Quando si dice il Genio (M. Gerzon)

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F.Calabrese
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Quando si dice il Genio (M. Gerzon)

#1 Messaggio da F.Calabrese » lunedì 13 aprile 2020, 15:16

Chi mi conosce sa quanto io stimi Michael Gerzon come uno dei tre nomi veramente più importanti per la Storia dell'Audio nella seconda metà del XX secolo: gli altri sono John Vanderkooy (con Stanley Lipshitz) ed Earl Geddes.

Ricordo di averlo intervistato quando io ero ancora minorenne, e lui mi spiegò aspetti interessantissimi della stereofonia, regalandomi le fotocopie della bozza del suo articolo finale -mai pubblicato- sui decoders Ambisonics. La sua prematura scomparsa è stato uno degli eventi più dolorosi per tutti gli studiosi di Elettroacustica.

Ebbene... due giorni fa mi sono trovato a riordinare la cartella con i suoi meravigliosi interventi, scoprendone uno che mi ha lasciato senza parole per la lucidità del ragionamento.

L'argomento è sostanzialmente questo: "Cosa determina la profondità che si percepisce all'ascolto di alcune incisioni stereofoniche"

Ve lo ripropongo qui di seguito.

A tra poco.
Saluti
F.C.

F.Calabrese
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Re: Quando si dice il Genio (M. Gerzon)

#2 Messaggio da F.Calabrese » lunedì 13 aprile 2020, 15:24

Incominciamo con una osservazione: vi siete accorti di quanto sia diversa la sensazione di profondità che offrono certe incisioni, vale a dire quelle con ripresa microfonica effettuata con la tecnica originale di Alan Dover Blumlein (inventore della stereofonia bicanale, nel 1933)? Una tecnica che prevede l'impiego di due microfoni "a figura di otto" incrociati a 90 gradi tra di loro.

Diversamente dalle incisioni multimicrofoniche degli anni dal '70 circa in poi, quelle registrate con i due microfoni "a figura di otto" permettono a chi ascolta di percepire una per una le singole linee melodiche dei singoli strumenti, senza fatica ed anche quando suonano a livelli ben diversi l'uno dall'altro.

Sono anche le incisioni che all'ascolto donano la migliore sensazione di profondità.

Non solo, ma le registrazioni effettuate con la "tecnica di Blumlein" offrono un'immagine che resta stabile anche quando ci si posta dal punto centrale tra i diffusori; ancora una volta ben diversamente da quanto accade con le incisioni multimicrofoniche.

Ecco le parole di M. Gerzon:

Gerzon_Blumlein_TXT1.jpg
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#3 Messaggio da F.Calabrese » lunedì 13 aprile 2020, 15:33

Ora ragioniamoci, seguendo M. Gerzon.

Se osserviamo il diagramma polare dei due microfoni a "figura di otto" incrociati, noteremo che i livelli relativi ai due canali del registratore non sono affatto diversi rispetto a quelli che i normali mixer assegnano mediante il comando chiamato "pan-pot"...(vedi Fig.1b, in basso)


Gerzon_Blumlein_Fig1.jpg
Gerzon_Blumlein_Fig1.jpg (78.92 KiB) Visto 5574 volte

Quindi non è il livello relativo inviato ai diffusori destro e sinistro a rendere così radicalmente differenti gli ascolti delle registrazioni "Blumplein" rispetto a quelle panpottate.

A questo punto -genialmente- M. Gerzon deduce che la differenza la deve fare la quantità e qualità della riverberazione ripresa dai microfoni.

A riprova, lui esegue una registrazione all'aperto con tecnica "Blumlein", e questa si rivela identica -nei difetti- rispetto ad una normale registrazione panpottata.

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#4 Messaggio da F.Calabrese » lunedì 13 aprile 2020, 15:37

Ma ancor più geniale è il modo con cui M. Gerzon riesce a spiegare in modo incredibilmente semplice quale sia la condizione di ripresa che determina l'effetto di profondità. Lui lo fa introducendo come spiegazione "visiva" nientemeno che il movimento del diamante nei solchi dei normali dischi in vinile.

Gerzon_Stilus-Mov_Fig2.jpg
Gerzon_Stilus-Mov_Fig2.jpg (73.91 KiB) Visto 5573 volte

Nei dischi in vinile, infatti, i due canali -destro e sinistro- modulano il solco a 45 gradi rispetto all'asse verticale.
L'asse orizzontale contiene la modulazione dei segnali monofonici ed in fase, mentre l'asse verticale legge le componenti monofoniche ed in controfase.

L'ipotesi di M.Gerzon è che la tecnica di ripresa migliore sia quella che produce la distribuzione più omogenea del campo riverberato, e per verificarla lui calcola cosa accade quando i microfoni di ripresa si angola differentemente dall'angolo di ripresa canonico (p.es. i 90 gradi tra i due microfoni a "figura di otto".

Nei prossimi post i primi due esempi, ma prima leggiamo le lucidissime parole di spiegazione dello stesso Gerzon

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Re: Quando si dice il Genio (M. Gerzon)

#5 Messaggio da F.Calabrese » lunedì 13 aprile 2020, 15:46

Ed ecco -prima dei grafici- le spiegazioni originali di M.Gerzon.
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#6 Messaggio da F.Calabrese » lunedì 13 aprile 2020, 15:52

Ora fate bene attenzione, perché qui sotto si vede il livello delle componenti del campo riverberato quando si varia l'angolo tra i microfoni di ripresa.

Il primo caso è quello di due microfoni il cui diagramma polare è a "figura di otto"...

Il secondo caso -in basso- è quello che si ottiene con la tecnica "Mid-Side", vale a dire utilizzando un microfono cardioide puntato in avanti ed uno a "figura di otto" puntato verso i lato. I canali destro e sinistro vengono ricavati dalla somme e dalla differenza dei segnali ripresi dai due microfoni.

Gerzon_Mic-patt_Fig3-4.jpg
Gerzon_Mic-patt_Fig3-4.jpg (141.12 KiB) Visto 5570 volte

Come potete vedere, esiste un angolo ottimale (p.es. di 90 gradi tra i due microfoni " a figura di otto") al quale corrisponde una distribuzione più omogenea del segnale proveniente dall'ambiente ove si registra. A quest'angolo ottimale corrisponde anche la migliore "profondità" della registrazione.

Il testo della spiegazione di M.Gerzon lo troverete nel prossimo post.

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#7 Messaggio da F.Calabrese » lunedì 13 aprile 2020, 16:02

Ed ecco la spiegazione di M.Gerzon:

Gerzon_Blumlein_TXT3.jpg
Gerzon_Blumlein_TXT3.jpg (221.53 KiB) Visto 5570 volte

Ora fate bene attenzione al prossimo post.


Saluti
F.C.

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Re: Quando si dice il Genio (M. Gerzon)

#8 Messaggio da F.Calabrese » lunedì 13 aprile 2020, 16:15

Ebbene... M. Gerzon suggerisce un'ingegnosa soluzione al problema della mancanza di profondità delle registrazioni multimicrofoniche, ed è quella di aggiungere alla registrazione una quota di riverbero ben scorrelato e privo della componente diretta.

In proposito lui suggerisce questo schema, che prevede l'adozione di una specie di "camera riverberante" in cui opera un diffusore a dipolo ripreso da un doppio microfono a "figura di otto"...


Gerzon_Soluz_Fig7-8.jpg
Gerzon_Soluz_Fig7-8.jpg (142.4 KiB) Visto 5569 volte

Chissà se almeno un illustre fonico ha mai seguito questo consiglio, adottando questo schema.

Di sicuro, David Griesinger -progettista della Lexicon- ha proposto un numero algoritmi, implementati nei suoi Riverberatori digitali, che ottenevano un risultato assai simile, se non del tutto identico.

Come potete vedere: basta ragionarci e le soluzioni saltano sempre fuori...!

Saluti
F.C.

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Re: Quando si dice il Genio (M. Gerzon)

#9 Messaggio da aldusmanutius » lunedì 13 aprile 2020, 19:17

Grande thread. Sorprendente.
Su Vanderkooy e Geddes si legge anche fuori da questo lido, ma Gerzon non lo conoscevo.
Davvero interessanti e profonde le sue considerazioni.
Onore al merito a Fabrizio per postarle.

F.Calabrese
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Re: Quando si dice il Genio (M. Gerzon)

#10 Messaggio da F.Calabrese » lunedì 13 aprile 2020, 19:56

aldusmanutius ha scritto:
lunedì 13 aprile 2020, 19:17
...
Su Vanderkooy e Geddes si legge anche fuori da questo lido, ma Gerzon non lo conoscevo....
Era docente di matematica ad Oxford...

...non a caso scelto dalla BBC per mettere la parola definitiva sulla quadrifonia.

E lui ce la mise.

Saluti
F.C.

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