Immaginate di avere un ampli qualsiasi, che ha qualche piccolo difetto... magari un pizzico di ronzìo di fondo... o una creta perdita di risoluzione ai bassi livelli (tragica se lo impiegate in un FullHorn).
Ora immaginate di disporre di un secondo ampli, di piccola potenza ma di qualità estrema, che impiegherete solo ed esclusivamente per cancellare i difetti dell'ampli principale, inviandone una fedele copia i controfase ai diffusori...
L'idea è nientemeno che del 1923, brevettata da quello stesso Harold Black che quattro ani dopo inventò la controreazione.
Ecco uno schema esplicativo: il vostro ampli "difettoso" è G1, mentre il piccolo "ampli correttore" è G2...

Come potete vedere esistono due configurazioni alternative: la prima prevedere che i due finali siano impiegati come i due canali di un ampli collegato a ponte, vale a dire inviando i loro segnali ai due capi del cavo che porta al diffusore... La seconda configurazione prevede invece che il collegamento sia più tradizionale, con un polo del diffusore a terra e con i due ampli che si collegano entrambi all'altro polo, il positivo, tramite resistenze di somma.
Segue
F.C.