Un lungo discorso (su aquile e mosche)

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Un lungo discorso (su aquile e mosche)

Messaggio da F.Calabrese » martedì 31 marzo 2020, 16:31

Prendo spunto da questo bellissimo post di Leonida:
Leonida ha scritto:Aquila non capit muscas.

"Aquila non capit muscas è una locuzione della lingua latina che tradotta letteralmente significa l'aquila non cattura le mosche. In senso figurato, l'espressione indica che chi è in alto e potente non si cura di confrontarsi con piccoli obiettivi o piccole persone".

In aperta contraddizione con quanto presunto dal detto latino, aquile che inseguono, aggrediscono e tentano di sminuire o annientare prede che con assoluta certezza, hanno in precedenza identificato come mosche.
Evidentemente dovrà trattarsi di una mutazione biologica che avrà alterato i caratteri della specie.



Io ricorro spesso al paragone con l'hobby della Fotografia. Ed in questo caso è quanto mai azzeccato.

Chi è appassionato di Fotografia sa bene che esistono apparecchi costosissimi (diciamo solo per altospendenti), come Leica, Hasselblad ed ora Phase One, che però hanno prestazioni tecniche indiscutibili, anche quando non sono rigorosamente proporzionate al loro prezzo.
I fotografi professionisti ottengono eccellenti risultati anche da apparecchi meno blasonati (Sony, Nikon, Fuji, ecc...), ma sanno scegliere tra le ottiche disponibili quelle che hanno veramente una "marcia in più".

Nessun appassionato di Fotografia si permetterebbe mai di scrivere che un Apo-Summicron Leitz va bene quanto lo zoom di plastichina a corredo della sua compatta... Mentre noi tutti sappiamo bene che -in campo Hifi- aleggia sempre il sottinteso che "ogni scarrafone è bello a mamma sua" (specie se costa due spicci...). Vedi in proposito il nostro recente thread: viewtopic.php?f=5&t=8900

Ecco... la vera grande differenza che separa gli appassionati di Fotografia da quelli di HiFi è che questi ultimi riversano nelle loro scelte una poderosa dose di "vorrei-ma-non-posso", che a sua volta comporta la necessità di sospendere le facoltà logiche, PER NON AMMETTERE LA REALTA'.


Ora arriviamo al nostro caso del giorno, che è quello di un paio (almeno) di pseudo esperti che si sono incautamente lanciati in una guerra mediatica senza quartiere, pur trovandosi in serissime difficoltà fin dalle prime battute. Al loro posto, delle persone intelligenti si sarebbero ritirate col minimo clamore e da parecchio.

Invece questi cosa fanno...? Ebbene... come alcuni prima di loro (vedi il caso E. Frattaroli), pensano bene di giocare la partita sino in fondo, pensando che i loro lettori siano così stupidi o uterinamente faziosi da non capire... E magari hanno pure ragione nel farlo.

Il caso è interessante perché è tutt'altro che un caso isolato.

Tu -Leonida- ricorderai forse in casa di quale appassionato noi ci siamo incontrati. Ebbene costui aveva investito (direi "dilapidato") una cifra non indifferente per elettroniche e diffusori semplicemente demenziali... Cito ad esempio i medio-bassi privi di sospensioni, per cui avevano una risposta che sembrava il letto di un fachiro povero di chiodi... ed una distorsione da record assoluto... (per non parlare del decadimento, che suonava come quello di un campanaccio). Eppure c'erano appassionati adoranti e nemmeno quando le mie misure e le varie discussioni hanno portato alla luce la pochezza del tutto questi hanno smesso di credergli...! (uno ha ricopiato proprio quel mid-basso !!!).

Però attenzione... Questo appassionato era comunque una persona intelligente, per cui si è defilato, contando sul naturale oblio...

Invece, nel caso di cui parliamo oggi, l'oblio viene escluso proprio dai due sfigatissimi che più ne beneficierebbero. E così sia !

Quindi non si tratta di dare o meno la caccia alle mosche, ma di far capire agli appassionati che chissà quanti di loro si sono messi in casa i diffusori progettati da uno che -ad un passo dalla pensione- ancora non sa quale sia il meccanismo grazie al quale i diffusori a tromba sono più efficienti rispetto a quelli a radiazione diretta, INDIPENDENTEMENTE DALLA DIRETTIVITA'.

Si tratta di far capire agli appassionati che i titolari di certe Aziende si rivolgono a progettisti anche più ignoranti di questo... ed alle mostre abbiamo ascoltato insieme gli orrori che ne conseguono.

Tu ed altri mi avete tante volte invitato a partecipare alle mostre oppure a confronti di vario tipo. Ed io ho aperto la mia porta a decine e decine di appassionati, che hanno ascoltato oggetti sempre di livello estremo, tuttavia in rari casi riferendo di sensazioni del tutto al di fuori del reale contesto di ascolto.

Ecco... il mio esperimento di questi ultimi tempi è proprio quello di osservare e cercare di capire fino a qual punto certi appassionati sono disposti a spegnere il cervello, dinanzi a qualcosa che non ha certo il fascino e le curve di una bella creatura in carne ed ossa...

Perché se le prestazioni tecniche non contano quanto la laccatura (o lo sconto dal Listino), per quale motivo io dovrei perder tempo -come sto facendo in questi giorni- a disegnare piccole meraviglie tecnologiche...?

Domani spero di trovare il tempo di postare le curve di risposta del mio primo diffusore commissionato (del 1978) e dei primi modelli HiFi, di un anno o due dopo... e vedrai che ancora oggi potrebbero fare a strisce quasi qualsiasi concorrente. Perché dunque perder tempo con gli Aleandri o i Paragon...???

Sarei curioso di conoscere il tuo parere sull'intera questione, caro Leonida.

Saluti
F.C.

P.S.: Per non appesantire troppo questo singolo post, non ho parlato di pataccari. Ma nei prossimi lo farò.

leonida
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Re: Un lungo discorso (su aquile e mosche)

Messaggio da leonida » mercoledì 1 aprile 2020, 10:55

Mi limito ad osservare che se foste realmente aquile come vorreste apparire, e se realmente la controparte fosse di così basso livello culturale così come vorreste farla apparire, vi ignorereste l'un l'altro.
E' mia convinzione che dopo cento anni, Il livello di conoscenza attuale in materia di riproduzione non permette nemmeno la soluzione certa o quantomeno condivisibile e condivisa, di problematiche elementari.
E' mia convinzione che il 90% di presunta conoscenza, formule, grafici, disegni, teorie, opinioni etc.. nulla abbiano a che fare e nulla risolvono riguardo le reali ed elementari problematiche che si presentano, giornalmente, ad un medio ascoltatore di media esigenza.
Fumo negli occhi volto ad impressionare ingenui che leggendo e non capendo credono di aver a che fare con scienziati, o pia illusione in buona fede, da parte chi continua a sciorinare misure e documenti come fossero espressioni del più alto livello culturale in materia, ma che valgono zero nella soluzione di problematiche reali.

Pataccaro:
Chi, a scopo di truffa, vuol far passare per antiche e di grande valore monete di nessun pregio o altro oggetto falso. Per estensione., truffatore, imbroglione in genere.

Non è conforma alla definizione di pataccaro, il formulare ipotesi apparentemente credibili senza sottoporle a falsificazione, spacciarle per verità scientifiche in materia percettiva quando verità non sono,presumere e diffondere teorie e concetti supportati da numeri e misure come guida alla soluzione di problematiche che, come abbondantemente dimostrato, mai le hanno risolte e mai potranno risolverle?
______________________________________________________________________________________________________________________
Un ascoltatore insoddisfatto alle prime armi:
alla luce di quanto ho scritto, leggi attentamente, valuta e deduci
Se credi di conoscere la causa e di avere una soluzione, risolvi il problema.
Da parte mia credo, anzi sono certo che ne tu, ne nessun altro, maestri e soloni dell'Aes, passati e presenti inclusi, possediate sufficiente conoscenza per risolvere un caso cosi elementare, individuando cioè le reali cause, e risolvendo senza introdurre alcuna variazione sul sistema e men che mai sul segnale da riprodurre.
Sbagllierò, sarò eccessivamente supponente, ma ho sufficienti motivazioni per crederlo.
Per il resto, null'altro da aggiungere, sedimentati preconcetti da entrambe le parti non porterebbero che a sterili disquisizioni che null'altro producono tranne che stress e perdita di tempo.
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Il sarto wrote: ↑31/03/2020, 10:50
Ok, due cose sono ufficiali; Primo, non capico niente e secondo ne ho le scatole piene!

Ho sostituito le torri Tannoy con due diffusori da stand, ho sostituito il pre a stato solido con uno a valvole. Ora, vogliamo dare un po' di credito al rodaggio degli apparecchi? Va bene... ma perchè continuo ad avere un medio così schifosamente metallico???
Non so più dove picchiare la testa, può essere che la stanza assorba troppo? :shock:
Mi rifiuto di credere che siano gli apparecchi... Le Tannoy erano troppo grandi e il basso sbordava, con queste il problema si è ridimensionato ma il medio continua ad essere metallico, pure con le valvole!!!
Mi passa la voglia....

Mi sembra chiaro che c'è un problema e che questo non sia stato ancora individuato.
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Purtroppo non è semplice diagnosticare a distanza, non è impossibile, ma servono tanti dati e
questi debbono essere certi e convalidati.

Perdonami, non ricordo e non avrò letto tutto, ma com'è configurato il tuo impianto?
Vediamo se posso aiutarti.....

viewtopic.php?f=5&t=8872&start=40
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F.Calabrese
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Re: Un lungo discorso (su aquile e mosche)

Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 1 aprile 2020, 11:01

Ringrazio Leonida per il suo post che precede: leggendario.

Con l'occasione rivolgo a tutti l'appello a prendere esempio, postando anche critiche severe ma serie, come questa.

Dal prossimo post proverò a rispondergli,. Impresa non facile, vi assicuro.


Grazie Leonida !
F.C.

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Re: Un lungo discorso (su aquile e mosche)

Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 1 aprile 2020, 11:26

leonida ha scritto:
mercoledì 1 aprile 2020, 10:55
Mi limito ad osservare che se foste realmente aquile come vorreste apparire, e se realmente la controparte fosse di così basso livello culturale così come vorreste farla apparire, vi ignorereste l'un l'altro.
Mah... io gliel'ho suggerito ed offerto in più occasioni... ma loro sono masochisti. :lol: :lol: :lol:
E' mia convinzione che dopo cento anni, Il livello di conoscenza attuale in materia di riproduzione non permette nemmeno la soluzione certa o quantomeno condivisibile e condivisa, di problematiche elementari.
E' mia convinzione che il 90% di presunta conoscenza, formule, grafici, disegni, teorie, opinioni etc.. nulla abbiano a che fare e nulla risolvono riguardo le reali ed elementari problematiche che si presentano, giornalmente, ad un medio ascoltatore di media esigenza.
Fumo negli occhi volto ad impressionare ingenui che leggendo e non capendo credono di aver a che fare con scienziati, o pia illusione in buona fede, da parte chi continua a sciorinare misure e documenti come fossero espressioni del più alto livello culturale in materia, ma che valgono zero nella soluzione di problematiche reali...
Qui non sono d'accordo, ma ti devo riconoscere che quel che si sa in giro supporta ampiamente la tua tesi.

Ragioniamoci: da sempre gli appassionati attingono le informazioni tecniche relative al loro Hobby da tre fonti:
1)- Le riviste;
2)- I commessi dei negozi (quelli esperti e disponibili a discuterne);
3)- Gli altri appassionati.

Ebbene, nessuna di queste tre fonti ha la possibilità (e l'interesse) di raccontare all'appassionato quali sono i reali sviluppi possibili utilizzando semplicemente le tecnologie di oggi, anzi di una ventina di anni fa.

Se gli appassionati attingessero le loro informazioni da altre fonti (professionisti seri e/o AES) scoprirebbero che in questi anni gli orizzonti si sono spostati decisamente in avanti.

Cito ad esempio il mio caso: io non ho problemi a proporre (da dieci anni) diffusori che risolvono tutti i problemi di interfacciamento con l'ambiente, ivi incluse le risonanze modali e che distorcono dello "zero virgola" anche a livelli da concerto Rock. Con il pilotaggio in corrente sono dieci anni che ottengo una risoluzione incredibile anche ai bassi livelli, con lo stesso impianto che può far "tirare vento" in un grande salone. Ho fatto ascoltare a decine di appassionati il rumore del polpastrello del chitarrista che scorre sulle corde, ad una cinquantina di deciBel, senza il minimo runore di fondo e con una risoluzione che -se chiudi gli occhi- ti sembra di vederlo...

Ora siamo sinceri e concreti...? Cosa vorrebbe l'appassionato in più, rispetto a questo...?

Vorrebbe che costasse meno, ma non è in grado di attivare cordate, che sono l'unica soluzione possibile per ottenere questo.

Vorrebbe un Listino ed un cospicuo sconto, per poter rivendere l'usato...

Vorrebbe un marchio che si pubblicizzi, appunto per favorire la rivendita all'usato...

Vorrebbe la presenza alle mostre e le recensioni favorevoli sulle riviste, ma non ne accetterebbe mai il costo, perlomeno qui in Italia.



A Roma c'è un detto che dice: "far le nozze con i funghi"... e calza a pennello con quel che accade in campo HiFi, dove l'importanza maggiore attribuita agli aspetti che ho citato per ultimi SI PAGA con la rinuncia al progresso tecnologico. Una decisione comunque accettabile, se portata avanti consapevolmente, come è il caso per molti che ci leggono.

Segue
F.C.

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Re: Un lungo discorso (su aquile e mosche)

Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 1 aprile 2020, 11:41

leonida ha scritto:
mercoledì 1 aprile 2020, 10:55
...
Un ascoltatore insoddisfatto alle prime armi:
alla luce di quanto ho scritto, leggi attentamente, valuta e deduci
Se credi di conoscere la causa e di avere una soluzione, risolvi il problema.
Da parte mia credo, anzi sono certo che ne tu, ne nessun altro, maestri e soloni dell'Aes, passati e presenti inclusi, possediate sufficiente conoscenza per risolvere un caso cosi elementare, individuando cioè le reali cause, e risolvendo senza introdurre alcuna variazione sul sistema e men che mai sul segnale da riprodurre...
Hai fatto bene -Leonida- a citare il caso de Il Sarto, che rende bene l'idea del percorso tipico che scelgono gli appassionati.

Avrai (non solo tu) notato che io non sono praticamente intervenuto nel thread, pur seguendolo con attenzione.

Il tuo post -che quoto- mi offre l'occasione di rispondere finalmente, con la necessaria delicatezza, ma sinceramente.

Ebbene... quante decine di volte io ho scritto che l'appassionato non ha la benché minima possibilità di risolvere seriamente i problemi del suo impianto SEMPLICEMENTE CAMBIANDO APPARECCHI...???

Ho anche spiegato alcuni dei motivi: per esempio il "problema delle tre pareti", che è aggravato al massimo grado dalla scelta di diffusori da collocare ad una certa distanza dalle pareti, magari su stand.

Altro motivo: l'impiego di elettroniche sbilanciate, con alimentazioni che disperdono verso terra, come sono TUTTE le elettroniche commerciali, ivi comprese quelle più belle e blasonate, che vanno per la maggiore.

Nel mio piccolo, io ho messo a punto una soluzione (il due-vie-serio) che, insieme al suo DCX/DEQ ed al finale bene interfacciato, garantisce una resa ineccepibile, come possono testimoniare i primi acquirenti (uno ha già scritto, qui; l'altro è uno Studio di registrazione il cui lavoro si è semplicemente moltiplicato grazie appunto alla qualità dell'ascolto). Il tutto ad un costo (12K) che non credo sia poi così lontano da quello COMPLESSIVO dei tanti impianti che vedo continuamente additare ad esempio.

Una delle cose che gli appassionati dimenticano quasi sempre è il COSTO COMPLESSIVO dei tanti cambi cui vanno incontro -inutilmente- per conseguire un risultato che non è assolutamente detto sia in realtà ottenibile, con gli apparecchi che a loro piacciono. E' infatti possibile che il costo dei cambi sia percepito come "una parte del divertimento" e quindi non conteggiato.

Come vedi -Leonida- la questione è complessa, perché assomma aspetti tecnici e psicologici, questi ultimi decisamente difficili da trattare.

Se ho dimenticato qualche cosa, prometto di approfondire nel pomeriggio.

Per ora provvedo a girare la domanda a Il Sarto per sapere qual è stato il budget del suo impianto, in modo di poter approfondire il suo caso.


Saluti
F.C.

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Re: Un lungo discorso (su aquile e mosche)

Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 1 aprile 2020, 15:24

Caro Leonida, ti prego di leggere con attenzione la risposta del forumer Il Sarto alla mia domanda di conoscere l'importo speso per il suo impianto.
Il sarto ha scritto:...
Ritengo che un impianto made in Calabrese sia sprecato perché la stanza è palesemente troppo piccola e perché il soffitto di polistirolo e l'acustica (probabilmente) penosa sarebbero svilenti.
Non ne vale la pena.
Ebbene, ad occhio per quell'impianto sono stati spesi almeno ottomila Euro (più le Tannoy ?), a fronte dei quali abbiamo elettroniche pressoché sconosciute, vale a dire i cui schemi non sono stati pubblicati, per cui è impossibile per me o per chiunque altro capire se ci sono problemi di interfacciamento tra le elettroniche.

Il fatto che le elettroniche siano poi tutte dello stesso marchio permette di escludere che i progettisti ed i rivenditori di quelle elettroniche siano a conoscenza di questi eventuali problemi di interfacciamento e sappiano risolverli: LO AVREBBERO GIA' FATTO !

Se ne deduce che -se questi problemi esistono- non vi è alcuna soluzione praticabile mediante consulenze a distanza. Ma una consulenza in loco avrebbe ancor meno senso, per via del suo costo (oltre ad essere impossibile, al momento).

Sinora abbiamo parlato delle elettroniche.

Quanto ai diffusori, ancora una volta abbiamo un prodotto "di marca", per cui presumibilmente ottimizzato all'estremo, anche perché parliamo di un marchio -come KEF- che ha una storia di assoluta eccellenza nel campo della progettazione. Però fabbrica oggetti in un certo senso "economici", vale a dire di configurazione collaudata e senza soluzioni realmente innovative ed efficaci per i maggiori problemi di interfacciamento con elettroniche ed ambiente.

Come bene scrive Il Sarto, diffusori più costosi ed impegnativi possono non avere alcun senso in un ambiente così piccolo ed acusticamente infelice. (possono... ;) )

A questo punto io domando a te -Leonida- come spieghi la spesa di quattro quinti del budget complessivo su elettroniche sofisticate... DAC per primo...

E' importante capire il punto, perché il caso de Il Sarto è lo stesso di centinaia di altri appassionati. E per questo ne parlo qui e non nel suo thread.

Saluti
F.C.

P.S.: Il sarto mi segnala che le sue elettroniche sono tutte bilanciate. Ottimo !

Alexmaso69
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Re: Un lungo discorso (su aquile e mosche)

Messaggio da Alexmaso69 » mercoledì 1 aprile 2020, 21:56

Fabrizio, mi permetto di intervenire per fare una premessa.
È cosa normale e fa parte della cultura di chiunque in qualunque settore, di bilanciare gli abbinamenti.
È normale comprare un oggetto e abbinare l'accessorio di pari livello. Per esempio è normale comprare una cucina da 10000 euro e abbinare un forno da 500€. Diversamente se si spende 50000 si abbina probabilmente un forno Miele da 6000.
Idem per l’hifi. È semplicemente normale prevedere di spendere gli stessi soldi per ogni singolo pezzo.
Lo è sempre stato anche per me.
Quando sono stato a casa tua, il solo vedere amplificatori e elettroniche con mille lucine da 150 euro l’uno su un valore totale molto alto del sistema, mi ha fatto subito pensare che tutta quella roba era la prima cosa da cambiare.
Poi col senno di poi ho affrontato quella novità per il mio normale modo di pensare e ho messo in discussione la mia idea.
Forse, ho pensato, Fabrizio fa ascoltare il suo gioiello con tale configurazione perché è difficile fare meglio, non credo sia cosi stupido da far ascoltare una versione fortemente limitata dalle elettroniche. Forse il suo è davvero un approccio serio e onesto: come potrebbe consigliare di spendere 20-30 mila euro in più di elettroniche per avere una differenza che la senti solo se ti alzi in giorno di grazia. Quindi Fabrizio hai contribuito a farmi vedere il reale valore di un oggetto depurato dal marketing.
Ma pensare cosi non è normale perché non rientra nella cultura delle persone.

PrandiniFabio
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Re: Un lungo discorso (su aquile e mosche)

Messaggio da PrandiniFabio » mercoledì 1 aprile 2020, 22:19

Anni fa', nei mitici anni 70' si consigliava di spendere circa il 50% del budget nei diffusori, e all'epoca non esistevano "conini", si passava generalmente dagli 8" ai 12", i più piccoli erano semplicemente ridicoli. Il
diffusore è ciò che fa' la differenza, bisogna investire buona parte della cifra su questo, le elettroniche rifiniscono solo.
Saluti
Fabio

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Re: Un lungo discorso (su aquile e mosche)

Messaggio da F.Calabrese » giovedì 2 aprile 2020, 0:24

Alexmaso69 ha scritto:
mercoledì 1 aprile 2020, 21:56
...
Ma pensare cosi non è normale perché non rientra nella cultura delle persone.
Grazie di avermi fatto riflettere su un aspetto che sino ad oggi mi accorgo di aver trascurato.

Ragioniamoci insieme: chi è che solitamente consiglia gli appassionati...?

Di solito i consigli più autorevoli sono considerati quelli delle riviste, che tuttavia provano e recensiscono solo pochi apparecchi (tipicamente quelli delle aziende inserzioniste). E cento volte su cento ne parlano bene, per cui potrebbe essere più serio tirare una monetina in aria, che seguirne i consigli.

Altri consigli vengono dai negozianti, che hanno anche loro validissimi motivi per mentire (specie se hanno fondi di magazzino da fare fuori o se hanno sconti speciali su qualche prodotto).

In questi ultimi anni sono comparsi i consigli degli "influencer" sul Web... che potrebbero non avere gli stessi problemi di credibilità delle due categorie precedenti... ma in realtà soffrono di un problema forse anche più grave: non conoscono tutti i prodotti.

Pensateci: se il recensore di una rivista o un noto negoziante chiedono un ampli o una coppia di diffusori in prova, è assai facile che se li vedano recapitare in casa, a volte con una bolla di visione, altre volte addirittura in regalo (se non costano tanto).
Diversamente, il forumer-influencer o l'esperto che scrive sul Web (come me) ha buoni rapporti con importatori e negozianti SOLO E SOLTANTO se è poco serio e parla bene di tutto. Ma in questo caso il suo parere conta nulla.

L'esperto serio dovrebbe andare a tutte le mostre e frequentare spesso i punti vendita, ascoltando "di tutto, di più", e soprattutto dovrebbe conoscere talmente bene la progettazione di questi sistemi da poter fare il "reverse engineering" di qualsiasi ampli o diffusore, scoprendone pregi e difetti anche senza averlo in casa per lunghe prove. Ma quanti al mondo sono in grado di fare sul serio una cosa del genere...?

Ecco... qui sta il problema.

E qui mi sento di rispondere ad Alexmaso69 che -se io consiglio alcune elettroniche- è sempre per via del fatto che ne conosco gli schemi e le ho avute in casa, magari anche modificandole per rimediarne i difetti. E quindi ne conosco i limiti.

Anche per i miei diffusori conosco pregi e difetti, ed ho anche misurato ed ascoltato decine di diffusori commerciali, sia quando ero recensore per Stereoplay che successivamente.

Però il mio limite lo conosco: per esempio degli ampli Thomann io consiglio solo i due di cui è noto lo schema (E-800 ed S150 MkII) e tra i diffusori conosco meglio quelli che ho misurato ed ascoltato, oltre ai miei. Per questo non ho mai consigliato un ampli Behringer o Yamaha... oppure uno delle decine di diffusori-meteora, che compaiono sul mercato e vengono venduti si e nò in due-tre coppie, per poi scomparire.

Questo è un grosso problema, effettivamente.

Saluti
F.C.

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Re: Un lungo discorso (su aquile e mosche)

Messaggio da AltaEfficienza » lunedì 13 aprile 2020, 8:30

Come sempre su questo forum trovo discussioni estremamente interessanti e finanche educative.
Questa in particolare mette alla luce 2 cose fondamentali, che Fabrizio ha indicato:
- i consigli li danno le riviste
- i consigli li danno i negozianti
Ovviamente i consigli teorici, perchè poi quando uno va ad ascoltare di persona, se non è suggestionabile (cosa purtroppo rara tra gli appassioanti di hifi), si deve rendere conto di persona, con il suo sistema orecchie-cervello-gusto, se ciò che viene sbandierato ai 4 venti corrisponde al vero.
Però riviste e negozianti guadagnano sui prodotti costosi, che in un mercato molto di nicchia come il nostro è la cosa fondamentale!
Perciò loro saranno sempre in grado di "dimostrare" che un prodotto costoso va meglio di uno più economico, anche se il 90% dell'elettronica utilizzata è priva di nuovi contenuti tecnologici da almeno 20 anni.
E, soprattutto, che le funzioni di sorgenti digitali e amplificazioni sono espletabili con qualità OTTIMA con un investimento davvero irrisorio rispetto a quello che vogliono farci credere.
Nessuno al mondo dà dello stolto a chi si compra un orologio Patek Philippe, una borsa Louis Vuitton, un'auto Bugatti, ma decisamente viene spesso indicato come "pollo da spennare" quello che si compra un dac, un pre o un finale da 20k euro.
Forse sarebbe meglio interrogarsi sul come mai avviene questo, giusto?

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