Ma è vero che i bassi sono monofonici ?
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Ma è vero che i bassi sono monofonici ?
Tempo fa abbiamo discusso sul fatto che fosse erroneo rilevare la misura della risposta in ambiente di DUE diffusori impiegando DUE generatori di Rumore Rosa scorrelati. La pratica corretta è quella di rilevare un diffusore alla volta, in modo di evitare artefatti utili a spianare la risposta in basso.
Quando se ne è discusso, io ho sempre fatto notare che la massima parte delle incisioni stereo ha pochissima o nessuna separazione alle frequenze più basse (diciamo sotto 150-200 Hz.) e questo per almeno tre motivi:
1)- All'epoca dei dischi in vinile era sconsigliabilissimo incidere i bassi non in fase nei due canali, perché questo avrebbe comportato una modulazione in grado di mandare in crisi qualsiasi testina. Esisteva un tacito divieto a farlo. Più tardi -in epoca digitale- la pratica dei bassi profondi monofonici è stata conservata, perché permetteva di utilizzare al meglio tutta la potenza di ampli e diffusori, sfruttando anche la mutua impedenza di radiazione (sotto 30-40 Hz).
2)- Le registrazioni multipista prevedono il panpottaggio tra i due canali, ma sempre in fase (tranne in quelle rare eccezioni in cui si impiega una piccola quota in controfase per allargare l'immagine stereo, ma questo non ha comunque senso farlo sotto 150 Hz.).
3)- Le diverse tecniche microfoniche di ripresa stereo prevedono praticamente sempre microfoni coincidenti o vicini un palmo tra di loro, per cui le basse frequenze arrivano in fase e con ampiezze simili ad entrambi. Solo la Decca ha impiegato microfoni più distanti, ma sempre poco rispetto alle lunghezze d'onda di frequenze inferiori ad un centinaio di Hz.
Per verificare se quanto sopra è vero basta scegliere un segmento musicale ricco di basse frequenze e confrontare gli spettri della somma in fase dei due segnali con quella in controfase (=differenza tra i due canali). Regolarmente troveremo che quest'ultimo spettro è assai povero di vere basse frequenze.
Fanno eccezione a questa "regola" pochissime incisioni, solitamente quelle meno commerciali. Sono quelle registrate in ambienti assai riverberanti e risonanti o quelle che impiegano per davvero due soli microfoni (direttivi): una vera rarità, al di là delle vanterie pubblicitarie.
Esiste però un modo ancor più semplice di verificare, che è quello di ingrandire un transiente (con molte basse) dopo averlo filtrato sotto 120/180 Hz con un filtro di Bessel, che altera minimamente la forma d'onda. Osservando le forme d'onda ingrandite dei due canali noterete l'estrema somiglianza e la coincidenza temporale dei picchi.
Ecco... io questa sera vi posterò al volo sei esempi, presi a caso tra i brani di ogni epoca.
Incominciamo da un brano del 1978: Le Freak, degli Chic.
Filtrando i due transienti sotto 180 hz essi appaiono praticamente monofonici "ictu oculi"...
Segue
F.C.
Quando se ne è discusso, io ho sempre fatto notare che la massima parte delle incisioni stereo ha pochissima o nessuna separazione alle frequenze più basse (diciamo sotto 150-200 Hz.) e questo per almeno tre motivi:
1)- All'epoca dei dischi in vinile era sconsigliabilissimo incidere i bassi non in fase nei due canali, perché questo avrebbe comportato una modulazione in grado di mandare in crisi qualsiasi testina. Esisteva un tacito divieto a farlo. Più tardi -in epoca digitale- la pratica dei bassi profondi monofonici è stata conservata, perché permetteva di utilizzare al meglio tutta la potenza di ampli e diffusori, sfruttando anche la mutua impedenza di radiazione (sotto 30-40 Hz).
2)- Le registrazioni multipista prevedono il panpottaggio tra i due canali, ma sempre in fase (tranne in quelle rare eccezioni in cui si impiega una piccola quota in controfase per allargare l'immagine stereo, ma questo non ha comunque senso farlo sotto 150 Hz.).
3)- Le diverse tecniche microfoniche di ripresa stereo prevedono praticamente sempre microfoni coincidenti o vicini un palmo tra di loro, per cui le basse frequenze arrivano in fase e con ampiezze simili ad entrambi. Solo la Decca ha impiegato microfoni più distanti, ma sempre poco rispetto alle lunghezze d'onda di frequenze inferiori ad un centinaio di Hz.
Per verificare se quanto sopra è vero basta scegliere un segmento musicale ricco di basse frequenze e confrontare gli spettri della somma in fase dei due segnali con quella in controfase (=differenza tra i due canali). Regolarmente troveremo che quest'ultimo spettro è assai povero di vere basse frequenze.
Fanno eccezione a questa "regola" pochissime incisioni, solitamente quelle meno commerciali. Sono quelle registrate in ambienti assai riverberanti e risonanti o quelle che impiegano per davvero due soli microfoni (direttivi): una vera rarità, al di là delle vanterie pubblicitarie.
Esiste però un modo ancor più semplice di verificare, che è quello di ingrandire un transiente (con molte basse) dopo averlo filtrato sotto 120/180 Hz con un filtro di Bessel, che altera minimamente la forma d'onda. Osservando le forme d'onda ingrandite dei due canali noterete l'estrema somiglianza e la coincidenza temporale dei picchi.
Ecco... io questa sera vi posterò al volo sei esempi, presi a caso tra i brani di ogni epoca.
Incominciamo da un brano del 1978: Le Freak, degli Chic.
Filtrando i due transienti sotto 180 hz essi appaiono praticamente monofonici "ictu oculi"...
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Re: Ma è vero che i bassi sono monofonici ?
Poi ecco un brano -sempre analogico- dei primi anni '90: Rhytm is a Dancer, degli SNAP.
Anche qui, filtrando a 180 Hz, i due canali appaiono in fase e quasi identici...
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F.C.
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Re: Ma è vero che i bassi sono monofonici ?
Ed ora ecco un primo brano dell'era digitale: can We Live, dei Jestofunk, del 1993
Che volete che vi dica...? osservate voi stessi...
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F.C.
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Re: Ma è vero che i bassi sono monofonici ?
Ed ecco un brano fortissimamente compresso, tutto digitalmente: What You Waiting For di Gwen Stefani, del 2004.
Filtrato sotto 180 Hz appare praticamente mono...
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Re: Ma è vero che i bassi sono monofonici ?
Scommetto che siete curiosi di sapere se i bassi del piano della Canzone di Marinella (con de André e Mina) sono monofonici...
Eccoli qui sotto, filtrati a 180 Hz.
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F.C.
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Re: Ma è vero che i bassi sono monofonici ?
Ed infine ecco un brano "audiophile", vale a dire il pianoforte di How and Why di Marco Lincetto, filtrato sotto 120 Hz per maggiore chiarezza grafica.
Credo che sia chiaro come stanno le cose...
A più tardi
Saluti
F.C.
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A più tardi
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F.C.
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Re: Ma è vero che i bassi sono monofonici ?
Chi ha orecchie per sentire....potrebbe anche ricavarne qualche idea per i bassi a tromba..... tipo paragon.....sul come risparmiare qualche metro quadro di spazio, senza l'aiuto degli angoli
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Re: Ma è vero che i bassi sono monofonici ?
Osservazione da vero elettroacustico !Steinbeck J. ha scritto: ↑martedì 17 settembre 2019, 21:33Chi ha orecchie per sentire....potrebbe anche ricavarne qualche idea per i bassi a tromba..... tipo paragon.....sul come risparmiare qualche metro quadro di spazio, senza l'aiuto degli angoli.
Grazie di essere qui tra noi.
Saluti
F.C.
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Re: Ma è vero che i bassi sono monofonici ?
Poscritto importante: il fatto che i due diffusori emettano basse frequenze fin troppo simili può essere un problema o il suo contrario.
E' un problema se i due diffusori sono lontani tra loro e se hanno vicino a loro pareti simmetriche. In tal caso le cancellazioni vanno ad interessare le stesse frequenze, con evidente moltiplicazione del danno, all'ascolto.
Se invece si avvicinano i diffusori (e magari si addossano alla parete di fondo, appoggiandoli al pavimento) si possono ottenere parecchi preziosi deciBel di efficienza in più, per via della mutua impedenza di radiazione...
Però occorre poter separare le unità che riproducono medio-bassi, medi ed alti, altrimenti addio stereofonia.
Saluti
F.C.
E' un problema se i due diffusori sono lontani tra loro e se hanno vicino a loro pareti simmetriche. In tal caso le cancellazioni vanno ad interessare le stesse frequenze, con evidente moltiplicazione del danno, all'ascolto.
Se invece si avvicinano i diffusori (e magari si addossano alla parete di fondo, appoggiandoli al pavimento) si possono ottenere parecchi preziosi deciBel di efficienza in più, per via della mutua impedenza di radiazione...
Però occorre poter separare le unità che riproducono medio-bassi, medi ed alti, altrimenti addio stereofonia.
Saluti
F.C.
Re: Ma è vero che i bassi sono monofonici ?
Buonasera. In effetti , al di la che la cosa è abbastanza nota, non si spiegherebbe l'uso di un solo sub. Se le basse frequenze fossero stereo ce ne vorrebbero due. Saluti gh