Il problema delle tre pareti, II

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F.Calabrese
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Il problema delle tre pareti, II

#1 Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 26 settembre 2012, 16:43

Per impegni di lavoro dovrò essere veloce con le spiegazioni, ma conto di postarvi più grafici possibile, tutti di fonti autorevolissime, in modo che possiate riflettere e poi discuterne con me o tra voi, domani.

Iniziamo con un po' di Storia: il caso balza all'attenzione di Roy Allison e Bob Berkovits, che confrontarono (nel 1970) la risposta in camera riverberante delle AR-3a che vedete qui sotto:

Immagine

...con la media di quanto rilevarono in 24 ambienti diversi, che vedete qui sotto:

Immagine

Come potete osservare le basse sono depresse, ma soprattutto sono afflitte da un andamento della risposta "a gobba di cammello" che si avverte anche all'ascolto, sotto forma di colorazione e di innaturalità...

Occorreva scoprire cosa lo causasse...

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Re: IL problema delle tre pareti, II

#2 Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 26 settembre 2012, 16:44

Una prima "scoperta" (poi dimenticata da TUTTI...) è che la pratica totalità dei trasduttori è progettata in base a calcoli che prevedono come condizione l'impiego in campo emisferico, vale a dire con il woofer montato su un buco a filo parete...

Ma il 99,9 per cento dei diffusori è collocato lontano dalle pareti...!

Cosa accade quando ci allontaniamo dalla prima parete, p.es. dal pavimento...?

Immagine

Il grafico (dall'articolo di Allison sul Journal of AES, nel 1974) mostra che l'allontanamento dalla prima parete costa diversi dB (tre) in gamma bassa, alle frequenze la cui lunghezza d'onda è maggiore delle dimensioni del pannello frontale del diffusore.

Ma di pareti in un ambiente ce ne sono ben più di una...!

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Re: IL problema delle tre pareti, II

#3 Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 26 settembre 2012, 16:52

La teoria vuole che aumentando il numero delle pareti vicine al diffusore accada questo: la risposta alle basse si solleva, ma compare un buco laddove le riflessioni arrivano abbastanza in ritardo da essere in controfase rispetto all'emissione diretta del woofer.

Immagine

Questo è quello che accade in teoria... Ma in pratica...?

Beh... guardate qui sotto:

Immagine

Come potete vedere, il buco c'è ed anche l'enfasi alle bassissime...

Ma basta spostarsi di poco per cambiare di molto la risposta...

Immagine

E stiamo parlando di situazioni ancora "buone"...

Nell'impiego domestico del 99 per cento dei diffusori accade di molto peggio...!!!

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Re: IL problema delle tre pareti, II

#4 Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 26 settembre 2012, 16:57

Ora vediamo un caso tipico, vale a dire quello che accade nelle normali abitazioni, specie quando si monta il diffusore su uno stand...

Immagine

Sorpresi...? No... perchè questo andamento della risposta è esattamente quello che coglierebbe all'ascolto un recensore attento, o perlomeno che abbia ascoltato con sistemi di riferimento immuni da queste problematiche (come i grandi Monitor da Studio degli anni '80, montati a filo parete...).

Se avete qualche dubbio, seguitemi, perché abbiamo illustri conferme...!

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Re: IL problema delle tre pareti, II

#5 Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 26 settembre 2012, 17:06

Ora fate molta attenzione: Allison e Berkovits avevano a disposizione (negli anni '70) solo dei tracciacurve a pennino e poco più...

Molti anni dopo Glyn Adams, progettista alla B&W, riprese in mano l'argomento, utilizzando la potenza di calcolo dei PC degli anni '90... e buttò giù una ipotesi inquietante: quella secondo la quale le anomalie timbriche causate dalle riflessioni in controfase prodotte dalle tre pareti più vicine NON possono essere controbattute dalle riflessioni provenienti dalle altre pareti, semplicemente perché queste ultime arrivano con ampiezze ormai troppo ridotte e comunque in ritardo...

Ecco come Glyn Adams arrivò a quella conclusione: come prima cosa ipotizzò una sorgente sonora ad una certa distanza dall'angolo, e ne simulò la risposta in presenza di riflessioni... Ecco il primissimo arrivo di energia (in basso è ingrandita la gamma bassa).

Immagine

E poi ripetè la simulazione, aggiungendovi tutte le altre riflessioni dell'ambiente:

Immagine

Con grande sorpresa (per noi, ma non per lui...) ritrovò lo stesso buco nella risposta...
come dire che una volta cancellata l'energia alla sorgente, c'è poco che le altre pareti possono inventarsi per colmare la lacuna...!!!

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Re: IL problema delle tre pareti, II

#6 Messaggio da F.Calabrese » mercoledì 26 settembre 2012, 17:11

Chi avesse il benché minimo dubbio (e sapesse leggere l'inglese...) è pregato di leggere le conclusioni di Glyn Adams, progettista B&W...

Immagine

Chiaro e lapidario... una volta massacrata la risposta in basso, grazie alle riflessioni dalle tre pareti, c'è poco da fare, dopo...!!!

Anche ammettendo di equalizzare, si andrebbe ad aumentare anche l'energia che incide sulle pareti vicine, che la rimanderebbero in controfase, ricreando la cancellazione tale e quale...!!!

E' il momento di fermarsi a riflettere...

Saluti
F.C.

Paolo51
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Re: IL problema delle tre pareti, II

#7 Messaggio da Paolo51 » mercoledì 26 settembre 2012, 17:24

Molto bello questo argomento, Fabrizio !

CONTINUA...

Ciao, P.Paolo

Teo Marini
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Re: IL problema delle tre pareti, II

#8 Messaggio da Teo Marini » mercoledì 26 settembre 2012, 19:37

Il problema delle riflessioni (insieme a quello delle stazionarie!!!) è molto serio: ti seguo con attenzione.
Ciao!

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Re: IL problema delle tre pareti, II

#9 Messaggio da F.Calabrese » giovedì 27 settembre 2012, 1:52

Grazie !

Domani mattina conto di passare allo scanner altri interessantissimi grafici dagli articoli di Allison sul JAES...

Ne scoprirete di belle !!!

A domani.
Saluti
F.C.

P.S.: provvedo tra poco (sono le 10)

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Re: IL problema delle tre pareti, II

#10 Messaggio da F.Calabrese » giovedì 27 settembre 2012, 10:38

Tonyartemide ha scritto:Interessante, ma come la mettiamo con il resto della gamma, ovvero i medio-alti? Inoltre chi ha il reflex posteriore? Infine se leggiamo le recensioni dei diffusori, la maggioranza dei recensori consiglia di allontanare il + possibile i diffusori dalle pareti, soprattutto da quella posteriore. Nel caso delle mie Proac response 2.5 il recensore consigliava almeno 1metro di distanza dalla parete posteriore, nei diffusori elettrostatici poi si consigliano distanze ancora maggiori, tanti poi sconsigliano il posizionamento negli angoli....forse dicono questo per esaltare i medio-alti? Boh...
Hai anticipato la parte più intrigante della vicenda... Anticiperò anch'io qualcosa, per risponderti...

Se avete notato, il buco più serio nella risposta alle basse si crea ad una frequenza che dipende dalla distanza dalle pareti. All'epoca degli studi di Allison e Berkovits si parlava di decine di centimetri, ed il buco era in gamma medio-bassa (dove era -peraltro- maggiormente udibile...).

Tempo dopo si pensò di spostare il buco al di sotto della frequenza più bassa emessa dal diffusore... cosa peraltro facile, visto che andavano di moda i minidiffusori: fu per questo che si consigliò di allontanare i diffusori dalle pareti.

Il disastro è avvenuto quando qualcuno ha "pensato bene" di mettere un Sub sotto ai minidiffusori, dimenticando che quella era la posizione in ambiente assolutamente meno adatta per farlo... E si è arrivati a cose come queste:

Immagine

Queste qui sopra sono le risposte in ambiente di due B&W 802D...

E queste qui sotto sono le risposte in ambiente delle sorelle maggiori 800D:

Immagine

Osservate con attenzione le irregolarità di risposta all'estremo inferiore ed il forte taglio in basso, rispetto alle reali potenzialità di questi diffusori.

Datemi il tempo di passare i grafici allo scanner: ci rivediamo tra poco.

Saluti
F.C.

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