Risposte in frequenza in ambiente: chiariamo il punto.
Inviato: martedì 28 febbraio 2023, 11:04
Nel corso di questi anni di Forum, ho pubblicato decine di curve di risposta rilevate in ambiente, raccogliendo spesso l'obiezione che si trattava di casi particolari e non della vera risposta del diffusore.
Vero...! Infatti la vera risposta del diffusore -depurata da qualsiasi effetto introdotto dall'ambiente- è quella che si rileverebbe in camera anecoica o appendendo il diffusore a venti metri di altezza, con un microfono di misura davanti.
Il triste destino -però- vuole che noi i diffusori li ascoltiamo in ambiente, per cui gli effetti della vicinanza o meno di pareti e pavimento vanno bene messi in conto, ANCHE PERCHE' IL NOSTRO UDITO LI INTEGRA IN PIENO... (soprattutto in gamma bassa ed in gamma medio-bassa).
A coloro che non ci credono propongo una verifica semplicissima: ascoltate dapprima un brano con percussioni basse, tenendo i due diffusori il più possibile lontani dalle pareti e vicini al vostro punto di ascolto. Dopodiché spostate i diffusori a ridosso della parete di fondo ed avanzate la vostra posizione d'ascolto in modo di collocarvi alla stessa distanza dai diffusori alla quale avete ascoltato nella prima parte della prova. Ascolterete praticamente una coppia di diffusori completamente diversa: migliore o peggiore non ha importanza, in quanto dipende dal progetto originario, se previsto o meno per operare a ridosso della parete di fondo.
E questo è un primo punto da chiarire: IMPORTANTISSIMO.
Ci sono infatti diffusori -come le Allison o (in parte) le stesse vecchie AR- che sono stati progettati per operare addossati alla parete di fondo, oppure (le AR) infilati in una libreria, con il pannello frontale a filo con i dorsi dei libri. Anche nei maggiori Studi di Registrazione si montavano i monitor a filo parete, quando si lavorava sul serio.
Ci sono invece altri diffusori (B&W, Focal, Sonus Faber, Avalon, Wilson... e cento altri) che sono stati progettati per operare lontano dalle pareti di fondo e laterale. Ed infatti, se li si avvicina a queste pareti si avverte bene una gamma bassa ridondante, oltre che dalla risposta assai irregolare.
MA ATTENZIONE: i due tipi di diffusori non sono affatto equivalenti...!!!
Quelli progettati per operare a parete possono infatti essere equalizzati per imitare il suono di quelli del secondo tipo, aumentando o diminuendo il livello delle basse frequenze anche con un semplice controllo di tono. La loro risposta tenderà a restare lineare ed avranno comunque un vantaggio di quattro volte in termini di efficienza, a parità di ingombro e di risposta in basso (ovvero a parità di woofer).
Diversamente, i diffusori progettati per operare lontano dalle pareti NON E' DETTO che possano riprodurre linearmente le basse, se non nel caso -RARO- in cui vengano operate in ambienti vasti e con l'ascoltatore il più vicino possibile. Dite la verità: avete mai visto un impianto di questo tipo...?
Quando invece avvicinate i diffusori del secondo tipo alle pareti di fondo e laterale, l'effetto sulla risposta non sarà praticamente MAI quello di elevare gradualmente il livello, in modo che si possa correggere l'andamento con un semplice controllo di tono o con una normale equalizzazione. L'effetto reale sarà quello di introdurre grossi buchi nella risposta, che è impossibile equalizzare semplicemente perché la maggiore emissione verrebbe comunque cancellata da una riflessione il cui livello non potrebbe che essere proporzionale all'emissione diretta... E questo creerebbe di nuovo il buco, perlomeno fino a che il riverbero lo riempia con una melma indistinta di riflessioni. Un grafico della Genelec spiega al volo il concetto.
Vi pacerebbe ascoltare così...??? NO... vero...? Però il caso vuole che il 95% degli impianti audio domestici soffra proprio di questo problema, e che all'ascolto la cosa si avverta benissimo. Chiudo questo primo post con le parole di Roy Allison (1974), con le quali spiega che avvicinarsi o allontanarsi dalla parete di fondo o dall'angolo cambia di poco la situazione: in pratica si sposta in alto o in basso il buco in gamma bassa. nel prossimo post verificheremo.
Segue
F.C.
Vero...! Infatti la vera risposta del diffusore -depurata da qualsiasi effetto introdotto dall'ambiente- è quella che si rileverebbe in camera anecoica o appendendo il diffusore a venti metri di altezza, con un microfono di misura davanti.
Il triste destino -però- vuole che noi i diffusori li ascoltiamo in ambiente, per cui gli effetti della vicinanza o meno di pareti e pavimento vanno bene messi in conto, ANCHE PERCHE' IL NOSTRO UDITO LI INTEGRA IN PIENO... (soprattutto in gamma bassa ed in gamma medio-bassa).
A coloro che non ci credono propongo una verifica semplicissima: ascoltate dapprima un brano con percussioni basse, tenendo i due diffusori il più possibile lontani dalle pareti e vicini al vostro punto di ascolto. Dopodiché spostate i diffusori a ridosso della parete di fondo ed avanzate la vostra posizione d'ascolto in modo di collocarvi alla stessa distanza dai diffusori alla quale avete ascoltato nella prima parte della prova. Ascolterete praticamente una coppia di diffusori completamente diversa: migliore o peggiore non ha importanza, in quanto dipende dal progetto originario, se previsto o meno per operare a ridosso della parete di fondo.
E questo è un primo punto da chiarire: IMPORTANTISSIMO.
Ci sono infatti diffusori -come le Allison o (in parte) le stesse vecchie AR- che sono stati progettati per operare addossati alla parete di fondo, oppure (le AR) infilati in una libreria, con il pannello frontale a filo con i dorsi dei libri. Anche nei maggiori Studi di Registrazione si montavano i monitor a filo parete, quando si lavorava sul serio.
Ci sono invece altri diffusori (B&W, Focal, Sonus Faber, Avalon, Wilson... e cento altri) che sono stati progettati per operare lontano dalle pareti di fondo e laterale. Ed infatti, se li si avvicina a queste pareti si avverte bene una gamma bassa ridondante, oltre che dalla risposta assai irregolare.
MA ATTENZIONE: i due tipi di diffusori non sono affatto equivalenti...!!!
Quelli progettati per operare a parete possono infatti essere equalizzati per imitare il suono di quelli del secondo tipo, aumentando o diminuendo il livello delle basse frequenze anche con un semplice controllo di tono. La loro risposta tenderà a restare lineare ed avranno comunque un vantaggio di quattro volte in termini di efficienza, a parità di ingombro e di risposta in basso (ovvero a parità di woofer).
Diversamente, i diffusori progettati per operare lontano dalle pareti NON E' DETTO che possano riprodurre linearmente le basse, se non nel caso -RARO- in cui vengano operate in ambienti vasti e con l'ascoltatore il più vicino possibile. Dite la verità: avete mai visto un impianto di questo tipo...?
Quando invece avvicinate i diffusori del secondo tipo alle pareti di fondo e laterale, l'effetto sulla risposta non sarà praticamente MAI quello di elevare gradualmente il livello, in modo che si possa correggere l'andamento con un semplice controllo di tono o con una normale equalizzazione. L'effetto reale sarà quello di introdurre grossi buchi nella risposta, che è impossibile equalizzare semplicemente perché la maggiore emissione verrebbe comunque cancellata da una riflessione il cui livello non potrebbe che essere proporzionale all'emissione diretta... E questo creerebbe di nuovo il buco, perlomeno fino a che il riverbero lo riempia con una melma indistinta di riflessioni. Un grafico della Genelec spiega al volo il concetto.
Vi pacerebbe ascoltare così...??? NO... vero...? Però il caso vuole che il 95% degli impianti audio domestici soffra proprio di questo problema, e che all'ascolto la cosa si avverta benissimo. Chiudo questo primo post con le parole di Roy Allison (1974), con le quali spiega che avvicinarsi o allontanarsi dalla parete di fondo o dall'angolo cambia di poco la situazione: in pratica si sposta in alto o in basso il buco in gamma bassa. nel prossimo post verificheremo.
Segue
F.C.