La solita questione dell'altezza...

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Sandrelli
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da Sandrelli » mercoledì 9 settembre 2020, 19:16

La scena acustica è bella perchè stimola certi neuroni nel nostro cervello, quelli che ti fanno star bene, ma quando ci si è abituati, il risultato è come con le droghe...
Altro discorso, imho più appagante, è riuscire a riprodurre la vera timbrica originale degli strumenti acustici, a quella non ci abitueremo facilmente...

F.Calabrese
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 9 settembre 2020, 19:18

leonida ha scritto:
mercoledì 9 settembre 2020, 16:13
In conclusione:
Se percepiamo una sensazione di altezza, o siamo noi che sbagliamo ad elaborare un'informazione acustica che di fatto non esiste, o trattasi di un errore del sistema di riproduzione che la ricrea innaturalmente.
Ciò che in realtà dovremmo percepire attraverso un sistema realmente accurato, dovrebbe e deve corrispondere a ciò che il microfono ha ripreso.

Amen.
Quoto e sottoscrivo.

Saluti
F.C.

Luca Anzalone
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da Luca Anzalone » mercoledì 9 settembre 2020, 19:21

violone 32' ha scritto:
mercoledì 9 settembre 2020, 16:31
.... perché in 45 anni di musica ascoltata dal vivo ( acustica) non ho mai sentito la scena che effettivamente esiste nelle registrazioni stereo? . Perché dal " vivo " non esiste. È solo un arteficio , assolutamente plausibile e godibilissimo creato in studio.
In che senso non esiste? Io da quando ha aperto vado almeno una trentina di volte l’anno all’Auditorium per la stagione sinfonica e da camera, e naturalmente la “scena” c’è...
Mettiamo che ci si posiziona centralmente in fila 8, 10 o 12 ad esempio; quest’ultima praticamente è l’apice di un triangolo equilatero rispetto all’estremo sinistro e destro del fronte dell’orchestra. Inoltre, quella seduta è leggermente rialzata rispetto al palco, quindi si vedono anche tutti i musicisti.
Ebbene, da questa posizione, non è forse vero che i primi violini stanno a sinistra? E oltre a vederli, si sentono che suonano “da quella parte” e con una certa larghezza e profondità della “macchia sonora”. Anche ad occhi chiusi si percepisce chiaramente che il loro suono proviene da lì. I fiati non sono forse centrali e più arretrati rispetto agli archi? Trombe e tromboni non sono spesso molto in fondo a destra? E le percussioni non sono in fondo? Quei colpi di timpano non sono chiaramente individuabili anche ad occhi chiusi? Nel Tuba Mirum del Requiem di Berlioz, in cui ci sono addirittura 4 gruppi di ottoni supplementari che suonano dai quattro vertici delle gradinate, che chiudendo gli occhi non si sente distintamente che un gruppo proviene da molto in alto a destra, uno a sinistra, e gli altri due sempre in alto ma alle proprie spalle? Certo che sì...
È non è forse proprio questa una “scena acustica”? Che sarebbe l’ideale poter sperimentare anche a casa, con la giusta tecnologia di registrazione e riproduzione?

F.Calabrese
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 9 settembre 2020, 19:44

Luca Anzalone ha scritto:
mercoledì 9 settembre 2020, 19:21
...
È non è forse proprio questa una “scena acustica”? Che sarebbe l’ideale poter sperimentare anche a casa, con la giusta tecnologia di registrazione e riproduzione?
Andando in Auditorium, sicuramente ti sarai accorto del fatto che i microfoni sono appesi sopra l'orchestra ed il coro.

Se i microfoni captassero la "profondità" (*), allora l'immagine dell'Orchestra dovrebbe apparire come quella di una grande frittata, con alle spalle una parete rigida, ad un metro di distanza. Quindi la massima "profondità" registrabile sarebbe pari all'altezza degli strumenti da terra !!!

Però i segnali dai vari microfoni vengono addizionati di prime riflessioni e di riverberazione artificiale, che simulano la presenza di pareti più lontane (oltre quelle che già ci sono, in Auditorium). Alla fine ne derivano registrazioni confuse e poco naturali, come sono in media.

Fateci caso: io per le mie prove d'ascolto impiego poche registrazioni di Classica (il solito Apprendista Stregone RR e poco altro), proprio perché trovarne di decenti dal punto della risoluzione è come cercare un ago nella paglia.

Saluti
F.C.

Teo Marini
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da Teo Marini » mercoledì 9 settembre 2020, 19:52

Che cos'è l' "Apprendista Stregone RR" ? :?

vincenzo_uli
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da vincenzo_uli » mercoledì 9 settembre 2020, 20:48

Penso si riferisca a questo disco della reference recordings
https://referencerecordings.com/recordi ... orchestra/
È una selezione molto bella a prescindere, anche sotto il profilo della qualità artistica.

PrandiniFabio
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da PrandiniFabio » mercoledì 9 settembre 2020, 23:45

Buonasera,
Ogni tanto vado ad ascoltare dei concerti di classica, a volte capita un posto centrale a volte laterale, generalmente ad almeno 10-15 mt dall'orchestra. Ora, sarò io che non sono abbastanza sensibile, ma non riesco a percepire la posizione davanti, in centro o arretrata degli strumenti, a mala pena sento se suonano a destra o a sinistra oppure in centro. Siamo sicuri che se lo strumento si sposta di due tre metri in avanti o indietro su una distanza di dieci quindici metri se va bene, ce ne accorgiamo? Se poi riportiamo il tutto a casa, in un ambiente con tempi di riflessione ridotti e una sorgente artificiale registrata non da un posto in platea con due microfoni, ma in posizioni improbabili o con tanti microfoni come se avessimo le orecchie grandi come il palco, come possiamo solo credere di avere l'illusione di percepire la posizione degli strumenti? Non è che stiamo parlando di mera illusione?
Saluti
Fabio

tola
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da tola » giovedì 10 settembre 2020, 4:58

La ricostruzione scenica più che fedele deve essere plausibile o meglio piacevole. Il parametro più importante è che le dimensioni degli strumenti non sia totalmente sballata con voci enormi o mandolini con note che escono da destra a sinistra. Personalmente non sopporto neanche un le incisioni di pianoforte con le note acute a dx e le basse a sx. Certi tecnici lo fanno per dare la prospettiva sonora del pianista. Insopportabile soprattutto nel caso sia presente anche l’orchestra. D’altra parte grandi compagini orchestrali nel salotto non ci stanno ed i compromessi sono inevitabili. La scena sonora è un parametro enormemente sopravvalutato.

violone 32'
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da violone 32' » giovedì 10 settembre 2020, 7:29

PrandiniFabio ha scritto:
mercoledì 9 settembre 2020, 23:45
Buonasera,
Ogni tanto vado ad ascoltare dei concerti di classica, a volte capita un posto centrale a volte laterale, generalmente ad almeno 10-15 mt dall'orchestra. Ora, sarò io che non sono abbastanza sensibile, ma non riesco a percepire la posizione davanti, in centro o arretrata degli strumenti, a mala pena sento se suonano a destra o a sinistra oppure in centro. Siamo sicuri che se lo strumento si sposta di due tre metri in avanti o indietro su una distanza di dieci quindici metri se va bene, ce ne accorgiamo? Se poi riportiamo il tutto a casa, in un ambiente con tempi di riflessione ridotti e una sorgente artificiale registrata non da un posto in platea con due microfoni, ma in posizioni improbabili o con tanti microfoni come se avessimo le orecchie grandi come il palco, come possiamo solo credere di avere l'illusione di percepire la posizione degli strumenti? Non è che stiamo parlando di mera illusione?
Saluti
Fabio
Esatto!
Aldo Tenca

violone 32'
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Re: La solita questione dell'altezza...

Messaggio da violone 32' » giovedì 10 settembre 2020, 7:29

tola ha scritto:
giovedì 10 settembre 2020, 4:58
La ricostruzione scenica più che fedele deve essere plausibile o meglio piacevole. Il parametro più importante è che le dimensioni degli strumenti non sia totalmente sballata con voci enormi o mandolini con note che escono da destra a sinistra. Personalmente non sopporto neanche un le incisioni di pianoforte con le note acute a dx e le basse a sx. Certi tecnici lo fanno per dare la prospettiva sonora del pianista. Insopportabile soprattutto nel caso sia presente anche l’orchestra. D’altra parte grandi compagini orchestrali nel salotto non ci stanno ed i compromessi sono inevitabili. La scena sonora è un parametro enormemente sopravvalutato.
Infatti
Aldo Tenca

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