Bepy67, hai voglia se li consigliavano! Un tale Bebo scrisse delle recensioni che parevano dichiarazioni d'amore...
Doc, quando hai finito il lavoro, facci sapere come ti sembrano! Sarebbe interessante capire come suonano, con il senno di poi (35 anni circa?
). Non tanto perché la caramelle rossana segnino in qualche modo la storia tecnica dell'hi-fi, ma in virtù del fenomeno mediatico/commerciale. Che magari ha spiegazioni ovvie, per le quali quoto volentieri I_pisani_54
Personalmente sono sempre portato a pensare male, perché, come diceva un famoso politico, si fa peccato, ma spesso ci si indovina. Non essendo religioso, sono portato a sottovalutare il rischio del peccato.
spiegazioni sicuramente agevolate da un'estetica sexy.
osservazioni allo schema:
. la retroazione ha una rete di impedenza bassa (bene per il rumore), curiosamente il ramo verso massa è sdoppiato, 120 Ohm in AC e 4k7 in DC, col che il finale mantiene circa 6dB di guadagno in CC. Fatico a trovare una giustificazione. La parte in AC usa un elettrolitico polarizzato (bypassato dal "solito" 0,1 microF) che lavora con una tensione CC minima, idem sull'ingresso. La bassa impedenza impone, per un corretto bilanciamento delle correnti di base nel differenziale, un'impedenza verso massa dell'ingresso altrettanto bassa, pari a quella della parte in CC della rete di retroazione. Di qui il "masso" da 4k7 Ohm in parallelo all'ingresso. Inevitabile quanto... sbagliato! infatti in CC la base del BC556 "destro" vede due 4k7 in parallelo, quindi il giusto bilanciamento si otterrebbe con 2k35 Ohm, trasformando definitivamente l'ingresso in un macigno. Si spera che i bc556 fossero attentamente selezionati, perché non c'è modo di correggere l'offset in sede di taratura.
. i finali sono dei darlington: probabilmente ci sono delle resistenze tra base ed emettitore di entrambi i transistor. Ci siano o no (qui i transistor dell'epoca potrebbero differire dagli attuali, complicando la vita al Doc) quelle sono. Con componenti discreti il progettista avrebbe potuto sceglierle a piacere e magari adottare configuarazioni diverse per i piloti. Alberry dichiarava 22A
di corrente max di picco. Non serve immaginazione per capire cosa succede se ci credete: Doc ve lo ha appena mostrato! Strano non ci siano piccoli condensatori ceramici anti oscillazioni piazzati direttamente sui finali, i darlington sono un po' scorbutici, battuti però dai mosfet. I dichiarati 40W su 8 Ohm sono verosimili, probabilmente sono pure un pò di più, per poter dichiarare 80 su 4. Il raddoppio della potenza al dimezzamento del carico è pura comunicazione commerciale, non ha alcun senso tecnico.
. la protezione è interessante ed elegante. Sarei curioso di capire quanto precisa nell'intervento. Se scatta spegne tutto (toglie l'alimentazione al differenziale) e va resettata manualmente. Finchè l'ampli va potete ascoltare sicuri che nulla vi stia tagliando i picchi di corrente. Bello. Se un finale va in corto, l'unica possibile salvezza per il woofer è il fusibile sulla realtiva alimentazione. Che però non vedo, neppure nelle foto.
. l'ampli è totalmente simmetrico, dalla testa ai piedi. A qualcuno questo piacerà, non ho opinioni sulle implicazioni sonore. Il "percorso" positivo ha comunque un trasistor in più, ragione per me sufficiente per non eccitarmi troppo (
) per questa simmetria (Imho). Lo schema è saldamente nello stile Op-Amp di potenza, come il 99,9% della produzione commerciale.
. compensazione classica, assicurata dai condensatori da 47pF sulle basi degli ZTX. Parrebbe la più semplice possibile. Per dirne qualche cosa di preciso toccherebbe simulare il circuito. In particolare bisognerebbe sapere se i darlington hanno o no una resistenza tra base ed emettitore dei piloti per capire l'impedenza d'ingresso dello stadio d'uscita, diversamente è impossibile immaginare il guadagno ad anello aperto. Che basso non è, vista la configurazione simmetrica e senza altri carichi del VAS (i due ZTX).
. controllo corrente a riposo con VBE multipler nella versione più semplice possibile, resistenze d'emettitore dei finali di valore "medio". Sarebbe bello sapere com'è la stabilità della corrente a riposo. Doc, ci fai sapere a lavoro finito? Grazie!
. alimentazione stadi di guadagno e finali unica. Non mi sarei aspettato altro e non è detto che separandole si ottenga chissachè. Però volendo fare i fini ed esoterici... La separazione era frequente negli integrati giap degli anni d'oro.
. l'alimentatore, duale, dovrebbe avere la struttura std: trasformatore con secondario a presa centrale, singolo ponte di diodi, due bei condensatori. Dichiarano 300VA per il trasformatore e mi pare che i C siano da 10.000 microF. Per 80W su 4 Ohm mono sono tanta roba. Non si può dire che abbiano lesinato. Il trasformatore è toroidale, all'epoca non ancora imperanti, e questo è importante per... l'estetica. Infatti non penso che 'sti blocchetti rossi sarebbero venuti altrettanto carini con l'ingombro di un trasformatore tradizionale. A me i toroidali stanno cordialmente sui maroni!
Guardando alla realizzazione, stando alle foto in rete:
. la parte di potenza, finali e relative resistenze di emettitore, transistor del VBE multipler, sono vicine al circuito stampato ma cablate. L'alimentatore è cablato. L'ampli è molto semplice e i cablaggi dovrebbero rendere semplice metterci le mani. Però guardando le foto non invidio Doc. Il cablaggio della parte di potenza può diventare critico per eventuali instabilità.
. i radiatori sono i fianchetti del telaio. Solo che uno sorregge l'elettronica e dissipa, l'altro sorregge il trasformatore e... basta!
C'è un dissipatore per bellezza!
. la realizzazione di due unità mono è sicuramente più costosa che un dual mono con un unico châssis, è giustificata quando la impongano gli ingombri. Qui è sicuramente una scelta estetica. Sarebbe costosa, ma è sicuramente riuscitissima. Dico sarebbe perchè i telai sono semplicissimi (bene) e quando ci si permette di buttar via dissipatori ci si può ben permettere i mono-block.
Luca