Il genio di David Griesinger

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F.Calabrese
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Re: Il genio di David Griesinger

#21 Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 6 maggio 2020, 15:53

aldusmanutius ha scritto:
mercoledì 6 maggio 2020, 15:06
...
per un forumer normale è pressoché impossibile decifrare (e confutare... potrebbero anche essere una montagna di inesattezze) queste rilevazioni.
ora non accusarmi di parlare delle solite menate audiofile; ma almeno dovrai ammettere che sono molto ma molto più divertenti.

che poi il risultato sia di grande interesse (ad esempio la ripresa con la tecnica di Blumlein) questo non ci piove; ma come ci si arriva a determinare che sia una tecnica superiore? possibile che non vi sia una strada dimostrativa più comprensibile per il popolo?
...
Bellissima osservazione, alla quale rispondo particolarmente volentieri. ;)

Si tratta di sforzarsi un attimo a ragionare, magari insieme. 8-)

Partiamo da una premessa semplice e condivisibile: se registriamo una voce piazzando il microfono a dieci centimetri dalle labbra della cantante, è abbastanza logico attendersi che un buon impianto riproduca una voce troppo vicina -sparata in faccia- e priva di ambienza. :?

Allontanando il microfono di qualche metro -in ambiente- oppure aggiungendo delle riflessioni vicine (entro pochi millisecondi), la sensazione di eccessiva presenza e vicinanza si attenuerà, e la voce risulterà più naturale. (*) :D

Aggiungendo riflessioni che arrivano tardi (diciamo dopo 50 millisecondi, che è la durata di una sillaba) si perde di intellegibilità: e anche questo mi sembra abbastanza logico e deducibile mediante semplice buon senso. :(

Infine il concetto di "background", vale a dire di sottofondo... Ebbene... tutti noi percepiamo il riverbero di una cattedrale come una specie di contributo indistinto e ben separato rispetto al segnale audio che lo alimenta. 8-)

Detti così, tutti i concetti espressi da David Griesinger sono abbastanza logici e persino prevedibili: a lui va il merito di aver bene definito le soglie temporali (i famosi limiti di 50 e 150 millisecondi), oltre ai criteri quantitativi, dei quali non abbiamo ancora parlato. :mrgreen:

Spero di essere stato utile a chiarire qualche dubbio.

Saluti
F.C.

(*): Le riflessioni le possono aggiungere anche gli ambienti ed i diffusori a casa dell'ascoltatore, anche se non è del tutto una buona idea, perché possono aggiungersi a sproposito alle riflessioni già contenute nella registrazione, esagerandone l'effetto (di lontananza).


aldusmanutius
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Re: Il genio di David Griesinger

#22 Messaggio da aldusmanutius » mercoledì 6 maggio 2020, 16:38

bellissima e completissima risposta,
che bravo Fabrizio! un grande grazie!
all the best
Marco

F.Calabrese
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Re: Il genio di David Griesinger

#23 Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 6 maggio 2020, 19:59

:oops: :oops: :oops:

oblomov
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Re: Il genio di David Griesinger

#24 Messaggio da oblomov » mercoledì 6 maggio 2020, 20:22

Senza parole !!! Da meditare e comparare su molte nostre sensazioni uditive...

lucaesse
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Re: Il genio di David Griesinger

#25 Messaggio da lucaesse » mercoledì 6 maggio 2020, 23:19

Aldusmanutius scrive:
ora non accusarmi di parlare delle solite menate audiofile
Ciao Aldusmanutius, ti sfrutto per far notare che il 3d va a pestare proprio (ma non solo) su una delle principali passioni audiofile: la ricostruzione della scena e dell'ambiente, praticamente un mito dell'audiofilia.

Nel farlo riattiva temi già affrontati in questo forum:

F.C. scrive:
Notate l'importanza attribuita ai transienti iniziali, sia in termini di localizzazione che di separazione dei suoni all'attenzione.
Quante volte è stato affrontato il problema del taglio dei picchi in questo forum? E dei danni da registrazioni compresse? Data questa affermazione di Griesinger, forse la sensazione di piattume che danno non è legata solo alla mancanza di dinamica in senso stretto, ma anche ad un effetto di costrizione spaziale.


F.C. scrive:
E qui arriviamo alla "summa" del pensiero di David Griesinger, per cui la differenza (tra le due orecchie) del livello delle fluttuazioni che percepiamo nei primi 50 millisecondi dal primo arrivo vengono interpretate come "distanza" dall'udito, mentre quelle che pervengono dopo circa 150 millisecondi contribuiscono alla sensazione di "avvolgenza" del suono.
e
Un importante distinguo: le riflessioni che pervengono tra 50 e 150 millisecondi contribuiscono negativamente alla qualità dell'ascolto, in quanto nuocciono alla intellegibilità senza creare in cambio alcuna sensazione di "avvolgenza"
L'importanza di distinguere il diverso effetto delle prime riflessioni delle pareti vicine da quelle più lontane, e poi dalle riflessioni sucessive. Questione già affrontata, seppur con maggiore enfasi sui buchi in gamma bassa e mediobassa dalle 3 pareti più vicine. Griesinger aggiunge un pezzo ulteriore e molto interessante.

Spero di non dire scempiaggini, ma date le dimensioni fisiche degli ambienti domestici, sembrerebbe utile puntare molto sulla diffusione piuttosto che sull'assorbenza (al Sarto fischiano le orecchie) e che aumentare la senzazione di "avvolgenza" sia possibile solo per via elettronica. Ci si provava in modo rudimentale 30 anni fa, ora i mezzi ci sarebbero.


F.C. scrive:
Pensateci: le registrazioni multipista, con riprese microfoniche ravvicinate, nascono sempre con pochissime prime riflessioni, che vanno dunque aggiunte in sede di missaggio. Si tratta però di riflessioni artificiali, elettroniche... (a buon intenditor...)
Il recente contributo di Alan1 è sicuramente notevole. Alan approccia la riproduzione in modi diversi per musica "acustica" ed "elettrica" (cioè nata in uno studio e normalmente fruibile dal vivo attraverso impianto PA). Certamente i patiti dei due diversi generi hanno di fatto gusti differenti in fatto di riproduzione, ma personalmente penso che la differenziazione sia meno netta di come sembri.

Se l'affermazione di Fabrizio è corretta e quella tecnica è diffusa (per me vere entrambe le affermazioni) la differenziazione cade molto spesso, almeno in parte. Una registrazione con N microfoni, magari montata come collage di svariate esecuzioni, è sintetica quanto un disco dei Kraftwerk: non esiste più un evento originale con cui possa essere (almeno ipoteticamente) confrontata.

Per non fare torto ad Alan1, il cui pensiero potrebbe sembrare un po' travisato, riporto che afferma:
Tuttavia esiste il benchmark, che non è l'evento originale (che quasi mai conosciamo), ma l'abitudine ad ascoltare per molto tempo la musica strumentale, nelle più svariate opzioni.
discorso da riprendere.

F.C. scrive:
Non a caso i diffusori che disperdono bene in ambiente sono avvantaggiati: anche loro aggiungono prime riflessioni, ma migliori di quelle elettroniche !
Non del tutto a caso con Alan1 si è parlato di diffusori omnidirezionali (e altri circa, un po', quasi, simili) vs tradizionali!

F.C. scrive:
Qui David Griesinger mette sul tavolo tutta la singolarità del suo approccio tecnico-scientifico, proponendo un rapporto ideale tra primo arrivo, prime riflessioni e riverbero che IN NATURA NON ESISTE o quasi.
Qui c'è di che minare la mente dell'audiofilo! Se siete di quelli che sperano di replicare fedelmente l'evento originario, reagite con scandalizzato orrore :shock: :evil: . Se invece puntate a riprodurre la sensazione soggettiva dell'ascolto di quel programma musicale raddrizzate le antenne :?: :idea: !

Se concordate, io concordo, con Alan1 qui:
Le Omni truccano? Tutto trucca, il suono riprodotto in casa non è mai quello reale, i sistemi migliori sono quelli che fanno i migliori trucchi, gli illusionisti, quelli che ci danno l'illusione della realtà, quelli che risultano più CREDIBILI.
e sopratutto qui:
Lo scopo dell'intero sistema di riproduzione è quello di rendere il suono "verosimile" o se preferite "credibile" ovvero in grado di ingannarci il più possibile facendoci credere di poter essere di fronte ad un evento reale.
allora questa affermazione di Griesinger non vi parrà un'eresia.

F.C. scrive:
Griesinger conferma che la "tecnica di Blumlein" resta la migliore, anche in termini di ambienza.
Il punto per l'audiofilo non è tanto stabilire qual è la tecnica migliore, ma scoprire che molte tecniche sono possibili e presumibilmente utilizzate. Se danno risultati di ambienza diversi, gli impianti che stupiscono sistematicamente su questo fronte molto probabilmente l'ambiente lo inventano.
(però il grafico dell'angolo ottimale tra i microfoni non mi è chiaro)

3d per me ancora ampiamente da rivedere, ma spunti per discutere ce ne sono!

F.Calabrese
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Re: Il genio di David Griesinger

#26 Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 6 maggio 2020, 23:25

lucaesse ha scritto:
mercoledì 6 maggio 2020, 23:19
... date le dimensioni fisiche degli ambienti domestici, sembrerebbe utile puntare molto sulla diffusione piuttosto che sull'assorbenza (al Sarto fischiano le orecchie) e che aumentare la sensazione di "avvolgenza" sia possibile solo per via elettronica. Ci si provava in modo rudimentale 30 anni fa, ora i mezzi ci sarebbero...
Questo è uno spunto a dir poco geniale...!

Se non ci fosse quest'accidenti di segregazione in casa, avrei già tirato giù dal soppalco il riverbero digitale Yamaha che anni fa ho acquistato proprio per fare esperimenti come questo... e che sta ancora nell'imballo... e starei già organizzando gli ascolti.

Ricordatemelo, quando questo incubo sarà finito. Spero presto.

Saluti
F.C.

bepi67
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Re: Il genio di David Griesinger

#27 Messaggio da bepi67 » mercoledì 6 maggio 2020, 23:33

Sono spunti interessanti ma:
50 ms corrispondono ad un percorso di 17 mt
150 ms corrispondono a 52 mt

Non sono distanze relative ad ambienti casalinghi.
Semmai possono essere concetti utili ed applicabili in grandi spazi aperti.

B67
Sono solo un appassionato......di lavatrici sonore !

lucaesse
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Re: Il genio di David Griesinger

#28 Messaggio da lucaesse » giovedì 7 maggio 2020, 0:03

Ciao Fabrizio, grazie per l'apprezzamento!

Ciao Bepi67, grazie per l'attenzione!

17 mt sarebbe il limite massimo per poter sfruttare queste riflessioni prima che diventino nocive. Se danno l'impressione di maggior distanza potrebbero essere importanti per "staccare", magari con maggior profondità, il suono dalle casse; e anche per rendere più naturali parecchie incisioni. In casa presuppone lo sfruttamento di riflessioni multiple, cosa utile visto che è un bene che arrivino da tutte le direzioni. Di qui l'importanza di una buona diffusione.

52mt sarebbe il limite minimo per conferire avvolgenza. E' irrangiungibile in casa. Quindi, vista anche la stringente necessità di non avere riflessioni con ritardi tra i 50 e i 150 ms, si impone un riverbero elettronico.

Questo dovrà basarsi su ritardi tutti maggiori di 150, o sarà meglio un ritardo iniziale e poi una riverberazione con tempi più brevi? Boh, Speriamo che Fabrizio riesca ad acchiappare lo Yamaha!

Buona serata/notte a tutti

AudioGuest
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Re: Il genio di David Griesinger

#29 Messaggio da AudioGuest » giovedì 7 maggio 2020, 2:34

lucaesse ha scritto:
giovedì 7 maggio 2020, 0:03
Ciao Fabrizio, grazie per l'apprezzamento!

Ciao Bepi67, grazie per l'attenzione!

17 mt sarebbe il limite massimo per poter sfruttare queste riflessioni prima che diventino nocive. Se danno l'impressione di maggior distanza potrebbero essere importanti per "staccare", magari con maggior profondità, il suono dalle casse; e anche per rendere più naturali parecchie incisioni. In casa presuppone lo sfruttamento di riflessioni multiple, cosa utile visto che è un bene che arrivino da tutte le direzioni. Di qui l'importanza di una buona diffusione.

52mt sarebbe il limite minimo per conferire avvolgenza. E' irrangiungibile in casa. Quindi, vista anche la stringente necessità di non avere riflessioni con ritardi tra i 50 e i 150 ms, si impone un riverbero elettronico.

Questo dovrà basarsi su ritardi tutti maggiori di 150, o sarà meglio un ritardo iniziale e poi una riverberazione con tempi più brevi? Boh, Speriamo che Fabrizio riesca ad acchiappare lo Yamaha!

Buona serata/notte a tutti
No, in base alle dimensioni della stanza e altri fattori, possono crearsi riflessioni di più ordini, cioè quante volte il suono viene riflesso dalle pareti e non di rado possono esistere riflessioni sino al III ord. Cioè che è rimbalzato per tre volte.
Quindi la distanza da calcolare in quel caso sarà diviso 3. ;)
Inoltre, non capisco dove sia questa novità, su tutti i testi di acustica rispettabili viene specificato che il tempo minimo di riverbero che il cervello riesce a percepire è pari a 125 ms, Tempi inferiori non sono più considerati significativi per il degrado dell'intelligibilità e vanno considerati in altre misure. Come è anche ovvio che il T60 o T30 va relazionato al livello sonoro. Perdonatemi, ma questi sono concetti base dell'acustica applicata o forse ho preso lucciole per lanterne. ;)
Pasquale Di Benedetto

F.Calabrese
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Re: Il genio di David Griesinger

#30 Messaggio da F.Calabrese » giovedì 7 maggio 2020, 9:55

AudioGuest ha scritto:
giovedì 7 maggio 2020, 2:34
No, in base alle dimensioni della stanza e altri fattori, possono crearsi riflessioni di più ordini, cioè quante volte il suono viene riflesso dalle pareti e non di rado possono esistere riflessioni sino al III ord. Cioè che è rimbalzato per tre volte.
Esatto... nulla impedisce che le riflessioni in sequenza siano anche più di tre, specialmente in gamma media... (dove i nostri normali arredi assorbono pochissimo)
...Inoltre, non capisco dove sia questa novità, su tutti i testi di acustica rispettabili viene specificato che il tempo minimo di riverbero che il cervello riesce a percepire è pari a 125 ms, Tempi inferiori non sono più considerati significativi per il degrado dell'intelligibilità e vanno considerati in altre misure. Come è anche ovvio che il T60 o T30 va relazionato al livello sonoro. Perdonatemi, ma questi sono concetti base dell'acustica applicata o forse ho preso lucciole per lanterne. ;)
Forse sì... perché si tratta di due aspetti diversi.

Il Tempo di Riverbero presuppone -per definizione- un campo sonoro diffuso, che è pura utopia negli ambienti domestici di normali dimensioni.

E poi il Tempo di Riverbero è definito come il tempo necessario per far decadere di 60 (sessanta) deciBel il campo riverberato.

Diversamente ed assai logicamente, Griesinger parla di prime riflessioni di appena pochi deciBel inferiori rispetto al primo arrivo di energia da ciascun diffusore.

Anche le riflessioni comprese entro i primi 50 millisecondi assumono livelli ben superiori ai -60 dB e sono nettamente avvertite, anche se il cervello le fonde con il primo arrivo (se ne condividono lo spettro).

La vera novità degli studi di David Griesinger sta nell'aver evidenziato la nocività delle riflessioni che arrivano con ritardi compresi tra 50 e 150 milliscondi, vale a dire troppo tardi per essere integrate con il primo arrivo e troppo presto per essere confuse nel "background". A queste riflessioni si deve la perdita di intellegibilità del parlato ed anche una perdita del fraseggio musicale di molti strumenti (p.es. il pianoforte).

Come ha bene fatto notare Lucaesse, le riflessioni oltre 150 millisecondi sono praticamente inesistenti, nei normali ambienti (perlomeno in gamma media ed alta), per cui andrebbero sintetizzate elettronicamente ed immesse mediante una seconda coppia di di diffusori (o più ancora). Di fatto nelle incisioni multicanale a questo ci pensano appunto i canali posteriori.

Saluti
F.C.

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