicuro che i bassi delle Audio Pro e delle Revox Agorà-b me li ricordo ancora e... fatte le debite proporzioni... Beh... ----- ----- ----- -----
A stasera
F.C.
(*): Andrebbe tenuto conto anche dell'impedenza interna dell'alimentatore, che sarà sicuramente superiore a qualche decina di millesimi di ohm.
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Re: Triodi, Pentodi, collettori ed emettitori comuni
"otterrai una riduzione di una quarantina di deciBel, per cui ti sembrerà che quel segnale sia annullato"
Il segnale non è annullato, la tensione sarà prossima allo zero ma la corrente è massima e questo è un aspetto fondamentale, la corrente si oppone alla causa che l'ha generata, cioè questa corrente farà in modo che la membrana dell'altoparlante non si muova quando sottoposta ad agenti esterni (di cui abbiamo detto prima).
"Se però quel segnale a -40 dB entra nei circuiti di protezione o nella stessa controreazione, e viene amplificato..."
Questo segnale che entra nei circuiti di retroazione è normale anzi è l'essenza stessa del funzionamento di un amplificatore retroazionato.
Su questo punto dobbiamo capirci bene e non incorrere in fraintendimenti altrimenti significherebbe che uno dei due non ha capito come funziona un circuito controreazionato (che posso benissimo essere io).
Il segnale che entra nei circuiti di protezione e genera qualche casino, questo è uno dei problemi di questa categoria di amplificatori (problemi che ad esempio non hanno i valvolari)
Il segnale non è annullato, la tensione sarà prossima allo zero ma la corrente è massima e questo è un aspetto fondamentale, la corrente si oppone alla causa che l'ha generata, cioè questa corrente farà in modo che la membrana dell'altoparlante non si muova quando sottoposta ad agenti esterni (di cui abbiamo detto prima).
"Se però quel segnale a -40 dB entra nei circuiti di protezione o nella stessa controreazione, e viene amplificato..."
Questo segnale che entra nei circuiti di retroazione è normale anzi è l'essenza stessa del funzionamento di un amplificatore retroazionato.
Su questo punto dobbiamo capirci bene e non incorrere in fraintendimenti altrimenti significherebbe che uno dei due non ha capito come funziona un circuito controreazionato (che posso benissimo essere io).
Il segnale che entra nei circuiti di protezione e genera qualche casino, questo è uno dei problemi di questa categoria di amplificatori (problemi che ad esempio non hanno i valvolari)
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Re: Triodi, Pentodi, collettori ed emettitori comuni
Il modo migliore per capirsi in materia di controreazione è suddividerla in controreazione di corrente e di tensione (relativamente indipendenti tra loro) e poi considerare che può essere positiva o negativa...RobertoTittarelli ha scritto:...
Questo segnale che entra nei circuiti di retroazione è normale anzi è l'essenza stessa del funzionamento di un amplificatore retroazionato.
Su questo punto dobbiamo capirci bene e non incorrere in fraintendimenti altrimenti significherebbe che uno dei due non ha capito come funziona un circuito controreazionato (che posso benissimo essere io)...
Va anche ricordato che la controreazione richiede, per funzionare, che vi sia guadagno (in tensione o in corrente) in eccesso, per cui è inefficace quando l'ampli clippa o quando ha distorsione d'incrocio. Non funziona anche quando richiede all'alimentatore quello che questo non può dare, in corrente o tensione.
A più tardi
Saluti
F.C.
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Re: Triodi, Pentodi, collettori ed emettitori comuni
Stiamo ovviamente parlando di controreazione negativa di tensione, non pensavo fosse necessario specificarlo, tanto era ovvio vista la tipologia circuitale di cui stiamo discutendo.
Il margine di guadagno in tensione e corrente per garantire il corretto funzionamento della controreazione, penso non sia un problema ormai dalla metà degli anni 70 per i transistor giapponesi e metà anni 80 per transistor europei/americani.
Concordo pienamente sul fatto che la controreazione non è efficace in caso di clipping o di distorsione di incrocio, questi sono i due grossi problemi degli amplificatori solid state, problemi che sono facilmente aggirabili ma nessuno o quasi lo fà, domandiamoci il perchè.
Il margine di guadagno in tensione e corrente per garantire il corretto funzionamento della controreazione, penso non sia un problema ormai dalla metà degli anni 70 per i transistor giapponesi e metà anni 80 per transistor europei/americani.
Concordo pienamente sul fatto che la controreazione non è efficace in caso di clipping o di distorsione di incrocio, questi sono i due grossi problemi degli amplificatori solid state, problemi che sono facilmente aggirabili ma nessuno o quasi lo fà, domandiamoci il perchè.
Re: Triodi, Pentodi, collettori ed emettitori comuni
Sgandurra, nel suo operazionale/kit di Suono, ha usato due diodi per ottenere un recupero veloce dalla saturazione dello stadio amplificatore di tensione. All'interno del loop- dice- non si creano, così, dei picchi di tensione.
Scommetto che anche Stochino, che ha "seminato" molti diodi nel suo amplificatore, ha cercato le stesse prestazioni. Quanto agli amplificatori commerciali, non so se qualcuno abbia usato ceri accorgimenti.
Scommetto che anche Stochino, che ha "seminato" molti diodi nel suo amplificatore, ha cercato le stesse prestazioni. Quanto agli amplificatori commerciali, non so se qualcuno abbia usato ceri accorgimenti.
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Re: Triodi, Pentodi, collettori ed emettitori comuni
NO... hai fatto bene a specificarlo, anche perché si tratta del tipo di controreazione in assoluto meno utile dal punto di vista dell'ascolto.RobertoTittarelli ha scritto:Stiamo ovviamente parlando di controreazione negativa di tensione, non pensavo fosse necessario specificarlo, tanto era ovvio vista la tipologia circuitale di cui stiamo discutendo...
La controreazione in corrente produce effetti molto più udibili (e positivi).
Saluti
F.C.
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Re: Triodi, Pentodi, collettori ed emettitori comuni
Gigigi sei un mito...!gigigi ha scritto:Sgandurra, nel suo operazionale/kit di Suono, ha usato due diodi per ottenere un recupero veloce dalla saturazione dello stadio amplificatore di tensione. All'interno del loop- dice- non si creano, così, dei picchi di tensione.
Scommetto che anche Stochino, che ha "seminato" molti diodi nel suo amplificatore, ha cercato le stesse prestazioni. Quanto agli amplificatori commerciali, non so se qualcuno abbia usato ceri accorgimenti.
Hai centrato in pieno quello che è il punto di svolta nella progettazione degli ampli SS del terzo millennio: la gestione dei sovraccarichi.
Peccato che ci ci lavori si sia tenuto ben stretti i suoi segreti, come il buon Mariani.
Saluti
F.C.
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Re: Triodi, Pentodi, collettori ed emettitori comuni
Un ampli con funzione di conversione V/I (tensione/corrente)? La risposta in frequenza seguirebbe pedissequamente il modulo di impedenza, senza considerare che il Qts dell'altoparlante salirebbe moltissimo (resta solo il Qms).La controreazione in corrente produce effetti molto più udibili
Quindi bisognerebbe realizzare un filtro passivo parallelo (reti RCL) su misura per il singolo altoparlante, senza considerare gli aumenti di temperatura e l'invecchiamento.
Gli Audio-Pro utilizzavano retroazione positiva di corrente, cioè l'ampli aveva resistenza di uscita negativa, Qt minore del Qts dell'altoparlante, e la risposta in frequenza era filtrata per renderla lineare. Credo variasse anche l'impedenza di uscita.
Il punto non è l'ampli, ma il carico dell'altoparlante, tutti sti sistemi (come i servo alla Nudell/Infinity/Velodyne) fanno acqua appena la bobina mobile abbandona la zona di maggiore linearità (o esce) del traferro.
Ed in un sistema risicato, con conini, al primo picco andrebbero in crisi. Cioè si scopre che ci vogliono i 18" per poterli poi correggere, e si sviluppa il panico dei negozianti che non possono venderli.
Nessuno li usa per questo, oltre che per la difficoltà progettuali (più facile il mobile lucido).