Dell'altezza qui ne abbiamo già discusso, tanto tempo fa.RPezzane ha scritto:Qui nessuno nega che tipo e posizionamento dei diffusori nonché ambiente determinino la scena. Qui si parla a parità di ambiente di diffusori e di posizionamento. Anche il fatto di quale sia quella reale e un di cui. Se in un caso la voce della cantante appare uscire ad altezza rotula del ginocchio, cosa che mi è capitata oppure a 1,50 di altezza, tu quale preferiresti ? Quale è più aderente alla verosimiglianza con il reale.
comunque abbiamo appurato che una registrazione non ha valori inerenti il palcoscenico. I chiedo come mai due dischi jazz sullo stesso identico impianto nello stesso preciso ambiente possono avere un altezza della scena differente ? E come mai se cambi una sorgente a parità di tutto e anche di registrazione, l’altezza della scena cambia ? A scusate sarà la suggestione.
Ora però proviamo ad arrivarci on un ragionamento semplice semplice.
Avete mai visto la foto di un (o una) cantante che registra in Studio...?
Ebbene, 99 volte su cento il microfono è ad una distanza non superiore a 50 cm. ed è praticamente sempre collocato più in alto rispetto alla bocca di chi canta.
Ne consegue che l'immagine "giusta" dovrebbe essere quella di localizzare la voce come proveniente da mezzo metro avanti al naso, o comunque davanti alla linea che congiunge i diffusori. Quanto all'altezza, è OVVIO che -se il microfono è in alto- la voce dovrebbe apparire come proveniente dal basso, vale a dire nella stessa direzione con cui perviene da chi canta al microfono.
Come corollario, aggiungiamo che -indipendentemente dalle tecniche di ripresa stereo- praticamente TUTTI i fonici registrano le voci singole a brave distanza, appunto intorno al mezzo metro o meno ancora.
Dove voglio arrivare...? Beh... è semplice... senza manipolazioni in Studio, un impianto stereo che sia veramente corretto dovrebbe riprodurre la voce in basso e vicina. Siete concordi...??? Mi sembra ovvio.
A questo punto continuiamo a ragionare, ammettendo che i fonici in Studio sono soliti aggiungere della riverberazione artificiale, che "allontana" la voce percepita all'ascolto, esattamente duplicando il crescente contributo delle riflessioni quando ci si allontana dalla sorgente.
Sin qui -però- non abbiamo ancora affrontato il problema dell'altezza, che è stato studiato con le conclusioni che suggeriscono che siano le curvature dei padiglioni auricolari a consentire all'ascoltatore di dedurre l'altezza rispetto al terreno della sorgente sonora ascoltata. MA ATTENZIONE, sappiamo tutti che la forma e le dimensioni dei padiglioni auricolari variano selvaggiamente da individuo ad individuo, e che quindi ciascun individuo si abitua -nel tempo- a "decodificare" a modo suo la posizione verticale, magari compiendo piccoli movimenti.
Tutto questo vuol dire che non c'è diffusore o tecnica di missaggio in Studio che possa fornire una collocazione verticale che sia fruibile nella stessa misura da tutti gli ascoltatori, quali che siano la forma e le dimensioni dei loro padiglioni auricolari.
In sintesi: se sosteniamo la tesi che "l'altezza della scena" sia ubicata in corrispondenza della quota alla quale sono ubicati i trasduttori che riproducono la gamma medio-alta ed alta... probabilmente azzecchiamo o sbagliamo di pochissimo. Quando invece ci avventuriamo ad ipotizzare proprietà mirabolanti da parte di diffusori o di altri elementi dell'impianto... beh... la possibilità di scrivere stupidaggini è quasi una certezza...



Domani approfondiremo.
Saluti
F.C.