Pre Mc Intosh C-22: è davvero un mito ?
Moderatore: F.Calabrese
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Pre Mc Intosh C-22: è davvero un mito ?
E' ancora un ricordo molto nitido -per me- di quando nei primi anni '80 conobbi un numero di appassionati romani che erano tutti grandi estimatori della Mc Intosh. Ne ricordo in particolare uno che aveva un ripiano lungo otto metri con pre e finali in fila, sopra ai quali campeggiavano degli splendidi dipinti di Schifano.
Potete immaginare lo sgomento di questo appassionato e di tanti suoi amici, quando incominciò a girare la notizia che un riparatore decisamente anziano (de Santis) aveva realizzato un Pre che stracciava letteralmente il Mc Intosh C-22.
Confesso di aver partecipato ad alcune di quelle prove, anche a confronto dell'altrettanto mitico Marantz 7, che le prese anche lui di santa ragione dal pre del vecchietto romano.
A tanti anni di distanza, avendo capito come era fatto lo schema del Pre di de Santis, ho provato a simulare il suo stadio di uscita, a confronto con quello del Mc Intosh C22, ed ho capito molte cose. Nei prossimi post vi spiegherò.
Segue
F.C.
Potete immaginare lo sgomento di questo appassionato e di tanti suoi amici, quando incominciò a girare la notizia che un riparatore decisamente anziano (de Santis) aveva realizzato un Pre che stracciava letteralmente il Mc Intosh C-22.
Confesso di aver partecipato ad alcune di quelle prove, anche a confronto dell'altrettanto mitico Marantz 7, che le prese anche lui di santa ragione dal pre del vecchietto romano.
A tanti anni di distanza, avendo capito come era fatto lo schema del Pre di de Santis, ho provato a simulare il suo stadio di uscita, a confronto con quello del Mc Intosh C22, ed ho capito molte cose. Nei prossimi post vi spiegherò.
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Re: Pre Mc Intosh C-22: è davvero un mito ?
Iniziamo osservando lo schema dello stadio di uscita del Pre Mc Intosh C-22:
Come potete osservare si tratta di un cathode-follower, vale a dire uno stadio a guadagno pressoché unitario, con una corrente di riposo di poco meno di 2 milliAmpere. Già molto, visto il tipo di valvola (una 12AX7, alias ECC83).
Ovviamente una corrente di riposo del genere andava bene nel caso in cui quel pre fosse collegato con finali valvolari, le cui impedenze d'ingresso erano all'epoca assai elevate, dai 40-100 Kohm a più ancora...
Oggi, però, le probabilità sono quelle di collegare un Pre del genere ad un finale con impedenza d'ingresso assai inferiore (si riduce il rumore), diciamo sui 10 Kohm. Ed io per questa impedenza ho effettuato le simulazioni.
Ne è venuto fuori che il Pre di de Santis non aveva problemi, in quanto utilizzava come valvola di uscita una 12AU7 (ECC82), che tollerava correnti di riposo anche doppie ed oltre...
Ma ora riguardate lo schema ed osservate il valore del condensatore in uscita...
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F.C.
Come potete osservare si tratta di un cathode-follower, vale a dire uno stadio a guadagno pressoché unitario, con una corrente di riposo di poco meno di 2 milliAmpere. Già molto, visto il tipo di valvola (una 12AX7, alias ECC83).
Ovviamente una corrente di riposo del genere andava bene nel caso in cui quel pre fosse collegato con finali valvolari, le cui impedenze d'ingresso erano all'epoca assai elevate, dai 40-100 Kohm a più ancora...
Oggi, però, le probabilità sono quelle di collegare un Pre del genere ad un finale con impedenza d'ingresso assai inferiore (si riduce il rumore), diciamo sui 10 Kohm. Ed io per questa impedenza ho effettuato le simulazioni.
Ne è venuto fuori che il Pre di de Santis non aveva problemi, in quanto utilizzava come valvola di uscita una 12AU7 (ECC82), che tollerava correnti di riposo anche doppie ed oltre...
Ma ora riguardate lo schema ed osservate il valore del condensatore in uscita...
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Re: Pre Mc Intosh C-22: è davvero un mito ?
Ecco qui sotto, a confronto, la risposta del Pre MC Intosh C22 (in rosso) con quella del "Pre di de Santis" (in blu) quando entrambi sono collegati ad un finale di potenza moderno, con 10 Kohm di impedenza d'ingresso.
Come si può vedere, la risposta in basso del C-22 è tagliata, sebbene accettabilmente: diciamo al limite del non accettabile.
Tuttavia va riconosciuto a questo vegliardo Pre di essere assai resistente al carico capacitivo: occorrono infatti più di 6000 picoFarad (= 6 nanoFarad) per tagliarne di un deciBel la risposta a 20 KHz...!!!
Ora però vediamo quel che accade in condizioni di sovraccarico: nei prossimi due post.
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F.C.
Come si può vedere, la risposta in basso del C-22 è tagliata, sebbene accettabilmente: diciamo al limite del non accettabile.
Tuttavia va riconosciuto a questo vegliardo Pre di essere assai resistente al carico capacitivo: occorrono infatti più di 6000 picoFarad (= 6 nanoFarad) per tagliarne di un deciBel la risposta a 20 KHz...!!!
Ora però vediamo quel che accade in condizioni di sovraccarico: nei prossimi due post.
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Re: Pre Mc Intosh C-22: è davvero un mito ?
Iniziamo con il simulare i due pre -a confronto- con un segnale a 33 Hz, di livello assai superiore rispetto a quello necessario per pilotare alcun finale. Come al solito il Mc Intosh C22 è quello in rosso, mentre il Pre di de Santis è in blu, invertito di fase per chiarezza grafica.
Se osservate la metà inferiore delle sinusoidi a 33 Hz, noterete che il Mc Intosh satura assai più bruscamente rispetto al pre di de Santis, nonostante entrambi siano privi di controreazione sullo stadio di uscita.
Questo avviene per via delle diverse correnti di riposo e dei diversi valori del condensatore in uscita.
Nel prossimo post vedremo cosa accade alle alte frequenze e trarremo le prime conclusioni.
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F.C.
Se osservate la metà inferiore delle sinusoidi a 33 Hz, noterete che il Mc Intosh satura assai più bruscamente rispetto al pre di de Santis, nonostante entrambi siano privi di controreazione sullo stadio di uscita.
Questo avviene per via delle diverse correnti di riposo e dei diversi valori del condensatore in uscita.
Nel prossimo post vedremo cosa accade alle alte frequenze e trarremo le prime conclusioni.
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Re: Pre Mc Intosh C-22: è davvero un mito ?
Anche alle alte frequenze il Pre Mc Intosh C22 risulta inferiore al Pre di de Santis, perlomeno per quanto riguarda la capacità di saturare in modo morbido, senza emettere armoniche di alto ordine. Qui la colpa è solo della minore corrente di riposo del C22.
Riassumendo: un arzillo riparatore romano degli anni '80 riuscì nell'impresa di progettare e realizzare un preamplificatore le cui prestazioni dinamiche ED IL CUI SUONO erano schiacciantemente ed udibilmente migliori rispetto a quelle di un vero mito di quegli anni: il Pre Mc Intosh C22.
De Santis i suoi pre non li regalava certo (se ricordo costavano cinque milioni di lire ciascuno) ma chi li acquistò all'epoca li ha ancora, in funzione.
Conto di andare a riascoltarne uno nei prossimi giorni. Vi riferirò.
Saluti
F.C.
Poscritto importante: il Mc Intosh C22 era anche svantaggiato da un maggiore rumore termico, facilmente prevedibile per via dei valori altissimi delle resistenze anodiche e per via della sua ridondante complessità circuitale. Ma questo è un discorso comune a tutte le elettroniche valvolari di quell'epoca.
Riassumendo: un arzillo riparatore romano degli anni '80 riuscì nell'impresa di progettare e realizzare un preamplificatore le cui prestazioni dinamiche ED IL CUI SUONO erano schiacciantemente ed udibilmente migliori rispetto a quelle di un vero mito di quegli anni: il Pre Mc Intosh C22.
De Santis i suoi pre non li regalava certo (se ricordo costavano cinque milioni di lire ciascuno) ma chi li acquistò all'epoca li ha ancora, in funzione.
Conto di andare a riascoltarne uno nei prossimi giorni. Vi riferirò.
Saluti
F.C.
Poscritto importante: il Mc Intosh C22 era anche svantaggiato da un maggiore rumore termico, facilmente prevedibile per via dei valori altissimi delle resistenze anodiche e per via della sua ridondante complessità circuitale. Ma questo è un discorso comune a tutte le elettroniche valvolari di quell'epoca.
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Re: Pre Mc Intosh C-22: è davvero un mito ?
Dunque visto oggi (ma anche ieri) per questo utilizzo, cioè stadio di uscita di un preamplificatore possiamo affermare che la 12ax7 è stata una pessima scelta, o no ? Oltretutto non è che mancasse le alternative !! Magari, come è successo spesso, avrà prevalso la logica industriale ... unica valvola, miglior facilità di selezione (se ne facevano) minor magazzino ecc.
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Re: Pre Mc Intosh C-22: è davvero un mito ?
Concordo... anche perché non vedo altra spiegazione.Toscanaccio ha scritto: ↑domenica 16 giugno 2019, 16:46Dunque visto oggi (ma anche ieri) per questo utilizzo, cioè stadio di uscita di un preamplificatore possiamo affermare che la 12ax7 è stata una pessima scelta, o no ? Oltretutto non è che mancasse le alternative !! Magari, come è successo spesso, avrà prevalso la logica industriale ... unica valvola, miglior facilità di selezione (se ne facevano) minor magazzino ecc.
Di solito per gli stadi di uscita in cathode follower si impiegavano le 12AU7 (ECC82), che tolleravano correnti di riposo maggiori.
Saluti
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Re: Pre Mc Intosh C-22: è davvero un mito ?
Ad occhio la distorsione(manca lo spettro) dell'onda inizia a 30Vpp, cioè 10 volte e oltre quello che basta per mandare in saturazione un finale a SS... , certo il C d'uscita andrebbe aggiornato all'impedenza d'ingresso dei finali a SS odierni
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Re: Pre Mc Intosh C-22: è davvero un mito ?
L'ho scritto... l'ho scritto...! ------ ------- ------- -------
Complimenti comunque per l'occhio sui grafici: finalmente qualcuno che guarda le scale !
Grazie
F.C.
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Re: Pre Mc Intosh C-22: è davvero un mito ?
Un riflessione molto seria.
Negli anni '90 ci fu una piccola rivoluzione nel settore dei mixer economici (Mackie, Spirit...).
Semplicemente abbassando i valori delle resistenze nei circuiti venne ridotto drasticamente il rumore di fondo e migliorata moltissimo la qualità dell'ascolto.
Ebbene... se le stesse accortezze fossero state adottate in campo HiFi, oggi avremmo Pre valvolari con quindici volte meno rumore termico e quindi con una risoluzione ai bassissimi livelli di altrettanto migliore.
In campo HiFi il problema è che certi oggetti si vendono anche solo per la loro bellezza...
(ma non si può proprio fare una cosa bella che pure funziona...???)
Saluti
F.C.
Negli anni '90 ci fu una piccola rivoluzione nel settore dei mixer economici (Mackie, Spirit...).
Semplicemente abbassando i valori delle resistenze nei circuiti venne ridotto drasticamente il rumore di fondo e migliorata moltissimo la qualità dell'ascolto.
Ebbene... se le stesse accortezze fossero state adottate in campo HiFi, oggi avremmo Pre valvolari con quindici volte meno rumore termico e quindi con una risoluzione ai bassissimi livelli di altrettanto migliore.
In campo HiFi il problema è che certi oggetti si vendono anche solo per la loro bellezza...
(ma non si può proprio fare una cosa bella che pure funziona...???)
Saluti
F.C.