Aldusmanutius scrive:
ora non accusarmi di parlare delle solite menate audiofile
Ciao Aldusmanutius, ti sfrutto per far notare che il 3d va a pestare proprio (ma non solo) su una delle principali passioni audiofile: la ricostruzione della scena e dell'ambiente, praticamente un mito dell'audiofilia.
Nel farlo riattiva temi già affrontati in questo forum:
F.C. scrive:
Notate l'importanza attribuita ai transienti iniziali, sia in termini di localizzazione che di separazione dei suoni all'attenzione.
Quante volte è stato affrontato il problema del taglio dei picchi in questo forum? E dei danni da registrazioni compresse? Data questa affermazione di Griesinger, forse la sensazione di piattume che danno non è legata solo alla mancanza di dinamica in senso stretto, ma anche ad un effetto di costrizione spaziale.
F.C. scrive:
E qui arriviamo alla "summa" del pensiero di David Griesinger, per cui la differenza (tra le due orecchie) del livello delle fluttuazioni che percepiamo nei primi 50 millisecondi dal primo arrivo vengono interpretate come "distanza" dall'udito, mentre quelle che pervengono dopo circa 150 millisecondi contribuiscono alla sensazione di "avvolgenza" del suono.
e
Un importante distinguo: le riflessioni che pervengono tra 50 e 150 millisecondi contribuiscono negativamente alla qualità dell'ascolto, in quanto nuocciono alla intellegibilità senza creare in cambio alcuna sensazione di "avvolgenza"
L'importanza di distinguere il diverso effetto delle prime riflessioni delle pareti vicine da quelle più lontane, e poi dalle riflessioni sucessive. Questione già affrontata, seppur con maggiore enfasi sui buchi in gamma bassa e mediobassa dalle 3 pareti più vicine. Griesinger aggiunge un pezzo ulteriore e molto interessante.
Spero di non dire scempiaggini, ma date le dimensioni fisiche degli ambienti domestici, sembrerebbe utile puntare molto sulla diffusione piuttosto che sull'assorbenza (al Sarto fischiano le orecchie) e che aumentare la senzazione di "avvolgenza" sia possibile solo per via elettronica. Ci si provava in modo rudimentale 30 anni fa, ora i mezzi ci sarebbero.
F.C. scrive:
Pensateci: le registrazioni multipista, con riprese microfoniche ravvicinate, nascono sempre con pochissime prime riflessioni, che vanno dunque aggiunte in sede di missaggio. Si tratta però di riflessioni artificiali, elettroniche... (a buon intenditor...)
Il recente contributo di Alan1 è sicuramente notevole. Alan approccia la riproduzione in modi diversi per musica "acustica" ed "elettrica" (cioè nata in uno studio e normalmente fruibile dal vivo attraverso impianto PA). Certamente i patiti dei due diversi generi hanno di fatto gusti differenti in fatto di riproduzione, ma personalmente penso che la differenziazione sia meno netta di come sembri.
Se l'affermazione di Fabrizio è corretta e quella tecnica è diffusa (per me vere entrambe le affermazioni) la differenziazione cade molto spesso, almeno in parte. Una registrazione con N microfoni, magari montata come collage di svariate esecuzioni, è sintetica quanto un disco dei Kraftwerk: non esiste più un evento originale con cui possa essere (almeno ipoteticamente) confrontata.
Per non fare torto ad Alan1, il cui pensiero potrebbe sembrare un po' travisato, riporto che afferma:
Tuttavia esiste il benchmark, che non è l'evento originale (che quasi mai conosciamo), ma l'abitudine ad ascoltare per molto tempo la musica strumentale, nelle più svariate opzioni.
discorso da riprendere.
F.C. scrive:
Non a caso i diffusori che disperdono bene in ambiente sono avvantaggiati: anche loro aggiungono prime riflessioni, ma migliori di quelle elettroniche !
Non del tutto a caso con Alan1 si è parlato di diffusori omnidirezionali (e altri circa, un po', quasi, simili) vs tradizionali!
F.C. scrive:
Qui David Griesinger mette sul tavolo tutta la singolarità del suo approccio tecnico-scientifico, proponendo un rapporto ideale tra primo arrivo, prime riflessioni e riverbero che IN NATURA NON ESISTE o quasi.
Qui c'è di che minare la mente dell'audiofilo! Se siete di quelli che sperano di replicare fedelmente l'evento originario, reagite con scandalizzato orrore
. Se invece puntate a riprodurre la sensazione soggettiva dell'ascolto di quel programma musicale raddrizzate le antenne
!
Se concordate, io concordo, con Alan1 qui:
Le Omni truccano? Tutto trucca, il suono riprodotto in casa non è mai quello reale, i sistemi migliori sono quelli che fanno i migliori trucchi, gli illusionisti, quelli che ci danno l'illusione della realtà, quelli che risultano più CREDIBILI.
e sopratutto qui:
Lo scopo dell'intero sistema di riproduzione è quello di rendere il suono "verosimile" o se preferite "credibile" ovvero in grado di ingannarci il più possibile facendoci credere di poter essere di fronte ad un evento reale.
allora questa affermazione di Griesinger non vi parrà un'eresia.
F.C. scrive:
Griesinger conferma che la "tecnica di Blumlein" resta la migliore, anche in termini di ambienza.
Il punto per l'audiofilo non è tanto stabilire qual è la tecnica migliore, ma scoprire che molte tecniche sono possibili e presumibilmente utilizzate. Se danno risultati di ambienza diversi, gli impianti che stupiscono sistematicamente su questo fronte molto probabilmente l'ambiente lo inventano.
(però il grafico dell'angolo ottimale tra i microfoni non mi è chiaro)
3d per me ancora ampiamente da rivedere, ma spunti per discutere ce ne sono!