Il genio di David Griesinger

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F.Calabrese
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Il genio di David Griesinger

#1 Messaggio da F.Calabrese » martedì 5 maggio 2020, 16:19

Molti di voi sanno che io stimo David Griensinger (Lexicon) come uno dei massimi nomi a livello planetario -in materia di Acustica- alla pari di personaggi come Michael Gerzon e John Vanderkooy.

Ieri mi sono imbattuto nel powerpoint di una sua conferenza a Parigi ed ho pensato di fare cosa gradita a riproporvi alcune pagine particolarmente significative.

L'argomento è quello della registrazione e della percezione dell'ambienza.

Fate bene attenzione ad alcune sue deduzioni, che sono veramente uniche ed avanzatissime, in quanto proposte da uno che ha studiato questa materia ininterrottamente per decenni, contribuendo in modo determinante all'innalzamento delle conoscenze in proposito.

Nei commenti proverò a sottolineare i punti più importanti.

Si inizia dal prossimo post.

Saluti
F.C.

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Re: Il genio di David Griesinger

#2 Messaggio da F.Calabrese » martedì 5 maggio 2020, 16:21

David Griesinger ha un modo di ragionare e di procedere estremamente logico e sempre attento a restare con "i piedi per terra".

Qui infatti parte dall'osservazione del fatto che l'udito riesce a separare abbastanza facilmente il contributo di due strumenti che suonano insieme o il parlato di due interlocutori collocati in posizioni diverse. Altre volte questa separazione può risultare difficile o persino impossibile: questo avviene quando mancano i transienti iniziali e quando gli spettri si sovrappongono del tutto.


Gries1_Background.jpg
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Fin qui è tutto logico: infatti si tratta di una premessa a successive deduzioni.

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#3 Messaggio da F.Calabrese » martedì 5 maggio 2020, 16:22

Ed ecco infatti puntuale la prima deduzione, per la quale tutto quello che non è alla diretta attenzione dell'udito va a formare un "sottofondo" indistinto...

Gries2_Background.jpg
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Notate che gli eventi all'attenzione possono essere diversi (più strumenti o persone che parlano), ma il sottofondo è unico e comune: viene percepito come indistinto e continuo.

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#4 Messaggio da F.Calabrese » martedì 5 maggio 2020, 16:22

Se ne deduce che un sottofondo può esistere solo e soltanto se esistono eventi sonori all'attenzione
Gries3_Background.jpg
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Notate l'importanza attribuita ai transienti iniziali, sia in termini di localizzazione che di separazione dei suoni all'attenzione.

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#5 Messaggio da F.Calabrese » martedì 5 maggio 2020, 16:23

Questo grafico è il risultato di una importante ricerca da parte di David Griesinger, portata avanti mediante sperimentazione di ascolti con strumentazione avanzatissima (i riverberatori artificiali Lexicon da lui stesso progettati).

Il punto all'attenzione è che l'udito ha bisogno di circa 160 millisecondi prima di poter assegnare al "sottofondo" quel che percepisce. Gli arrivi precedenti vengono distinti come riflessioni (se tardi) o sommati al primo arrivo (se arrivano prima di 50 millisecondi). Più avanti spiegherà meglio.

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#6 Messaggio da F.Calabrese » martedì 5 maggio 2020, 16:24

Questa è una interpretazione decisamente innovativa di quello che conosciamo come Effetto Haas.

Griesinger infatti lo definisce come un periodo di "pausa" di 50 millisecondi, durante il quale l'udito è in attesa che l'evento sonoro abbia termine, appunto interpretando quel che arriva dopo come sottofondo (p.es. il riverbero di una grande sala o il vero rumore di fondo).

Gli arrivi di energia che pervengono durante questo intervallo vengono attribuiti al primo arrivo, vale a dire all'evento in primo piano.

Gries5_Haas-Effect.jpg
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#7 Messaggio da F.Calabrese » martedì 5 maggio 2020, 16:24

Uno degli effetti prodotti all'ascolto dalle prime riflessioni è quello di accrescere la sensazione di distanza della sorgente sonora.

Queste riflessioni non vengono percepite come tali e nemmeno ne è individuabile la direzione di provenienza, anche se suonano più naturali quando provengono da tutte le direzioni.


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#8 Messaggio da F.Calabrese » martedì 5 maggio 2020, 16:25

Ed ecco una delle deduzioni più fulminanti di Griesinger... quella secondo cui l'andamento della risposta all'impulso che vediamo alle misure elettroacustiche corrisponde alla sensazione all'ascolto solo nel caso si stia ascoltando un transiente breve e forte. Sembra ovvio, ma in molti non ci pensano...!

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#9 Messaggio da F.Calabrese » martedì 5 maggio 2020, 16:26

Se ne deduce che -quando ascoltiamo musica o parlato- il nostro segnale viene convoluto con la risposta all'impulso dell'ambiente, presentando un andamento simile a quello che vediamo nel grafico qui sotto.

Gries8_What-we-hear.jpg
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ATTENZIONE ALL'AFFERMAZIONE FINALE: SONO LE FLUTTUAZIONI DI LIVELLO CREATE DALLE RIFLESSIONI, CHE UDIAMO, E NON LE RIFLESSIONI COME TALI !!!

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Re: Il genio di David Griesinger

#10 Messaggio da F.Calabrese » martedì 5 maggio 2020, 16:26

E qui arriviamo alla "summa" del pensiero di David Griesinger, per cui la differenza (tra le due orecchie) del livello delle fluttuazioni che percepiamo nei primi 50 millisecondi dal primo arrivo vengono interpretate come "distanza" dall'udito, mentre quelle che pervengono dopo circa 150 millisecondi contribuiscono alla sensazione di "avvolgenza" del suono.

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